Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _loveHoran97_    13/04/2012    9 recensioni
La bambina era in lacrime, in quella grande piazza circondata da persone che giravano per i banchi del mercato rionale, l'odore di pesce fresco e il profumo di zucchero filato nell'aria. Già, c'era molta gente e questo la impauriva ancora di più. Gli occhi rossi, le guance rigate dalle lacrime che non smettevano di scendere.
"Ho paura" pensava "dove sei?".
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spazio dell'autrice (?)
SI SI LO SO, SONO UN DISASTRO. AGGIORNO TARDI E IL CAPITOLO FA PURE SCHIFO, VABBE' ç_ç
Spero che comunque apprezziate. VI CONSIGLIO DI METTERE UNA CANZONE CHE A VOI PIACE DI PIU' COME SOTTOFONDO, FA PIU' ATOSFERA (?)
Ricordate di passare alla mia fanfiction nuova nuova "Fall In Love" :)
NON FATEMI SENTIRE IL CAPITOLO SOLO, LASCIATE UNA RECENSIONE CHE E' SEMPRE GRADITA :D
Buona lettura

ALULULU

_loveHoran97_ xx

-------------------------------------

“Ragazzi Adam era con voi no?!” chiese allarmata Elisabeth.
Liam stava per parlare ma venne interrotto.
Elisabeth, eccoti dov’eri!”. La ragazza si sentì mancare. Il suo cuore cominciò a tamburellare forte nel suo petto.
Jennifer? Che ci fai qui?! Credevo fossi a casa!”
“Sono venuta con Margareth, non sono qui da tanto”
“E la piccola dov’è?”
“Era con Adam, pensavo fosse con te!”
.
La ragazza si aggrappò al braccio di Louis e cercò di non perdere i sensi.
“Mamma!” si girò di scatto e vide la piccola correre verso di lei, in lacrime.
Maggie cos’hai? Stai bene?!” chiese abbracciandola, ma Margareth non si calmava.
“A-Adam è.. è…” riprese a piangere, più di prima.
Maggie, cosa è successo ad Adam? Dov’è?!”.
La bimba indicò il corridoio che portava al palco.
Elisabeth consegnò  Margareth tra le braccia di Jennifer e corse verso la direzione indicatole, seguita da Louis.
Correva, quel corridoio le pareva così stretto e infinito. Capitò davanti ad una grande porta che subito aprì. Vide un altro corridoio che portava al palco.
Si irrigidì, portò le mani alla bocca e gli occhi piano piano le si appannavano.
Si buttò a terra noncurante dello sporcarsi con il liquido rosso scuro che aveva creato una grande macchia sul pavimento e scrollò il petto del ragazzo ormai inerme.
Louis appena entrò sgranò gli occhi nel vedere la scena: Adam su una pozza di sangue e Elisabeth che cercava inutilmente di svegliarlo urlando il suo nome.
Vicino al corpo c’era una cassa ribaltata.
Durante il terremoto di qualche minuto prima doveva essere caduta e finita addosso ad Adam.
Subito Louis chiamò un’ambulanza che dopo qualche minuto arrivò.
Gli infermieri stavano caricando Adam sulla barella.
Intanto anche gli altri ragazzi videro la scena e invitarono Jennifer a tornare a casa con Margareth.
Elisabeth si era allontanata solo di qualche passo, le gambe sporche di sangue, Louis la sorreggeva tenendole un braccio intorno alla vita.
“Piccola cerca di calmarti” le diceva lui ma con scarsi risultati.
Decisero di cancellare il concerto, Elisabeth raggiunse l’ospedale in ambulanza con Adam mentre i ragazzi presero l’auto.

