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Autore: CandyCaine    13/04/2012    2 recensioni
Seguito di Dirty Deeds di ROSEGONEWILD. L'innocente Martin è convinto che quanto è accaduto fra lui e Simon sia solo risultato del troppo alcool. E se invece stesse soltanto mentendo a se stesso?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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simonmartin Titolo: So fuckin' innocent
Autrice: Hellfire
Fandom: Crashdiet
Paring: Martin / Simon
Rating: R
Summary: Seguito di Dirty Deeds di ROSEGONEWILD.  Martin è convinto che quello che è successo fra lui e Simon sia stato causato solo dal troppo alcool. E se invece stesse soltanto mentendo a se stesso?
Disclaimer: Fanfiction scritta senza alcuno scopo di lucro. I Crashdiet purtroppo non mi appartengono, maledizione. La canzone Rock Down This Place è degli Hell in The Club; se non li conoscete ascoltateli, perchè sono dei grandi.

I won't take it
there is no evidence
so stop telling me you are so fuckin' innocent
rock down the place and we'll be fine
[Hell In The Club - Rock Down This Place]


Martin Sweet non era mai stato un tipo codardo, ma aveva dovuto ammettere a se stesso che davanti ad un certo tipo di situazione la cosa migliore era scappare a gambe levate e non voltarsi indietro - specialmente se c'era il rischio di ritornare sui propri passi dando anche una sola fuggevole seconda occhiata a ciò che si abbandonava.
Nella fattispecie ciò che il chitarrista stava lasciando era un piccolo errore intercorso in una notte di troppo alcool, in cui si era ritrovato nel mezzo di un rapporto un po' troppo intimo con il suo cantante Simon Cruz. Dopo la serata trascorsa a casa di Cruz i due non avevano più parlato di quello che era successo; e se anche Simon avesse voluto farlo, Martin non era della stessa opinione. Era meglio fingere semplicemente che non fosse mai successo, minimizzare tutto ad un semplice deragliamento della vita dai binari saldi della normalità.
Sweet era e rimaneva etero, era e rimaneva fidanzato; e Simon era e rimaneva null'altro che un amico ed il cantante dei Crashdiet.
Per quanto il chitarrista continuasse a ripetersi queste cose, c'erano tuttavia dei momenti in cui gli pareva di essere sull'orlo di dimenticarlo ancora una volta; certi attimi in cui lo sguardo di Simon incrociava il suo in uno scintillare di oscena impudicizia sul fondo di quegli occhi glaciali, oppure quando, quale che fosse la ragione, capitava loro di sfiorarsi e scosse elettriche di inaudita violenza sembravano scuoterli fin dentro l'anima.
Imperfezioni che Martin cercava di annegare nel contenuto alcolico di qualche bicchiere - ma facendo bene attenzione a non bere come aveva fatto quella sera, perchè sapeva che allora sarebbe stato straordinariamente difficile controllare certe inconfessate pulsioni che teneva confinate nell'angolo più recondito della sua mente.
Ad ogni modo il comportamento di Simon non lo aiutava di certo; sembrava che il cantante sapesse anche meglio di Martin stesso ciò che lui provava, e per quanto non facesse effettivamente nulla più che guardarlo in quel certo modo o sfiorarlo appena o sorridergli in quella maniera obliqua e indecifrabile, queste semplici cose erano più che abbastanza. E Martin si ritrovava a sperare che cercare di evitare quel maledetto demonio tentatore con la cresta fosse sufficiente a continuare a salvargli l'eterosessualità e la ragazza.
Rispettando a pieno la sua tattica dell'evitare Simme, al termine di un indiavolato concerto in un pub di Goteborg Martin aveva cercato di sparire sul tourbus il più in fretta possibile, sperando che le lusinghe alcoliche del bancone o quelle lussuriose di una delle tante ragazze fossero abbastanza da distrarre il suo cantante. Sdraiato nella semioscurità si era ritrovato a bere birra e rimurginare, stando bene attento a non permettere alla sua mente di deviare verso quella certa notte; rifletteva in quel momento su un riff che aveva in testa da un po', e perciò la voce roca e sensuale che gli risuonò improvvisamente all'orecchio per poco non gli fece pigliare un infarto.
<< Sweet. Cosa fai tutto solo? >>
Simon Cruz, decisamente sbronzo, era comparso dal nulla con una bottiglia di Corona in mano ed uno sguardo di quelli che erano puro peccato. Senza nemmeno rendersene conto Martin era schizzato in piedi, e cercava di allontanarsi dall'altro.
<< Cruz. Sei sbronzo. >>
<< Beh non puoi mica essere sempre tu quello ubriaco fra noi due no? >> ridacchiò il cantante, avvicinandosi pericolosamente - l'altro si ritrovò con le mani appoggiate al suo petto, e lo spinse via come se scottasse.
<< Non ciondolarmi addosso. >>
<< Perchè? Ti da fastidio? >> Simon gli si avvicinò di nuovo, ancora di più, facendo arretrare Martin fin contro la parete. << Non dovrebbe darti nessun fastidio...voglio dire, tu hai detto che sei etero, no? Che non ti era piaciuto quello che è successo fra noi....quindi che ti agiti a fare? >>
<< Fanculo. Togliti di dosso. >> lo rimbeccò malmostosamente il chitarrista, cercando di nuovo ed inutilmente di spingerlo via. Era così vicino che riusciva a sentire il profumo pungente della sua pelle, e sentiva anche i suoi muscoli sotto le dita mentre gli premeva contro il petto, toccando e sfiorando forse più di quanto non fosse necessario.
Simon sorrideva quella sua piccola smorfia da belva, e lo guardava fisso e teneva le mani ben salde sul muro dietro di lui, il corpo appoggiato appena contro quello di Martin, quanto bastava perchè i loro fianchi si sfiorassero e lui potesse sentire quello che l'altro cercava inutilmente di nascondere e di negare.
<< Sweet. Piantala di fare l'innocente. Non ci credi nemmeno tu. >> mormorò, praticamente sulle labbra dell'altro.
E fu precisamente in quel momento che Martin Sweet mandò al diavolo la realtà, quando si ritrovò senza sapere bene come ne perchè ad afferrare Simon per baciarlo violentemente, trascinandolo praticamente sopra di se.
<< Chiudi quella cazzo di bocca Cruz. Prima che io cambi idea di nuovo. >>
Ma a quel punto Simon non sembrava avere più alcuna voglia di parlare, impegnato com'era ad infilargli la lingua in bocca. Baciava come se potesse rubare l'anima - e forse era più di una sola sensazione; comunque Martin non voleva pensarci in quel momento, non mentre le sue mani trovavano la strada sotto la maglietta sbrindellata del cantante, non mentre lo sentiva premergli duro e bollente contro l'ombelico.
I rimorsi e il senso di colpa sarebbero venuti con l'alba; la notte non era il tempo dell'innocenza. Non più.



  
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