Slither
Hermione
Jane Granger era un fantasma da più di dieci anni.
E
un fantasma, per definizione, è una creatura impalpabile che non può in alcun
modo agire o interferire con la realtà.
Ma
è risaputo che Hermione Granger era stata prima una ragazza e poi una donna che
aveva sempre fatto tranquillamente
sfoggio della sua capacità di sovvertire qualsiasi regola o legge fisica, e se
poi era spinta da un motivo sufficientemente rilevante, non c’era niente che
potesse fermarla.
E
salvare suo figlio, evitando così un gran macello per tutti, era una
motivazione più che stimolante.
Non
che credesse veramente che David fosse in pericolo di vita.
Draco,
per quanto al momento fosse completamente incapace di discernere, non avrebbe
mai ucciso il suo unico erede, l’unico essere sulla faccia della terra che
condivideva il suo purissimo sangue e metà del suo DNA.
Tuttavia
Hermione era giunta alla conclusione che quella situazione poteva facilmente
degenerare in qualcosa di incontrollabile.
Harry
e Ron , ne era più che sicura, non avrebbero mai lasciato David nelle mani di
Draco e di certo non poteva sperare che Draco e i suoi amici si sarebbero messi
d’accordo senza sfoderare le bacchette.
Anzi,
se conosceva bene Harry, si sarebbe presentato con uno squadrone di Auror armati
fino ai denti.
Ne
Harry ne tanto meno Draco avrebbero tollerato per la seconda volta un pareggio.
Stavolta
qualcuno sarebbe morto… e questo lei non poteva permetterlo.
Non
aveva sacrificato dieci anni della sua non-vita per vedere il padre di suo figlio
e i suoi due migliori amici ammazzarsi a vicenda perché lei non era stata in
grado di proteggere David.
Ma
, come si suole dire, per ogni errore c’è un rimedio ed essere un fantasma
aveva senza dubbio i suoi lati positivi, soprattutto se si era il fantasma di
una delle streghe più brillanti nate nell’ultimo secolo.
Se
avesse dovuto dar retta al luogo comune secondo il quale i fantasmi non sono in
grado di fare magie, in quel momento si sarebbe certamente trovata in un mare
di guai.
Per
sua fortuna però era preparata anche su quell’argomento.
“Un
fantasma, se è stato sufficientemente potente in vita, può tranquillamente fare
uso della magia.”
E
lei, modestia a parte, era stata potente.
La
più potente di tutti.
Perciò
un incantesimo di evocazione, che pure richiedeva una certa esperienza, non
avrebbe dovuto risultarle difficile.
Quando
Hermione apparve sulla torre più alta di Malfoy Manor il vento gelido mischiato
al nevischio si stava rigettando sulla torre come se non volesse altro che
distruggerla.
“
Per quanto mi importa questo palazzo
può anche crollare del tutto…ma prima ho qualcosa da fare”
Hermione
si guardò un po’ intorno.
Non
poteva negare di avere dei grossi dubbi su ciò che stava facendo e soprattutto
sulle possibilità di riuscita sulle quali poteva fare affidamento.
Ma
non aveva nessun’altra possibilità, perciò non le rimase altro che
concentrarsi, come le era stato insegnato anni prima durante gli
estenuanti corsi di specializzazione
per gli Auror.
Visualizzò
nella testa l’entità che voleva evocare e dopo qualche istante un flebile
sussurro le uscì dalle labbra.
Un
nome.
Il
sussurro crebbe d’intensità finché neanche il l’ululato del vento riuscì più a
sovrastarlo.
-Snape!-
Snape
era sempre stato un serpente tranquillo.
Un
po’ strano a detta di molti, forse per
il suo buffo e a volte inquietante
albinismo o forse per il suo comportamento, piuttosto anomalo per un rettile.
I
serpenti di norma non sono animali da compagnia, non se ne vanno in giro
abbarbicati al braccio del proprio padrone come se fossero delle scimmiette
addomesticate.
Tuttavia
Snape pur di non allontanarsi troppo da
David, dal suo protetto, aveva fatto questo ed altro.
Lo
aveva seguito anche ad Hogwarts, benché l’idea un serpente albino, di un metro
e mezzo, libero per il castello, non avesse entusiasmato tutta la scolaresca e
il corpo degli insegnanti
Tuttavia
essere il figlio del defunto capo degli Auror aveva concesso a David una serie
di piccoli privilegi, come il portarsi dietro il grosso e velenoso rettile.
