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Autore: Miki_TR    08/11/2006    3 recensioni
Il mondo magico non è affatto immune da scandali e pettegolezzi, anzi. A farne le spese questa volta saranno i malandrini...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, James Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prima di iniziare, volevo chiedere scusa a tutti per i tempi di aggiornamento disumani che sta avendo questa storia. Mi rendo conto di essere sparita a lungo, ma sembra che le cose non si decidano ad infilarsi per il verso giusto, al di fuori della rete, soprattutto.
Davvero, mi dispiace moltissimo di avervi fatto aspettare, e spero di farmi perdonare in qualche modo.

Grazie della pazienza.
Miki

 

Patricia e Harold Potter

"La stagione del tuo amore
Non è più la primavera
Ma nei giorni del tuo autunno
Hai la dolcezza della sera "

F. de Andrè  "La stagione del tuo amore"

Estate 1975

 

-E' la vecchiaia!- borbottò tra sé e sé contrariata Patricia Potter, massaggiandosi la schiena dolorante, mentre si rialzava quasi stancamente dal pavimento su cui si era inginocchiata per riporre in uno scaffale basso i piatti lavati della colazione.

-Ma tu non sei affatto vecchia, mamma!- protestò James, che stava uscendo, con lo stesso tono con cui diceva la stessa frase quando era un bambino.

-E non sei mai stata più bella.- le sussurrò gentilmente suo marito all'orecchio, abbracciandola da dietro come faceva sempre quando erano giovani, mentre guardavano dalla porta della cucina James precipitarsi fuori di casa con il suo solito caos di capelli e vestiti disordinati. L'ingresso era sempre stata una stanza ordinata, come il resto della casa, ma nei pochi secondi che gli ci erano voluti per attraversarlo, James era riuscito a rovesciare il cappotto di suo padre che era appeso all'attaccapanni di legno, calciare in malomodo lo zerbino e lasciare per terra una cartaccia di caramella.

-Torno per pranzo!- gridò il ragazzo già fuori dalla porta, mentre sua madre scuoteva la testa per l'esuberanza del figlio e si dirigeva a riordinare il caos rimasto sulla scia del loro "uragano-James". Quell'allegria mattutina non era affatto insolita, e come sempre Patricia si chiese quando James sarebbe maturato un po', consapevole di non volerlo davvero sapere. Anche Harold si scioglieva davanti al sorriso disarmante del loro figlio.

Harold che le aveva appena rivolto un complimento assurdo, che nonostante tutto le aveva fatto un immenso piacere.

-Ma guarda che marito miope mi doveva capitare- sbuffò, falsamente irritata, mentre risistemava la giacca sull'appendiabiti. -Sembra che non si sia accorto delle rughe, dei capelli bianchi e di quanto sono ingrassata ultimamente...- sospirò, spiando da dietro la spalla la reazione del marito, con un sorriso malandrino che avrebbe fatto invidia al figlio, se mai lui l'avesse visto.

Harold le fece una linguaccia scherzosa. Patricia rise. Era come un vecchio gioco tra loro, iniziato assai prima che i capelli dei coniugi Potter cominciassero a tingersi di bianco.

-Cosa devi fare questa mattina?- chiese Harold alla moglie, mentre si chinava dissimulando uno sbuffo a raccogliere la cartaccia che James aveva seminato sulla sua strada.

-Devo andare a farmi dare una sistemata ai capelli. E poi c'è la spesa da fare.-

Harold annuì. Poteva non essere più la giovane donna che aveva sposato tanti anni prima, ma Patricia rimaneva instancabile. Quella settimana era stata interamente dedicata fino a quel momento a risistemare la casa dopo il passaggio degli "uragani-amici" di James, e mai una volta che la donna si fosse davvero lamentata di dover pulire e riordinare il caos incredibile che i ragazzi avevano prodotto in una settimana di vacanza. Se avere un adolescente scalmanato in giro per casa alla loro età era già difficile, averne tre o quattro poteva sembrare impossibile. Eppure Patricia aveva sempre affrontato con entusiasmo quelle settimane, preparando torte e gelati ai ragazzi, chiacchierando con loro o accompagnandoli insieme ad Harold ad assistere a qualche partita di Quidditch. 

