Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: MissNothing    11/04/2012    6 recensioni
"Mai fidarsi di una bella ragazza con un brutto segreto."
[E' una storia abbastanza vecchia, probabilmente ci saranno molti errori grammaticali, chiedo scusa in anticipo ma non voglio modificarli perché in un certo senso sono la prova dei miglioramenti -anche se piccoli- che credo di aver fatto! Seguito seguito di All These Things That I've Done, a sua volta un seguito di You Know I'm Gonna Find A Way.]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bob Bryar, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Until You're Over Me.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
#LASML - 2 2. you know what they do to the fags like us in prison.




Prison: che canzone. Non solo perché era, personalmente, una delle mie preferite.. ma soprattutto perché suonarla live era quasi una scusa per fare.. qualcosa. O almeno, prima lo era. E forse era anche un po' per questo che stava pian piano scomparendo dalla setlist. Motivo per cui, quando Gerard insistette tanto per mettercela di nuovo -almeno una volta-, rimasi in silenzio, quasi fulminato, a guardarlo mentre scriveva alla fine del foglio le iniziali di ognuna delle parole che componevano il titolo, facendo contrastare in maniera quasi ridicola la sua calligrafia con il preciso "Arial" fresco di stampa.

-Gerard?- Domandò Mikey, afferrando il foglio e aggrottando le sopracciglia mentre leggeva solo in quel momento di quel "leggero" cambiamento. Mi andai a sedere su quella sottospecie di cuscino un po' troppo cresciuto che gli organizzatori del Big Day Out spacciavano per divano e, impassibile, osservai la scena. Mikey prese lo stesso pennarello indelebile con cui Gerard aveva modificato la scaletta prima e, una volta appoggiato il foglio sul tavolo, tracciò una linea sull'indesiderato cambiamento. -Te lo sogni.- Aggiunse, lasciando foglio e pennarello lì mentre tornava al suo posto sul puff poggiato a terra accanto a quello dove stava seduto Ray. Gerard impasticciò nuovamente quel povero foglio e poi, finalmente, se lo mise in tasca.
-Sul serio, perché la vuoi fare?- Domandò il riccio, riemergendo dal suo angolo di birra e cuscini riempiti di palline di naftalina che sembrava stessero per inghiottirlo fra le loro pieghe. Posò la lattina a terra e si alzò, prendendo una copia della setlist originale e tornando a posto per consultarla. -Parade andava bene.- Si strinse nelle spalle, fissandolo.
-Forse gli manca l'alcolismo.- Constatò il fratello, aprendo anche lui una lattina di birra e rispondendo passivamente al gesto del "cin-cin" di Ray. La sensibilità di un giudice di America's Next Top Model, proprio. E cazzo, i miei paragoni si facevano di volta in volta sempre meno eterosessuali.
-O forse gli manca Bert.- Ridacchiai sotto i baffi pensando a quella volta che era salito sul palco e aveva "cantato" proprio la tanto discussa canzone con Gerard. Non che ci fosse tanto da ridere, ripensando a quanta roba di erano calati prima di andare in scena.. e se quel.. coso McCraken poteva fare quello che voleva, lui no. Gerard si voltò improvvisamente a guardarmi, freddo come non so cosa. Magari era anche vero che gli mancava, chi poteva dirlo. Avevo sempre pensato che avessero avuto.. qualcosa. Forse nemmeno si piacevano,  a giudicare da come erano finiti ad odiarsi. Forse gli piaceva più l'idea di distruggersi a vicenda che di stare.. insieme. E pur non avendone mai parlato, ero più contento così. Era una di quelle cose che avrei preferito non chiarire mai.
-Vi odio.- Finse un sorriso, comportandosi in maniera acida da un momento all'altro. Cominciò a frugare fra la miriade di cose che avevamo lasciato sul tavolo, cercando chissà cosa.
-Odi anche Frank?- Domandò Ray, e Dio, quanto odiavo il modo in cui mi mettevano in mezzo per ogni singola cosa. Gerard finalmente trovò le sigarette, che a quanto pareva ormai erano la sua risposta a tutto. Anche nei momenti in cui non c'era una vera e propria domanda, ma solo un po' di scazzo. Eppure dovevo saperlo: mai toccare i tasti "alcolismo" e "Bert". Senza nemmeno voltarsi a guardarmi, sbuffò verso Ray.
-Soprattutto Frank.- Estrasse sigaretta ed accendino dal pacchetto, tentando freneticamente di accenderla con quel coso ormai quasi scarico. Una volta riuscito nel suo intento, lanciò sul divano dove ero seduto bagatte e bagattelle (e per poco non mi prese in pieno volto) e si andò ad appoggiare contro l'entrata mentre il fumo usciva lentamente dalla sua bocca con ogni tiro.
