CAPITOLO 17
La sera dell’avvenuta scoperta del luogo
in cui si trovava la quercia bianca, la famiglia degli originari, seguiti dal
gruppetto soprannaturale di Mystic Falls, si riunì per decidere il da farsi.
“oggi ho incontrato Carol Lockwook e ho
saputo che domani verranno tolte le assi di legno del vecchio ponte!”.
Rebekah esponeva cosa le sue ricerche
aveva portato a termine.
“ottimo! Come insegnante di storia andrò
a dare una mano anche io, così cercherò di dare degli ordini per fare in modo
che le assi vengano messe tutte in un punto , così da non dover troppo andare
in giro in cerca!”.
Tutti furono d’accordo con l’idea di
Alarick.
“e dopo che si fa?”.
Kol eccitato e smanioso del combinare
qualcosa fuori da normale, era tutto su di giri.
Fu Stefan a rispondere, il quale da
quando si era scoperta l’esistenza del quercia bianca, segretamente era
diventato ancora più smanioso del bel Kol. Non vedeva l’ora di trovarsi faccia
a faccia con Klaus, non vedeva l’ora di rendergli pan per focaccia; doveva
pagare e ora che avevano finalmente la forza per contrastarlo, niente sarebbe
dovuto andare storto.
“Conosciamo Klaus, non ci impiegherà
tanto a tornare. Domani sera prenderemo il legno che ci serve e bruceremo
l’altro, nel frattempo chiedo a voi tutti di pensare ad un piano che segua
questi punti…”.
Parlava come un generale dell’esercito,
nessuno obiettava.
-
“…come
tenere occupati i suoi ibridi;
-
Tyler;
-
eventuali
persone soggiogate;
-
e
quale situazione creare per arrivare a piantare quel dannato paletto nel cuore
di Klaus!”.
Ringhiò tra i denti l’ultima parte,
tanto quanto era preso dal suo stesso discorso. Damon gli si avvicinò e gli
mise una mano sulla spalla.
“Calma fratellino, conserva le energie
per l’azione.”.
Si voltò poi verso tutti gli altri.
“Direi comunque di fare così, come ha
suggerito Stefan, di pensare a qualcosa per sistemare tutti quei punti e non
dimentichiamoci di pensare anche ad un piano B, perché sicuramente il piano A
andrà in fumo.”
Sorrise sornione come solo Damon era in
grado di fare. Tutti o per lo meno quelli che in passato avevano potuto
assistere ai loro piani, annuirono sconsolati del fatto che i loro piani
andavano sempre in fumo, una di questi era la stessa Elena.
“Si, ma questa volta me la sento sarà
diverso. Insomma, siamo una bella squadra.”.
Iuli le si avvicinò e le strinse la
mano.
Bonnie annuì, anche lei si sentiva più
carica delle altre volte, che dovevano affrontare direttamente Klaus.
“E ovviamente io ho già un’idea su che
situazione creare…”.
Caroline entusiasta batteva le mani,
tutti la guardarono sbalorditi dalla sua immensa esuberanza.
“… un ballo ovvio!”.
Elena sorrise.
“e chi l’avrebbe mai detto?”.
“Ehi!”.
Esther riportò serietà nel discorso.
“Caroline ovviamente ha ragione e
comunque era ovvio che avremmo sfruttato una possibile festa, Niklaus avrebbe
fatto lo stesso! Meglio trovarsi già da prima preparati.”
Elijah rimasto in silenzio fino ad
allora, sintetizzò infine quello che la serata aveva loro offerto.
“miei cari, si è fatto tardi. Direi di
darsi appuntamento domani al calar del sole sul Wickery bridge, nel frattempo
come suggerito penseremo tutti a delle strategie per attaccare Klaus!”.
Tutti furono d’accordo e a poco a poco
si dileguarono.
Esther si rintanò nella sua stanza
assieme a Bonnie sfogliando i rispettivi grimori. Elena che era arrivata
assieme a Bonnie, accettò il passaggio di Stefan a casa. Rebekah e Kol andarono
al Grill, volevano fare a gara a chi avrebbe tenuto più alcol, e la cosa si
prospettava andare sicuramente per le lunghe. Finn ed Elijah andarono a fare un
sopralluogo delle grotte Lockwood in compagnia del professor Saltzman. Caroline
preferì tornare a casa, e fu così che si ritrovarono da soli nella stanza Iuli
e Damon.