Per
quanto riguardava Snape trovarsi circondato da una miriadi di ragazzi urlanti
non era stata affatto un’esperienza spiacevole ma anzi, osava dire, fruttuosa.
La
confusione, al contrario di David che odiava tutto quello che implicava della
vita sociale, gli permetteva di girovagare senza essere notato e soprattutto di
sorvegliare senza essere visto.
David
andava protetto ventiquattrore su ventiquattro.
Era
quello il suo compito. Sorvegliarlo. Sempre.
Così,
visto come se lo era lasciato scappare da sotto il naso quattro giorni prima,
non si meravigliò affatto quando sentì una voce fioca ma chiara nella testa che
lo chiamava quasi con disperazione.
“
Snape, ho bisogno di te!”
Erano
anni che il serpente non sentiva quella voce.
“
Sono qui apposta per aiutarti”
“
Sto per smaterializzarti a Malfoy Manor, dobbiamo, devi, liberare David e i
ragazzi…sai come fare”
“
Come sempre, Hermione”
“
Grazie Snape”
“
Ecco, non è esattamente questo che intendevo quando ti ho detto che avrei fatto
qualsiasi cosa…io sono un rettile, un animale a sangue freddo, non puoi
smaterializzarmi nel bel mezzo di una bufera di neve!”
-
Anche io sono felice di rivederti Snape-
Il
fantasma gli sorrise emettendo per un istante un lampo di luce simile
all’ultimo languore di una candela morente.
Il
grosso serpente invece gli rispose con una sorta di smorfia contrariata e poi
strinse le pupille quasi fino a farle scomparire nel rosso dell’iride.
Con
un gesto curioso tirò fuori la lingua per saggiare l’aria gelida.
“
C’è più magia oscura tra queste mura che in tutta la Gran Bretagna! Cara
ragazza, ma chi te l’ha fatto fare a rimanere qui?”
Hermione
gli mostrò un sorriso tirato prima di girarsi e rientrare all’interno della
torre.
-
Credevo che fossi stata io a decidere di restare…ma ora ho scoperto che anche
volendo non potrei comunque andarmene-
“Cosa
intendi ?” Snape le strisciava dietro osservando curioso e affascinato il
fantasma che levitava come una piuma fragile e sperduta. Snape se la ricordava
molto più forte, con una personalità tale da riuscire a riempire una stanza con
la sua sola presenza.
Ma
era passato tanto tempo.
-
Sarebbe lunga da raccontare e non abbiamo tempo…a proposito, l’hai portato?
Potrebbe essere utile…-
Snape
si fermò mostrando orgoglioso quello che sembrava un mucchio di stracci che lui
teneva saldamente con la coda.
-Bene-
Hermione fece per voltarsi quando Snape le sibilò.
“
Harry attaccherà da un momento all’altro, lo sai?”
Hermione
si voltò di scatto fissando il serpente con gli occhi incolori sbarrati.
- Co..cosa?-
Il
serpente piegò il capo da una parte, come se fosse confuso.
“
Non mi hai chiamato per questo? Per portare via Dave e i ragazzi prima dello
scontro?”
-No!-
Hermione allargò le braccia in un gesto di sconforto per poi lasciarle ricadere
mollemente lungo i fianchi.
-
Volevo che li portassi via per evitare lo scontro!-
Snape
si rizzò all’improvviso come in posizione d’attacco , per guardare Hermione da
una posizione più elevata . Le dondolò la testa davanti come se volesse
ipnotizzarla, poi sibilò.
“ E
quale sarebbe il vero scopo di questo tuo nobile gesto, salvare Harry e i
ragazzi o Draco?”
Hermione
abbassò le palpebre prima di rispondergli.
-
Salvarli tutti-
“
Ti ostini ancora a difenderlo, vero? Ormai lo scontro è inevitabile, non si può
continuare in questa situazione di stallo. Quei due combatteranno e tu non puoi
impedirlo”
-
Ma se liberassimo David prima…-
“
Credi che Harry e gli Auror non attaccheranno lo stesso? Non di tratta più
soltanto di David e di Draco, Hermione, ma di tutto il mondo magico.
Draco
Malfoy è il Signore Oscuro, un tiranno assassino, non si può aver pietà per
lui!”
Hermione
lo guardò basita, come se non capisse né il senso né il motivo di quelle
parole.
-
Ma…- boccheggiò per un istante.
“
Hermione Granger, cosa diavolo vorresti fare, schierarti per l’ennesima volta
dalla parte di Draco Malfoy, abbandonando tuo figlio e le sorti del mondo
magico? Ma che cosa hai in testa!?”
il
serpente aveva sfoderato le zanne velenose, le pupille pressoché ridotte ad una
falce impercettibile.