-Non appestare l'aria, già questo camerino è un buco.- Lo punzecchiò di nuovo Mikey, mentre Gerard, senza nemmeno proferire parola, aprì la porta contro la quale prima era appoggiato. Se ne andò, sbattendola alle sue spalle e provocando un rumore sordo. Tonfo. Stremato, chiusi per un secondo gli occhi e mi lasciai cadere il volto fra le mani nel disperato tentativo di riprendere un po' di forze prima di andare a cercarlo.. che tanto sapevo che sarebbe toccato a me. Come sempre. Mi alzai e me ne andai in silenzio, quasi alla sua stessa maniera. E dico "quasi" perché, per lo meno, mi evitai il suo sbattere la porta da vera diva. Mi bastò voltarmi per vederlo lì, seduto a terra e con la schiena contro il muro. Mi "accomodai" alla sua stessa maniera, rubandogli la sigaretta di mano e spegnendola a terra senza farmi troppi problemi.
-Ma sei davvero così stupido o lo fai apposta?- Si voltò, guardandomi con aria di superiorità. Come se non sapesse che gli stavo facendo solo del bene, poi. Tornò a fissare il muro, ma non lo biasimai: nelle condizioni in cui ero ridotto quel giorno, nessuno avrebbe mai voluto vedermi. Pallido come un fantasma, occhiaie così pronunciate che sembrava mi fossi truccato, stanchezza che ormai era l'unico stato riconoscibile sul mio volto. Non risposi nemmeno alla sua domanda, ovviamente retorica, e dissi la prima cosa possibile.
-Non pretendo che tu mi spieghi niente.. anzi, preferirei che tu non lo facessi.. però.. ti detesto quando fai così. Ti comporti da immaturo, che è una cosa che non sei.- Scossi il capo, stringendomi dalle spalle e tirando un lungo sospiro. Fece semplicemente dei versi stupidi, cominciando a strusciare su e giù guancia sinistra e naso contro il mio braccio. Non riuscii a trattenermi un sorriso.
-Ti preego!- Tentò di fare una voce da bambino, fallendo miseramente, siccome l'età, il fatto che avesse appena fumato e tanti altri fattori non lo aiutavano molto. Sapevo a cosa si riferiva, e, nonostante sarei andato contro i miei interessi, gli misi un braccio intorno alla schiena e si strinse ancora di più, capendo che mentalmente avevo già detto di sì secoli fa.
-Che fai, offri favori sessuali in cambio di modifiche alla scaletta?- Ridacchiai, mentre lui rimase serio ma pur sempre sul tono scherzoso. Cominciò a riempirmi il collo di baci, e l'adrenalina pre-show si cominciò a mischiare con quella che, in maniera piuttosto ridicola, continuava a procurarmi lui pur dopo dieci anni. Se non era amore quello!
-Il venerdì solo coccole, mi 'spiace.- Si liberò dalla mia presa con un sorrisone, riavvalendosi del solito ruolo da "attivo" (che cosa ridicola da dire) che continuamente pretendeva nonostante nessuno fosse mai sceso dal cielo e gliel'avesse assegnato e mi abbracciò, così forte che quasi mi saltarono gli occhi fuori dalle orbite e per poco non vomitai farfalle. Improvvisamente sentii la porta aprirsi, e, per quanto fossi sicuro che se ne fosse accorto anche lui ma che semplicemente non glie ne importasse niente, cercai di avvisare Gerard premendogli le mani contro il petto.
-Wo, emh..- Ray, ancora prima di allontanarsi dall'entrata, sobbalzò, sbarrando incosapevolmente la strada a Mikey per qualche secondo. -Dobbiamo andare, mi sa.- "Osò" appena dire, facendomi cadere addosso tutto quel castello di fantasia che mi ero costruito in quei giorni. Nel pubblico c'erano le ragazze, e finito di suonare, sarebbe finita anche la libertà. Ahia.