La settimana appena trascorsa era stata caotica per la tranquilla famiglia Potter, eppure l'unica cosa di cui i coniugi si fossero lamentati per tutto il periodo era la mancanza di Sirius. Patricia e Harold erano genitori molto attenti. Patricia, in particolare, aveva quella che gli amici di famiglia scherzosamente chiamavano "vocazione della mamma". Sapeva trattare con i ragazzi, li capiva al volo e tendeva a rivelarsi sempre comprensiva nei loro confronti. Se alle volte Harold poteva essere una figura severa e autoritaria, almeno per James, sua moglie prendeva sempre le parti di suo figlio e dei suoi amici.

Quando Sirius aveva scritto a James quell'anno che i suoi genitori "non gradivano che l'erede dei Balck imponesse per un'intera settimana la sua presenza alla famiglia Potter", Harold e Patricia erano rimasti molto delusi. Sapevano bene che tra Sirius e i suoi non correva affatto buon sangue, e il ragazzo aveva fatto capire chiaramente che la settimana estiva che passava da loro rappresentava per lui la parte migliore dell'estate.

I genitori di James avevano tentato tutto il possibile, avevano addirittura scritto personalmente ai signori Black, ma erano riusciti con la loro insistenza a strappare il permesso di avere con loro Sirius solo per gli ultimi due giorni della vacanza. Ai ragazzi era mancata la presenza del loro amico, e anche ai Potter.

In ogni caso, la settimana era passata, e la casa era tornata alla sua solita routine. James aveva ricominciato a passare ore fuori di casa giocando a Quidditch con i vicini, e Harold ogni tanto andava con lui, anche se ormai la sua forma fisica non era più quella di una volta. Patricia aveva ripreso a vedere le sue amiche, un gruppetto di streghe che conosceva fin dalla sua gioventù e con cui parlava sempre volentieri dei rispettivi figli o dei bei tempi andati.

La loro era una vita tranquilla da pensionati, che alle volte sembrava strana anche alla coppia per quanto era pacifica e serena. Da giovani, Harold e Patricia erano Auror, si erano conosciuti proprio all'Accademia, e all'epoca, fin dopo la nascita di James, per loro passare una settimana senza che arrivasse una chiamata nel cuore della notte era impensabile. Anche adesso, alle volte, si prestavano volentieri a qualche consulenza quando serviva, ma la maggior parte del tempo conducevano la vita regolare e quasi noiosa di due maghi ormai quasi anziani.

Patricia cominciò a prepararsi per uscire, mentre Harold si accomodava in poltrona per leggere la Gazzetta del Profeta in santa pace. In quel periodo, con la comparsa di quello strano mago, quel Voldemort, leggere il giornale non era particolarmente rilassante, e l'esperienza diceva ai Potter che le notizie sarebbero peggiorate negli anni a venire. Non è difficile immaginare quanto questo li preoccupasse soprattutto pensando al futuro del loro James e dei suoi amici.

Patricia si mise uno scialle leggero e andò a dare un bacio di saluto a suo marito. Lei avrebbe letto la Gazzetta dal parrucchiere, così per una volta Harold non si sarebbe lamentato scherzosamente del fatto che la moglie sbirciasse da sopra la sua spalla o che gli mettesse fretta per avere il giornale. Se l'attesa del suo turno si fosse fatta lunga, pensava Patricia uscendo, avrebbe potuto anche dare un veloce sguardo a qualche rivista scandalistica di quelle che da un bravo parrucchiere non mancavano mai. Le dava fastidio ammetterlo, ma invecchiando cominciava a trovare qualcosa di divertente nel leggere di scandali e personaggi più o meno famosi; non abbastanza da acquistare quel genere di rivista, ma abbastanza da dare un'occhiata veloce alle foto e ai titoli quando ne aveva una sottomano. Poteva sempre esserci qualche notizia interessante, pensò ridacchiando di se stessa mentre si chiudeva la porta alle spalle e si incamminava.

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Quando James tornò a casa quel giorno, c'erano un sacco di cose strane.