*
Erano arrivati a casa Gilbert e com’era
abitudine fare, Stefan accompagnò Elena fin dentro la casa. Si, un po’ per
abitudine e un po’ perché voleva assicurarsi che tutto fosse a posto.
“Grazie per il passaggio!”.
Lui le sorrise, ma fu un sorriso tirato.
“Di niente, figurati!”.
Lei gli si avvicinò per guardarlo da
vicino.
“sei preoccupato!”.
Non era una domanda.
Lui si perse nei suoi occhi cioccolato,
lei era ancora lì dopo tutto quello che era successo, ma purtroppo non erano
più quelli di una volta, e su questo non poteva mentirsi.
Chiuse gli occhi dall’odio che provava.
“ehi Stefan? Guardami. Andrà tutto
bene.”.
Lei gli aveva preso il volto tra le
mani, le stesse che poi lui strinse nelle sue.
“Ho sprecato tutte le mie energie ad
odiarlo… non voglio che sia stato tutto inutile…”.
“Non pensare negativo. Si, Klaus ti ha
fatto passare l’inferno, ma tu sei riuscito ad uscirne, perché sei meglio di
lui. Ce la faremo stavolta, lo sento.”.
“Ma se non vincessimo? Io… odiare Klaus
era semplice, mi permetteva di non pensare a quello che mi succedeva attorno, a
quello che stavo perdendo…”.
I due si guardarono profondamente. Elena
stava finalmente arrivando a capire di cosa Stefan stesse parlando. Di lei.
“Stefan... io... tu non mi hai mai
persa. Io ti ho sempre amato!”.
Lui si stacco da lei gesticolando
nervosamente con le mani.
“Lo so. Lo so che mi hai sempre amata,
anche quando ho fatto di tutto per allontanarti.”.
Lei cercò di avvicinarsi.
“perché sei così furioso? Non ne hai..”.
“è colpa mia. Tutta colpa mia!”.
Elena sbatté gli occhi scettica.
“di cosa stai parlando?”.
“Di Damon. È colpa mia se ti sei
innamorata anche di lui!”.
Elena rimase scioccata dalle parole
appena udite dalla bocca di Stefan.
“ma cosa dici?”.
Lui rabbioso prese il viso di lei tra le
mani.
“Allora guardami negli occhi e dimmi che
non è vero!”.
Elena rimase sconvolta dalla piega che
aveva preso la serata, ma contenta in parte, perché finalmente Stefan stava
prendendo una posizione. O meglio quella che gli era sempre spettato, quella a
fianco a lei. Proprio quel pomeriggio Elena aveva parlato con Damon. I due si
erano una volta per tutte chiariti. Damon le aveva confessato di essersi reso
conto che lui aveva pensato di amarla, perché in lei non vedeva Elena, ma
Katherine. Lui aveva sempre e solo amato quella bulgara, fino ad ora. Ora che
nel suo cuore pian piano si era fatta spazio Iuli e lui non se la sarebbe
lasciata fuggire. Elena dal canto suo confessò che per un momento, quando lui
l’aveva baciata, anche lei aveva pensato di amarlo, ma quando Stefan era
tornato si era resa conto che si era solo lasciata andare, perché le mancava il
suo Stefan, e per quanto diversi potessero sembrare i due Salvatore erano comunque
fratelli, e Damon le ricordava che Stefan esisteva e non era stato solo un
sogno. L’esistenza, la vicinanza di Damon, significavano che Stefan esisteva,
stare con lui significava mantenere vivido il suo ricordo in lei.
Elena ci stava mettendo troppo a
rispondere e Stefan sconsolato si stava pian piano allontanando da lei, ma
venne prontamente fermato. La doppelgaenger ridiminuì le distanze, portandosi a
pochi centimetri dal viso di lui.
“Non è vero! È vero che a Damon voglio
bene, lui ormai fa parte della mia famiglia, ma tu sei l’unico che ho sempre
amato… sei sempre stato solo tu!”.
