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Autore: Lo_1506    12/04/2012    2 recensioni
Chelsea è una ragazza di 18 anni che vive a Firenze: come la maggior parte delle teenagers, non riesce ad accettare la monotona quotidianità della sua vita. Il suo desiderio di voltare pagina e ricominciare da zero si realizzerà quando andrà a vivere con i nonni a Londra; fra amori, amicizie, litigi, disillusioni e tradimenti capirà che, in fondo, i sogni non sono poi così lontani dalla realtà.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"eh no" pensai.. "stavolta non mi faccio indietro" e ricambiai minacciosa lo sguardo di sfida che mi lanciava Harry Styles. Non mollai la presa. Continuai a fissarlo finchè non mi sedetti ed il preside iniziò a parlare. Ed ecco che cominciò il monologo infinito pieno di enormi paroloni importanti che per me erano vuoti, senza senso.
"Lo sapete che questo è un college o pensate di trovarvi in un ring di Boxe?" ci urlava contro quell'ammasso di lardo. Era veramente rivoltante guardarlo. Il classico uomo borghese, benestante che possiede una villona in periferia, che ha la servitu' e che ogni giorno magari si mangiava anche una ventina di ciambelle. Basso, grasso, baffuto e pelato. E per di piu' strabico.
Abbassai lo sguardo per non sembrare maleducata; la mia espressione disgustata era anche fin troppo palese.
L'ascoltai veramente per poco tempo, anche perchè sono fatta così: do attenzioni solo a cose che mi riguardano o che mi interessano e, sinceramente, quel discorso era tutt'altro che interessante.
Così il preside cominciò a chiedere le varie versioni dei fatti ad ognuno di noi;
Iniziò Harry il quale, fulminandomi con lo sguardo, iniziò a raccontare una menzogna dietro l'altra. Evidentemente si erano messi d'accordo per incolpare me, scagionandosi con delle banali scuse.
"Ha fatto tutto lei. Perchè io le ho dato un due di picche in classe si è avventata prima contro di me e poi contro Zayn.. d'altra parte cosa possiamo aspettarci da un'italiana" aggiunse infine, sorretto Zayn che annuiva silenzioso. Sbarrai gli occhi e mi voltai lentamente verso di lui. Avrei voluto ucciderlo con le mie stesse mani, cavandogli quegli enormi occhi magnetici. Purtroppo l'assassinio era riconosciuto come un crimine punibile con l'ergastolo, ergo non potei fare altro che fissarlo, senza battere ciglia. Lui si accorse che io lo stavo guardando e per un attimo si girò verso di me. La sua espressione cambiò radicalmente quando incrociò i miei occhi. Finalmente ero riuscita a farmi valere. Questa volta era il mio sguardo quello pungente e aggressivo, mentre il suo era impaurito, spaesato e innoquo.
"Signorina, è tutto vero?" Mi domandò il preside. Distaccai lo sguardo da quella pecorella smarrita e, cercando di mantenere la calma, affermai "ovviamente no. Ci sono tutti i testimoni che vuole, e poi non avrei motivo di picchiare questi due.. anche se non le nego che dopo queste menzogne, è diventato il mio desiderio primario."
Il preside sgranò gli occhi "In effetti signor Styles non è la prima volta che la vedo insieme al signor Malik qui in presidenza a causa di una rissa" disse il preside rivolgendosi al buffone il quale, spiazzato, balbettò qualche indecifrabile parola e abbassò lo sguardo.
"Ovviamente non sapevo che il pugno non fosse per me. Quindi, dato che ero totalmente presa alla sprovvista, mi sono difesa.- dissi toccandomi il labbro che ancora mi pulzava dal dolore.
"lei, signorina, non doveva reagire, bensì doveva chiamare un professore!- mi sgridò l'uomo baffuto.
Questo era decisamente troppo. Come potevo IO aver torto? Ero appena stata picchiata da un ragazzo ed accusata di quello stesso atto! Un'ingiustizia dietro l'altra anche qui, nella MIA Londra. Non potevo crederci che quel viaggio fosse stato una perdita di tempo. Non riuscivo ad accettare il fatto che, anche lì, vi era una realtà dalla quale volevo evadere. Non poteva essere vero, non avrei permesso a nessuno di rovinarmi nuovamente la vita. Immersa nel mio soliloquio, mi alzai di scatto in piedi e puntai il mio sguardo severo e minaccioso nei confronti del preside.
"Si sbaglia" sussurrai. Zayn e Harry fecero un balzo indietro, sicuramente stupiti ma anche intimoriti dal mio gesto avventato.
Ok, lo ammetto.. forse avevo esagerato. Stavo parlando con il preside,l'uomo che a scuola ha piu' potere di tutti noi inutili studenti messi insieme. Purtroppo la mia impulsività aveva nuovamente preso il sopravvento: mi ero infuriata, mi sentivo offesa e cercavo solo un modo di difendermi.
"Si calmi immediatamente" Disse il preside senza muovere un muscolo. Misi da parte il mio odiosissimo orgoglio e mi sedetti.. d'altra parte non volevo stare al gioco dello Styles; "essere espulsa" era l'ultimo dei miei desideri in quel momento.
"Adesso io e i miei colleghi ci consulteremo e vi chiameremo appena avremo preso la decisione. Prego, aspettateci qui fuori" continuò il preside.
Così uscimmo tutti i tre con la testa china e la faccia completamente bianca pensando a cosa ci sarebbe potuto accadere. Ci sedemmo sul muretto davanti alla scuola.
Avrei voluto veramente riempirlo di botte. E fargli sentire il doppio del dolore che avevo appena provato io a causa delle sue menzogne infondate. Avrei voluto insultarlo e infamarlo e ridere della sua debolezza mentre lui, ferito, se ne correva a casa a piangere da Mummy & Daddy. Decisi però di stare zitta e mi voltai dalla parte opposta, dandogli le spalle.
"Paura, italiana?" mi chiese ironica una voce maschile. Ovviamente non mi girai, cercando di snobbarlo senza dare peso alle sue inutili parole. "Certo che ti credevo piu' fifona, questo devo ammetterlo" continuò la voce insistente. "Non sprecare il fiato, Styles. Non vorrei che ti si rovinasse quel bel vocino che ti ritrovi" risposi acida. Sentii una risatina strozzata provenire sicuramente dalla bocca di Zayn. Styles non ebbe il tempo di rispondere alla mia frecciatina in quanto si sentì aprire la porta della presidenza:
"Potete accomodarvi" ci disse il professore di chimica.
-Bene, siamo stati anche fin troppo buoni... abbiamo deciso che non vi sospenderemo; ma per due mesi, tutti i giorni dopo la scuola, dovrete rimanere 3 ore in più per pulire tutte.. e dico tutte.. le aule presenti in questa scuola. Compresi i bagni" disse fiero di sè il preside, pettinandosi i baffi. Lo Styles abbassò gli occhi, deluso che il suo amato preside avesse dato una punizione esemplare anche a lui. Non ci pensai due volte. Abbassai la mano destra in modo che nessuno, tranne lui, potesse vedermi ed alzai il dito medio, mantenendo il mio sorrisino ebete in volto, per non destare sospetti. Subito alzò la testa e la girò verso di me. Il suo sguardo deluso, arrabbiato e sconfitto fu la cosa piu' soddisfacente che mi fosse mai capitata quel giorno.
Avevo colpito e affondato il famosissimo, bellissimo, desideratissimo Harry Styles.
  
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