Per cominciare, il pranzo non era pronto, e non era nemmeno, con grande dispiacere del suo stomaco, quasi pronto. Il tipo di attività che sembrava fervere nella sua cucina, per altro, non era quello che prometteva di mangiare a breve.

In casa poi c'era della gente strana, che con grande agitazione parlava con i suoi genitori, e James non aveva idea di quale fosse l'argomento che li preoccupava tanto, a quanto sembrava.

C'erano un paio di amiche di sua madre, ex colleghe di lavoro, e il figlio di una di loro, che James conosceva di vista anche se doveva avere quasi una trentina d'anni. Un paio di gufi male assortiti tra loro aspettavano sul davanzale che venisse affidata loro una lettera, che suo padre sembrava impegnato a scrivere. Un altro gufo planò vicino alla sua testa passando per la porta che James aveva dimenticato aperta, e consegnò a sua madre una pergamena che la strega cominciò a leggere con le sopracciglia aggrottate. Ancora più incredibile, dal camino usciva la testa addirittura del Preside Silente, che pareva assorto in una discussione con un uomo in divisa da Auror.

Nessuno sembrava essersi accorto dell'arrivo di James. Il ragazzo, spaesato da quella strana attività, se ne rimase piantato nell'ingresso finché sua madre non alzò gli occhi dalla pergamena che aveva tra le mani per guardarlo.

-James, sei tornato. Nella dispensa dovrebbe esserci del pane, caro, se vuoi farti un panino.- disse Patricia sbrigativa.

-Mamma?- chiese James frastornato. -Che sta succedendo?-

Si aspettava che sua madre accennasse ad un'emergenza al Ministero, qualcosa di abbastanza grave da rendere necessario che i suoi genitori, ormai in pensione, prestassero il loro aiuto ad una qualche operazione. Ma non fu Patricia a rispondergli.

-Bene bene, il giovane Potter. Sei quasi un adulto ormai. Siediti, ti spiego tutto io.- gli disse il figlio dell'amica di sua madre, indicandogli una sedia del tavolo.

James lo conosceva appena. Sapeva che si chiamava Alastor e che aveva studiato per diventare Auror. Era stato qualche volta a casa sua, anni prima, per farsi dare dei consigli da Harold. A pensarci bene, ormai doveva essersi diplomato da un po', e in effetti erano almeno un paio d'anni che James non lo vedeva.

Il ragazzo, sempre più frastornato, si sedette, e aspettò una spiegazione. Sua madre sembrava per il momento troppo occupata a rispondere alla lettera che aveva appena finito di leggere, e suo padre aveva affidato ai gufi i messaggi, e si era avvicinato al camino, dove stava discutendo con Silente. James riuscì a sentire le parole "Londra" e "il prima possibile", prima di riportare l'attenzione su Alastor che sembrava l'unico in quel caos a volergli dare una spiegazione. Ad essere sincero James doveva ammettere che tutta quella situazione era alquanto preoccupante.

Alastor lo fissò un attimo, e James aspettò che gli spiegasse cosa capitava. Invece di parlare, però, il mago tolse da un'ampia tasca del mantello grigio quello che sembrava un giornale, e glielo porse. James lo prese, confuso, e stava già per chiedere cosa significasse, quando la foto sulla copertina e il titolo attirarono la sua attenzione.

-Per le palle di Merlino!- esclamò. Tutti si girarono a guardarlo, e James si sarebbe vergognato come un ladro, se non fosse stato così sconvolto.

-Modera il linguaggio, James.- lo rimproverò sua madre, alzando appena la testa. In qualche secondo, tutti i presenti nella stanza ritornarono alle loro precedenti occupazioni.

Alastor lo stava ancora guardando, come se volesse sbirciare la sua reazione alla foto. James non poteva credere che qualcuno avesse scattato una foto del genere senza che lui se ne accorgesse, ma evidentemente era così.

-Conosci quelle persone?- chiese Alastor. James si chiese se era un interrogatorio. Era chiaro che li conosceva! Ma Alastor stava aspettando una risposta.

-Sì.- disse, con un filo di voce.

