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Autore: Yuls    13/04/2012    3 recensioni
Hermione fissò meravigliata l’anello d’argento e notò un piccolo serpentello inciso sulla pietra.
Glielo restituì, sorridendo lievemente, mentre il cuore le batteva all’impazzata. Gli occhi grigi la fissavano, enigmatici. La Grifondoro non riuscì a cogliere quali pensieri o emozioni gli passassero per la mente.
Improvvisamente vi notò un cambiamento, un guizzo di qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Percepì che il ragazzo si stava avvicinando a lei, molto lentamente. Chiuse gli occhi, in un gesto istintivo. Sentì il suo respiro sempre più vicino.
Attese, lievemente a disagio, ciò che stava per succedere. Attese, il cuore a mille. Attese secondi, minuti.
Ma non successe nulla. Quando aprì gli occhi, si trovò sola.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Hermione Granger stringeva la bacchetta in mano, tenendola alzata davanti a sé.
«Lumos!» esclamò, varcando il ritratto della Signora Grassa. Ore 21. Iniziava il suo turno di pattuglia per i corridoi.
Niente luna, quella sera. Solo nuvole che annunciavano tempesta.
Dopo aver dato una controllata al settimo piano, scese al sesto e, successivamente, al quinto.
Era già trascorsa una mezz’ora da quando aveva abbandonato la torre e la scuola era stranamente immersa nel silenzio. Hermione si affacciò ad una delle finestre. Il cielo era cupo, si scorgevano lampi in lontananza. Un tuono squarciò improvvisamente il silenzio. Il vento si alzò, facendo ondeggiare le fronde degli alberi della Foresta Proibita e scompigliandole i capelli castani. La Grifondoro rabbrividì e richiuse la finestra. Prima di allontanarsi, però, qualcosa catturò la sua attenzione, un movimento che aveva scorso con la coda dell’occhio: una figura scura, sul prato, camminava furtivamente verso la capanna del guardiacaccia. Hermione cercò di identificarla, aguzzando vanamente la vista. Un lampo spezzò il buio, illuminando brevemente il paesaggio ed il ragazzo, dagli inconfondibili capelli color biondo platino.
La Grifondoro spalancò gli occhi, sorpresa, e si fiondò al piano terra.
 
