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Autore: dreamyD    14/04/2012    2 recensioni
Ennesima storia sui Malandrini come ne ho lette tante ma, dato che non posso conoscerle tutte, mi scuso se dovessero esserci delle somiglianze con altre storie. giuro che questa è tutta farina del mio sacco ma che ne so se magari qualcuno non ha un sacco simile al mio? Vorrei riuscire a raccontare la storia dei miei Malandrini dal primo al settimo anno e magari anche dopo chissà... Recensite grazie *dD*
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Finalmente Liberi

 

 

Sirius Black non vedeva l'ora di scappare via, su quel treno che finalmente l'avrebbe portato lontano da sua madre. La stessa madre che gli stava di fronte e tenendolo per un braccio affinché non scappasse gli sibilava minacce e ordini, restando però composta ed elegante. Il ragazzino non aveva mai capito la capacità di sua madre di rivolgersi con disprezzo e rimprovero a lui e contemporaneamente rivolgere qualche sorriso in giro e salutare con calore sua cugina Narcissa. Erano quasi le undici e sua madre ancora non lo lasciava andare, quindi Sirius prese l'unica decisione possibile: guardò con occhi un po' supplicanti suo padre, Orion, perchè lo aiutasse.

«Cara, lascia andare il ragazzo. È quasi ora e un Black non ritarda mai»

«Va bene , Orion, ma ragazzo...vedi di comportarti come si confà ad un Black, non rivolgere parola ai Nati Babbani e ricordati che i Sanguesporco e i Mezzosangue sono...»

«...Inferiori a noi..lo so lo so!» la interruppe Sirius, guadagnandosi uno sguardo di rabbia dalla donna e uno di rimprovero dal padre. «Ciao Reg, scrivimi e non sentire troppo la mia mancanza! E mi raccomando, fa il bravo!» aggiunse poi, imitando un tono pomposo e sfoderando un ghigno in direzione del fratellino che gli sorrise sotto i baffi e lo salutò con una mano mentre Sirius scappava via, evitando lo scappellotto di suo padre e sua madre che gli ricordava di scriverle la sera stessa. Salito sul treno, Sirius si fermò, fece un respiro profondo e sorrise. Era libero.

 

**

James Potter era felice. Lui era quasi sempre felice ma quel giorno di più. Sua madre lo abbracciava da almeno tre ore, suo padre lo guardava con soddisfazione e un po' di malinconia e lui invece osservava con ansia e trepidazione il treno che lo avrebbe portato verso un anno che, ne era assolutamente certo, sarebbe stato fantastico!

«Mamma...mamma mi soffochi...mamma è quasi ora..mamma mi metti in imbarazzo...mamma lasciami dai!»

«Suvvia, tesoro, lascialo respirare! Non va mica in guerra! Lo rivedrai a Natale...» intervenne il padre in suo aiuto,guadagnandosi uno sguardo di sollievo dal figlio e uno di umida offesa dalla moglie, che però liberò James dalla presa e gli stampò due grossi baci sulle guance.

«Mamma!!!» protestò subito lui, strofinandosi le guance. Poi però tornò subito a sorridere e si voltò verso il treno pronto a correre via ma..

«Fermo qui signorino!» lo fermò subito sua madre. James si voltò con un sospiro.

«Prima voglio un bacio» con una smorfia James le baciò la guancia, «Promettimi che mi scriverai stasera: voglio sapere dello smistamento!»

«Ok mamma. Posso andare ora?» ricevuto il cenno d'assenso di lei si voltò sorridente verso suo padre, lo abbracciò velocemente e ricevette un bacio furtivo e pungente a causa dei baffi.

«Ciao mami! Ciao papi!» urlò poi, già correndo verso uno sportello.

«Ciao James! E fai il bravo!!» gli gridò dietro sua madre, salutandolo con la mano. Salito sul treno, James si fermò, fece un respiro profondo e sorrise. Era libero.

 

**

Remus Lupin abbracciava sua madre che lo teneva stretto. Non si vergognava di piangere, aveva ben altro di cui vergognarsi lui.

«Kara, Remus...è ora di andare...» intervenne suo padre esitante.

Remus strinse per l'ultima volta sua madre e si staccò da lei, asciugandosi le lacrime.

«Sei ancora sicuro di volerci andare Rem?» chiese per l'ennesima volta lei, sollevandogli il mento con una mano e asciugandogli l'ultima lacrima che era rimasta lì, intrappolata tra le ciglia.

«Sì mamma. E papà ha ragione, devo andare.»

«Promettimi che ci scriverai stasera. E che farai attenzione. E che se sarà troppo per te tornerai a casa subito. E che...»

«Sì mamma me l'hai già detto.» la fermò subito Remus. «Non preoccuparti per me, Silente sa quello che fa e io non ho paura.» mentì poi, consapevole che altrimenti non sarebbe più salito su quel treno.

«Fa il bravo» disse ancora lei, riluttante a lasciarlo andare.

«Tesoro, lascialo andare, lui è sempre bravo! E Rem...mi raccomando sta attento e divertiti!» lo salutò suo padre,abbracciandolo velocemente.

«Va bene. Ciao papà, ciao mamma! Mi mancherete!» e scoccato un ultimo bacio sulla guancia della madre si liberò della sua stretta e corse via. Salito sul treno, Remus si fermò, fece un respiro profondo e sorrise. Non sarebbe mai stato davvero libero ma questa era la cosa che più si avvicinava alla libertà.

 

**

«Peter Minus non osare combinare i tuoi soliti disastri! E non abbuffarti! Comportati bene e...»

