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Autore: Kiary92    12/04/2012    0 recensioni
Il mio nome è Jane Harvey e ho 27 anni. Sono nata a New York il 18 dicembre 1992 e pensavo di essere felice fino a qualche tempo fa: oltre che a lavorare come infermiera al Metropolitan Hospital Center sulla First Avenue, studiavo per diventare medico, il mio fidanzato mi aveva chiesto di sposarlo, avevo trovato casa e avevo un bel gruzzolo sul conto corrente che aumentava ogni mese per il povero stipendio che mi spettava di diritto. Vivevo una bella vita, se così la si poteva definire, ed ora è andato tutto a farsi fottere.
A New York è scoppiato il finimondo o la fine del mondo, ancora non mi è chiaro. Alcuni la chiamano apocalisse.
Senza nemmeno rendermi conto dell'accaduto, mi sono ritrovata assieme a delle altre persone, che nemmeno conosco, in un teatro completamente barricato. Ogni finestra è sigillata con delle assi di compensato, assi di legno e sbarre di metallo, la porta principale era bloccata con delle spesse sbarre di ferro per impedire a quelle cose di entrare ed ucciderci tutti. Questa non è più la terra dell'uomo: il mondo è diventato il regno dei morti.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Non riuscirete a fare tutto in un giorno - s’intromise Jess, osservando la mappa di New York stesa sul tavolo come una tovaglia - Abbiamo già recuperato il possibile dai supermercati in zona e il prossimo è ad un’ora di cammino da qui -
Eravamo lì seduti a tavola a discutere sul da farsi da più di due ore. Ormai è notte e io non vedo l’ora di tornare a dormire dato che mi hanno rotto le palle dalle sei di mattina in poi. Non si può mai stare tranquilli, cazzo. Prima quei fottuti morti là fuori ed ora loro che mangiano anche i topi se vanno avanti di questo passo. Perché devo essere un’infermiera? Non potevo fare la maestra d’asilo? Almeno mi avrebbero lasciata in pace.
- Possiamo recuperare del cibo dal supermercato il giorno dopo - suggerisco, osservando attentamente i cerchi rossi sulla mappa, tracciati da Richard - Abbiamo ancora delle scorte nella dispensa per un paio di giorni, no? -
- Le scorte sono finite - mi corregge William, che ha il compito di tenere in ordine la dispensa e di avvisare tutti qualora mancasse cibo - Ho dovuto buttare diversi barattoli di zuppa perché erano decisamente andati a male -
- Quando? -
- L’altro giorno -
Stringo i denti per la frustrazione che quell’idiota mi provocava ogni volta che parlava - E quando avevi intenzione di dircelo? -
- E tu quando avevi intenzione di dirci dei medicinali? -
- Ve l’ho detto un sacco di volte! - urlo, sbattendo i pugni sul tavolo - Ma voi “No, possiamo aspettare ad uscire”! Ed eccoci qui! -
Sento una grossa mano posarsi sulla mia spalla - Jane, calmati - mi dice Michael, tentando inutilmente di tranquillizzarmi ma forse nessuno sa che se qualcuno cerca di calmarmi, mi incazzo ancora di più.
- Calmati un cazzo - dico con rabbia, sbattendo nuovamente i palmi sul tavolo e puntando lo sguardo in quello di William - Allora? Quando avevi intenzione di dircelo? -
- Te l’ho detto, no? -
Alzo gli occhi al cielo, sperando che qualcuno mi trattenesse dal dare un pugno in faccia a quell’imbecille e poi mi volto verso Richard - Se questo idiota non chiude la bocca non garantirò per le mie azioni -
- Sta zitta tu. Non sei il capo qui dentro -
Per mia grande sfortuna, Richard interviene per raffreddare i bollenti spiriti. Se non fosse per Richard avrei già ucciso quel deficiente di William da un pezzo - Smettila di provocare Jane. Tu dovevi avvisare prima della dispensa -
- Mi sono stancata - s’intromise Jane si alza e dopo essersi congedata con un gesto della mano, si allontana, raggiungendo la stanza che divide con me.
Sospiro e mi passo una mano nei capelli, pensando che è decisamente stupido da parte mia arrabbiarsi con William. Non avrebbe mai capito un cazzo di niente - Propongo di fare due gruppi da due persone, uno verso il supermercato e l’altro verso la farmacia - dico in un sussurro, lanciando un’occhiata a Dan che si era avvicinato alla mappa, indicando un punto sulla mappa, abbastanza distante da dove ci troviamo.
- Qui c’è una clinica, potresti trovare qualcosa di utile - dice lui, cerchiando la clinica con un pennarello nero.
Scuoto la testa - Ho già guardato l’ultima volta che sono uscita, ed ho recuperato tutto quello di utile - rispondo, prendendo il pennarello e segnando un’altra clinica medica - Questa è la più vicina. Andrò domani non appena sorgerà il sole -
- Io e Chuck andiamo a cercare al supermercato - annunciò Michael, congedandosi e tornando di guardia alla porta.
- Vado con Jane - sussurra Dan, senza distogliere gli occhi dalla mappa - C’è un negozio d’armi non lontano da quella clinica -
Incrocio le braccia al petto e lancio un sospiro, alzando gli occhi al cielo. Era inutile dire che i proiettili erano l’ultimo problema a cui pensare, dato che Dan non avrebbe cambiato idea. Forse voleva tenere un paio di proiettili nella pistola nel caso in cui qualcuno volesse farla finita e spararsi in bocca o a giocare a tiro al bersaglio con milioni di cadaveri che deambulavano tranquillamente senza problemi, sbavando e sussurrando “cerveeeello”.
Mi sorprendo sempre di più della mia ironia.
Volto lo sguardo verso l’uomo, sperando che lasciasse perdere le munizioni - Dan…-
- Non fare quella faccia. Potrebbero servirci un giorno -
- Sì, per farla finita -
- Jane, smettila - mi rimprovera Richard - Dan ha ragione, un giorno quelle munizioni potrebbero servire e per ora non ci importa di quello che faremo -
Sospiro e ripiego la mappa, lasciandola sul tavolo - Vado a dormire -
- Non fare tardi domani, Harvey - mi saluta quel bel pezzo d’uomo dai capelli scuri. Quando mi volto verso di lui sembra ghignare in modo strano e non posso fare a meno di fare strani pensieri. Insomma…sono rinchiusa qui da mesi e, lo ammetto, sento la mancanza delle attenzioni maschili, escludendo quelle di William che, a dirla tutta, non è un uomo, ma una testa di cazzo.
Devo finirla di farmi le teghe mentali e di pensare che trovo estremamente eccitante il fatto che mi chiami per cognome.
- Non preoccuparti, Dan - rispondo, dandogli le spalle - Se non arrivo sai dove trovarmi -



** Angolo dell'autrice **
Allora, grazie per quelli che hanno letto e per quelli che stanno leggendo questa storia e, a dire il vero pensavo che non piacesse, ma 51 visite non sono poche!
Mi lasciate qualche commentino o qualche suggerimento, please?? Buona serata a tutti (beh, per modo di dire, è l'1.30 di notte...).
  
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