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Autore: Ten chan    10/04/2012    3 recensioni
Dimenticate Amu, Ikuto, i guardian, la Easter.
Yume Hanazono è il "candido giglio" dell'accademia Saint Flower, dolce, gentile, educata, la perfetta Yamato Nadeshiko. Niente in lei sembra poter essere migliore.
Allora perchè ha uno shugo chara?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco l'undicesimo calpitolo di ore wa! 

nello scorso capitolo ci sono state solo due recensioni... devo capire qualcosa? se si, ditelo chiaramente... se no, ricordate che le vostre opinioni sono sempre ben accette!

buona pasqua!

Yume sospirò, fissando la scuola. Doveva tornare in quella stupida fonte di stupide seccature.

In realtà, la frase da lei pensata aveva al posto di “stupida” e “stupide”, ma una sequela di improperi irripetibili che cambiavano e aumentavano ogni volta, ma la sostanza era all’incirca quella.

Varcò il cancello.

Lo “Yume-sama fanclub” si dispose istantaneamente e strillò «Le auguriamo un buon secondo anno in questa scuola, Hanazono-sama! La ringraziamo per averci concesso di ammirarla anche quest’anno e le assicuriamo che aumenteremo il numero di membri, quest’anno!»

Yume chinò la testa, per (non) nascondere il rossore (autoprodotto). «Vi ringrazio, ma… le vostre dichiarazioni d’affetto mi mettono in imbarazzo…» sussurrò, ben udibile.

«La nostra fedeltà a lei è eterna, Hanazono-sama, e non ci imbarazza mostrarla!» strillarono.

Yume si allontanò, a capo chino e sorridendo mentalmente.

Più quegli idioti si comportavano così, più primini si sarebbero messi a seguirla ed adorarla.

«Yume-sama!» strillò Jessica, saltando addosso a Yume «Il cielo ascolta preghire!»

«Uh? Jessica-san… Che sta succedendo?» disse Yume, tentando di respirare attraverso la massa arruffata di capelli biondi.

«Siamo in la stessa classe!» Strillò la regazza, assordando Yume e stringendola ancora di più.

Yume stirò il collo per non essere soffocata. «Sono felice anch’io, Jessica-san, ma… Potresti stringere un po’ meno?» espelse gli ultimi atomi d’ossigeno. «Non… respiro….»

Funzionò. Jessica la liberò all’istante e si allontanò di un passo. «Scusa, ma sono co felice! Potrò stare con Yume-sama moltò più che l’idiota!» Strillò.

Qualcosa la colpì in testa, abbastanza forte da farle piegare il collo.

Jessica lanciò un’imprecazione in inglese e si guardò attorno, furibonda. «Ch’è stato? Ma certo!» Urlò «È stato lui!»

Jessica corse via, lasciandosi dietro una (non tanto) sorpresa Yume. Non aveva più illusioni sulla stupidità umana, quindi non si stupiva che Jessica pensasse che Hotogi potesse compiere atti contrari alla propria reputazione.

Con un sospiro, si avviò verso l’edificio scolastico.

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«Hanazono-san!»

Yume si voltò, rassegnata. Sui fece un gestaccio. Anche lei era rassegnata.

«Buongiorno, Hotogi-senpai. Sei contento della tua classe?»

«La composizione della mia classe poteva andare meglio solo se tu, Hanazono-san, fossi stata una mia compagna. Ma tu dimmi, quell’essere abbietto ha osato disturbare te, in codeste poche ore?» rispose Hotogi, sfarfallando verso di lei.

Yume si chiese se avesse ingoiato una grammatica. «No, Jessica-san è molto gentile con me.» mi stai disturbando più tu in “codesti pochi” secondi.

«Ah! Tu menti per non farmi preoccupare, ma tu puoi parlarmi di qualsiasi cosa senza preoccupazioni, Hanazono-san!»

Yume aprì la bocca per ribattere, ma qualcosa fu più veloce di lei, e un cancellino colpì Hotogi sulla guancia.

«Chi diamine…» disse il “ragazzo” (leggasi ameba antropomorfa), poi si fermò e urlò «È stata lei! Io ne sono certo! Io la farò sospendere!» e corse via.

Yume pensò che, se fosse il colpevole fosse stato veramente Jessica, si sarebbe sentito il suo urlo di vittoria sino in cina.

In quel preciso istante, vide qualcosa di arancione svolazzare a parecchi metri di distanza prima che sparisse.

Aveva pochi dubbi su cosa fosse.

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Yume addentò furiosamente l’onigiri. Aveva finto di avere un malore e se n’era tornata a casa. Maledizione! Maledizione!

Sui finì di rosichiare il micro nigiri (10-11 chicchi di riso insieme) e borbottò «Così, fra le matricole c’è un altro portatore di shugo chara?»

Yume le lanciò un’acchiataccia. «Era un’allucinazione. una mera allucinazione.»

«In due?»

«Se fosse vero, visti i precedenti, significherebbe guai e seccature. E noi non vogliamo seccature, ne?»

«Ok…» fece Sui, incerta. «Ma non credo, che…»

Yume le lanciò il resto dell’onigiri in testa. «Anche se fosse, non possiamo fare nulla. Nel dubbio, meglio pensare alla probabilità maggiore.» sbuffò «Fasciarsi la testa non previene i traumi cranici.»

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Jessica si sdraiò sul tetto. Calma dolce calma…

Qualcosa la colpì in testa.

Aprì gli occhi di scatto e urlò un’imprecazione.

«Una lady non giace scomposta come stai facendo tu! E non insulta direttamente nessuno!» fece una vocetta femminile.

«… Mizu?»