Alastor annuì. -Puoi dirmi i loro nomi?- chiese ancora.

Era un interrogatorio. Che stupidaggine, anche i suoi genitori li conoscevano! Ma rispose comunque. Sembrava uno scherzo di cattivo gusto, ma Alastor non aveva affatto la faccia di uno che stesse scherzando.

-Sono i miei migliori amici, Sirius Black e Remus Lupin.-

Di nuovo il mago annuì, poi rivolto ai presenti dichiarò: -Va bene, il ragazzo li ha riconosciuti, possiamo procedere con l'operazione.-

Nessuno gli prestò molta attenzione, salvo Patricia, che sbuffò: -Alastor, te l'avevo già detto io, e te l'aveva già detto Harold. Perché stai interrogando James?-

La domanda era retorica, ma l'Auror rispose serissimo: -Lui è informato dei fatti, Patricia. Non possiamo tralasciare niente.- prima di riportare la sua attenzione su James e continuare il suo interrogatorio. James, sempre più frastornato, continuò a rispondere.

-Da quanto li conosci?-

-Da cinque anni.-

-Eri al corrente che esistesse una relazione tra loro?-

James guardò sua madre con la coda dell'occhio, ma lei sembrava non prestargli attenzione. Era parecchio a disagio su quel punto: non aveva detto niente ai suoi perché temeva che durante la vacanza non li lasciassero dormire tutti insieme, se l'avessero saputo.

-...Sì.- rispose incerto, ma sua madre non diede segno di averlo notato.

Alastor annuì.

-Dove è stata scattata la foto, lo sai?-

James ricordava benissimo quelle pareti gialle.

-Sì, in un locale in città.-

-Eri presente quando è stata scattata la foto?-

-Sì, ma non me ne sono accorto.-

-Un lavoro da professionista...- commentò l'Auror tra sé e sé. Poi si rivolse di nuovo a James. -L'hai scattata tu?-

-No! Ma cosa...- cominciò James, ma sua madre lo interruppe.

-Alastor, per favore, lui non c'entra. Puoi smettere di trattare mio figlio come un indiziato?-

Alastor annuì, ma riportò l'attenzione su James.

-Dovevo togliermi il dubbio.- disse. -Cosa sai di Sirius Black?- chiese poi.

James ormai non si stupiva più di quelle domande assurde.

-E' il mio migliore amico, gioca a Quidditch, odia i Serpeverde...- cominciò, ma il mago lo interruppe.

-Cosa sai della sua famiglia?-

James ci pensò un attimo. In realtà, non ne sapeva poi molto, non aveva neanche mai visto i parenti di Sirius a parte Regulus che era a Serpeverde, e Bellatrix che si era diplomata l'anno prima. Lo disse ad Alastor, e aggiunse anche che Sirius non andava d'accordo con i suoi parenti.

Alastor di nuovo annuì, poi stava per fargli una nuova domanda, quando Harold interruppe l'attività attirando l'attenzione dei presenti. La testa di Silente non era più nel camino.

-Scusate, per favore. Allora, il Preside Silente mi ha appena informato che ha trovato modo di ottenere i documenti necessari entro il primo settembre. Quindi possiamo procedere con l'operazione.-

Alastor si alzò e si avvicinò all'altro Auror.

-Perfetto. Il piano è semplice. Io entrerò nella casa, e cercherò di uscirne il prima possibile e possibilmente senza dover combattere. Edgar- e accennò all'altro Auror, che annuì, -mi coprirà le spalle, con una squadra che si sta recando sul luogo adesso dal ministero. Se qualcosa dovesse andare storto, farà irruzione. Tutto chiaro?-

I presenti annuirono.

James capiva sempre meno. Cosa aveva a che fare un gruppo di Auror con tutta quella storia? Che cosa stava succedendo? Si parlava di irruzioni, addirittura... e quella foto (quelle foto, si corresse, sfogliando distrattamente il giornale) cosa significava?

-In bocca al Drago.- disse suo padre ai due Auror, che salutarono tutti con un cenno del capo prima di Smaterializzarsi.