Lui la guardò profondamente, cercava nel
suo viso e nei suoi occhi un segno di cedimento, di indecisione che non sarebbe
mai arrivato.
*
Caroline stava per entrare in casa
quando sentì uno spostamento d’aria. Si girò di scatto e cercò di trovare
l’artefice di ciò. sentì ancora uno spostamento d’aria e questa volta
rabbrividì. Odore di ibrido le era appena passato accanto.
“chi c’è?”.
Si voltò di nuovo, stavolta verso le
scale della veranda e fu sorpresa stavolta quando vi vide una figura. I capelli
neri sparpagliati e gli occhi scuri che la scrutavano intimoriti e carichi di
colpa.
“Tyler?”.
Il ragazzo ancora non si muoveva.
“Tyler!”.
Stavolta lo urlò come un affermazione e
si precipitò spontanea tra le sue braccia, che calde l’avvolsero in un sentito
abbraccio.
La vampira si staccò e guardando il suo
pseudo ragazzo negli occhi e si accorse che qualcosa non andava. Non poteva poi
dimenticarsi che lui era al servizio di Klaus. E se c’era Tyler in città,
significava forse che anche il suo sire era tornato?
“Ty, tutto bene?”.
Lui le accarezzò il viso.
“Mi
dispiace, Care!”.
“Per co… ?”.
Lei non terminò la domanda che lui la
baciò. Tyler le era così mancato che lei si lasciò subito andare, senza porsi
altre domande. Sperava che ciò significasse un riavvicinamento da parte sua.
I due si persero subito in un bacio
appassionato, che divenne sempre più famelico e carico di eccitazione.
Entrarono in casa sbattendo in ogni angolo e in ogni mobile dalla foga.
Fortunatamente lo sceriffo Forbes sarebbe rimasto in centrale quella notte.
Solo dopo però si capì che forse era stata sfortuna.
*
Iuli e Damon salirono nella camera della
vampira ed entrando lei non poté non ricordare che durante la sua
trasformazione, lui non l’aveva abbandonata nemmeno un secondo. Il bacio che si
erano scambiati si era fatto ora vivido nella sua memoria e per la prima volta
in vita sua si sentì in imbarazzo, lo stomaco le si contorceva e l’adrenalina
pareva scorrere in lei. Non sapeva cosa doversi aspettare da Damon. Lui a volte
così dolce e amorevole, e poi altre così freddo e cinico. Si chiedeva cosa
avesse significato per lui quel bacio, ma poi si pose la domanda magica: Per se
stessa quel bacio, cosa voleva dire?
A pochi centimetri da lei il tenebroso
vampiro si poneva più o meno le stesse domande. Si chiedeva a cosa Iuli stesse
pensando, dato che aveva notato la sua fronte corrugata e ovviamente si
chiedeva se il bacio datosi, avesse cambiato la situazione tra loro o meno.
“Senti io…” . “Senti io…”.
Entrambi dissero la stessa cosa in
contemporanea. Si zittirono altrettanto velocemente e sempre nel medesimo
momento si misero a ridere.
“ok, prima tu!”.
“No, Iuli, prima le signore!”.
Lei imbronciò le labbra e lo guardò
storto.
“A volte questo privilegio è usato
contro di noi!”.
Lui sorrise sornione, bello e sexy come
solo lui riusciva ad essere. Almeno agli occhi di lei.
“Ehi, non l’ho mica inventato io. Ti
giuro che sono anch’io a favore della parità dei sessi!”.
Lei sorrise diabolica e poco
convincente.
“sei nato a metà ottocento. Pensi che io
ti possa credere?”.
“No, perché tu non sei stupida!”.
Lei si zittì. Poteva non sembrare, ma la
frase di Damon non era una frase qualunque, proprio perché l’aveva pronunciata
lui. Significava che la rispettava.
“Ok, basta girarci attorno. Che
significato diamo a quel bacio?”.
Lui alzò lievemente le sopracciglia.
“avrei dovuto aspettarmelo. Chiara e
concisa, eh?”.
“già!La pazienza non è il mio forte!”.
“a chi lo dici!”.
Si sorrisero complici.
“dai piccola Cullen, concedo a te di
rispondere per prima alla tua domanda!”.
