Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: EmmeSmile    08/04/2012    0 recensioni
E se i One Direction non esistessero?
E se Liam, Harry, Zayn; Louis e Niall fossero dei semplici ragazzi che non vanno neanche tanto d'accordo?
E se i loro destini si incrociassero a causa di una ragazza ambigua?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 2

If you want to be loved, love.
 
La preside quella mattina mi aveva fatto visitare tutta la scuola, stanza per stanza, e mi aveva messa al corrente delle lezioni che avrei dovuto seguire nei prossimi giorni.
Il resto delle ore lo avevo passato ciondolando da una stanza all’altra, guardando facce di sconosciuti e mangiando alla mensa ( la parte peggiore).
Tutti i ragazzi erano i classici figli di papà a cui tutto è concesso, e le ragazze erano delle troiette che gli andavano dietro, senza nasconderlo minimamente.
Già li odiavo tutti.
Erano tutti presenti tranne uno, un certo Zayn Malik, che a parere delle oche era il più figo della scuola.
Mah, mai fidarsi.
Avevo avuto l’onore di conoscere le cheerleaders esibirsi nelle loro gonnelline e con i loro pon-pon davanti a tutto l’Istituto.
Piacevano a tutti, soprattutto ai giocatori di football.
Il rientro in quell’edificio, che non chiamerò mai casa, non fu migliore.
Gli altri ragazzi erano tutti nelle loro stanze a meditare o a studiare, o a fare qualsiasi altra cosa migliore di quello che avrei potuto fare io.
Gettai svogliatamente la mia borsa per terra e mi buttai a peso morto sul letto.
La mia stanza la dividevo con altre sei ragazze-che intimità!- di cui non conoscevo il nome, non ero il massimo in socializzazione.
Sembrava un ospedale e non potevamo neanche decorare il nostro spazio perché l’Arpia ci aveva espressamente detto :  < L’ordine prima di  tutto >.
Portai le mie stanche membra nel bagno e mi guardai allo specchio.
Facevo impressione: avevo le occhiaie e un colorito giallastro, da zombie in un film dell’orrore.
Mi tolsi tutti i vestiti e mi feci una doccia bollente, sperando che almeno l’acqua calda mi avrebbe distratta.
Non fu così.
Ero da sola, gli altri erano scesi per la cena da un po’ di tempo ormai, ma nessuno si preoccupava più se io non scendevo.
All’inizio pensavano che io fossi anoressica o avessi qualche problema con il cibo, ma mi ignorarono dopo poco, in realtà amavo troppo la buona cucina per mangiare quella sbobba.
Mi asciugai velocemente i capelli con l’asciugamano, anche se le punte rimasero bagnate, mi vestii e mi truccai.
Presi i tronchetti in mano e mi calai dalla finestra come Spiderman, stavo violando le regole per andarmi ad ubriacare in discoteca.
Sfortunatamente reggo molto bene l’alcool, quindi, nonostante i tre bicchieri di Vodka, ero ancora completamente lucida.
Spostai il mio sguardo dal bicchiere vuoto alla figura che mi si era appena seduta accanto.
Era un ragazzo riccio, anzi, il riccio.
Avrei riconosciuto quegli occhi verdi ovunque.
Mi stava sorridendo da cinque minuti abbondanti , così ricambiai.
Non so cosa provocò in lui questo, so solo che dopo poco mi ritrovai a casa sua, nella sua stanza, che mi baciava tutt’altro che dolcemente mentre mi toglieva i vestiti.
Non so perché l’avevo fatto, ma ultimamente, questa era l’unica cosa che mi faceva sentire viva.
L’unico modo per non sentirmi sola al mondo era andare a letto con qualche ragazzo, sperando, almeno in quel momento, di essere importante per qualcuno.
Erano ormai anni che mi sentivo così, sola e persa, e non riuscivo a trovare una soluzione.
Avevo bisogno di amare e di essere amata, ma non ne ero più capace.