Patricia si trattenne qualche momento sulla porta a salutare le sue amiche, che uscirono. Improvvisamente tutto il caos che aveva animato la stanza era scomparso, e James si ritrovò solo con i suoi genitori. Suo padre stava riordinando le carte sulla tavola, con aria pensierosa. Sua madre tornò in cucina e andò verso i fornelli, cominciando ad arrangiare un pranzo veloce. Nessuno sembrava intenzionato a dirgli niente. Ma James aveva bisogno di risposte.

Prese fiato. Aveva voglia di urlare qualcosa come "mi volete spiegare che diavolo sta succedendo qui, dannazione?". Però sapeva bene che un certo tipo di linguaggio non era gradito in casa sua, e se voleva aver speranze di ricevere risposte, invece che una ramanzina sulla maleducazione, doveva calmarsi.

-Per favore, ora posso sapere cosa succede?- chiese.

I suoi genitori si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi sua madre parlò.

-Non devi preoccuparti, James, andrà tutto bene.-

A dispetto del tono rassicurante, sembrava nervosa e preoccupata.

Quella frase, se possibile, lo confuse ancora di più. Guardò suo padre, sperando in una spiegazione più esauriente, ma Harold si era seduto al tavolo e aveva ripreso a scrivere. James sapeva cosa stava succedendo. I suoi erano gente in gamba, ma dovevano decisamente smetterla di trattarlo come un bambino, rassicurandolo senza spiegargli niente. Era insopportabile. Si sforzò di respirare. Non era cominciando a urlare e imprecare che avrebbe dimostrato loro di essere abbastanza adulto da poter sapere come stavano le cose.

-Papà.- disse. Suo padre era in genere leggermente più propenso a considerarlo maturo di sua madre.

Harold alzò la testa.

-Papà, mi puoi spiegare per favore perché casa nostra era piena di Auror, e cosa c'entrano in tutto questo i miei amici?-

Harold posò la penna e sospirò. Buon segno. Significava che aveva intenzione di parlare.

-Sai cosa significano le foto su quella rivista, James?- chiese.

Pessimo segno. O la cosa era così grave da prenderla larga, oppure si prospettava una conversazione alquanto imbarazzante. Non era quello che voleva che suo padre gli spiegasse.

-Sì che lo so.- rispose. Non era sicuro di sentirsi a suo agio a parlare con suo padre di quell'argomento nella cucina.

Suo padre lo guardò scettico. James arrossì. Cosa credeva, che lui e i suoi amici non parlassero? Ma suo padre intendeva una cosa diversa.

-No che non lo sai, James, o non mi faresti questa domanda.- disse. Era molto serio, e si incupì ulteriormente continuando. -James, tu hai idea, davvero, di che tipo di persone siano i Black?-

James credeva di saperlo. -Sono odiosi filo-serpeverde, a quanto dice sempre Sirius.-

Suo padre annuì. -Anche, certo. James, Sirius non può dirti sempre tutto, per quanto sembri strano alla tua età. I Black non sono solo "odiosi", come dici tu. Sono una famiglia di maghi oscuri.-

-Cosa?- esclamò James. Come la maggior parte dei ragazzi della sua età, odiava la magia nera con tutto il cuore. -Non è possibile. Sirius me lo avrebbe detto.-

-James, cosa avresti fatto se Sirius ti avesse detto una cosa del genere?- chiese suo padre.

-Ovviamente sarei andato a denunciare tutto al Ministero!- rispose James. Ai giovani maghi si insegnava a comportarsi così, quando si entrava in contatto in qualunque modo con la magia oscura e chi la praticava.

-Vedi, è questo il problema. I Black sono una famiglia molto in vista. Sono largamente rispettati nella comunità magica, eppure la maggior parte della gente sa che sono maghi oscuri. Il Ministero lo sa, James. Lo sa della maggior parte delle famiglie di maghi più antiche. Ma non hanno prove. Se tu li avessi denunciati al Ministero, sai cosa sarebbe successo?-

James non lo sapeva, ma quel discorso non gli stava piacendo per nulla.