------------------------------



Il concerto andò normalmente. Cioè, i festival erano sempre così. Non potevi aspettarti che stessero proprio tutti lì a cantare, tenere il ritmo, partecipare: il più delle persone ci andavano o per un gruppo in particolare, o per bere e fumarsi persino l'erba del prato. E tu, insomma.. tu non potevi farci molto. Stavi lì a suonare e basta. Doveva essere ancora più umiliante per Gerard, che, in quei momenti in cui tendeva il microfono per far cantare il pubblico, si aspettava ancora il classico gruppo di spettatori composto interamente da fan e invece.. silenzio. Più o meno una cinquantina di voci, che, in relazione a quella bolgia infernale che ci trovavamo davanti, non erano niente. E poi boom, senza che nemmeno me ne rendessi conto, eravamo arrivati all'ultima canzone. Quasi mi stupii di ricordarmi ancora le note, a dire il vero. Gerard mi si avvicinò improvvisamente, ancora prima del ritornello. Nonostante fosse tutto il giorno che lo faceva, non ci avevo mai fatto caso come in quel momento. Forse era vero che era ancora più vicino, ma forse era la soggezione che mi metteva quando cantava di cose come stupri in prigione. C'era una maledettissima tensione ed era così evitente.. Chiunque se ne sarebbe accorto, e, improvvisamente, non c'era una sola persona nel pubblico che non ci stesse fissando. Assurdo che mi facessi ancora quel genere di seghe mentali nonostante salissi su un palco per farmi, appunto, fissare da completi sconosciuti quasi trecentosessantacinque giorni all'anno..
Eravamo all'assolo, che era più o meno la parte dove, letteralmente, andai in paranoia: ora che non era più impegnato a cantare, chissà che diavolo ci avrebbe fatto con la bocca. E le mie paranoie si confermarono fondate proprio quando pensò bene di afferrarmi per i capelli. Un gesto poco adatto alla loro lunghezza, a dire il vero. Faceva male e mi strappò anche qualche capello, eppure non riuscii ad ignorare quella scarica elettrica che mi trapassò dalla schiena fino alla punta dei piedi. Quanto lo odiavo quando si approfittava di me in quel modo: io gli facevo un favore, lui faceva quello che diavolo voleva. La presa delle sue dita intorno alla mia nuca si strinse ancora di più, e in una frazione di secondo che tutt'oggi non riuscirei a spiegare, mi trovai con il volto completamente rivolto al cielo. "Cielo", poi. Sentii il suo fiato caldo sul collo e improvvisamente mi chiesi se stavo davvero suonando o se ero semplicemente svenuto a terra e stavo sognando, perché, che diavolo, non era possibile. Purtroppo ebbi la conferma che era tutto vero quando "qualcosa" di umido prese a leccarmi il collo, così esposto che quando mi venii a mancare il suo calore da lì, per poco non protestai. O meglio, l'avrei anche fatto se non mi fossi trovato in uno dei soliti baci sminchiati che poi avremmo giustificato con l'adrenalina. Ignorai i flash e cercai di non pensare al fatto che probabilmente, già prima del bacio, molti stavano filmando. Era sempre strano pensare che certe cose le avrebbe potute vedere tutto il maledetto mondo. In ogni momento. Per.. sempre? e anche se fossi morto, sarebbero rimaste lì. La magia di internet, dicono. Si staccò poco prima di dover riprendere a cantare, sorridendomi.
-Stronzo.- Non sussurrai nemmeno, semplicemente speravo che avrebbe colto i movimenti inequivocabili delle mie labbra. Era il limite, e speravo davvero che se ne fosse reso conto da sé. Il problema era che se voleva fare qualcosa, la faceva. E se per fare quel qualcosa doveva coinvolgere anche altre persone, non cambiava molto. Evitava il rifiuto scansando la domanda.
In quel momento pensai concretamente ad Emily, che aveva appena assistito alla scena nel pubblico. Avrei avuto sì e no due minuti per chiarire con Gerard e poi avrei dovuto inventarmi qualcosa per tranquillizzare quella poveretta e ascoltarmi la sua più che giusta sfuriata. Sfuriata che, purtroppo, mi meritavo su tutta la linea: avrei semplicemente potuto mandarlo via, scansarlo o qualcosa. C'erano milioni di modi per non farlo nemmeno avvicinare, eppure in un certo senso era una cosa che volevamo entrambi, nonostante io cercassi di fare tutto il pulitino e dopo gli avrei anche fatto una testa piena di lamentele solo perché dovevo almeno fare la parte di quello che prova a nascondere il "segreto". E sapete cosa odiavo di tutto questo? che dopo tutti avrebbero cercato una spiegazione razionale, convinti che ce ne fosse una dietro una cosa del genere. Come si potrebbe mai spiegare quello che si prova quando, già su di giri per via dei mille e più spettatori, ti si avvicina la persona che ami? E come si può spiegare cosa spinge quella stessa persona a prenderti e baciarti davanti a tutti quando avrebbe avuto tutto il tempo per farlo in privato? E quello che ti spinge a ricambiare? Mi ricordo ancora quando una volta, dopo un bacio di quel genere, gli sussurrai all'orecchio: "Sei mio". Come siamo passati da "sei mio" a "stronzo"? Da quando un gesto del genere, in un certo senso anche romantico, era diventato qualcosa di cui avere paura? Da quando c'era Emily. Ed Emily c'era perché c'era Lindsey. E Lindsey? Lindsey c'era perché c'era Bandit. E se Bandit c'era, infondo, era solo colpa di Gerard. E continuavo a non riuscire a perdonarlo per quello che aveva fatto.