Flashback -7 anni prima-

I miei nonni, o genitori, erano morti ormai da tre anni e i Servizi Sociali non mi avevano fatto assistere ai loro funerali.
< Le avrebbe fatto troppo male >, questo era quello che ero riuscita ad origliare mentre mi caricavano come un pacco su un treno verso Milano.
Secondo loro mi avrebbe fatto troppo male vedere il funerale delle uniche due persone che mi hanno amata, no, non era quello a far male, era il fatto che io non c’ero quando questo successe, che io non ero stata con loro fino all’ultimo quando loro c’erano sempre stati per me.
Quella sarebbe stata la mia ultima occasione per salutarli e ringraziarli, invece stavo andando a Milano, la città più caotica e frenetica che io abbia mai visto- ok non avevo visto nessuna città, però fa lo stesso-, la gente non ti guardava mai in faccia, erano tutti troppo impegnati per fermarsi e chiederti come stavi.
No, non era quella una città per me.
L’orfanotrofio era anche peggio, tutti i bambini erano freddi, distaccati e disillusi, come se sapessero che sarebbero dovuti restare lì a vita, che nessuno sarebbe mai venuto per loro.
Ma nessuno veniva mai per me, avevo visto un sacco di bambini uscire da qui con la loro nuova famiglia, genitori che li trattavano come se non ci fosse nulla di più speciale al mondo di loro, e nessuno sa quanto avrei pagato per sentirmi almeno una volta così.
La verità è che nessuno vuole una bambina di 10 anni che ha già subito due lutti, avevano tutti paura che non mi sarei sentita a mio agio, erano tutti preoccupati di non riuscire a farmi superare il dolore, io ero la sola ad aver paura di restare lì per sempre.
Nessuno mi voleva.
                                                                              Fine Flashback
 
Erano le otto di mattina ed io mi stavo allacciando i pantaloni, mentre riflettevo che a quest’ora tutti nell’orfanotrofio avrebbero capito che ero scappata, anche se la cosa non sarebbe dispiaciuta a nessuno.
Non ero pentita di quello che avevo fatto, non lo ero mai, ero stata insieme ad un ragazzo di cui non mi importava niente, e sicuramente neanche a lui importava niente di me, ma almeno sapevo che durante la notte io occupavo i suoi pensieri e tutto ciò che faceva lo stava facendo per me.
Lo so che era un pensiero da malata di mente, depressa, maniaca e pervertita, ma ero convinta che così nessuno avrebbe sofferto.
Spostai il mio sguardo su di lui, era bello anche quando dormiva.
Teneva un braccio dietro alla testa dai ricci spettinati e la coperta gli copriva metà del petto, era perfetto.
Ma che mi saltava in mente? Non potevo veramente pensare quelle cose di lui, non avrei mai accettato che lui mi potesse davvero piacere.
Stavo per infilarmi la maglietta, che di maglia aveva ben poco per quanto era scollata, quando mi sentii cingere i fianchi dalle sue braccia.
< Di solito sono io a lasciare le ragazze nel letto >.
< Sarebbe stato difficile questa volta, dato che questa è casa tua > risposi gelida. Non volevo che pensasse che provavo qualcosa per lui, o forse non volevo essere io a pensarlo.
< Non capisco perché sei così stronza adesso, mi sembrava che ieri notte ti piacesse abbastanza > disse, guardando maliziosamente verso il letto sfatto.
< Sei stato uno dei tanti e non mi capisci perché non mi conosci >.
Mi diressi vero le scale – ma come diavolo facevo a ricordami dov’erano?- , aprii la porta e mi incamminai verso la mia prigione.
Era la seconda volta che nel giro di pochi giorni lasciavo quel ragazzo senza il tempo di replicare.
Se ne sarebbe fatto una ragione.
 
 
 ________________________


ANGOLO DELL'AUTRICE

Nonostante nessuno abbia lasciato una recensione nel primo capitolo, ho pubblicato anche il secondo.
Vedete di muovere il culo e recensire questa storia....se vi fa schifo siete libere di dirlo.
Comunque....BUONA PASQUA A TUTTE VOI DIRECTIONERS :)
EmmeSmile :)
 
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: EmmeSmile