-Loro sarebbero venuti a conoscenza della denuncia, e di chi l'avesse fatta. Il Ministero forse avrebbe potuto fare una perquisizione a casa loro, o qualcosa del genere, e non avrebbe trovato nulla. Quella è gente che si nasconde dietro ad una facciata di rispettabilità da secoli, James. Sanno come farsi trovare puliti quando serve. Ma avrebbero saputo che Sirius aveva parlato con te, e tu non puoi neanche immaginare in che guai sarebbe finito.-

-Poteva spiegarmelo, però!- esplose James. -Non lo avrei tradito!- Era indignato, adesso, dalla mancanza di fiducia di Sirius.

-Se te lo avesse detto, ti avrebbe coinvolto nella faccenda. Tu non avresti parlato, io ne sono sicuro e so che anche Sirius lo sa, ma saresti dovuto andare contro la tua coscienza per mantenere il segreto. Capisci, James?- spiegò suo padre, comprensivo.

James capiva. Era una cosa orribile, ma capiva. Almeno quella parte del discorso, anche se ancora non aveva chiaro il succo della faccenda. Suo padre continuò a spiegare.

-Ti stai chiedendo cosa c'entra quella foto, vero? Vedi, c'è più di un motivo per cui quella foto è pericolosa. I Black non gradiscono affatto la pubblicità. Questo scandalo capita proprio nel momento sbagliato, per la famiglia. Inoltre, cosa che per quel tipo di gente ha un suo peso non indifferente, Remus è un mezzosangue. Il che significa che se i Black hanno visto il giornale, e ci puoi giurare, sono stati avvisati, Sirius ora è in un guaio molto grosso.-

Improvvisamente James capì. -Sono andati a liberarlo, vero? Gli Auror, intendo.-

Suo padre sorrise. -Diciamo a rapirlo, più che altro. Abbiamo organizzato un piano per portarlo via di casa, e siamo fiduciosi che abbia successo. Ma bisognava agire il prima possibile, capisci? Per questo prima non abbiamo avuto il tempo di spiegarti per bene come stavano le cose.-

James annuì. -E adesso?- chiese poi, nervoso. -Cosa facciamo?-

Suo padre sorrise di nuovo. -Adesso aspettiamo. Il giovane Moody tenterà di portarlo fuori di casa con un inganno, e se non ci dovesse riuscire Edgar Bones e la sua squadra faranno irruzione. Intanto il Preside Silente sta sistemando per noi le questioni legali da Hogwarts.-

-Questioni legali?- chiese James.

Fu sua madre a rispondere.

-Il Preside si è offerto di sistemare varie cose, tra cui i documenti di Remus. E' sufficiente una piccola modifica alle carte perché chiunque abbia intenzione di indagare su di lui non possa risalire dai documenti scolastici al suo dossier. Per evitare che qualcuno scopra il suo segreto, capisci James?-

James aveva capito eccome. Aveva capito che la situazione era estremamente rischiosa, e dagli sguardi che i suoi genitori si scambiavano, anche che la buona riuscita della missione non era affatto scontata come gli si voleva far credere.

-Ok, ho capito. Cosa posso fare per aiutare?-

Patricia e Harold sorrisero a James. Peccato che fosse uno di quei sorrisi che significavano "che bravo il nostro bambino", cosa che a James dava un gran fastidio. Lui era praticamente un adulto ormai!

-Dopo pranzo, potresti sistemare la tua camera in modo che ci sia posto per Sirius quando arriverà.- gli disse sua madre, mettendogli davanti un piatto di uova. -Sai tutti quei vestiti sul letto degli ospiti? Potresti rimetterli nell'armadio, ad esempio.-

-E poi,- proseguì suo padre, -potresti mandare un gufo a Remus e spiegargli la faccenda. Chiedi anche se i suoi possono dargli il permesso di passare qui gli ultimi giorni di vacanza. Credo che Sirius avrà bisogno di un po' di supporto morale.-

James annuì. Quando si era offerto di aiutare sperava in un compito un po' più serio, ma i suoi lo fregavano sempre in quel modo. Se si fosse rifiutato di fare quello che gli avevano detto, sarebbe sembrato infantile. James si chiedeva se avrebbero mai imparato a trattarlo come un adulto. Ma in quel momento non era neanche arrabbiato per questo. Solo,  pensava mentre mangiava, era preoccupato per Sirius.