Draco Malfoy passeggiava annoiato per i corridoi dei sotterranei, disegnando cerchi di luce con la bacchetta.
Quando costatò che lì non vi era nulla da fare, dopo una ventina di minuti decise di salire. Ignorò il seminterrato, territorio dei Prefetti di Tassorosso, e salì ancora, verso il piano terra. Mentre camminava, sempre giocherellando distrattamente con la bacchetta, notò che il portone d’ingresso era semichiuso. Aggrottando le sopracciglia, andò verso di esso, con l’intenzione di richiuderlo, ma, dando un’occhiata fuori, un’ombra sospetta sul prato, che si muoveva abbastanza velocemente, attirò la sua attenzione. Il vento si alzò, mostrando anche le gambe, e solo in quel momento capì cosa fosse quell’ombra. Erano dei piedi. Ma dei piedi non camminavano da soli. Erano i piedi di Potter, il caro Potter che andava a spasso con il suo prezioso Mantello dell’Invisibilità. Ghignando, lo seguì furtivamente, intento a scoprire la sua destinazione. Poco dopo, intuì che il Grifondoro andava a fare una visitina al suo amico Mezzogigante.
Siete entrambi nei guai, Potter!”, pensò e una smorfia di soddisfazione apparve sulla sua faccia.
Proprio in quel momento un lampo balenò nel cielo. Sperando di non essere stato visto da nessuno, continuò a seguire il Prescelto. Solo quando capì che era prossimo alla capanna, si fermò e si nascose dietro ad un albero vicino. Sentì un bussare e capì che Potter era arrivato. Pochi secondi dopo, la porta si aprì e apparve il guardiacaccia che, guardandosi intorno con aria preoccupata, fece un breve cenno al Prescelto di entrare.
Aspettò un paio di minuti, incerto se piombare nella capanna o tornare al castello e aspettare lì Potter. Mentre un’altra folata di vento si alzava, il Serpeverde optò intelligentemente verso la seconda.
Rientrò, poco dopo, chiudendo il pesante portone alle sue spalle. Si piazzò vicino ad una statua e non gli restava che aspettare, immerso nel silenzio più assoluto, interrotto di rado da qualche tuono.
Non passò molto che iniziò a piovere e Draco ghignò al pensiero di Potter che tornava dentro fradicio.
Dei passi rimbombarono. Passi che si avvicinavano, pensava il Serpeverde. Si nascose dietro ad una statua appena in tempo per vedere la Mezzosangue metter piede nell’androne.
Diede una spinta al portone, che si aprì subito, ma non fece in tempo ad uscire che sentì una voce strascicata e divertita, dietro di lei.
«Per l’amor del cielo, Malfoy! Volevi farmi prendere un colpo? Si può sapere che ci fai qui?», chiese Hermione,  agitata, ritrovandosi il ragazzo di fronte a lei e chiudendo velocemente il pesante portone.
«Che cosa faccio e dove vado non sono affari tuoi, Granger.», ghignò lui. “Dannazione”, pensò, “non potrò cogliere Potterino sul fatto…”.
«Non dovresti pattugliare i corridoi vicini alla tua Sala Comune?», chiese la Grifondoro, inarcando un sopracciglio.
«Sai, Granger, potrei dire la stessa cosa di te.».
La giovane si morse un labbro. Per un po’ rimasero in silenzio, mentre il temporale fuori infuriava, accompagnato da tuoni e lampi, semplicemente fissandosi negli occhi.
Un rumore al piano superiore interruppe il contatto visivo.
«Pix!», esclamò furente Draco. «Non gli è bastata l’ultima punizione del Barone Sanguinario…», aggiunse, dirigendosi verso le scale. Hermione, involontariamente, lo seguì.
Così, quando Harry Potter rientrò zuppo nel castello, pochi minuti dopo, non trovò nessuno ad essergli d’intralcio.
 
***

Draco si fermò di scatto e Hermione gli finì quasi addosso.
«Cosa pensavi di fare?», chiese lui, fulminandola con lo sguardo.
La Grifondoro non rispose.
«Senti…io volevo domandarti una cosa.», disse lei improvvisamente. Il cercatore la guardò interrogativo.
«Non qui.», disse lui spiccio, ripensando al rumore di poco prima e trascinandola per una manica della divisa. Lei si oppose, lo sguardo timido svanito dai suoi occhi.
«Capisco che ti faccia schifo essere visto insieme ad una Mezzosangue, come me, ma siamo in un dannato corridoio buio del primo piano e sono le dieci di sera. Non c’è anima viva, qui. Chi vuoi che ci veda?», sbottò, stizzita.
Il Serpeverde si limitò ad alzare gli occhi al cielo. Aveva frainteso, pensò.
«Non è per questo.», disse. Ora fu lei a guardarlo interrogativo. «Pix.», spiegò semplicemente.
Lei annuì e indicò un’aula vuota. «Possiamo nasconderci lì.».
Lui sbuffò, sistemandosi una ciocca di capelli ribelli. «Pix ama le aule vuote.», borbottò annoiato.
«Andiamo», aggiunse poi, trascinandola.  
«Dove?», chiese la Grifondoro confusa.
«Nei sotterranei non penso che ci disturberà.», rispose lui, con un ghigno mentre camminavano velocemente.
Quando finalmente arrivarono a destinazione, si fermarono entrambi, ansimando.
«Parla.», disse, quasi fosse un ordine.
«Qualche settimana fa…io e Ginny siamo andate in riva al Lago, a passeggiare. Ti ho visto…», bofonchiò, in difficoltà.
«Probabile.», rispose, sovrappensiero.
«Eri insieme al carlino.», aggiunse la ragazza. Il Serpeverde rise per pochi istanti. Hermione lo guardò affascinata, non ricordando quando l’avesse mai visto fare una cosa simile. “E’ veramente bello”, si ritrovò a pensare.
Rendendosi conto di ciò che aveva appena pensato, rinsavì e disse: «La stavi rincorrendo. Lei rideva e urlava e…», ma non riuscì a proseguire.
Draco la guardò per un momento, aggrottando le sopracciglia. La Grifondoro fraintese il gesto: lui non cercava di rammentare…quel momento se lo ricordava benissimo, ma non riusciva a capire perché alla Mezzosangue interessasse tanto il rapporto tra lui e Pansy.
Hermione pensò che le avrebbe risposto in malo modo oppure con una battuta tagliente, invece, non fu così.
«Mi aveva preso questo.», disse semplicemente, mostrandole un bellissimo anello con una pietra verde smeraldo sopra. La Grifondoro allungò involontariamente la mano verso di esso, per guardarlo da vicino, ma solo quando avvertì il contatto con la sua mano, arrossì. Il ragazzo, invece, parve non accorgersi di niente e non ritrasse la mano al tocco, anzi, sfilò l’anello e glielo diede.
Hermione fissò meravigliata l’anello d’argento e notò un piccolo serpentello inciso sulla pietra.
Glielo restituì, sorridendo lievemente, mentre il cuore le batteva all’impazzata. Gli occhi grigi la fissavano, enigmatici. La Grifondoro non riuscì a cogliere quali pensieri o emozioni gli passassero per la mente.
Improvvisamente vi notò un cambiamento, un guizzo di qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Percepì che il ragazzo si stava avvicinando a lei, molto lentamente. Chiuse gli occhi, in un gesto istintivo. Sentì il suo respiro sempre più vicino. Attese, lievemente a disagio, ciò che stava per succedere. Attese, il cuore a mille. Attese secondi, minuti.
Ma non successe nulla. Quando aprì gli occhi, si trovò sola.
 