Tutti quei pensieri mi attanagliarono la testa a tempo di record. Mi bastarono gli ultimi trenta secondi di canzone per metterli insieme e, cazzo, dovevo avere il cervello di un cocainomane, in quel momento. Mi sfilai di dosso la tracolla della chitarra, che in quel momento sembrava pesare più di cento macigni. Breve e classico saluto da festival (del tipo "Wow, okay, vi lasciamo ad un gruppo che forse vi piacerà di più") e cominciai a sperare che il concerto non fosse mai finito. Mikey e Ray pensarono bene di uscire dall'altro lato ed io mi trovai solo con lui, in un corridoio bianco, lungo e isolato, nel quale, per via dell'atmosfera che creava esso stesso,
-Figo.- Si voltò a guardarmi. Non aveva fiato e i suoi occhi erano.. enormi. In più, il fatto che fosse completamente sudato non rendeva la sua immagine più rassicurante. Certe volte mi faceva un po'.. paura. Era brutto ammetterlo, manco fosse un maniaco. Era solo imprevedibile. Non era una paura che mi potesse fare del male, ma che potesse fare qualche stronzata. O che, peggio ancora, potesse fare del male a sé stesso. Respirai profondamente, cercando di scacciare quel pensiero. -Sei tutto.. tutto sudato.- Si morse il labbro inferiore, fissandomi con un certo bagliore negli occhi che avevo visto solo in determinate occasioni. Mi fermai e deglutii un secondo quello che sembrava il cuore che aveva deciso di farsi una scampagnata nel mio esofago e mi trovai con la schiena contro il muro senza nemmeno spiegarmi come avesse fatto a farmi perdere il controllo di me stesso così semplicemente.
-G.. Gee..- Sussurrai appena, ma in effetti sarebbe sembrato più un gemito. E un gemito di dolore, tra l'altro, perché quando ebbi il tempo di ritornare sulla terra e capire che stava succedendo, mi redi conto che contro quella parete mi ci aveva sbattuto, e forse con un po' più forza del dovuto. Mi sentivo come se mi tremasse la cassa toracica e ogni respiro faceva male. Proprio nella speranza che tornasse tutto normale, presi a respirare più e più volte ed in maniera irregolare.
-Frankie..- Tremai. Da quant'era che non mi chiamava più così, ormai nemmeno me lo ricordavo. Le sue mani inspiegabilmente gelide scivolarono sui miei fianchi per poi infilarsi nella mia maglietta e cominciare a lasciare dei piccoli segni dietro la schiena. Lo faceva spesso perché diceva che voleva che li guardassi e pensassi a lui, ma in quel contesto.. non aveva senso. E faceva anche più male del solito, come se si fosse fatto crescere di quel poco le unghie apposta. Tirai su col naso e chiusi gli occhi, sperando che quella "cosa" finisse il più in fretta possibile. Lui non.. non era violento. Io lo sapevo.
-P.. Perchè mi fai m.. male..- Ignorò i miei lamenti spezzati e mi morse il labbro inferiore, proprio come prima stava facendo per conto suo. Quasi come se si stesse preparando a mordere me invece che sé stesso. Un morso che inizialmente sembrava semplicemente un modo di avvicinarsi un po', ma che da un momento all'altro si fece così forte da farmi sanguinare. Non appena il sapore metallico si propagò nella mia e nella sua bocca, si allontanò, guardandomi fisso. Ero.. shoccato. C'era stato un periodo in cui faceva peggio, è vero. Ma quel periodo risaliva più o meno al duemilaquattro e sapevo che se lo faceva, lo faceva perché non era in sé. Si allontanò completamente, restituendomi finalmente la possibilità di muovermi nonostante in quel momento fossi un po' troppo scosso per farlo. Abbassò il capo, prendendosi il volto fra le mani come se solo in quel momento si fosse reso conto di quello che stava facendo.
