Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TooLateForU    11/04/2012    36 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Numero uno: vi amo.
Numero due: vi amo.
Numero tre: ho già detto che vi amo?
Numero quattro: non sto perché sto dividendo in punti
Numero cinque: sto ancora tentando di riprendermi dalle foto dei ragazzi semi nudi (?) in Australia
Numero sei: questo capitolo è noioso. E’ l’anticamera dell’esplosione (?) che sarà il prossimo
Numero sette: baci princhepese

 
 
 
 
 
 
 
 
“Sai cosa? Stare sdraiati sull’erba dopo che ha diluviato non è un’idea geniale.” Dissi divertita, tamburellando le dita sul petto di Harry.
Lui aveva le braccia incrociate dietro la testa, che lentamente girò verso di me “Sei bagnata?” domandò, con un sorrisetto.
Domanda tendenziosa.
“Ho la maglietta completamente zuppa, credo. Se mi prendesse una polmonite e morissi?” chiesi ovvia, reggendomi meglio sui miei gomiti.
“E se un aereo precipitasse a duemila chilometri orari sulle nostre teste?” rispose intelligentemente, lanciandomi un’occhiata scettica con i suoi occhi verdi.
Il prato sotto di noi sembrava quasi scolorito rispetto ai suoi occhi.
“In quel caso spero colpisca te, perché non ho intenzione di morire prima di aver incontrato Johnny Depp.”
Harry si girò velocemente su un fianco, ed io mi sdraiai sull’erba. I miei capelli si sparsero un po’ ovunque, ma non me ne curai troppo perché ero troppo impegnata a fissare Harry che mi sorrideva.
Dio, sembrava un angelo.
Un angelo un po’ pervertito, ma sorvoliamo.
Chiusi gli occhi, schiudendo le labbra mentre si avvicinava al mio viso. Mi baciò delicatamente, mettendo una mano tra i miei ingombranti capelli ricci.
“Mmm, ho mai detto che amo i tuoi capelli?” mormorò, poggiando delicatamente la sua fronte sulla mia.
“Ami qualcosa più dei tuoi ricci?” domandai ironica, e lo sentii ridere leggermente.
“Incredibilmente, potrei rinunciare a qualche ciocca dei miei capelli per te.”
“Solo qualche? Valgo solo qualche ciocca di capelli del mitico Harry Styles?” domandai, fingendomi offesa.
Lui finse di pensarci un attimo, increspando le labbra, ed io con uno spintone lo feci rotolare più in là sul prato.
“Oh, come sei violenta Elizabeth Calder!” esclamò, portandosi melodrammaticamente una mano sul cuore.
Io ridussi gli occhi a due fessure, prima di avvicinarmi a lui quasi a gattoni e bloccargli velocemente le braccia, per minacciarlo “Mi hai chiamata Elizabeth? Sei ancora in tempo per rettificare!”
“Vai all’anagrafe e chiedi di cambiare il tuo nome. Di’ che ti scambiano per la regina e la cosa comincia a pesarti.” propose, senza neanche tentare di liberare le sue braccia.
“Già fatto. Mi hanno detto che se sono minorenne devo essere accompagnata da un genitore.” Risposi, amareggiata.
Harry sorrise beffardo “Ah ah, hai ancora sedici anni!” mi prese in giro.
“Ma stai zitto, che tu ne hai diciassette!”
“Diciotto, tra soli due mesi.” Precisò, ed io gli feci una linguaccia. Lui ribaltò velocemente le posizioni e mi ritrovai di nuovo sotto di lui, con i capelli sempre sparsi disordinatamente tra l’erba, che pullulava di chissà quali schifosi insettini.
Improvvisamente mi diede una schicchera sul naso, ed io strizzai gli occhi, dolorante.
“Ahia cazzo! Mi hai staccato il naso!” protestai, e stavo per mollargli una sberla quando sentii un inquietante ‘click’.
Sbarrai gli occhi, e notai che Harry tranquillamente a cavalcioni su di me mi aveva appena scattato una foto con il suo iPhone, e sorrideva sornione.
“Questa foto me la tengo, così posso ricattarti!” Esclamò, sventolando trionfante il cellulare. Io allungai un braccio per afferrarlo, ma lui lo allontanò prontamente.
“Styles, sto per strapparti violentemente le viscere. Dammi-quel-cellulare.” Sibilai.
Lui scosse la testa, con un verso di disapprovazione “Naah, è una bellissima foto.” Replicò.
“Ma scherzi? Già sono brutta di mio, se poi mi fotografi mentre faccio una smorfia non voglio neanche immaginare come sono venuta!” protestai.
Harry strabuzzò gli occhioni, quasi sconvolto “Tu? Tu pensi di essere brutta?” chiese, incredulo.
“Io non penso Harry, lo sai che mi affatica. E’ una certezza.”
Lui scosse la testa, vigorosamente. Poi prima che potessi rendermene conto e potessi coprirmi mi scattò un’altra foto, e puntando le braccia sul prato per reggersi si chinò su di me.
Mi mostrò la foto, e mi accorsi che i miei capelli erano messi peggio di quanto immaginassi.
“Non so cosa vedi tu, ma io vedo la ragazza che amo con i suoi capelli selvaggi sdraiata su un prato.” Mi disse, serio
Io puntai i miei occhi nei suoi, così chiari e limpidi. “Come hai detto?”
Harry aggrottò le sopracciglia, confuso “Che non so cosa vedi tu..”
“No, dopo!”
“..Con i tuoi capelli selvaggi?”
“No no, prima!” insistetti. Lui sbattè le palpebre un paio di volte, poi sorrise raggiante, e riuscì ad illuminare ogni cosa intorno a noi.
“Che sei la ragazza che amo.” Ripetè, ed io gli presi il viso tra le mani, e lo baciai con entusiasmo.
Harry era fantastico, Harry era magico. Harry mi faceva sentire bene come nessuno in quel momento, ed era il ragazzo perfetto.
Ed era il mio ragazzo.
E non volevo nessun altro.
Giusto?
 
