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Autore: _bianchina_    09/04/2012    2 recensioni
Questa è la prima volta che mi cimento nella scrittura creativa, perciò non vi garantisco niente :). La storia che sto per pubblicare è costituita da vari capitoli, il personaggio principale è Caroline, ma approfndirò il suo rapporto con Klaus;ancora non so di preciso quanti capitoli scriverò. Buona lettura!
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Bene bene! Questo è il mio regalino di Pasqua per voi… con questo capitoletto vi faccio i miei auguri e ringrazio tutte/i voi lettrici/lettori,ma in modo particolare ringrazio le mie recensitrici mikared1987, kannuki e valstvd. Non mi resta che augurarvi buona lettura e sperare che il capitolo vi piaccia!
 
 
….On the road-1part….
 

 
Ho appena salutato con un cenno Bonnie, che è alla guida, ed Elena, che le sta seduta di fianco ed armeggia col lettore CD che non riesce a far funzionare.
-Aspetta, ti aiuto, questo lettore è sempre stato difettoso…-afferma Bonnie mentre io poggio di fianco a me la mia valigia e mi siedo sui sedili posteriori.
-Ok ce l’ abbiamo fatta! Quindi è arrivato il momento di annunciare che, da ora,inizia ufficialmente la nostra vacanza, lontane da Klaus- sussulto-da problemi e rompicapo vampireschi….-continua Elena mentre io guardo fuori dal finestrino, pensierosa.
Bonnie continua -Dalla tua eterna e immortale indecisione tra Stefan e Damon- Elena spalanca la bocca a mò di stupore e le lascia un piccolo colpo sul braccio destro. Tutte e due scoppiano a ridere, si vede che sono molto contente, ma io non riesco proprio a capire come sia potuto accadere quello a cui ho assistito solo ieri sera. In fondo loro sono le mie migliori amiche, sono quelle che mi hanno aiutata in tante situazioni difficili, sono quelle che non mi tradirebbero mai, o meglio, pensavo fosse così, fino a poche ore fa. Ora basta, non posso più starmene zitta e fare finta di niente, devo chiarire la situazione e parlarne con loro.
-Ragazze, devo dirvi una cosa-interrompo il loro chiacchiericcio e attiro la loro attenzione su di me, così prendo fiato e comincio a parlare.-Ieri sera vi ho viste parlare al Grill, insieme a Matt, io vi ho viste e vi ho anche sentite…
Vedo i loro sguardi rabbuiarsi e capisco di aver colto nel segno. Per qualche minuto nessuna delle tre osa proferire parola, quando Elena incomincia a spiegarmi che le sue parole non volevano essere una cattiveria nei miei confronti, ma che si era creata una situazione talmente intricata che meno persone ne fossero state a conoscenza, meglio sarebbe stato. Tutto qui. Non aveva intenzione di ferirmi né di comportarsi da traditrice…..e bla, bla,bla.
Penso che abbia cercato di scusarsi per più di un’ ora, accompagnata da qualche sporadica  intromissione di Bonnie, ho smesso di ascoltare dopo a malapena cinque minuti; non so perché ma sento che le sue sono solo scuse, che non sono parole sincere e mi ha stancata. Ma non ho il coraggio di controbattere, non ho il coraggio di mettermele contro, di restare completamente sola, di nuovo. Perciò nascondo lo sconforto con un finto sorriso, ecco che mi trovo a recitare di nuovo, e cerco di dimenticare completamente le ore precedenti, cero di dimenticare quello che sentito nel bar e, in particolare, quello che è accaduto una volta uscita dal bar. Involontariamente mi ritrovo a pensare a Klaus, alla potenza dei suoi baci, alla morbidezza delle sue mani sulla mia pelle, a quanto mi sia piaciuto baciarlo; penso anche alla possibile reazione delle mie compagnie di viaggio, se solo fossero venute a sapere dell’ accaduto, e mi viene quasi da ridere, ma è più una risata isterica che un sorriso di divertimento. Penso alla delusione, alla disapprovazione e allo sconforto che vedrei dipinti sul volto ammonitore di Elena, al disgusto e al rigetto che vedrei  comparire sulla faccia di Bonnie. In altri tempi, loro due, sarebbero state le prime a venirne a conoscenza, in altri tempi, baciare un ragazzo affascinante nel buio di un vicolo sarebbe stato oggetto di pettegolezzo, evidentemente i tempi erano cambiati.
Ora ho deciso che devo smetterla con questi pensieri tristi, anche perché sono convinta che le due si siano accorte del mio malumore, perciò è ora di tornare nei panni della Caroline sorridente e di iniziare una qualche discussione su un argomento qualsiasi,l’ importante è rompere questo silenzio imbarazzante che si è creato. Perciò inizio a blaterare di moda, rossetti, costumi da bagno e scarpe. Passiamo in questo modo metà del viaggio, tra una risata(finta) e l’ altra(pure). Si è fatta l’ ora di pranzo e ci è venuta fame, così decidiamo di fermarci in una di queste tavole calde così comuni nel Tennessee, dove cameriere anni ’80, sui pattini, servono zuppe o toast farciti. Bonnie dice che il navigatore satellitare ne segnala uno a pochissime miglia.
-Ragazze, mentre calmate il vostro appetito umano, io tento di saziare il mio, perciò, visto che siamo immerse nei boschi del Mid West, io me ne vado in cerca di qualche bufalo o cervo o che so io!!- dico appena scese dall’ auto, così ci diamo appuntamento ad un’ ora dopo, nel parcheggio. Appena faccio qualche passo per addentrarmi nel bosco fitto, percepisco come un brivido di paura, una sensazione strana, mi sento osservata, ma in modo pesante e continuato,come se qualcuno mi stesse controllando. Mi guardo un’ po’ intorno ma non vedo niente e nessuno di sospetto,se non un uomo sui sessanta all’ interno di un pick-up rosso, a guardarlo meglio sembra vestito da sceriffo, ma non ha l’ aria di esserlo. Inizio a pensare di essere paranoica o qualcosa del genere, non è possibile che veda pericoli dovunque. Così proseguo, giro dietro quello che sembra più una baracca che un locale, e mi inoltro nel bosco. Quando sento il fruscio del vento tra le fronde degli alberi, mi tranquillizzo, mi metto ad ascoltare i rumori della terra, il respiro del pianeta e di ogni sua creatura,lascio libero l’ istinto dell’ animale che è in me, mi metto a correre per raggiungere la preda.
*************************
Dopo una bella e rigenerante mangiata mi avvio verso il parcheggio e, non appena sbuco fuori dalla boscaglia, vedo  Elena e Bonnie che stanno uscendo dal locale, chiacchierando tra loro; non provo nemmeno ad origliare, l’ ultima volta che lo ho fatto, si è rivelato un errore. Mi avvicino alla macchina, facendo loro cenno e quella stessa sensazione che ho provato poco fa mi assale di nuovo. Mi volto e vedo ancora quell’ uomo, seduto in macchina, che ci sta fissando;quando si accorge di essere stato visto mette in moto e si allontana, seguendo la statale, verso nord, nella stessa direzione verso la quale anche noi ci stavamo muovendo. Meglio così, oggi non ho proprio voglia di discutere con un piantagrane, penso. Arrivo alla macchina, le mie amiche mi raggiungono e ripartiamo, verso nord, imbocchiamo di nuovo la statale, per raggiungere quell’ hotel che avevano prenotato, incoscienti del fatto che non lo avremmo raggiunto mai. O perlomeno, alcune di noi non avrebbero più potuto raggiungerlo mai.
 
 

  
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