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Autore: Carla Volturi    10/04/2012    3 recensioni
L’aria che respiriamo può portarci alla mente un ricordo di un evento particolare della nostra vita, un amicizia, un amore. E’l’aria, il sole, il mare a far incontrare Cecilia, giovane giornalista venticinquenne con Damiano, militare trentacinquenne.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Baci da Carla.

CAPITOLO 15- PRESENTE NEL CUORE


Le due di notte e un magnifico profumo di cornetti, gentilmente offertici da Carlo ed il suo bar. Siamo qui, io e i miei fratelli, appollaiati sul letto, intenti a vedere per l’ennesima volta il film del mio cuore, “Titanic”. Brando ha il broncio, a sua detta trova il tutto eccessivamente romantico e troppo dannoso per il suo povero fegato. Mio fratello maggiore gusta piacevolmente il dolce da lui portato qualche ora fa. Io, invece, seduta nel mezzo, affondo il cucchiaio nel barattolo di nutella e lo porto tra le mie labbra, ormai sporche di cotale crema.
Il mio gemello mi osserva con sguardo disgustato: “Ancora un'altra cucchiaiata e diventi una porca”.
Lo guardo sbigottita: “Che ti frega, tanto non sono la ragazza tua”.
Si schiarisce la voce e malizioso sentenzia: “Si ma se continui di questo passo qualcuno e non dico il nome, Damiano, non ti correrà piu’ dietro come un povero bambinone picchiato dalla mamma”.
Sono assolutamente senza parole: “Numero uno: non sono sua madre…e non l’ho picchiato al bambinone, gli ho solo detto ciò che penso. Numero due: che si mettesse a guardare la moglie e no me”.
Scoppia in una fragorosa risata: “Si vabbè ci credo, bella mia”.
Frattanto che discutiamo sentiamo dei piccoli lamenti. Ci voltiamo, trovando Carlo in preda ad un pianto sincero. Sembra affranto. Io e Brando restiamo ammutoliti, spiazzati da tale reazione.
Il bell’ ufficiale della Marina prende parola: “Incompreso perché piangi?”.
Carlo gli da una paccata sulla spalla, dopo essersi sollevato di poco: “Questo film mi fa emozionare”.
Secondo me ti dovresti far vedere da un buon medico, stammi a sentire”, afferma Brando sconcertato, “ma dove si è visto mai un uomo adulto che piange per Titanic? Ma che ti sei fumato?”.
Lo strattono: “Ma sei scemo? È sensibile che ne vuoi fare tu”, gli punto l’indice, “pensa a te e quando ti gasi per quella stupidaggine di cartone animato…Dragonball”.
Non me lo toccare!”, replica Brando furioso.
E tu non toccare Carlo e Titanic”, affermo seccata, con tanto di broncio.
 
                                                                 ***
 
Il film è ormai terminato, eppure noi siamo qui distesi. Classica scena: Brando fa il tenerone con Carlo , al quale si è avvinghiato peggio di un koala stretto al suo albero. Io non sono da meno, lascio che mio fratello maggiore mi accarezzi i capelli, facendomi entrare in trans.
Un leggero vento estivo entra dal balcone interamente spalancato. Nessuno parla, dunque silenzio assoluto. Di tanto in tanto odo dei respiri pesanti, sintomo della sonnolenza che sta per raggiungere tutti e tre. Ed un pensiero, Damiano. Chi sa cosa starà facendo. Chi sa con chi. A pensarci bene mica ho capito se la moglie è tuttora dei nostri a Furore. Personalmente non l’ho vista da queste parti, ma ciò non significa che non ci sia. Magari abbiamo orari diversi. Già! Magari abbiamo solo orari diversi io e lei, no lei e …
Mi alzo di scatto e con voce squillante apro le danze: “La moglie di Damiano è qui?”.
I miei fratelli restano un attimo interdetti ed aggrottano il sopracciglio. Carlo fa spallucce: “Non saprei, la mattina scendo presto e la sera torno tardi. Non l’ho piu’ vista…”. Brando interrompe il suo discorso e senza mezzi termini: “Si è qui”.
Annuisco, grattando sull’attaccatura dei capelli: “Non l’ho vista però”.
E ci credo, soggiorna da Ciro Liberti”, indica un numero con le dita della mano destra, “hotel a cinque stelle, Cecilia. Sta uccisa di soldi Mirella”.
Corrugo la fronte: “E tu che ne sai Brando?”.
Ma tu che credevi? Che io con Damiano non c’avrei parlato dopo quello che è successo?. L’avrei fatto indipendentemente dall’amicizia che ci lega”, esclama mio fratello.
Mi metto a sedere sul letto, con gambe incrociate: “E quindi?”.
E quindi niente. Già ti dissi che tra lui e la moglie c’è ben poco, a prescindere da te. Inoltre Mirella non è esattamente il genere di donna che ti fa impazzire, mettiamola cosi. E’ un tantino particolare”, afferma il mio gemello, “ma non devi discutere con me di queste cose, Cecilia. Sai dove abita, perché non vai da lui?”.
Io: “In realtà lui è stato qui…
Carlo: “…e tu l’hai mandato a quel paese”.
Annuisco, abbassando il capo.
Il bel barista batte una mano sul materasso: “E brava la scema”. Spalanca le braccia: “Dai Cecilia domani parlaci, cosi non concludi nulla. Te ne stai qui a casa e sono convinto che la maggior parte delle ore le trascorri chiedendoti cosa starà facendo, è con la moglie, perché non mi ha detto nulla?. Tanto vale che lo prendi, lo metti da una parte e ci intavoli il discorso”.
Subentra Brando: “Mi raccomando Cecilia, prendi Damiano in braccio, mettilo a sedere da una parte e ci intavoli il discorso”.
Scoppiamo a ridere, dopo aver udito il verso di mio fratello al nostro barista.
E la serata si conclude cosi, con la nostra risata, con il nostro dormire abbracciati insieme. Con il nostro affetto. Il mio a Carlo e Brando. Il mio a Damiano, distante da me solo un minuto a piedi. Distante fisicamente. Presente nel mio cuore.
  
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