Fanfic su artisti musicali > The Wanted
Segui la storia  |       
Autore: Breathinfire_    11/04/2012    1 recensioni
- A volte devi solo farlo vincere. - le disse - Perché perdere una discussione è più facile che perdere lui. -
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

One week later.

 

 

Leyleen camminava tranquillamente per le strade di Glouncester, cercando un posto tranquillo dove chiamare Nathan.
Non si sentivano da parecchi giorni, e lei si ritrovava spesso a pensare a quanto le mancasse, ma ogni volta si dava della stupida: come poteva lui chiamarla, o soltanto mandarle un messaggio, indaffarato com'era?
Scorse un parco che non aveva mai visto prima, e decise di entrarci per sedersi su di una panchina, magari.
Alzò lo sguardo al cielo, c'erano milioni di nuvole pronte a scatenare la pioggia sebbene fosse quasi metà Aprile.
Si sedette dopo pochi secondi ed iniziò a frugare nella borsa in cerca del suo cellulare.
Cercò nella rubrica il numero, ed aspettò pazientemente che il ragazzo rispondesse.
Non sapeva cosa dirgli precisamente, voleva solo sentirlo.
Sperava, però, che nonostante i suoi impegni almeno, trovasse almeno cinque secondi per farle sapere che era vivo.
Cinque, sei, sette, otto squilli.
Era ovvio che non le avesse risposto.
Probabilmente, pensò, non si era resa conto che per lui, alla fine, lei non contava niente.



One week and four days later.

- Grazie per avermelo fatto notare, Max. - sprofondò sul divano, dopo una delle solite liti.
- Nathan! - lo rimproverò.
Nonostante le numerose volte in cui aveva provato a fargli capire che stava sbagliando, il ragazzo sembrava non capirlo ancora.
Il problema, riteneva, era che Nathan stava ferendo anche Leyleen.
La ragazza, apparentemente, sembrava una tipa tosta, che non s'illudeva, ma Max aveva capito che lei era il contrario. Era sicuro che in quel momento, sul divano di casa sua, stesse cercando un motivo valido per il quale Nathan fosse scomparso.
- Che c'è? -
- Visto che non ti importa un cazzo di lei – gli occhi del ragazzo si infuocarono, come poteva pensare che a lui non interessasse minimamente, lei? - almeno abbi le palle di chiamarla, e di dirle chiaramente che non ci vuoi avere a che fare. -
Nathan andò su tutte le furie, e Max si sentì estremamente soddisfatto: sapeva cosa gli stava succedendo, ed avrebbe fatto di tutto per farglielo ammettere.
- Sai, ho scritto una nuova canzone. Si intitola 'vai a fare in culo', te la dedico tutta! - si alzò e sbattendo la porta entrò in camera sua.



Two weeks later.


- E' brutto che io lo dica, ma vedete? Avevo ragione. - gridò Leyleen, entrando in casa e buttando la borsa a terra.
In tre anni di coinvivenza, Thomas e Madison, non le avevano mai visto buttare qualcosa dove capitava.
Era sempre stata una maniaca dell'ordine.
Entrambi si voltarono per guardarsi negli occhi – Thom, è un brutto segno? - sussurrò la ragazza alla sua destra.
- Direi di sì, Mad. - chiuse gli occhi ed inspirò pesantemente.
Leyleen entrò in cucina, e si sedette a terra incrociando le gambe.
Prese un libro, ed iniziò a sfogliarne le pagine sotto gli occhi preoccupati dei due che le stavano di fronte.
Trovò quel che cercava: una foto.
La prese, si alzò, estrasse un'accendino dalla tasca, e la bruciò nel lavandino.
Quello, era più di quanto tutti si aspettassero.



Three weeks later.

