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Autore: xtomlindad    10/04/2012    2 recensioni
Larry || Ziam || Rochelle+Niall
Non tutto è come sembra, e Rochelle ne è la prova vivente
Se non vi piace il genere non leggete. non plagiate!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo

Rochelle

 

 
Erano appena passate le vacanze di Natale, ed io ero appena tornata dall’Italia, dove avevo trascorso un piccolo periodo di riposo con la mia famiglia che non vedevo da qualche mese oramai.
Tornata a Londra, sapevo che la solita routine sarebbe re iniziata, ma non me ne dispiacqui.
‘Clock’ fece il rumore della serratura che si apriva. Posai i borsoni per terra e richiusi la porta alle mie spalle. Il viaggio era stato lungo, ed il tempo londinese certamente non aiutava a migliorare le cose. Mi era mancata la casa, anche se facevo fatica ad ammetterlo, e mi erano mancate le mie amiche.
“Drìn” suonò il cellulare.
-Pronto?-
-Elle?- chiese la voce all’altro capo del telefono –Sono Ràchel-
-Oh, ciao! Dimmi-
-Sta sera io e le altre avevamo l’intenzione di fare un’ uscita tutte insieme, sai, come ritrovo-
-Va bene, perché no. Facciamo alle 20?-
-Certo, ci vediamo lì- ci salutammo e chiudemmo la chiamata.
 
Era già l’una del pomeriggio, ed essendo tornata da non molto, decisi che dormire un po’ mi sarebbe servito poi a reggermi in piedi la sera stessa; così mi spogliai, e mi sdraiai a letto, abbandonandomi tra le braccia di Morfeo.
Quando mi svegliai, ero ancora assonnata e con la bocca impastata, ma appena lanciai un’occhiata al telefono per guardare l’ora, notai che ero in ritardo. Erano le cinque del pomeriggio, e dovevo ancora prepararmi.
Corsi verso la doccia alla velocità della luce, mi spogliai e mi infilai sotto il getto caldo d’acqua che veniva spruzzato dal doccione. Azzerai i miei pensieri, e dopo essermi insaponata e lavata i capelli, rimasi sotto la doccia a riflettere su ciò che mi era capitato negli ultimi tempi. Sentii un rumore, all’improvviso, ma pensando fossero i vicini non ci feci caso più di tanto. Uscii dalla doccia, mi avvolsi in un asciugamano abbastanza grande e poi presi il phon per asciugarmi i capelli.
Appena finii, mi truccai velocemente, e vedendo che erano già le sette, mi strinsi nell’ asciugamano ed aprii la porta del bagno, per dirigermi in corridoio.
Ancora quel rumore. Stortai le labbra e scossi la testa, pensando che potesse essere stata la mia immaginazione. Aprii la porta del lungo corridoio, e mi ritrovai in anticamera, con la porta d’ingresso schiusa e degli strani ragazzi davanti.
Spalancai gli occhi e boccheggiai. Ero seminuda, coperta solo da un asciugamano, davanti a sei persone.
Tornai di scatto indietro e chiudendomi la porta del corridoio alle spalle ci appoggiai la schiena, per poi prendere respiro.
“Ma che cazz?” pensai.
Riaprii la porta e feci capolino con la testa:
-E voi chi siete?-
-E tu chi sei, semmai- dissero in coro.
Vidi un uomo più grande che sorrideva, e lo riconobbi subito.
-George!- mi misi ad urlare isterica –Chi sono questi marmocchi?-
-Ma Rochelle sono i tuoi nuovi coinquilini- mi sorrise lui strafottente
-Non pensavo sarebbero arrivati così presto-
-Wai, wait, wait!- disse un ragazzo castano con gli occhi celesti –Coinquilina?-
-Ah, non ve lo avevo accennato? Sì, lei è la ragazza che vive qui da un po’ di tempo. Bene, presentatevi, io devo andare-
-George!- urlai ancora, ma non mi fece finire che scomparve giù per le scale.
Aprii in fretta e furia la porta in legno che dava sull’atrio, e mi diressi in camera mia a vestirmi, sfoggiando la mia ‘mise’ in asciugamano, sotto i commentini impertinenti di quei cinque ragazzi.
Mi vestii velocemente, ed infilando un abito da sera corto, uno spolverino e dei tacchi, li onorai finalmente della mia presenza.
-Oh, si è fatta viva, ragazzi- disse qualcuno ironicamente
-Piacere io sono Niall!- disse sorridente un biondino, porgendomi la mano.
Lo scrutai, da capo a piedi, come se volessi fargli una lastra, ma lui continuava a porgermi la mano. Insistente il ragazzo. Decisi di accontentarlo.
-Piacere Rochelle- gliela strinsi titubante, per poi aggiungere –Io devo andare, ciao biondino- e poi mi rivolsi agli altri quattro –E voi non toccate le mie cose!-.
Uscii dall’appartamento quasi allarmata dal ritardo che stavo per fare, e mi precipitai giù per la rampa di scale a chiocciola, che si accostava tutto intorno al perimetro interno dell’edificio.
 
Arrivai tutta intatta davanti al locale, ma sforando l’orario prestabilito di venti minuti. Sapevo che ora le mie amiche mi avrebbero fatto il cazziatone. Decisi così di sfoggiare il mio miglior sorriso e fare buon viso a cattivo gioco. Entrai nel ristorante a grandi passi, quasi correndo, e mi diressi al bancone d’entrata, chiedendo dove fosse il tavolo prenotato. Mi venne indicata l’ultima saletta, e facendo lo slalom tra le persone, giunsi dinnanzi a tre ragazze sedute, ed intente a chiacchierare.
-Ragazze!- sorrisi io, come in preda ad una paralisi
-Rochelle, ma dov’eri finita?-
-Ehm, ho avuto un contrattempo.. i nuovi coinquilini-.
Mi fissarono incredule, per poi far sfociare le loro espressioni in risa di ilarità.
-Non c’è nulla da ridere!- dissi io, per raccontargli il nostro brusco incontro
-Ma sì, magari fate amicizia- disse poi Elizabeth
-Ha ragione lei- risposero le altre in coro –Non considerare solo le cose negative, come al tuo solito-.
Okay, mi avevano sempre ripetuto che ero una persona pessimista, ma quando la tua vita, per l’ennesima volta, viene sconvolta così, una nota d’amarezza ti viene da sputarla fuori. Ma questo loro non riuscivano a capirlo, siccome abitavano tutte nello stesso appartamento.
Io non abitavo con loro semplicemente perché frequentavo un altro college, ecco perché.
Conobbi le mie amiche in un pomeriggio di pioggia, mentre tutte e quattro correvamo sotto la tempesta in cerca del prossimo autobus che ci avrebbe salvato dall’acquazzone.
Erano tutte diverse tra loro, c’era quella riflessiva, il capogruppo se si può dire, la donna alfa della combriccola: Elizabeth; seguita ovviamente da Catherine, la sensibile del gruppo, quella emotivamente poetica e romantica, e da Rachél, quella divertente se apriva bocca, un po’ di rado poiché taciturna.
Infine, c’ero io, che mi ero aggiunta un po’ così, per caso. Ero molto realistica come persona, introversa, a volte dura, ma ero un gran pagliaccio. Sì, un pagliaccio, una di quelle persone che appena apre bocca fa ridere tutti, che ti sa tirare su di morale anche quando ti è morto il gatto. Modestamente ero anche in gamba. 
  
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