Nel
frattempo la luce emanata da Hermione si era estinta di colpo, come spenta da
improvvisa raffica di vento.
La
ragazza irrigidì i lineamenti e strinse i pugni.
-
Non giudicarmi Snape, non farlo- Hermione appariva fredda e dura come era stata
poche volte in vita sua.
Il
serpente tornò a strisciale dietro, gli occhi completamente rossi.
“
Il tuo amore non riuscirà a salvarlo, Hermione”
Il
fantasma gli lanciò un’occhiata da sopra una spalla, annuendo debolmente.
-Lo
so, ma devo provarci, devo credere che ci sia ancora una speranza…anche per
lui-
Il
serpente scosse la testa con aria affranta, la pupilla che tornava lentamente
normale.
“
Io vado da David, tu…”
-
Io cercherò di evitare che oggi ci sia una strage, cercherò di fermare Harry-
“I still need you
I still care about you
Though everything’s been said and done”
-I Still , Backstreet Boys-
Trovare
David non fu affatto difficile.
Se
fosse stato un po’ meno cinico, Snape non avrebbe esitato a dire che il legame
d’affetto che lo legava al giovane sembrava riuscire a guidarlo sempre da lui,
esattamente come stava realmente accadendo.
Sesto
senso, forse.
M
si sa, i serpenti non sono rinomati per il loro essere “ fedeli amici
dell’uomo”.
A
dimostrazione di ciò, il mangiamorte a cui Snape aveva appena sottratto le
chiavi delle celle, giaceva scompostamente sul pavimento di pietra ed il sangue
che gli usciva copioso dalla ferita alla gamba si era diviso in tatti rivoletti
purpurei, ognuno dei quali si convogliava quasi con maniacale precisione nei
solchi tra una pietra e l’altra.
“
Morirà fra poco”
Snape
avrebbe preferito di gran lunga attorcigliarsi intorno al collo fino a
strangolarlo piuttosto che affondare le sue zanne velenose nella carne di
quello schifoso essere che puzzava di magia oscura peggio di una carogna.
Ma
la cosa avrebbe potuto richiedere troppo tempo.
E
lui non poteva perderne.
Non
perché credesse, come Hermione , che lo scontro non sarebbe avvenuto se lui
avesse portato via David, ma piuttosto sperava che, liberandolo prima
dell’arrivo degli Auror, avrebbe potuto evitare di sottoporre il
ragazzo ad un’ennesima strage.
Perché
quello sarebbe stato.
Il
sangue sarebbe scorso a ruscelli, checché ne avesse detto la bella e altruista
Griffyndor.
“ è
sempre stato questo il difetto di quella ragazza”
Troppe
emozioni, troppa passione, troppa sensibilità.
Il
potere, la forza, anche quella smisurata, può risultare un’arma a doppio taglio
nelle mani di una persona che non riesca a dominarla con estrema freddezza e
un’accurata dose di indifferenza.
Ma
Hermione non era mai stata così, neanche quando una carica onerosa come essere
capo degli Auror le era gravata improvvisamente sulle spalle.
Si
prendeva tutto a cuore come se le conseguenze di ogni suo più piccolo sbaglio
avessero potuto avere effetti disastrosi sul mondo intero, come se lei da sola,
avesse potuto salvare tutti.
Era
ammirevole, certo.
Ma
tremendamente debole, pur nella sua forza.
Nessuno
avrebbe mai tolto dalla testa di Snape l’idea che la vista sul campo di
battaglia dell’uomo che Hermione amava, l’avesse resa momentaneamente volubile
e debole.
Ed
infatti era caduta, proprio in quel momento, proprio davanti a Draco Malfoy,
proprio a causa sua.
Ed
una sconfitta, anche se inflitta per mano di Lord Voldemort, è sempre una
sconfitta.
Non
si poteva tornare indietro.
Eppure
Hermione aveva continuato a vivere da fantasma come se nulla fosse cambiato.
Con
lo stesso ardore, con la stressa grinta.
“ e
sarà questa la causa della sua rovina”
Il
non comprendere che lei ormai non poteva più fare nulla, che era rimasta non
per cambiare la storia, ma solo per assistervi in disparte.
Snape,
dal canto suo, non si faceva illusioni.
Avrebbe
assolto il suo compito solo per David e i ragazzi e che Hermione facesse pure
quello che voleva.
