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Autore: scheggia18    11/04/2012    1 recensioni
Allison è la protagonista di questa storia. Una ragazza interessata allo studio, alla lettura e alla sua amica Francine. Ma è proprio nella monotonia di tutti i giorni che accade qualcosa di inaspettato che può cambiare il corso dei giorni. Sarà allora che dovrà scegliere tra il “tenere i piedi per terra” o vivere una vita diversa, piena di avventura, emozione e passione. Ma si tratta realmente di una scelta? Forse in cuor suo Allie l’ha sempre saputo da che parte stare…
“Francine prese il quaderno degli appunti e copiò alcune cose sul suo quaderno e io uscii il mio piccolo album dove racchiudevo alcuni schizzi.Mi piaceva stare seduta li, con la mia migliore amica e racchiudere in un disegno le scene che vedevo […] Ma in quel momento mi colpì in particolare una scena: c’era un ragazzo in lontananza che stava steso su una panchina, con dei fogli che gli coprivano il viso e il fodero di una chitarra appoggiata addosso a lui. Alcuni piccioni gli giravano intorno, come se fosse un corpo abbandonato. Così presi il mio gessetto e decisi di raffigurare quell’immagine…”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V CAPITOLO

I primi due giorni a lavoro furono tranquilli. Carol mi fece vedere le cose essenziali e la clientela non era molta così lei restava seduta – magari alla cassa – e io mi occupavo di servire i clienti spostandomi da un reparto all’altro. Riuscii a convincerla a restare a casa così sarebbero stati più tranquilli (in primis suo marito) all’iniziò sembrò scettica ma dopo un po’ si convinse. La settimana successiva sarebbe rimasta a casa. Così dopo una settimana che non vedevo Francine decidemmo di vederci per pranzo e il posto era sempre al parco. Stavo seduta sulla panchina quando vidi una pazza correre verso di me gridando
“E’ finita! Allie ma ci credi?! È finitaaaaaa”
Mi alzai dalla panchina e mi guadai intorno assicurandomi che nessuno stesse a guardare. Si fermò dinnanzi a me e cercò di riprendere un po’ fiato mentre continuava a mormorare “E’ finita”.
Alzai gli occhi al cielo
“Ma di che stai parlando?”
“Mi sono licenziata”
Mentre pronunciò questa frase cambiò espressione diverse volte. Passò dall’allarme al dubbio, dalla gioia all’incertezza.
“Ah bene”
Fu tutto ciò che riuscii a dirle.
“E’ meglio così credimi, io sto bene”
Mi lesse nella mente. Come succedeva spesso tra di noi: io pensavo una cosa e lei la faceva, oppure io pensavo e lei parlava. Si, io penso sempre e anche troppo, proprio per questo motivo ho bisogno di lei che riesca a perfezionare tutti i miei difetti. Le sorrisi e le presi la mano.
“Io so perché continuavi a lavorare in quel postaccio”
Aveva lo sguardo basso.
“Correggimi se sbaglio…”
Le dissi accarezzandole una guancia dopo esserci sedute
“E’ per Leonard”
Le si riempirono gli occhi di lacrime e aveva ancora il viso basso. Come gesto istintivo alle sue lacrime si mise le mani davanti agli occhi.Poi mi guardò con i suoi dolci occhioni, terrorizzata.
“Da quanto lo sai?”
Lo sapevo da sempre. Puoi cercare di nascondere delle cose, ma a un’amica, a una vera amica non sfugge niente. Sapevamo benissimo che quel lavoro non faceva per lei eppure per la sua testardagine aveva voluto rischiare e dopo qualche settimana gia lo amava. Non è strano che una ragazza bella,intelligente e soprattutto con poco tempo libero decida di accettare un lavoro come camierera sottopagata e che le richiede troppo tempo?! Le asciugai le lacrime che scendevano dal lato sinistro – perché le lacrime le uscivano di più dal lato sinistro.
“Questo non è importante, io sono tua amica e ti resterò sempre accanto”
“Ha detto che le avrebbe parlato”
Annuii lasciandola parlare. Sentivo che era da molto tempo che voleva sfogarsi. Questa storia l’aveva cambiata un po’. Non ci eravamo mai dette bugie e quando capitava che le chiedevo come andava a lavoro, dopo che la vedevo con gli occhi rossi, lei mi diceva che era stancante ma che ce l’avrebbe fatta. Quando io sapevo o meglio avevo intuito che si trattava di un uomo, che forse non meritava tutte queste attenzioni. La prova schiacciante la ebbi quella domenica. Allo sweet lei mi salutò frettolosamente per andare a salutare degli amici. Ovviamentre tra questi amici c’era anche Leonard.
“Ti ascolto..”
“Io davvero non volevo, tu mi conosci! Sai che queste cose non fanno parte di me. Ma lui, lui..”
 “Frans non sono qui per giudicarti, non lo farei mai! Purtroppo al cuor non si comanda.. non puoi mai sapere per chi perderai la testa”
Mi sorrise malinconica e decise di voler prendere un po’ di fiato prima di iniziare a dirmi tutto. Si alzò e fece dei brevi passi avanti e indietro per poi rimanere in piedi.