La ragazza si rivedeva in 5 anni prima.
Una delle persone più importanti della sua vita la stava lasciando.
Perché? Perché tutte a lei? Che aveva fatto per meritarsi ciò?
Stava andando tutto bene, un brutto capitolo della sua vita si era appena chiuso e ora se ne stava aprendo uno altrettanto tragico.
Ma in quel momento non pensava a quello, non pensava che forse un giorno tutto il dolore che aveva provato e stava provando sarebbe stato ricompensato con la felicità.
In quel momento vedeva in modo appannato il suo migliore amico sdraiato su quella barella e stringeva la sua mano nella propria.
Avrebbe fatto di tutto per farlo stare meglio, le sarebbe piaciuto se si potesse realmente trasmettere propria energia vitale: non avrebbe esitato a farlo.
Ma purtroppo queste scene si vedono solo in tv, e lei detestava questo.
Odiava il fatto di essere completamente inutile di fronte al suo amico in difficoltà, quando lei aveva un problema lui c’era sempre e insieme lo superavano.
Si odiava. E ora? E ora lei si trovava tra le braccia di Louis, dove l’unica cosa che poteva fare era piangere e pregare.
Erano su quelle scomode sedie ormai da un ora.
Davanti a loro c’era la grande porta che portava alla sala operatoria dove dentro c’era Adam.
Più il tempo passava, più Elisabeth tornava indietro nel tempo, a quando era bambina, a quando pregava dietro quella porta che portava alla stanza dove operavano i genitori, a quando il suo cuore ha perso un paio di battiti per poi ripartire in modo rallentato e infine ha tamburellato forte nel petto.
Non doveva succedere anche questa volta, no.
*Bip… Bip… Bip…*
Ogni suono di questo genere la agitava, la metteva in ansia. Stringeva con forza la maglia del ragazzo su cui era poggiata.
*Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip*
Lei spalancò gli occhi.
Esattamente come 5 anni prima.
Da quando i suoi genitori vennero a mancare imparò a cavarsela da sola, diventò una ragazza forte e responsabile.
Soprattutto grazie a lui, il suo migliore amico.
Si erano conosciuti quando erano ancora molto piccoli: le loro madri si conoscevano dai tempi del liceo.
I 2 avevano un rapporto stupendo l’uno con l’altro. Perderlo sarebbe stato troppo.
Immediatamente si alzò e corse nella sala. Era confusa, scioccata e spaventata allo stesso tempo.
Tra le lacrime riusciva a vedere Adam circondato da medici allarmati e con diversi tubicini addosso.
Era stordita, non sapeva effettivamente cosa stava facendo, ma non poter più vedere Adam l’avrebbe sicuramente distrutta.
Andò velocemente verso di lui, urlò di non andarsene, di restare con lei finché un infermiere la prese per le braccia e la portò fuori dalla sala.
Lei scalciava, urlava, piangeva, tremava.
Una volta fuori venne lasciata davanti alla porta, le era stato vietato di entrare di nuovo perché non le era permesso.
Guardò i ragazzi in piedi davanti alle poltroncine, avevano un’espressione triste.
Liam addirittura piangeva.
Louis accolse nuovamente Elisabeth tra le sue braccia. Lei era completamente sconvolta: singhiozzava, tirava leggeri pugni al petto del ragazzo e scrollata la testa dicendo ripetutamente ‘no’.

1 ora dopo.

Il medico uscì dalla sala, immediatamente Elisabeth gli si avvicinò seguita da Louis che la sorreggeva.
“…Quindi?”
“L’operazione… poteva andare meglio”
le rispose.
Lei strinse il braccio di Louis: Adam è… è… m-morto?” si mise a singhiozzare.
Lui le posò una mano sulla spalla: “No, ma è in coma… Se non si sveglia entro domani sera… Non ci sarà più niente da fare”
Lei portò una mano alla bocca e si girò verso Louis che prontamente la abbracciò.

Il giorno dopo

Elisabeth, vai a casa. Sei stata tutta la notte qui e devi riposare..”
Louis, mi prendi in giro?! Se oggi non si sveglia, lui… lui…”
lei non riuscì a finire la frase. Il ragazzo la abbracciò la dietro, lei riprese: “io non posso lasciarlo… Lui non se ne deve andare”

[…]

“Signorina, mancano poche ore... Io non credo che…”
“La prego, mi dica che devo fare! Io... non posso vivere senza di lui…”
“Provi a parlarci… Gli racconti di lei, gli racconti bei ricordi… Aiuta molto questo”
la rassicurò il medico.
Subito dopo uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Elisabeth si sedette sulla sedia affiancata al letto e strinse la mano dell’amico nella sua.
Lo guardò e pensò al passato, a quando Adam riusciva ad aiutarla a superare ogni problema.
Per lei c’era SEMPRE. E ora? Ora era lei a non esserci per lui.
E questo perché? Perché era con LouisLOUIS
Si sentiva terribilmente in colpa per questo, sicuramente non sarebbe più riuscita a comportarsi come prima con il ragazzo che stava per baciare finchè il suo migliore amico rischiava di morire, no di certo.
“Sai Adam… Il dottore ha detto che ti devo parlare del passato, che questo aiuta. Ricordi quando avevamo 8 anni? Hai assistito per la prima volta ad uno dei miei più importanti spettacoli di danza. Eri tra il pubblico con i miei genitori, ricordi? Mh? Io ero così agitata, poi vi ho visti e subito mi sono calmata…” prese lentamente a singhiozzare, cercando di non cancellare il sorriso dal volto “Quel giorno eri lì, con loro. Ora loro stanno assistendo alla mia vita da lassù, proprio come quel giorno assistevano al mio spettacolo. Adam, io ho bisogno di te qui. Ti prego non seguirli, non diventare anche tu uno spettatore. Io devo averti con me… Piccolo se riesci a sentirmi, lanciami un segnale. Ti devi svegliare Adam!” i singhiozzi erano più forti, ormai la sua espressione era addolorata “Ti prego…”.
Poggiò la testa alle braccia, arrendendosi ormai all’idea che non lo avrebbe più avuto con lei.
Si sentì stringere leggermente la mano, alzò la testa di scatto.
Vide Adam strizzare gli occhi, muovendo piano la testa verso di lei.
Ormai le lacrime scendevano come pioggia sulle guancie di Eisabeth. Adam, svegliati. Ti prego Adam! Riesci a sentirmi? Adam…” lui mugugnò qualcosa:
“N-non piangere… S-sono qui, con te…”.
Lei lo abbracciò, senza stringerlo troppo per non fargli male.
“Ti amo Adam
“Anche io piccola”
.
Già, l'amore fraterno che provavano l'uno per l'altra non sarebbe sparito, MAI.

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _loveHoran97_