Ed ecco l'undicesimo calpitolo di ore wa!
nello scorso capitolo ci sono state solo due recensioni... devo capire qualcosa? se si, ditelo chiaramente... se no, ricordate che le vostre opinioni sono sempre ben accette!
buona pasqua!
Yume sospirò, fissando
la scuola. Doveva tornare in quella
stupida fonte di stupide seccature.
In realtà, la frase da
lei pensata aveva al posto di
“stupida” e “stupide”, ma una
sequela di improperi irripetibili che cambiavano
e aumentavano ogni volta, ma la sostanza era all’incirca
quella.
Varcò il cancello.
Lo “Yume-sama
fanclub” si dispose istantaneamente e
strillò «Le auguriamo un buon secondo anno in
questa scuola, Hanazono-sama! La
ringraziamo per averci concesso di ammirarla anche quest’anno
e le assicuriamo
che aumenteremo il numero di membri, quest’anno!»
Yume chinò la testa, per
(non) nascondere il rossore
(autoprodotto). «Vi ringrazio, ma… le vostre
dichiarazioni d’affetto mi mettono
in imbarazzo…» sussurrò, ben udibile.
«La nostra
fedeltà a lei è eterna, Hanazono-sama, e non ci
imbarazza mostrarla!» strillarono.
Yume si allontanò, a
capo chino e sorridendo mentalmente.
Più quegli idioti si
comportavano così, più primini si
sarebbero messi a seguirla ed adorarla.
«Yume-sama!»
strillò Jessica, saltando addosso a Yume «Il
cielo ascolta preghire!»
«Uh?
Jessica-san… Che sta succedendo?» disse Yume,
tentando di respirare attraverso la massa arruffata di capelli biondi.
«Siamo in la stessa
classe!» Strillò la regazza,
assordando Yume e stringendola ancora di più.
Yume stirò il collo per
non essere soffocata. «Sono felice
anch’io, Jessica-san, ma… Potresti stringere un
po’ meno?» espelse gli ultimi
atomi d’ossigeno. «Non…
respiro….»
Funzionò. Jessica la
liberò all’istante e si allontanò di
un passo. «Scusa, ma sono co felice! Potrò stare
con Yume-sama moltò più che
l’idiota!» Strillò.
Qualcosa la colpì in
testa, abbastanza forte da farle
piegare il collo.
Jessica lanciò
un’imprecazione in inglese e si guardò
attorno, furibonda. «Ch’è stato? Ma
certo!» Urlò «È stato
lui!»
Jessica corse via, lasciandosi
dietro una (non tanto)
sorpresa Yume. Non aveva più illusioni sulla
stupidità umana, quindi non si
stupiva che Jessica pensasse che Hotogi potesse compiere atti contrari
alla
propria reputazione.
Con un sospiro, si avviò
verso l’edificio scolastico.
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«Hanazono-san!»
Yume si voltò,
rassegnata. Sui fece un gestaccio. Anche
lei era rassegnata.
«Buongiorno,
Hotogi-senpai. Sei contento della tua classe?»
«La composizione della
mia classe poteva andare meglio
solo se tu, Hanazono-san, fossi stata una mia compagna. Ma tu dimmi,
quell’essere abbietto ha osato disturbare te, in codeste
poche ore?» rispose
Hotogi, sfarfallando verso di lei.
Yume si chiese se avesse ingoiato
una grammatica. «No,
Jessica-san è molto gentile con me.» mi stai
disturbando più tu in “codesti pochi”
secondi.
«Ah! Tu menti per non
farmi preoccupare, ma tu puoi
parlarmi di qualsiasi cosa senza preoccupazioni,
Hanazono-san!»
Yume aprì la bocca per
ribattere, ma qualcosa fu più
veloce di lei, e un cancellino colpì Hotogi sulla guancia.