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«Yu-me-sa-ma! Ho da parlarle!» disse Jessica, saltellando allegramente attorno a Yume.

«Jessica-san! Ora non…»

«Solo un minuta!» strillò, trascinando (come previsto) via Yume.

Sui le seguì svogliata. In genere, presa da sola, Jessica era divertente, con le sue storpiature e le incomprensioni derivate da esse, ma questa volta aveva un pessimo presentimento.

Che sarebbe stato confermato.

Arrivarono sul tetto dopo un tempo che alla shugo chara sembrò eterno.

Era vuoto. Nulla assuluto.

«Non c’è un C×××o! Perché C×××o siamo venuti in questa me…» cominciò sui, ma un ventaglio a dimensione naturale la fece volare via.

«Una lady non utilizza infimi insulti degni solo della più infima delle locande del più infimo porto della più infima città del più infimo paese quando è frequentata dai più infimi mozzi della più infima nave che trasporta le più infime merci!» Strillò un esserino arancione-dorato.

Il ventaglio ritornò nella sua mano e rimpicciolì sino a proporzionarsi allo shugo chara.

«Mizu! Non essere violensa!» strillò Jessica, avvicinandosi all’esserino.

Brutta mossa.

Lo shugo chara si tolse un guanto e la schiaffeggiò con esso. «Sto facendo questo per educarvi!» strillò la nanetta,continuando a schiaffeggiare «Chiedi scusa, fellona.»

«Mi..zu… mi stai urtando…»

«Zitta! Una lady sopporta con algida freddezza ogni dolore!»

«Y..yeah…»

«Non dire yeah! Dì “si, miss Mizu!”»

«o… si, miss Mizu.»

«Bene.» Mizu si riinfilò il guanto e ruotò aggraziatamente su se stessa. «Ora, è il vostro turno. Presentatevi.»

Yume pensò che la piccoletta era pericolosa. Molto pericolosa.

Ma lei lo era di più.

«I… io sono… mi chiamo Yume Hanazono.»

«Si, si, ho sentito parlare di te.» borbottò Mizu, infilandosi un minuscolo paio di occhiali. «Veeediamo…»

Cominciò a girare attorno alla ragazza. Yume dovette trattenersi dal trattarla come una mosca.

«Umu… capelli perfetti e curati… niente tinte, accessori assurdi e altre volgarità.» sollevò una ciocca «Niente buchi in eccesso… bene.» si abbassò «Mento dritto ma non arrogante… spalle dritte, una postura aggraziata ed elegante…» Scivolò ancora più in giù, sempre ruotando attorno a Yume. «Gambe lunghe e e bianche, calze candide… mocassini… niente lacci arancione fluorescente. » lanciò un’occhiataccia a Jessica, che chinò la testa imbarazzata.

Mizu tornò all’ispezione. «La gonna è un po’ corta, ma niente di eccessivo…» Mizu si bloccò di fronte a Yume «Umu…»

Prima che qualcuno potesse fermarla, la shugo chara afferrò la gonna di Yume e la sollevò completamente. «Anche la biancheria è casta.»Disse, ma fu coperta dall’urlo imbarazzato di Yume, che abbassò istantaneamente la gonna con uno strattone abbastanza forte da spedire lo shugo chara a sbattere e rimbalzare sul pavimento.

Sui sospettò che fosse quello lo scopo.

Dopo qualche arco di iperbole, Mizu riuscì a bloccarsi e a volare in linea retta, e tornò verso di loro pulendosi il visino con un mini fazzoletto a ghirigori.

Sui e Yume ebbero il pessimo sospetto che fossero iniziali ricamate, ma non ebbero modo di verificarlo.

«Reazione esagerata… Sui-san, non doveva intromettersi in una conversazione fra lady con barbari metodi come un chara change forzato.»

«Eh? Io…» tentò di difendersi Sui, ma quando sentì due aure omicide decise che era meglio tacere. Essere seccata e molestata e sgridata era meglio che essere pestata e torturata e uccisa da Yume.

«Non giustificarti! Quello che hai fatto è imperdonabile!» strillò la shugo chara, scuotendosi via la polvere dal vestito. «Hai portato una Lady a compiere un gesto non consono, violando la sua reputazione, la sua libertà e il suo onore!» si tolse un guanto «Pentiti e chiedi scusa a me e a Yume-san!» Cominciò a schiaffeggiarla violentemente, facendole voltare la testa alternativamente a testa e a sinistra.

«Mizu-san! Ti prego, perdonala! Sui l’ha fatto certamente per il mio bene! Perdonala…» disse Yume, leggermente seccata nella testa.

Mizu si fermò col braccio alzato. «L’hai fatto per lei?»

Sui annuì vigorosamente. Anche se Yume l’aveva fatto solo per accordarsi alla sua reputazione, quella era la sua chance.

Mizu le diede un pugno sul mento. «Una Lady non muove la testa come un asino muto!»

«S…si.» borbottò Sui, tenendosi la testa.

«Bene. La prossima volta, aggiungi “miss Mizu” , o non sarò così benevola come oggi.» sospirò «Ora, è necessario parlare del tuo ignobile comportamento.»

Yume fissò le due Shugo Chara che battibeccavano e Jessica che tentava di calmarle, sbagliando i 4/3 delle parole.

Con un sospiro, andò ad aiutarla.

Capitolo 11- il giglio carnivoro e il fantasma.

e così, anche lo shugo chara mancante è stato presentato. Un altro tipino particolare, eh?

In origine, era lo shugo chara di un altro personaggio... indovinate quale?

chi indovina riceverà... i miei migliori auguri vi vanno bene? altrimenti, un pupazzo di Misaki (fatto d'aria U.U).

Al prossimo capitolo!

Ten

  
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