Sua madre dovette accorgersene dalla sua faccia, perché gli accarezzò i capelli già incasinati per conto loro.

-Andrà tutto bene, James.- gli disse.

James sperò che avesse ragione.


I Potter alla riscossa dunque...
Per prima cosa, prima di dimenticarmi, devo fare un discorso sui nomi dei genitori di James. Ho chiamato il padre di James Harold. Quando l'ho fatto, non so perché, ero convinta che fosse veramente il suo nome. Mi suonava talmente bene che credevo che fosse detto da qualche parte, se non nei libri, in qualche intervista a JKR.
Invece qualche tempo fa mi sono resa conto che lo avevo letto in un'altra fanfic. Ormai onestamente lo avevo pensato così e non sono riuscita a cambiarlo (anche perché mi pare abbastanza logico, considerando che James chiamerà suo figlio Harry), però l'idea che mi è rimasta in mente al punto che non ho saputo trovare un altro nome è di Mysid, un'autrice americana, nella sua fanfic "Gaining a Son" (che potete trovare qui), che onestamente vi consiglio se ve la cavate con l'inglese, come pure tutta la produzione di questa autrice eccellente.

A parte il nome, comunque, i genitori di James sono abbastanza ritagliati sui miei genitori, per certe cose soprattutto, quindi credo che sia chiaro che sono parecchio affezionata a loro. Chiaramente, sono personaggi di una fanfic, quindi vorrei commenti sinceri sulla loro caratterizzazione, non la prenderò sul personale!

Di nuovo, infine, chiedo scusa a tutti per il ritardo mostruoso.

E adesso ci sono recensioni che hanno aspettato una risposta fin troppo tempo...

FrancescaAkira89: Ciao! Prima di tutto, scusami per l'attesa. Poi... Come la prenderà Sirius? Ecco, direi che come avevi detto, i suoi genitori sono più il problema. Vedrai presto... Abbi pazienza. Presto andremo a curiosare a Grimmauld Place... Grazie e un bacione!

Serpedoro: Tesoro mio! Dopo che ci siamo sentite ieri sera, fa uno strano effetto di sfasamento temporale risponderti adesso a questa recensione di tanto tempo fa... Un po' come avere una Giratempo e usarla molto a sproposito...
Allora. Prima di tutto se qualcuno osa definirti "puntigliosa e rompiballe" dovrà vedersela con me, e non sarà piacevole... sì, tesoro, anche se quel qualcuno sei tu. Donna avvisata...
Venendo al tuo commento su Bellatrix... be', ora sai. Ogni brava autrice maligna dovrebbe avere una Bellatrix, semplifica il lavoro... che poi prima o poi mi si ritorcerà contro, lo so.
Sono felice che ti piaccia questo Remus giovane. E soprattutto che tu abbia colto le sfumature del suo rapporto con i genitori. I Lupin sono brave persone, ma assolutamente semplici e troppo impreparate per affrontare quello che è successo al loro figlio. Vogliono bene a Remus, sì, ma non capiranno mai. E' che sono loro per primi che non lo accettano per quello che è. Per questo fanno paragoni con James, così esemplarmente normale.
Sai che amo descrivere i Malandrini da giovani. Sono contenta che ti piacciano, tantissimo! Peter e James sono ragionati, da parte mia, nei loro atteggiamenti, ma Sirius... fa tutto da solo. Sirius non ha paura. E' inutile tentare di cambiarlo... Non ha paura nemmeno quando dovrebbe, figuriamoci di Remus!
Sono contenta che ti piaccia Mildred, devo confessare che mi è molto simpatica. Mi sono divertita a pensarla, e in questi casi avere un riscontro su di lei è importantissimo per me!
Su Remus... grazie per la rassicurazione sulla porta. So quanto ami il tuo lupacchiotto, e sappi che ti considero un'autorità in materia, quindi niente come la tua approvazione mi rassicura sul fatto che sia o meno riuscito. Quindi grazie, e non aggiungo commenti sul colore della mia faccia solo perché adesso ho una concreta minaccia di occhi cattivi anche in questa sede... ^_-
Concludo ringraziandoti da parte del povero gufo Zenith, che manda a dire che Sirius non è tanto male come padrone, anche se onestamente la sua corrispondenza estiva gli ha causato più di un grattacapo. Un grazie enorme, un bacione grandissimo e un abbraccio proporzionato a te e a tutta l'allegra compagnia dei tuoi inquilini pazzoidi (e bellissimi, sai a chi mi riferisco... ^_-).

