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Autore: mangakagirl    12/04/2012    3 recensioni
-Ma allora…- disse il professore stupito.
-Allora c’è un falso Kid- dissero all’unisono seri i due detective e il ladro fantasma.
-Dannazione!- imprecò Haibara – questo è l’ennesimo problema che va a sommarsi a quelli già esistenti-
-Già- disse Hattori sedendosi sul divano a braccia incrociate – e che facciamo riguardo Ran?-
-Lo so io…- disse Conan imitandolo -… Kid fingerà di essere me-
-Cosa?!- esclamarono tutti tranne Haibara.
(tratto dal cap 3)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Ran Mori, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Shinichi Kudo, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7.
-Allora, Kudo?!- sbraitò Kid alzandosi in piedi –Che diavolo stai macchinando?-
-Nulla, nulla- rispose lui sventolando la mano avanti e indietro per sminuire. Era davvero perfido quella mattina!
-D’accordo…- disse Hattori sospirando esausto, si portò una mano alla fronte e abbassò lo sguardo scuotendo il capo – Credo che dovremo piantarla con questa recita…-
-Sì, hai ragione- lo assecondò il ladro guardando nervoso il televisore.
-Io credo che vi stiate sbagliando di grosso…- la voce tornata seria di Conan li investì entrambi come acqua ghiacciata. Hattori tornò a guardarlo ed esclamò sarcastico:
-Bentornato nel mondo degli adulti, Kudo! Sai, fino a qualche secondo fa qui attorno girava un moccioso occhialuto che si spacciava per te…!-
-Andremo avanti come stabilito all’inizio- continuò lui ignorandolo –Noi siamo detective, il nostro compito è scoprire i colpevoli di malefatti e sbatterli in galera. Qualcuno ha preso il tuo posto e noi lo smaschereremo, non lo lasceremo vagare in libertà e chiedere riscatti come fossero noccioline! Nel nostro lavoro bisogna mettere da parte i sentimenti e procedere decisi fino alla meta, dopotutto…- punto gli occhi in quelli di Kid-… c’è solo una verità, no?-
Kid lo sfidò con lo sguardo e sorrise.
-Sai è buffo quello che dici, mettere da parte i sentimenti eh? Non mi sembra che questa teoria ti abbia portato lontano…- Conan lo fulminò ma non rispose nulla – comunque… faremo come vuoi tu, Kudo. A me sta bene-
Hattori annuì serio e all’improvviso la porta di casa si spalancò mostrando una Ran in lacrime e una Ai particolarmente scioccata.
-Che diavolo avete?!- domandò Kid impallidendo. “Altri problemi!”
-I-il p-professore…- balbettò Ran- sembra si sia sentito m-male…è all’ospedale…-
-Dannazione!- imprecò Hattori alzandosi in piedi nervoso e preoccupato. Si avvicinò alla porta e fece cenno ad Haibra di seguirlo – Io e L. Macbeth ci avviamo all’ospedale in moto…Ran, qualcuno può portare te e gli altri?-
La ragazza annuì mentre le lacrime scorrevano senza sosta e mugolò:
-S-sta arrivando mio p-padre…-
I due sparirono dietro la porta e nella stanza riecheggiò il rombo del motore della moto e il pianto di Ran, la quale si avvicinò a Shinichi e lo abbracciò. Il ragazzo la guidò verso il divano, si sederono e la strinse distrattamente con la testa impegnata a macchinare minuziosamente le informazioni. Conan lo fulminò stringendo i pugni lungo il corpo, notando come Ran gli chiedesse conforto e come lui non la degnasse di uno sguardo.
“Meglio così, no?” disse una vocina dentro sé “è tua, lui deve limitarsi a rappresentare te, non a farle quello che vorresti tu”. Un’altra vocina, la coscienza, gli diceva ”Povera, non solo soffre per te ma anche per i falsi Kudo che non la consolano o degnano di uno sguardo di conforto…”. Strinse gli occhi a fessura e lo fulminò: a quale voce avrebbe dovuto dare retta?