«Chi
diamine…» disse il “ragazzo”
(leggasi ameba
antropomorfa), poi si fermò e urlò
«È stata lei! Io ne sono certo! Io la
farò
sospendere!» e corse via.
Yume pensò che, se fosse
il colpevole fosse stato
veramente Jessica, si sarebbe sentito il suo urlo di vittoria sino in
cina.
In quel preciso istante, vide
qualcosa di arancione
svolazzare a parecchi metri di distanza prima che sparisse.
Aveva pochi dubbi su cosa fosse.
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Yume addentò
furiosamente l’onigiri. Aveva finto di avere un
malore e se n’era tornata a casa. Maledizione!
Maledizione!
Sui finì di rosichiare
il micro nigiri (10-11 chicchi di
riso insieme) e borbottò «Così,
fra le matricole c’è un altro portatore di shugo
chara?»
Yume le lanciò
un’acchiataccia. «Era un’allucinazione.
una
mera allucinazione.»
«In
due?»
«Se fosse vero, visti i
precedenti, significherebbe guai e
seccature. E noi non vogliamo seccature, ne?»
«Ok…»
fece Sui, incerta. «Ma non credo, che…»
Yume le lanciò il resto
dell’onigiri in testa. «Anche se
fosse, non possiamo fare nulla. Nel dubbio, meglio pensare alla
probabilità maggiore.»
sbuffò «Fasciarsi la testa non previene i traumi
cranici.»
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Jessica si sdraiò sul
tetto. Calma dolce
calma…
Qualcosa la colpì in
testa.
Aprì gli occhi di scatto
e urlò un’imprecazione.
«Una
lady non giace scomposta
come stai facendo tu! E non insulta direttamente nessuno!» fece una vocetta femminile.
«…
Mizu?»
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«Yu-me-sa-ma! Ho da
parlarle!» disse Jessica, saltellando
allegramente attorno a Yume.
«Jessica-san! Ora
non…»
«Solo un
minuta!» strillò, trascinando (come previsto) via
Yume.
Sui le seguì svogliata.
In genere, presa da sola, Jessica
era divertente, con le sue storpiature e le incomprensioni derivate da
esse, ma
questa volta aveva un pessimo presentimento.
Che sarebbe stato confermato.
Arrivarono sul tetto dopo un tempo
che alla shugo chara
sembrò eterno.
Era vuoto. Nulla assuluto.
«Non
c’è un C×××o!
Perché
C×××o siamo venuti in questa
me…»
cominciò sui, ma un ventaglio a dimensione naturale la fece
volare via.
«Una
lady non utilizza infimi
insulti degni solo della più infima delle locande del
più infimo porto della
più infima città del più infimo paese
quando è frequentata dai più infimi mozzi
della più infima nave che trasporta le più infime
merci!»
Strillò un esserino arancione-dorato.
Il ventaglio ritornò
nella sua mano e rimpicciolì sino a
proporzionarsi allo shugo chara.
«Mizu! Non essere
violensa!» strillò Jessica,
avvicinandosi all’esserino.
Brutta mossa.
Lo shugo chara si tolse un guanto e
la schiaffeggiò con
esso. «Sto
facendo questo per educarvi!»
strillò la nanetta,continuando a schiaffeggiare «Chiedi
scusa, fellona.»
«Mi..zu… mi
stai urtando…»
«Zitta!
Una lady sopporta con
algida freddezza ogni dolore!»
«Y..yeah…»
«Non
dire yeah! Dì “si, miss
Mizu!”»
«o… si, miss
Mizu.»
«Bene.» Mizu si riinfilò il
guanto e ruotò aggraziatamente su se
stessa. «Ora,
è il vostro turno. Presentatevi.»
Yume pensò che la
piccoletta era pericolosa. Molto
pericolosa.
Ma lei lo era di più.
«I… io
sono… mi chiamo Yume Hanazono.»