Stavo sdraiata sul mio letto, a fissare con grande interesse l’alto soffitto sopra la mia testa.
Oh soffitto, perché non mi crolli in testa così da non farmi più combinare guai? Me lo merito, d’altronde. Sono una pessima amica. Potrei entrare nel libro dei libri delle pessime amiche, potrei vincere un Guiness..
Mi sentivo estremamente sola. Certo, ero appena tornata da una scampagnata ad Hyde Park con il mio ragazzo, mia cugina e Jesse erano in cucina a preparare la cena e sentivo la musica alzata al massimo volume nella stanza di mia sorella, ma metaforicamente ero sola come un cane.
Tornata a casa avevo composto il numero di Jude sul telefono, per raccontarle di Harry, ma poi mi ero ricordata che non potevo dirle ‘Ehi ciao, me la sono fatta con il tipo che ti piace ed oggi ci siamo rotolati per ore sull’erba..Ti va di andare a vedere il nuovo film con Ben Affleck?’
Basta, ora stilerò una lista dei motivi per cui vale ancora la pena vivere e non vale la pena affogarsi nella doccia.
Mi alzai bruscamente dal letto, mi sedetti alla scrivania e presi un foglio spiegazzato ed una penna viola.
 
-Motivi per cui vale la pena continuare la mia patetica vita.
 
Scrissi il titolo, poi presi a rigirarmi la penna tra le dita, pensando a qualche motivo. Improvvisamente venni illuminata, e presi a scrivere freneticamente.
Numero uno: se mi ammazzo non saprò mai la fine di The Vampire Diaries.
Numero due: se mi ammazzo non potrò più improvvisare dei concerti con la spazzola sul letto.
Numero tre: se mi ammazzo Charlie potrà mangiare tutti i Cheerios da sola.
Numero quattro: se mi ammazzo Charlie userà la mia stanza per costruire la cabina armadio di Hannah Montana.
Numero cinque: se mi ammazzo Mr Sexy avrà un’altra ragazza.
Numero sei: il numero cinque non è un motivo valido.
Numero sette:se mi ammazzo Malik farà esplodere la metro per la felicità.
Numero otto: se mi ammazzo la polizia internazionale non catturerà mai Malik
Numero nove: se mi ammazzo mia madre morirà di noia perché non saprà più contro chi gridare senza motivo.
Numero dieci: se mi ammazzo non farò mai pace con Jude.
Numero undici: se mi ammazzo Carol si approprierà dei miei beni. Che non esistono.
Numero dodici: se mi ammazzo non sposerò mai Ben Affleck.
Numero tredici: il numero dodici vale per due.
Numero quattordici: se mi ammazzo Malik si rimetterà con il cucciolo di Labrador spastico.
Numero quindici: parlavo di Terry Peters.
Numero sedici: se mi ammazzo non potrò più comprare gli smalti della Rimmel London.
Numero diciassette: ci sono le profumerie in Paradiso?
Numero diciotto: e Sky?
Numero diciannove: se mi ammazzo faccio un piacere a troppa gente.
 