-Mi dispiace, sono.. sono arrabbiato..- Si leccò il labbro, e fu probabilmente quando sentì il sapore del sangue che quella lacrima che vidi rigargli il volto scese. -..Deluso.- Continuò, come se ci fosse un po' di più dietro una semplice arrabbiatura. -E tu.. mi fai stare male.- Prese un respiro profondo e sembrò che si fosse appena liberato di un grande peso, come un criminale che finalmente si costituisce. -Perché ti voglio e.. non posso.. non posso averti.- Singhiozzò un po', tendendo le braccia verso di me come se ci fosse bisogno di chiederlo, quell'abbraccio che sembrava volere. Mi lasciai stringere, contento che il vero Gerard fosse ritornato. Sobbalzai quando, di nuovo, con le dita cominciò a giocherellare con il lembo della mia maglietta. Sorrise, infilando incurante la mano e facendomi tremare (più per il freddo) con ogni carezza. -Scusa per questi.- Si fermò sui "marchi" che aveva lasciato, e in un certo senso, non riuscii ad avercela con lui nemmeno per quelli. -E per questo..- Mi baciò, e, nonostante il sangue avesse smesso di scorrere (perché grazie a Dio era una ferita superficiale), sapeva tutto un po' di metallo.
-Ti..- Mi interruppe poggiandomi l'indice sulle labbra, nonostante poi avessi appena ritrovato la capacità di parlare dopo baci e morsi. Mi guardò negli occhi, fisso.
-Lo so, lo so.- Prese un respiro profondo e si allontanò non appena sentii dei passi in lontananza. E anche quel piccolo angolo di paradiso sembrava essere imploso.



------------------------------



Mi trovai in camerino con Emily. Stavo seduto sullo stesso puff dove prima era seduto Mikey, e lei aveva la testa appoggiata sulle mie gambe e le gambe stesse appoggiate sull'altro puff. Non aveva detto una parola, da quando l'avevo vista. Sembrava troppo imbarazzata, ma forse era solo incazzata.. e con tutte le ragioni del mondo, poi. Giocherellava nervosamente con il lembo del mio cardigan e, nonostante fosse ovvio che io lo cercassi, evitava sempre il contatto visivo, improvvisamente troppo presa dal pavimento per guardarmi.
-Emily..- Esordii, consapevole che se avessi aspettato che fosse lei a parlare, avrei dovuto arrangiarmi per organizzare il mio trentesimo compleanno in un camerino. E poi, per quello che ne sapevo io delle donne, quando facevi una cazzata era quasi una regola non scritta, il fatto che dovessi essere tu a parlare per primo. -Era l'adrenalina.- Mi giustificai, pensando al fatto che Gerard e Lindsey magari stavano già limonando contro un muro. Avevo passato la fase di gelosia cronica, perché cavolo, se doveva fingere di amarla, voler stare con lei e blablabla, era normale che il contatto fisico entrasse a far parte della recita.. il problema era che Lindsey conosceva bene la sensazione di suonare davanti alle grandi folle, e sì, poteva anche bersela. Emily non aveva idea di come ci si sentisse, ed era anche ovvio che si facesse più domande, più paranoie, più dubbi.
-Lo spero.- Mi guardò, fulminandomi. Non riuscii a capire perché fino a quel momento non l'avesse fatto, come se non avesse avuto i mezzi per mettermi in soggezione. Eppure mi sorrise, un po' amareggiata. Chissà come mi sarei sentito io se fossi stato al suo posto. Presi una ciocca dei suoi capelli rossi/arancioni e ci giocherellai, quasi come stava facendo lei con i miei vestiti. Le diedi un bacio sul collo, lì dove sapevo che le avrebbe fatto il solletico. Cominciò a ridacchiare, e quando la guardai di nuovo, finalmente sorrideva sul serio. Mi sentivo già abbastanza male per quello che le facevo ogni giorno, che proprio non volevo farla stare ancora più male.




------------------------------



Salve pipol. (?) So che ci ho messo un po', ma cercherò di fare più in fretta possibile con i prossimi. çwç
Non c'è molto da dire, lol
"Bert" sarebbe Bert McCracken dei The Used (clicca qui se non hai mai visto QUEL video perché anche tu sai di volerlo vedere) e no, nonostante mi piacciano da morire non aspettatevi un come-back nei prossimi capitoli lol
O forse sì, magari vi sto solo preparando per la sopresa. MUAHAHAHAHA.
No. <3
Eppoi boh, niente. <3
Al prossimo capitolo! :3
xMN. (cazzofirmoancorachesiamoisolitiquattrogatti, io boh. <3)
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: MissNothing