«Si,
si, ho sentito parlare
di te.» borbottò
Mizu, infilandosi un
minuscolo paio di occhiali. «Veeediamo…»
Cominciò a girare
attorno alla ragazza. Yume dovette
trattenersi dal trattarla come una mosca.
«Umu…
capelli perfetti e curati…
niente tinte, accessori assurdi e altre volgarità.» sollevò una ciocca «Niente
buchi in eccesso…
bene.»
si abbassò «Mento
dritto ma non arrogante… spalle dritte, una postura
aggraziata ed elegante…» Scivolò ancora
più in giù, sempre ruotando attorno a
Yume. «Gambe
lunghe e e bianche, calze candide… mocassini…
niente lacci
arancione fluorescente. » lanciò
un’occhiataccia a Jessica, che chinò la testa
imbarazzata.
Mizu tornò
all’ispezione. «La
gonna è un po’ corta, ma
niente di eccessivo…» Mizu si
bloccò di fronte a Yume «Umu…»
Prima che qualcuno potesse
fermarla, la shugo chara
afferrò la gonna di Yume e la sollevò
completamente. «Anche
la biancheria è casta.»Disse,
ma fu coperta dall’urlo imbarazzato di Yume, che
abbassò istantaneamente la
gonna con uno strattone abbastanza forte da spedire lo shugo chara a
sbattere e
rimbalzare sul pavimento.
Sui sospettò che fosse
quello lo scopo.
Dopo qualche arco di iperbole, Mizu
riuscì a bloccarsi e a
volare in linea retta, e tornò verso di loro pulendosi il
visino con un mini
fazzoletto a ghirigori.
Sui e Yume ebbero il pessimo
sospetto che fossero iniziali
ricamate, ma non ebbero modo di verificarlo.
«Reazione
esagerata… Sui-san,
non doveva intromettersi in una conversazione fra lady con barbari
metodi come
un chara change forzato.»
«Eh?
Io…»
tentò di difendersi Sui, ma quando sentì due aure
omicide
decise che era meglio tacere. Essere seccata e molestata e sgridata era
meglio
che essere pestata e torturata e uccisa da Yume.
«Non
giustificarti! Quello
che hai fatto è imperdonabile!» strillò
la shugo chara, scuotendosi via la polvere dal vestito. «Hai
portato una Lady a compiere un gesto non consono, violando la sua
reputazione,
la sua libertà e il suo onore!» si
tolse un guanto
«Pentiti e chiedi scusa a me e a Yume-san!» Cominciò a
schiaffeggiarla violentemente, facendole
voltare la testa alternativamente a testa e a sinistra.
«Mizu-san! Ti prego,
perdonala! Sui l’ha fatto certamente
per il mio bene! Perdonala…» disse Yume,
leggermente seccata nella testa.
Mizu si fermò col
braccio alzato. «L’hai
fatto per lei?»
Sui annuì vigorosamente.
Anche se Yume l’aveva fatto solo
per accordarsi alla sua reputazione, quella era la sua chance.
Mizu le diede un pugno sul mento. «Una
Lady non muove la testa come un asino muto!»
«S…si.» borbottò Sui, tenendosi
la testa.
«Bene.
La prossima volta, aggiungi
“miss Mizu” , o non sarò così
benevola come oggi.» sospirò «Ora,
è necessario parlare del tuo
ignobile comportamento.»
Yume fissò le due Shugo
Chara che battibeccavano e Jessica
che tentava di calmarle, sbagliando i 4/3 delle parole.
Con un sospiro, andò ad aiutarla.
Capitolo 11- il giglio carnivoro e il fantasma.
e così, anche lo shugo chara mancante è stato presentato. Un altro tipino particolare, eh?
In origine, era lo shugo chara di un altro personaggio... indovinate quale?
chi indovina riceverà... i miei migliori auguri vi vanno bene? altrimenti, un pupazzo di Misaki (fatto d'aria U.U).
Al prossimo capitolo!
Ten