Le
faceva quasi pena, in verità, con la sua vana disperazione simile a quella di
una farfalla fragile che volteggia, si aggira estasiata intorno al fuoco e che
pur di avvicinarsi sempre di più a quella fiamma tanto viva, tanto calda,
sarebbe disposta a farsi bruciare, a morirne.
Non
c’era decisamente niente che lui potesse fare per Hermione, niente che potesse
fare per lenire la sua disperazione.
Il
candido serpente scosse la testa facendo lampeggiare gli occhi sanguigni.
Il
grosso mazzo di chiavi appena rubato gli dondolava sulla punta della coda
insieme al mucchio di stracci, emettendo un triste e quasi malinconico
tintinnio.
David
era vicino.
“ A
pensarci è proprio strano”
Stava
per liberare un figlio dal proprio padre.
Da
quello che, a sua volta, non era altro
che il figlio del suo primo padrone.
Hermione,
consapevole delle sue azioni, si era
servita dell’animale da compagnia del defunto Lucius Malfoy come “ serpente da
guardia” per suo nipote.
Il
rettile emise un sibilo che doveva probabilmente apparire come il suono di una
risata.
Era
paradossale.
Snape
cominciava ad avvertire l’assurdità di quella situazione.
Un
po’ come quando aveva visto per la prima volta il fantasma di Hermione
osservarlo dalla vetrina di un negozio di animali a Nocturn Alley nel quale era
finito dopo una lunga serie di eventi sfortunati.
“Assurdo”
si era appunto detto.
Aveva
cominciato a pensare che il padrone del negozio gli avesse rifilato qualche
topo imbottito di una qualche sostanza acida o stupefacente per ammazzarlo,
visto che nessuno aveva osato comprarlo.
Convinzione
che si era poi accentuata quando il fantasma di quella che poi si era rivelata
il defunto capo degli Auror, gli aveva proposto un patto.
La
libertà, una casa, ed in cambio lui sarebbe diventato la guardia, l’ombra
stessa, di David.
Perché
lei non poteva più farlo.
Lui
aveva accettato senza esitare.
E
qualche ora dopo un ragazzino cupo e silenzioso, scortato niente popò di meno
che da Harry Potter, era entrato deciso nel negozio e lo aveva comprato per
pochi galeoni, facendo la felicità del negoziante.
Lucius
e Narcissa erano stati dei bravi padroni, ma niente a che vedere con David,
Harry e, suo malgrado, anche Ron.
I
cari, vecchi coniugi Malfoy sarebbero stati indubbiamente piuttosto contrariati
nel vederlo agire contro gli interessi del loro pupillo, leggasi Draco Lucius
Malfoy.
“
Mi sarebbe piaciuto conoscerlo”
Lo
ammirava, non riusciva a negarlo.
Ammirava
quell’uomo che con tanta tenacia, con tanto menefreghismo era riuscito a dar
forma un ad regno tutto suo.
“ è
il degno erede di Lucius…”
Eppure
era debole, proprio come Hermione. Anzi, forse proprio a causa di Hermione.
Probabilmente
perché era un animale, o forse perché non era nella sua indole ma Snape non
riusciva proprio a capirli gli umani.
Avrebbero
potuto avere tutto: il potere, l’amore, la gloria.
Se
invece pensava a tutti gli umani che aveva conosciuto, e soprattutto a Draco e
ad Hermione vedeva solo una lotta estenuante contro tutto quello che sarebbe
potuto risultare positivo e appagante.
Contro
tutto quello che avrebbe potuto renderli felici.
“ Quei due saranno l’uno la causa della
rovina dell’altro”
“Don't go looking for snakes, you might find
them
Don't send your eyes to the sun, you might blind them
Haven't I seen you here before?
Have your heroes disappeared?
There ain't no heroes here, no, no more”
- Slither, Metallica-
Continua…
Spero
di non aver confuso di più la situazione con la storia di Snape e se è così vi
imploro perdono, ma come avrete capito io sono una specie di “ ufficio
complicazioni cose semplici” perciò mi viene naturale.
Ora
ho un grosso dilemma: non sono sicura che mi basti un solo capitolo per finire
la fic perciò ci sono due soluzioni. ( se ne avete altre, tipo smetterla di
tormentarvi cn questa boiata, fatemelo sapere)
Cmq
o mi cimento in un unico lunghissimo chap che però potrebbe arrivare anche fra
un mese o più, oppure divido il finale in due parti.
Mi
affido concretamente ai vostri suggerimenti!
Un
vagone di baci a tutti voi che avete commentato, e anche a voi che leggete e
basta!
CIAOOO