MasterEllie: Il tuo entusiasmo è davvero eccezionale! Mi fa molto piacere che questa storia ti piaccia, vorrei davvero averla continuata in maniera più costante, ma spero di migliorare. E spero che continuerà a piacerti, ma in caso non fosse così, fammelo sapere! Grazie mille a te per aver letto e commentato, e un bacione!

Duchessa: Ciao! remus ringrazia tantissimo per la solidarietà, e io in cambio della partecipazione ti svelerà un segreto: il lieto fine è uno dei miei punti deboli, vale a dire che è una violenza per me evitarlo. Sono un po' allergica alla tristezza, direi. Ti rassicura questo? ^_- Per quanto riguarda Sirius (prossimo capitolo), più che della sua reazione mi preoccuperei della sua famiglia... i Black tendono a essere un filo meno civili dei Lupin. Ti ringrazio per il commento, e un bacione!

Joy: La mia Joy!!! Mi dispiace tantissimo del ritardo, non mi stupirei se tu mi avessi data per morta... Però farò finta di nulla e risponderò come nulla fosse, ma so che mi merito una tirata d'orecchie soprattutto da parte tua...
Sono contenta che ti piaccia Remus. Contentissima, perché so che spesso ci sono di lui visioni molto diverse, e la mia tende ad essere atipica... ma per me è importante che piaccia visto così!
I genitori di Remus... secondo me sono troppo semplici per affrontare la loro realtà. Il riferimento all'anormalità di Remus e alla paura che sua madre prova nei suoi confronti sono le chiavi per capire il loro rapporto, e sono felice che tu li abbia colti! Sirius per contro fa tutto da solo, si rifiuta categoricamente di essere altro che il delizioso incosciente che è, ma questo è un bene, soprattutto per Remus... Molto lieta che ti sia piaciuto il baciamano, e a questo proposito Sirius ne manda uno anche a te perché non sia mai che la cavalleria sia morta! ^_-
Non so, ma sai... credo che se la reazione dei genitori di Remus fosse stata più arrabbiata e meno di delusione, forse per Remus sarebbe stato meglio. Lì per lì magari no, ma gli avrebbe fatto meno male psicologicamente...
Per concludere, per Sirius devi aspettare ancora il prossimo capitolo, ma spero che anche James e la sua famiglia abbiano incontrato il suo gusto... E su Sirius, hai centrato esattamente come si evolveranno le cose. Spero di non aver minato la tua pazienza con questo ritardo.
E prima di salutarti, bisogna assolutamente che ti dica quando ho amato "Contatti fondamentali". Anzi, più che averla amata, devo dirti che mi ha aiutato in un momento di crisi, concentrando la mia attenzione in un momento in cui ero davvero in difficoltà. Per questo non ti ringrazierò mai abbastanza.
Un bacione grandissimo e un abbraccio enorme.

Gaia Loire: Ciao! Sono contentissima che ti piaccia questa storia, e Remus apprezza la tua solidarietà per i suoi genitori. Non sono nemmeno la mia simpatia, sai? Povero Remus. Mi ha fatto moltissimo piacere che ti sia sembrato realistico Remus, davvero, ci tengo moltissimo! Grazie mille della recensione e un bacione.

Eilantha: Ciao! Sono certa che quando hai scritto la recensione avevi un altro concetto di presto, vero? Posso solo chiedere scusa per il ritardo enorme. Sono contenta che la fanfic ti piaccia, e Remus è contento di non essere l'unico a pensare che sia assurdo prendersela per qualcosa di inevitabile come l'identità della persona di cui ci si innamora. Ti ringraziamo entrambi per la partecipazione, e un bacione!

  
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