“Ehi! Avresti dovuto rispondere tu,
vigliacco! E poi, pensi di offendermi chiamandomi ‘piccola Cullen’? Per tua
informazione aveva preso una cotta per Edward!”.
Damon rise di cuore, come forse non
aveva mai fatto. Quella ragazza non finiva di stupirlo.
“è così allora? Ti piacciono i vampiri
eternamente complessati, pateticamente dolciosi e senza un minimo di dignità
per loro stessi?”.
Lei lo guardò di sbieco, pensierosa.
“quando ero la me umana, si!”.
Ovviamente Damon non si sarebbe
aspettato questa risposta, e come d’altronde? Lei aveva il potere di mandarlo
nella più totale confusione solo con un battito di ciglia.
“e ora?”.
Lei si morse un labbro indecisa se dire
o no quello che le passava per la testa, e optò per il si.
“quelli eternamente complessati mi
piacciono ancora!”.
Aveva l’ombra di un sorriso sulla
faccia, gli occhi che lo guardavano intensamente e in attesa di qualcosa. In
attesa di una reazione che non si fece attendere. Damon le si avvicinò
velocemente e la fissò, serio.
“è Stefan quello eternamente
complessato, forse hai sbagliato Salvatore non credi?”.
L’aveva sfidata e aveva lanciato sul
tavolo uno dei suoi punti più deboli, assieme al suo orgoglio.
Lei gli sorrise sincera.
“Hai passato tutta la tua vita a cercare
la donna che amavi… e poi hai scoperto che lei sapeva esattamente dov’eri e non
è mai venuta da te e hai pensato bene di riversare il tuo dolore su tuo
fratello e su altre povere vittime. Mmm… secondo me… sei il Salvatore giusto!”.
Lui affilò lo sguardo, moralmente
colpito. Faceva ancora male, ma quello che più si faceva sentire era il suo
orgoglio. Si era sentito stupido, e si sentiva così anche ora, lì davanti a
lei.
Due erano le opzioni: darle ragione o
mentire, mentire ancora e non abbassare il capo.
La guardò e si perse in quegli occhi che
l’avevano tanto colpito quella volta nel parcheggio della scuola. La guardò e
vide quella ragazzina che da umana gli aveva coraggiosamente tenuto testa. La
guardò e vide quella fragile e forte umana che avendo perso tutti, ma ancora
stringeva i denti e lottava. La guardò e vide quella umana diventare un
vampiro, più forte perfino di lui. La guardò e vide quel bacio, che gli aveva
chiarito i suoi veri sentimenti.
Spostò lo sguardo e le voltò le spalle,
andando a sedersi sul grande letto.
Lei non si aspettava una reazione
simile. Si aspettava una battutina di cattivo gusto o una sfuriata, perfino una
lotta, ma non questo. Non Damon Salvatore a capo chino in silenzio.
Ma era così. Lui era stanco. Stanco di
continuare a mentire sui suoi sentimenti, perché si, aveva ammesso ormai a se
stesso che anche lui, provava sentimenti.
Iuli salì sul grande letto dalla parte
opposta sulla quale sedeva Damon. Gli arrivò da dietro e lo baciò
affettuosamente su una guancia, poi lo abbracciò e lo trascinò con sé al centro
del letto, accoccolandosi su di lui.
Dopo un po’ che stavano in silenzio, il
dormiveglia stava arrivando.
“e così ti piaccio?”.
“mmm… si ma non dirlo in giro, i miei
spasimanti potrebbero ingelosirsi e restarci male!”.
Iuli rispose ad occhi chiusi, si stava
quasi addormentando e lui invece sorrise tra i suoi capelli, perché quella era
una risposta alla Damon Salvatore.
Dopo un tempo infinito lui si avvicinò
al suo orecchio e le sussurrò la sua verità.
“mi sto innamorando di te!”.
Iuli in futuro più di una volta si
chiese se quelle parole le erano state dette davvero o se invece le aveva solo
sognate.
*
Il sole era quasi calato del tutto, così
che gli originali e la gang Salvatore si avviarono verso il punto deciso. Avevano
parcheggiato tutti ad un centinaio di metri di distanza dal ponte, non volevano
lasciare le loro tracce. Si guardarono tutti negli occhi, poi quando il buio
era ormai diffuso si mossero.