*  *  *
Ran sedeva dietro con Kaito, mentre Conan, davanti, accanto a Kogoro, sentiva la rabbia impossessarsi della sua mente e annebbiargliela. La ragazza tremava dalla preoccupazione, così Kid le passò un braccio attorno le spalle: le ricordava moltissimo Aoko. Kogoro notò il gesto dallo specchietto retrovisore e sbuffò infastidito.
-Senti Carogna, tieni giù le mani altrimenti…- ma la voce di Conan sovrastò la sua minacciosamente -… altrimenti ti spezzo le dita-  Si voltò verso il finestrino per non perdere le staffe e saltare addosso a quel delinquente e perse più di un battito: Vermouth, in sella alla sua moto blu notte, gli sorrideva melliflua. Trasalì vistosamente ma, apparte Kid, gli altri due non sembrarono accorgersene.
“Cavolo! Che diavolo significa? Che vuole Vermouth?!”
Provò un brivido sapendo che dietro c’era Ran e che la donna l’aveva sicuramente vista in compagnia di un Kudo falso. Fortunatamente scattò il verde e Kogoro ripartì mentre la moto sfrecciò distanziandoli rapidamente, finchè non sparì tra le altre vetture.
*  *  *
-Sto bene ragazzi- disse allegro il professore ad Hattori e Ran che si accertavano sul suo stato di salute con l’infermiera all’interno dell’ospedale.
-Professore- disse Haibara gelida –lei ha sgarrato la dieta vero? Altrimenti non sarebbe qui…- Il professore si agitò e scoppiò in una risatina nervosa.
-Ma che dici…?!- Haibara lo fulminò e lo costrinse a rivelare la verità; Conan si avvicinò ad Hattori e lo tirò per una manica.
-Che c’è?- domandò lui con l’accento del Kansai.
-Devo parlarti- sussurrò il bambino mentre Kid li raggiunse -anche a te- aggiunse rivolto a quest’ultimo. Uscirono dalla stanza del doc nel corridoio e Conan si guardò attorno: nessuno, in fondo era già parecchio tardi.
-Ho visto Vermouth, - Hattori trasalì al solo nome – ci stava seguendo?- continuò l’ex liceale non appena Kid fece per domandarlo – Non lo so- sospirò abbassando lo sguardo a terra.
*  *  *
Conan si svegliò strofinandosi un occhio e si mise a sedere sul futon, Kogoro era già sparito chissà dove. Uscì dalla camera diretto al bagno ma una voce lo chiamò. Ran gli chiese di andare in camera sua e lui, ancora mezzo addormentato, non obbiettò: si sederono sul letto della ragazza e lei lo scrutò preoccupata.
-Che succede, Ran-neechan?- domandò lui iniziando a insospettirsi quando lei cominciò a torcersi le dita delle mani. “Altri problemi…” pensò il bambino sbuffando mentalmente e si accorse di non avere indossato gli occhiali “Bene!”.
-Mi dispiace Conan! Non sai quanto! Quello che è successo ieri è stato un incidente! Io non volevo baciarlo, è stato un errore! Quelle idee che ti sei fatto tu sono sbagliate!- parlò senza mai prendere fiato e alla fine inspirò sonoramente facendo sghignazzare l’ex liceale nella testa.
-Ma Ran-neechan, io…-
-Conan…- disse Ran guardandolo negli occhi malinconica -…hai gli stessi occhi di Shinichi, gli somigli davvero tanto, sai?-
“Ran, di nuovo!” pensò abbattuto non essendo la prima volta che faceva quel commento.
-Ran-neechan, è colpa mia se Shinichi-niichan è così questi giorni…- improvvisò qualche secondo dopo – gliel’ho chiesto io! Avevo paura che mi avresti…- cosa?!       -…emm… dimenticato stando con lui!-
Ran lo scrutò allibita qualche secondo, poi gli sorrise dolcemente.