***

Hermione risaliva le scale senza fretta. I suoi passi risuonavano delicati contro le mura di pietra.
Erano le 22.50 quando entrò nella Sala Comune. Salutò Ron, che usciva per darle il cambio, e si abbandonò sulla poltrona più vicina.
C’erano pochi studenti ancora svegli: qualcuno studiava, qualcun altro giocava con le Gobbiglie o agli Scacchi Magici.
Salì nel dormitorio femminile a prendere un libro, e tornò giù, accomodandosi su una delle poltrone libere vicine al camino.
Immersa nella lettura, non sentì Harry sedersi vicino a lei, con un asciugamano in testa.
Quando finalmente si accorse di lui, una dozzina di minuti dopo, scoppiò a ridere.
«Ma che diamine hai in testa, Harry?,» sogghignò.
«Mi sono bagnato. Sono stato da Hagrid.», rispose il ragazzo, fintamente offeso.
«Con questo temporale? Sei impazzito, per caso? Per le mutande di Merlino…ti sarai preso un malanno!», disse lei, un po’ preoccupata.
«Non preoccuparti. Senti…vado a dormire.», la salutò e poi venne scosso da uno starnuto.
«Lo sapevo.», ribadì Hermione, tornando al suo libro.
Poco dopo, scivolò in un sonno profondo.
Mentre la Grifondoro dormiva, non si accorse che alcune lacrime le erano sfuggite sulle morbide guance.
 
***
Come up to meet you, tell you I’m sorry, 
You don’t know how lovely you are. 
I had to find you, tell you I need you, 
Tell you I set you apart. 

Tell me your secrets and ask me your questions, 
Oh, let’s go back to the start. 
Running in circles, coming in tales, 
Heads are a science apart.
 
 
.:: Note ::.
Eccoci finalmente giunti al quinto capitolo di questa fanfiction!
Vi ho forse incuriosito con il titolo? Cosa vi aspettavate di leggere? LOL
Nell’ultimo pezzo della storia avrete notato un pezzo di una canzone molto famosa, “The Scientist”, dei Coldplay. Credo che dal punto di vista di Draco sia veramente appropriata…non pensate?
Il prossimo capitolo sarà ambientato a Hogsmeade.
Aspetto le vostre recensioni e, come al solito, ringrazio SheWantsAcake, Foe e XanderXVII per i loro commenti!
Alla prossima. :3
Kisses,
Yuls.
  
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