Finii di scrivere, e osservai soddisfatta la mia lista dei motivi per continuare la mia patetica vita. Ben diciannove motivi, anzi ventuno perché il punto su Ben Affleck vale per due.
Ora tutto sembrava avere un vago senso.
Improvvisamente la porta della mia stanza si spalancò, e la figura minuta di mia sorella saltellò al mio fianco, facendo dondolare i ricci biondi.
“Prego Charlie, entra pure senza bussare.” L’accolsi, sarcasticamente. Lei fece finta di non sentirmi, e si sedette rumorosamente sul mio letto.
“Ho bisogno di un consiglio.” Esordì, con un’espressione seria.
“Non lo so chi è più carino tra Zack e Cody, Charlie. Probabilmente Cody.”
“Non è per quello, scema!” protestò, ruotando gli occhi al cielo “Si tratta di un ragazzo vero.” Precisò.
Alzai un sopracciglio, avvicinandomi con la sedia, più interessata “Che tipo di ragazzo?” domandai, circospetta.
“Eh, si chiama Samuel..” cominciò, prima di fare un sospiro “..Ed il fatto è che Samuel è proprio bello, capito? Cioè io ci parlo, ci rido e voglio dargli un bacio! Però lui è fidanzato con Cameron, e quindi non mi ama..Ed io lo amo e non glielo dico!” concluse, con una smorfia.
Non riuscii a trattenere un sorriso, davanti a tutto il suo monologo. Charlie era davvero una vipera, a volte, ma poi ogni tanto tirava fuori il suo lato da normale bambina di dieci anni e mi inteneriva da morire.
“E questa Cameron com’è?” le chiesi, e lei fece una faccia disgustata.
“E’ orribile! Ride come una stupida, e vuole sempre decidere lei chi far giocare ad acchiappa-fulmine in cortile! Però ha i capelli rossi lunghi fino a qui..” indicò con una mano l’altezza del suo fianco “..Tutti lisci, le lentiggini e gli occhi verdi come i tuoi. Ha detto che da piccola faceva le pubblicità in TV!”
“Sì, ed io sono Elisa di Rivombrosa. Ascoltami bene, Charlie: se questo Samuel ti piace tu..devi dirglielo, okay? Vai lì, prendi coraggio e glielo dici!” la intimai, con decisione.
“Sì, ma come faccio? Cioè lui è proprio il più bello della scuola, capisci? E’ famoso, tutte quelle più carine gli vanno dietro e lui è il più bravo della squadra di calcio, ed io non sono nessuno invece!” si lamentò.
Un senso di de-javù mi travolse in pieno, ma evitai di pensarci “Bhè, ma tu ci parli con questo Samuel?” 
“Ogni tanto sì. Lui mi regala sempre la sua merenda quando mi scordo di portarla, e l’altro giorno quando parlavo con Tom lui ci guardava fisso, ma proprio fisso eh..” puntualizzò.
Io battei una mano sull’altra, entusiasta “Allora gli piaci! E’ sicuro, gli piaci. E domani glielo dici, così lui molla Cameron la troietta.”
“Quindi..Se un ragazzo ti regala la sua merenda e guarda strano gli altri bambini con cui parli gli piaci?” domandò, insicura.
Io ci pensai un attimo, e mi tornò in mente quando Wright mi aveva chiesto il mio numero sulle scale, ed improvvisamente era arrivato Zayn..
Scossi la testa, per scacciare quei pensieri inutili dalla mia testa “Sì, è sicuramente così.” conclusi.
Charlie sorrise radiosa, prima di alzarsi dal letto e scoccarmi un bacio sulla guancia.
“Grazie Liz, sei la sorella migliore del mondo. Ma non dire che te l’ho detto.” Mi disse, complice, prima di saltellare fuori dalla mia stanza.
 
Numero venti: se mi ammazzo mia sorella di dieci anni non mi farà più riflettere sulla mia vita sentimentale.
 
 
   
 
Leggi le 36 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TooLateForU