-Tesoro, come puoi pensare una cosa simile?! Per te ci sarà sempre posto nel mio cuore!- gli scoccò un bacio sulla fronte – Però…- sospirò e tornò malinconica -… preferivo il vecchio Shinichi… quello che ti somiglia, Conan- lo abbracciò e lui si sentì inutile. “Sono qui Ran! Se solo potessi dirtelo…” pensò stringendola a sua volta.
DRINN!!!!! DRINN!!!!!
Il telefonino di Ran squillò, la ragazza sciolse l’abbraccio, lo afferrò e rispose.
-Pronto?-
-Ran, sono io…- disse Shinichi.
-Shinichi…!- esclamò lei.
-C’è Conan da quelle parti? Dovrei parlargli ma non risponde al cellulare…-
-Si, te lo passo…- disse lei passando il telefono all’ex liceale.
-Pronto?-
-Potresti venire dal doc? Io e Hattori vogliamo discutere di una cosa con te per la storia del falso Kid…-
-Arrivo- rispose lui chiudendo la conversazione e passando il cellulare sbrigativo a Ran –Vado dal preofessore Ran-neechan-
-Ok, stai attento- gli raccomandò scompigliandogli i capelli dolcemente.
*  *  *
Conan sorseggiò il bicchiere di cioccolata calda offertagli dal professore prima che uscisse di casa e fissò Kid.
-Allora?-
-Allora propongo di chiamare la centrale e spiegargli le nostre teorie…- rispose Hattori – Hai detto che Megure ti adora…quindi non avrà problemi a far collaborare qualcuno che crede essere Te-
Conan annuì e posò la tazza vuota sul tavolo, prese il telefono, compose un numero e lo passò a Kid.
-Stiamo chiamando Sato, una poliziotta della centrale, chiedile se possiamo incontrarci per parlarle di persona, ok?-
Kid annuì solenne e si preparò a rispondere: la donna accettò volentieri di vederli e poco dopo raggiunsero la centrale di polizia. Salirono all’ultimo piano ed entrarono nell’ufficio di Megure dove li aspettavano sia lui sia Sato.
-Bene ragazzi!- disse sorridente Sato – avete portato anche Conan, così la squadra è davvero al completo!- aggiunse scompigliando i capelli del bambino.
-Kudo!- esclamò invece Megure battendo entusiasta una mano sulla spalla al falso Kudo -Bentornato!-
-Grazie ispettore Megure- rispose lui stringendogli la mano calorosamente.
-Come possiamo aiutarvi ragazzi?- domandò l’ispettore rivolgendosi anche ad Hattori mentre si sedeva dietro la scrivania.
-Vorremmo esaminare i biglietti che vi ha inviato Kid e illustravi le nostre teorie riguardo al caso…- disse il detective dell’ovest sedendosi in una delle tre sedie poste davanti alla scrivania. Mentre anche gli altri due lo imitavano, Megure annuì e tirò fuori dal cassetto gli avvisi di Kid.
-Bene bene…- disse Kid afferrandoli al volo - … ma guarda te! Come osa?!-
-Che ti prende Kudo?- domandò l’ispettore notando la strana reazione di Kid, il quale osservò i biglietti contro luce tastando la consistenza del foglio.
-Come sospettavamo…- spiegò passando i biglietti a Conan e Hattori -… ci troviamo davanti ad un falso Kid, ispettore-
-Cosa?!- esclamarono in coro lui e Sato sbarrando gli occhi stupefatti.
-Inutile negare le apparenze, lo si nota da un’infinità di particolari. Ad esempio la firma, che non è stata scritta con la solita penna…- disse Hattori.
-…dal fatto che sia scritto a mano imitando un carettare del computer e che la carta non è la solita…- continuò Conan.
