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Autore: Lo_1506    12/04/2012    2 recensioni
Chelsea è una ragazza di 18 anni che vive a Firenze: come la maggior parte delle teenagers, non riesce ad accettare la monotona quotidianità della sua vita. Il suo desiderio di voltare pagina e ricominciare da zero si realizzerà quando andrà a vivere con i nonni a Londra; fra amori, amicizie, litigi, disillusioni e tradimenti capirà che, in fondo, i sogni non sono poi così lontani dalla realtà.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Madison mi guardò attonita :- Ma allora ti sei iscritta?!?- Io non riuscivo a parlare. Ero così delusa, arrabbiata e sorpresa che non sapevo proprio cosa dire. "No! Fossi matta! Ma so di chi è la colpa " e diedi un'occhiataccia al bulletto che mi stava fissando con uno sguardo di sfida. "Vabbè dai.. alla fine non è niente di male, Maddy" aggiunsi "non mi presento alle audizioni, e festa finita" affermai "è solo il gesto che mi da terribilmente fastidio".
Tutti gli alunni si affrettarono a raggiungere l'auditorium, anche la mia amica. Io ero troppo furiosa per poter seguire la massa così, accecata dall'orgoglio, mi avvicinai allo Styles, il quale mi dava le spalle mentre parlava con dei suoi amici.
Gli diedi due colpi con l'indice sulla spalla; ovviamente lui non si girò. Continuava a parlare, mi snobbava, lo sbruffone. Così ripetei il gesto, con piu' forza. Lui fece un balzo sorpreso. Si voltò, mi vide e ridacchiando si voltò dall'altra parte. Nel frattempo i suoi amici se n'erano andati ed eravamo rimasti solo io, lui e gli armadietti. Io non ci vidi piu' dalla rabbia.
Avevo imparato ad assorbire colpi senza reagire, in ogni senso. Agivo da 'superiore', non m'importava di nessuno se non di me stessa. Ma questo era veramente troppo: era l'ora di far capire ad Harry Styles chi fossi veramente e, per fare ciò, dovetti ringraziare gli anni passati a sudare e a sgobbare a Kick Boxing. Lo afferrai per un gomito e lo scaraventai con le spalle all'armadietto. Gli bloccai le braccia e mi misi in punta di piedi, affinchè fosse mio prigioniero e non si potesse liberare. Lo avevo vicinissimo e per un istante rimasi incantata dalla situazione. I suoi occhi impauriti mi suscitavano tenerezza e per 1 secondo non riuscivo a pensare ad altro se non al mio insistente desiderio di baciarlo.
Dopo questo breve momento di esitazione ritornai in me e premetti con i polpastrelli sui suoi bicipiti. "Ti diverti Harry Styles? Eh? Ti diverti?" gli dissi. Lui non mi rispose ma continuava a fissarmi attonito e quasi invaghito. "Beh io no. E non sei così forte, Styles. Io ti distruggo! Vuoi la guerra? Non ti conviene.." Detto ciò scesi dalle punte, indietreggiai di qualche passo e mi diressi verso i bagni. Stavo scoppiando a piangere senza un motivo. Sarà stata l'adrenalina, il mio cuore che batteva a mille.. non ne ho idea. Fatto sta che non volli voltarmi mai, nemmeno per un secondo. Stavo aumentando il passo quando all'improvviso sentii uno strattone. Era lo Styles che mi aveva afferrato il braccio e non aveva intenzione di lasciarlo. Io mi girai improvvisamente pronta ad urlargli contro qualche insulto gratuito, ma non ne ebbi il tempo. Mi strinse terribilmente le spalle e mi si avvicinò sempre di piu'. I suoi occhi non smettevano di fissarmi severi, puliti, immobili. Non batteva le ciglia e mi fissava con il suo solito sguardo magnetico.
Continuò ad avvicinarsi.
Un attimo.
Un sospiro.
Un bacio.
Premette le sue labbra morbide contro le mie, chiudendo gli occhi per godersi l'attimo; per una frazione di secondo, assecondai quel gesto impulsivo pregando Dio che non terminasse mai. Ma lui subito si allontanò, sgretolando tempestivamente quell'istante di follia. Riniziò a guardarmi, aprì leggermente le labbra e con il suo mezzo sorrisetto beffardo affermò:
"E guerra sia", allontanandosi da me.
Rimasi lì immobile per qualche secondo. Dovevo fare mentre locale sull'accaduto. Odiavo Harry Styles o lo desideravo ardentemente? O magari tutti e due? Non riuscivo a capirlo. Non volevo accettare una sconfitta. Quel suo gesto era solo una sfida; voleva provocarmi, infastidirmi, ammaliarmi. E in tutti e tre i casi ci era riuscito troppo bene.
Dovevo dimenticarmi di quell'accenno di bacio ed alzare la guardia perchè lui sarebbe tornato all'attacco con atteggiamenti ancora piu' aggressivi e pungenti.
Eppure non riuscivo neanche per un secondo a smettere di pensare a lui. Stavo perdendo il controllo di me stessa; quel controllo che, come uno scudo, mi ha protetto fin da quando ero piccola. Ragione e sentimento si stavano mischiando armoniosamente, infrangendo quella barriera, chiamata logica, che da anni li teneva separati, divisi, lontani.
E nella mia mente risuonavano martellanti ed inesorabili due sole parole:
Harry
Styles.
  
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