Erano ormai arrivati al wickery bridge
quando i vampiri della compagnia iniziarono ad avvertire qualcosa nell’aria che
non era di buon auspicio, il tutto accompagnato da una piccola nube di fumo che
si levava alta nel cielo dietro agli alberi davanti a loro.
“sta bruciando!”.
Era stato Stefan a gridare. L’ansia lo
stava iniziando ad avvolgere, qualcosa stava andando storto.
Tutti iniziarono a correre e ovviamente
i vampiri arrivarono prima delle streghe, della doppelgaenger e di Alarick.
Quando arrivarono al Wickery Bridge si
trovarono di fronte ad un fuoco scoppiettante. Le assi di legno di quercia che
Alarick aveva fatto mettere anticipatamente tutte assieme, stavano bruciando
assieme alle loro speranze.
“no!”.
“chi è stato?”.
“com’è possibile?”.
Tutti iniziarono a mormorare, increduli.
Iuli si mise una mano all’altezza del
cuore e l’altra invece la strinse sul braccio di Damon, presa in contropiede da
quella spiacevole sensazione.
“Iuli cosa succede?”.
“è qui!”.
Tutti si zittirono, sapevano bene a chi
lei si riferisse.
Non si fece attendere molto, Klaus fece
la sua comparsa da dietro il falò.
“Bene bene bene! Guardatevi! Ma quanto
siete patetici!”.
Rise elegantemente.
Nessuno parlava.
“pensavate davvero che sarete riusciti a
prendere la quercia bianca?”.
Rebekah che aveva passato tanto tempo a
fianco del fratello, assieme ad Elijah, era colei che provava più rancore nei
suoi confronti.
“Nik, a noi non basta altro che un
semplice ramoscello per ucciderti!”.
“Bekah!”.
Elijah la richiamò subito. Klaus non
sapeva in che modo Iuli fosse una minaccia per lui.
“ah ah ah! Già! Astuta madre, il sangue
di Iuli è davvero molto prezioso per voi! E cosa succederà ora che io lo so, e
ho anche l’arma per ucciderla, per uccidervi tutti?”
Il gelo li avvolse, come faceva Klaus a
sapere?
“Dovreste vedere le vostre facce. Eppure
sapete bene che io sono più forte e furbo di tutti voi messi assieme. Se vi
state tuttavia chiedendo come ho fatto, bè ammetto che sono stato aiutato. A
proposito, grazie Caroline!”.
Tutti al nome della loro amica/compagna
si voltarono verso di lei increduli. La vampira aveva sbarrato gli occhi e si
chiedeva perché lui l’avesse menzionata.
“Cosa stai dicendo? Io non ho fatto
nulla, non ti ho detto nulla!”.
Stefan furioso la prese per il collo,
era irriconoscibile.
“ci hai traditi?”.
“No, Stef…”.
Elena cercava di fermarlo.
Klaus sghignazzò ancora.
“è vero, direttamente non mi hai detto
nulla. Ammetto di essere entrato nella tua mente senza il tuo permesso!”.
Stefan mollò la presa, la sua amica era
stata ingannata.
“è impossibile! Io sono sempre vigile…
io…”.
E fu lì che tutto fu chiaro, che quelle
parole presero un senso.
‘Mi
dispiace, Care’.
Ora quelle parole avevano un senso.
Caroline si trasformò e furiosa gridò
lanciandosi su Klaus. L’ibrido non era impreparato e con un paletto di normale
legno, la impalettò vicino al cuore. La vampira cadde in ginocchio dolorante.
“fate un passo e glielo conficco nel
cuore!”.
Tutti si fermarono subito.
“Alla festa di sabato, preparatevi,
festeggeremo la vostra morte… tranne la tua Elena, ovvio!”.
Detto ciò prese Caroline e la lanciò in
aria verso il gruppo. Tutti si mossero per prenderla e sfilarle il paletto.
Quando si rivoltarono, Klaus non c’era più.
Eccoci finalmente, con il nuovo
capitolo..
Le cose si sono fatte davvero
complicate…
Cosa ci riserverà il futuro?
Lo sapremmo presto…