-…e dal fatto che Kid non chiederebbe mai un riscatto con minaccia di morte. Lui ruba ma poi restituisce, non gli interessano i soldi.- terminò Kudo deciso.
L’ispettore e Sato ripresero in mano i biglietti e li osservarono per l’ennesima volta stupefatti: non avevano mai fatto caso a quei particolari!
-Strabiliante!- susurrò Megure alla donna –si vede che sono menti geniali questi 3!- lei annuì decisa.
-Bene…- risprese a parlare Hattori -… ora potremo vedere l’archivio che il falso Kid vuole svaligiare?- L’ispettore ci pensò qualche secondo, poi annuì passando la chiave a Sato.
-Ti spiace accompagnarli?- le domandò.
-No di certo signore, seguitemi ragazzi- disse loro facendogli un cenno con la mano. I ragazzi si alzarono, salutarono Megure e la seguirono per lo stretto corridoio poco illuminato.
-Come mai l’archivio si trova in una zona così buia?- domandò Conan guardandosi attorno.
-Per sicurezza è stato collocato all’ultimo piano in questa zona in cui non ci sono finestre…- spiegò Sato svoltando più volte a destra e a sinistra e raggiungendo l’unica porta alla fine di uno stretto corridoio -… è molto piccolo e difficile da notare. Mi chiedo come Kid farà a trovarlo…- aggiunse infilando la chiave nella serratura e girandola più volte verso destra.
-Ecco qui ragazzi- annunciò accendendo una flebile luce –esaminate tutto quello che volete e…- fu interrotta da qualcuno che chiamò il suo nome.
-Sato!- urlò Shiratori – potresti seguirmi? È urgente…-
-Certo, emm…- si voltò verso i detective -… ragazzi vi lascio soli un momento, non fate entrare nessun altro. A dopo…- li salutò con la mano e seguì Shiratori svoltando in un altro corridio e sparendo dalla loro vista.
-Bè. Diamo un’occhiata e cerchiamo di capire cosa potrebbe interessare a Kid di questo archivio…- disse Kudo, ovvero Kid, entrando e cominciando ad aprire gli schedari. Hattori e Conan lo imitarono e per circa un quarto d’ora non si sentì altro che il rovistare tra i documenti.
-Questo l’ho sbattuto io in cella!- esclamava ogni tanto Hattori sventolando i documenti come trofei, si voltò verso il vero Kudo e gli domandò:
-Trovato nulla, Kudo? Kudo?-
Il ragazzino era poggiato ad uno schedario con entrambe le mani e il capo nascosto tra le braccia, respirava affannosamente e sudava freddo. Kid si voltò interrogativo verso di lui e, notando che stava male, rimise a posto tutti i fogli che aveva in mano.
-Che ti prende, Kudo?- insistè Hattori leggermente preoccupato, quando il bambino si afflosciò sulle ginocchia ansimante e lui lo raggiunse di corsa.
-Portiamolo fuori…- suggerì Kid al detective di Osaka, che annuì e lo prese in braccio. Lo sentiva tremare violentemente respirando a fatica : a quel punto cominciò a preoccuparsi seriamente. Uscirono dall’archivio e Kid lo chiuse a chiave, successivamente percorsero la strada per tornare al corridoio principale e lo fecero sedere su una sedia attaccata al muro davanti alle macchinette delle bibite. Vedendo che non si riprendeva, dopo 10 minuti presero un taxi e tornarono a casa del professore dove avrebbe potuto stendersi un po’.

 
n. dell’autrice: eccomi eccomi!! Allora… sembra ormai chiaro che abbiamo tra le mani un falso Kid! E Vermouth???? Cosa ci farà mai Vermouth lì???? Tranquilli per il doc… lui sta più che bene!xD Conan decide di andare avanti con la recita…ma come andrà a finire??? E perché continua a stare male, poverino??? Leggere per scoprire!! Mangakagirl!!!!!!
  
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