Peter sospirò. Sua madre stava ripetendo le stesse identiche cose che gli diceva da almeno tre giorni.

«Sì mamma, sì mamma, sì mamma. Mamma posso andare ora?» la interruppe.

«Certo caro, ma mi raccomando...»

«Sì mamma lo so! Però ora lasciami, è tardi!» la fermò di nuovo, prima che potesse ricominciare con le raccomandazioni. La donna lo abbracciò, si strinse nel suo cappotto un po' sdrucito e lo guardò negli occhi.

«Peter, ricordati che tu sei come tutti gli altri. Non farti condizionare dai bulli che c'erano qui perchè tu sei speciale, non un mostro ok?» disse seria.

«Ok, mamma. Salutami anche papà! Ciao!» le urlò mentre già scappava verso il treno che lo avrebbe portato verso una nuova vita, lontano da quel Peter Minus deriso e triste che era laggiù.

«Scrivimi stasera!» gli gridò sua madre, mentre lui era già lontano.

Salito sul treno, Peter si fermò, fece un respiro profondo e sorrise. Era libero.

 

**

Lily Evans aveva appena finito di discutere con sua sorella, ma non piangeva. Non era un tipo che piangeva molto. Adesso era abbracciata alla madre, in braccio al padre che le accarezzava i capelli.

«Papino mettimi giù...mamma lasciami! È ora di andare!» le sarebbero mancati, ma aveva una voglia terribile di correre verso il treno e da Severus. I suoi genitori si staccarono da lei e la guardarono. Lei ricambiò lo sguardo e sorrise, un sorriso felice che i suoi ricambiarono immediatamente.

«Ciao tesoro, fa la brava e studia! Ma soprattutto divertiti...» le disse suo padre con un occholino che riservava sempre solo a lei.

«Certo che sarà brava!» intervenne sua madre «Amore scrivici! Stasera stessa ok?»

«Ok mamma. Ciao!» disse mandando un bacio con la mano.«Salutatemi Petunia!» aggiunse poi con una piccola smorfia guardando la sorella che picchiettava il piede a terra, guardando con disgusto tutto ciò che la circondava.

Dopo un ultimo bacio da parte di sua madre, la bimba corse via, i lunghi capelli rossi che si distinguevano tra la folla. Salita sul treno, Lily si fermò, fece un respiro profondo e sorrise. Era libera.

 

**

Severus Piton guardava con desiderio il treno. Si era già cambiato, liberandosi con sollievo dei suoi orribili vestiti babbani.

«Severus...fa il bravo. E salutami quella bambina con cui passi tanto tempo!» aggiunse, facendolo arrossire.

«Ma madre come..?»

«Sono tua madre, Severus. Mi basta osservarti. E poi il parco non è poi tanto distante da casa nostra!» disse con un piccolo sorriso.

«Ok. Ora posso andare?» chiese il ragazzo, ansioso di correre da Lily, lontanoda suo padre, da sua madre, da quella vita orribile...

«Certo Severus. Non combinare guai e scrivimi stasera per farmi sapere dello smistamento!»

«Va bene. Ciao» disse, cercando di scappare. Sua madre però lo afferrò per un braccio e lo strinse brevemente a sé, facendo arrossire entrambi.

«Come farò io senza di te, Severus? Senza il mio ometto?» sussurrò tra i suoi capelli.

«Mamma, devo andare...»

«Sì, scusami.» disse lei, arrossendo ancora un po' e ricomponendosi. «Ciao Severus!»

«Ciao!» le disse lui, correndo via.

Salito sul treno, Severus si fermo, fece un respiro profondo e sorrise. Era libero.

 

**

«Sunny, Sunny, non lasciarmi!» sua sorella le stava attaccata ad una gamba e piangeva disperata.

«Angie, amore, lasciami andare» disse lei, chinandosi e abbracciandola, facendola salire sulle sue gambe, in precario equilibri accovacciata a terra.

«Sun, è ora» le ricordò sua zia Mary.

«Sì, hai ragione. Angie fai la brava, niente capricci.» disse seria alla sorellina, consapevole che, a dispetto del suo nome, quella bambina un angelo non lo era proprio. Non era cattiva, solo vivace!

«Sì Sunny! Farò la bravissima! Tu scrivimi però...»

«Angela ha ragione. Scrivici stasera! E fai anche tu la brava, studia e comportati bene!» le raccomandò la zia.

«Certo. Angie, dammi un bacio!» le disse, stringendola forte mentre lei le schioccava un enorme bacio sulla guancia.

«Ciao Sunny!» le disse poi.

«Ciao amore. Non piangere e dai un bacio anche a papà!»

«Sì Sunny!»

«Ciao, tesoro, ora vai!» le disse sua zia.

«Ciao, mi mancherete!» gridò la ragazza correndo verso il treno. Era triste di lasciare lì la sua sorellina, ma era ansiosa di cominciare una nuova vita, lontana da tutti quei problemi.

Salita sul treno, Sunshine si fermò, fece un respiro profondo e sorrise. Era libera.

 

-Fine capitolo-

 

 

Spazio dell'Autrice

Questo è il mio primo tentativo di scrivere una ff che non sia una one-shot demenziale, ma non so se continuare o no. Se vi piace vi prego di dirmelo così magari la continuo, altrimenti niente. Quindi recensite! Il finale della parte di Rem è diverso dagli altri perchè non l'ho mai immaginato come una persona che si sente davvero libera quindi...dovevo dire anche altre cose ma non me le ricordo più quindi se avete domande basta chiedere! Un bacio.

*dD*


 

  
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