“Non ti ho detto proprio tutto…”
Nascosi la sorpresa che mi colse e mi mostrai disponibile ad ascoltare qualsiasi tipo di cosa che mi stava per dire.
“Lui non è fidanzato, cioè si ha una ragazza ma la verità è che… insomma… lui è sposato!”
Nel pronunciare le ultime parole fece una smorfia e chiuse gli occhi. Ormai aveva la faccia rossa rigata dalle lacrime. Aspettava silenziosa con il fiato sospeso una mia reazione che non arrivò subito. Non avrei mai immaginato che quel ragazzo fosse così subdolo da avere una moglie e scegliere proprio lei come amante, la mia Francine. Ero arrabbiata ma con lui, lei la conoscevo fin troppo bene e non è certo una brutta persona, non farebbe mai una cosa del genere.Frans interruppe i miei pensieri
“Ti prego parla! Dimmi qualcosa.. dimmi che faccio schifo, che mi odii! Che sono un mostro.. ma dimmi qualcosa..”
Scossi la testa e l’abbracciai forte sussurrandole
“Non ti permettere mai più a dire una cosa del genere, se ce un mostro in questa storia di certo non sei tu! Non ti preoccupare te ne sei liberata adesso.. e io ti sarò,vicina supereremo tutto”
“Oggi appena ho finito il turno gli ho chiesto di parlare e lui come al solito ha iniziato a baciarmi evitando il discorso. Ma questa volta non mi sono lasciata andare gli ho chiesto se aveva parlato con sua moglie e mi ha risposto che ci stava lavorando… ti rendi conto? Cosa sarebbe un lavoro? È ridicolo… così non ci ho visto più e gli ho detto che io ero stanca di questa storia che voglio essere una priorità per lui e non una seconda scelta”
Mentre continuava a raccontare ciò che era accaduto si era calmata un po’. Nel frattempo ci eravamo incamminate ed eravamo sedute al bar davanti a una tazza di tè. Così ripresi il discorso e feci chiarezza su un mio dubbio
“lui come l’ha presa? Insomma ti sei licenziata e hai chiuso la vostra storia.. come ha reagito?”
“Ecco il punto è questo…”
Mi rispose con occhi bassi rivolti alla sua tazza
“Mi ha afferrata per le mani e mi ha detto che non mi sarei liberata facilmente di lui, che ormai faceva parte di me e che prima o poi sarei tornata a lavorare”
“Ma Frans questa è una minaccia! Quell’uomo è pericoloso, ti ha mai fatto qualcosa?”
Alzò lo sguardo allarmata, nel suo volto si leggeva una paura tra il non voler ammettere ciò che era accaduto e il sentirsi offesa
“Stai insinuando qualcosa? Mi stai chiedendo se mi ha mai picchiata?”
“Questo devi dirmelo tu…”
Le risposi dura e pronta a qualunque risposta. Una cosa era certa non l’avrebbe passata liscia.
“No! Allie che dici? Abbiamo discusso, tutto qui… mi ha inseguita fuori dalla pizzeria e mi ha detto che sarebbe cambiato che avrebbe parlato con sua moglie, mi ha detto che sono diventata indispensabile per lui ma questa volta non ci sono cascata. L’ho guardato negli occhi e gli ho detto di non cercarmi mai più, che non avremmo mai più avuto nessun rapporto ne lavorativo tantomeno amoroso”
“Hai avuto davvero tanto coraggio! Sei forte, ti ammiro..sappi che hai fatto la cosa giusta, credimi è meglio così e tu lo sai”
Ci avviammo silenziosamente per il parco. Il sole stava per andare via lasciando posto a un cielo più scuro. Le sue sfumature erano sul rosso e arancione che delineavano i contorni delle cose che ci circondavano: giostre, alberi, macchine ,case. Era uno spettacolo meraviglioso che ti ipnotizzava e non ti dava la possibilità di distogliere gli occhi da quella visione. Se esisteva il romanticismo di certo era quello. Per me l’amore era Francine, la mia migliore amica. Perché l’amore non è solo fisicità o attrazione per l’altro sesso, l’amore è quando vedi una pesona felice e ti senti completa. Certo lei era la mia amica, non era mia sorella ne il mio amore in senso di fidanzata ma era certamente la persona per la quale avrei dato la mia vita. Il suo bene nei miei confronti era immenso e me l’aveva dimostrato in tanti modi, quando mia madre era malata lei ha passato le sue giornta divise tra me e lavoro.Adesso vederla così triste e malinconica mi straziava l’anima e io avrei fatto senz’altro qualcosa per lei.
“Bè almeno una cosa positiva ce…”
Mi disse sorridendomi
“Ah si?! Solo una?”
Le risposi ricambiando il sorriso
“Mmh diciamo una in modo particolare.. ma dipende dai punti di vista”
Mi rivolse il suo solito sguardo scherzoso che nonostante tutto non perdeva mai. Cercai di essere sua complice.
“Adesso ti starò sempre davanti!”
“ooooh si hai ragione, dipende dai punti di vista… perché a me non sembra una cosa positiva”
Così ci dirigemmo verso le nostre case ridendo e sgomitandoci. Una cosa era sicura: l’avrei vista più spesso e non era certo una cosa negativa, anzi.
   
 
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