Da mezz'ora quella ragazza era ferma lì, a quel tavolino del bar, a guardare degli ammassi di carta su cui chissà cosa c'era scritto.
Jay non potè fare a meno di confrontare la sua faccia e quella di Nathan. Stessa espressione.
Si avvicinò, il massimo che poteva fargli era mandarlo a fanculo, lui era pronto.
- Ehi, ciao! - le sorrise.
Appena la ragazza alzò lo sguardo, lui vide un istinto omicida nei suoi occhi.
- Ciao, Jay. - cazzo se era fredda.
- Posso? - indicai la sedia di fronte a lei.
- Sì, certo. - mise via i fogli sui quali stava lavorando e gli sorrise.
- Come stai? - iniziò lui.
- Stanca, ma tutto sommato bene. Tu? -
- Stressato. - sorrise ancora.
- E' la vita da star, Jay. - fece una buffa espressione.
- Tu che combini? -
- Boccio gente. - Jay sbarrò gli occhi e rise forte, aveva sempre voluto sapere come ragionassero i professori.
- Ma come?! Poverini! -
- Un corno, mi fanno dannare a correggere e ad ascoltare gli esami! -
Passò un'ora, in cui spararono un quadrilione di cazzate, e Jay era sempre più sorpreso.
In sessanta minuti non aveva accennato nulla su Nathan, neanche per sbaglio.
Non aveva battuto ciglio neanche quando lui aveva ricevuto una sua chiamata.
Nonostante quello, però, non gli era mai balenato nella mente che a lei non importasse nulla di lui.
- Si è fatto tardi, devo andare. - gli sorrise – Però mi ha fatto piacere incontrarti. -
Jay si alzò, pronto ad abbracciarla – Anche a me, vuoi che ti accompagni? -
- No, no, tranquillo. -
- Jay è possibile che uno non ti trov.. - entrambi si girarono, e lo videro lì.
Il sangue di Nathan gli si gelò nelle vene, quando i suoi occhi incontrarono quelli verdi di lei.
Vedeva delusione, rabbia, e non riusciva a reggerli.
- Ciao Jay, ciao Nathan, ci si vede. - sorrise fintamente, lei, voltandosi per andare via.
Leyleen aveva pronunciato il suo nome interamente.
- Che cazzo aspetti, idiota? Vai! - gridò in silenzio il riccio, spingendolo.
- Con che faccia ci vado? -
- Con la tua solita faccia da culo, solo quella hai! - lo spinse ancora.
Leyleen, intanto, aveva già pianificato mentalmente tre modi per fuggire, mentre camminava.
Rivederlo le scatenò dentro mille emozioni che non aveva mai provato, e di cui non conosceva neanche il nome.
Sentì una mano poggiarsi sulla spalla, si fermò.
- Leen. - sussurrò il ragazzo, con il fiatone.
Lei meditò per infiniti secondi sul da farsi. Non voleva girarsi, né tantomeno parlare con lui. Aveva smesso di torturarsi per capire la fottuta ragione della sua scomparsa, e lui non poteva ricomparire così, all'improvviso.
- Sì, lo so. So a cosa stai pensando. - le disse, alzandole il viso – E non è Zayn Malik. - sorrise, cercando di alleggerire la tensione.
Lei non accennò neanche un sorriso, sembrava una statua.
- Bene, bravo. Sei un piccolo genietto, posso andare adesso? - chiese scocciata.
Sapeva che se fosse rimasta un solo minuto in più, ci sarebbe cascata. Come faceva con quegli occhi, quel sorriso, quelle labbra, quel faccino perfetto?
- S-s-sì. - balbettò, sconvolto dalla reazione della ragazza.
Infondo, c'era da aspettarselo, si disse Nathan. Si era comportato davvero da stronzo.
- Perfetto. - a passo svelto continuò la strada, mentre lui era immobile nel modo in cui lei l'aveva lasciato.
Idiota, stronzo, immaturo, coglione, e cazzone, erano gli unici aggettivi che gli venivano per se stesso.
- Non sei un dottore, non siamo in una sala d'attesa. - sobbalzò e gli occhi blu del ragazzo si mossero per cercare chi aveva parlato, anche se ne aveva riconosciuto la voce. - Lei non ti aspetterò come si aspetta un dottore in sala d'attesa. - specificò, sicuro che lui non avesse capito.

____________________________

Autor's corner (?)
Giuro che Jay è un genio assurdo! *w* Ho amato scrivere la sua parte u.u
Fatemi sapere cosa ne pensate, kadjiasfcdjncsidjcn vi amo tutte!
dio, 10 recensioni! siete bellissime.
next chapter will be here soon. veery soon.
- Alaska.


 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Wanted / Vai alla pagina dell'autore: Breathinfire_