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Autore: JonasInMyMind    14/04/2012    9 recensioni
One day it will become true
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

 

LIAM'S POV

 

Mi rigirai nel letto.Niente, non riuscivo a dormire. In quegli ultimi giorni mi capitava spesso; appena chiudevo gli occhi, la mia mente si affollava di mille pensieri. Avevo l'impressione che la mia vita fosse una corsa senza traguardo, in cui tutto ciò che mi circondava andava talmente veloce da non lasciarmi neanche il tempo di godere e amare quello che avevo. Una corsa che strappava le radici appena nate, una corsa costituita da anelli che non riuscivano ad unirsi nella propria catena, una corsa in cui ero rimasto irreparabilmente indietro incapace di raggiungere il resto. All'inizio pensavo che ricominciare ogni volta da capo sarebbe stato bello, avrei potuto accantonare finalmente i miei errori. Ma non ci impiegai molto tempo per capire che questo non sarebbe mai accaduto. Anche se non c'erano gli altri che me li rinfacciavano, che me li facevano pesare senza rimedio, dentro di me non sarei mai riuscito a dimenticare la loro esistenza e a togliere quel macigno che sentivo costantemente sul mio petto. Sentivo di aver bisogno, anche solo per un momento, di fermarmi e riprendere il respiro, fermarmi e capire chi davvero fossi, fermarmi e guardarmi attorno. Già, a volte mi chiedevo come sarebbe poter vedere la propria vita dall'esterno, come se fosse quella di uno sconosciuto. Premere il tasto “pausa” e “play” secondo le tue esigenze, proprio come un film. Quando si tratta di dare consigli agli altri, tutto sembra chiaro, ma quando al contrario i problemi riguardano te, beh riconoscere la strada giusta diventa improvvisamente difficile. I sentimenti, sì. Erano loro i veri colpevoli, erano loro ad offuscarti la vista... o il cuore. Mi domandavo perchè non ero come gli altri ragazzi, perchè non riuscivo a prendere la vita così come veniva. Sapete come ci si sente quando tutte le certezze che hai avuto finora,improvvisamente...crollano?! Ma la vita è piena di ostacoli e di certo io non mi sarei arreso al primo. Aprii gli occhi: Ero circondato da un buio soffocante. Se fossi rimasto un solo secondo in più nel letto sarei uscito pazzo, perciò decisi di andare a fare una doccia. Lasciai che ogni goccia d'acqua strappasse via dalla mente ogni pensiero,ogni dubbio,ogni incertezza. Sì, ero stanco di limitarmi a sopravvivere, questa volta avrei iniziato a godere ogni singolo istante, consapevole delle conseguenze in cui sarei potuto andare incontro. Afferrai la mia chitarra nell'angolo della stanza e premetti le dita sulle corde tese. Lasciai che tutti i miei pensieri attraversassero il mio corpo e arrivassero alle mani, trasformandosi così in nuove note. Passarono secondi, minuti, o forse anche ore, sapevo solo che quando stringevo quello strumento mi sentivo finalmente in pace con me stesso.

Ecco che suonò la sveglia programmata “inutilmente” la sera prima:7 A.M.

Indossai un jeans nero e infilai un maglioncino blu rabbrividendo al contatto con il freddo tessuto.Mio padre non era a cosa,come al solito. Feci un'abbondante colazione,afferrai lo zaino ed uscii. Era piuttosto presto per andare a scuola così decisi di girare un po' per la città. Accesi l'ipod infilando le cuffie nelle orecchie e tirai su il cappuccio della giubbotto per ripararmi dalla leggera pioggia.
Osservai con la coda dell'occhio tutte le persone che mi passavano accanto: c'erano persone di tutti i tipi, con capelli colorati con stravaganza, pearcing o tatuaggi su qualche parte del corpo. Beh di certo in questa città non mi sarei annoiato. Decisi di tornare indietro, allontanandomi troppo probabilmente mi sarei perso.
Arrivato a scuola, attraversai velocemente il corridoio ed entrato in classe, lanciai sul banco lo zaino. Non ebbi nemmeno il tempo di sedermi che una folla di ragazze mi circondò. Le attenzioni non mi erano mai dispiaciute, ma non ne potevo davvero più. Non facevano altro che seguirmi per tutta la scuola e osservarmi durante le lezioni. Mi sentivo costantemente sotto i riflettori, come se dovessi fare attenzione a cosa dicessi o facessi. Prima non mi era mai successa una cosa del genere, perciò cercavo di sorridere e mostrarmi solare. Con le ragazze avevo avuto sempre un certo successo e devo dire che ne avevo adocchiato un paio davvero carine. Ma cercavo di non dare loro corda dato che nell'altra città avevo una ragazza.

 

 

 “La abbracciai mentre le sue lacrime mi bagnavano la maglietta. Era terribile vederla così, rendeva molto più difficile trattenere le lacrime. Avevo passato con lei momenti indimenticabili e ora tutto stava andando a fumo e presto sarebbe diventato solo un mucchio di cenere.La afferrai dalle spalle e la guardai negli occhi pieni di lacrime.
-Non è un addio-
-Andrai a vivere a migliaia di chilometri da me, e non lo chiami addio?!-
-Tornerò,io ti amo-
Alzai il suo mento con il dito e le diedi un lungo bacio,il più dolce,il più passionale, l'ultimo.
-Chi dice che non potremo avere una relazione a distanza?!Ti chiamerò ogni giorno, non potrei mai dimenticarti-
-Promesso?-
-Promesso.-

Ci credevo davvero?!Forse. Ma di certo sapevo che le relazioni a distanza erano terribilmente difficili, costrette a camminare su un filo di cotone, brutalmente facile da rompere.” 

 

 

Appena arrivò il professore tutti si precipitarono ai propri posti e io riebbi la mia tanto amata solitudine. Improvvisamente la porta si spalancò ed entrò la solita ragazza che arrivava sempre tardi. Cosa le costava svegliarsi cinque minuti prima?! Aveva un paio di occhiali enormi che coprivano gran parte del suo viso. Per non parlare dei vestiti orrendi; mi chiedevo se la mattina si vestisse ancora ad occhi chiusi. Aveva i capelli biondi legati in una coda storta che di certo non migliorava il suo aspetto. In fondo non doveva essere brutta, ma evidentemente non le interessava. Le ore di lezione per me erano soltanto tempo in più per riflettere, un bene da un lato, un arma micidiale che portava all'esaurimento mentale dall'altro.
Suonò la campanella e la classe si svuotò. Stavo per uscire dalla classe quando il mio sguardo si posò sulla ragazza dai grandi occhialoni. Era seduta in un angolo con le cuffie nelle orecchie, sola, triste. Non sapevo cosa mi spinse a voltarmi indietro e andare da lei, ma sentivo di non voler altro che raggiungerla e parlarle. Mi sedetti accanto a lei. Si girò un secondo per guardarmi, ma poi arrossendo distolse lo sguardo.
- Sai, i tuoi occhiali sono grandi, ma non abbastanza da nascondere le lacrime-
Spalancò gli occhi sorpresa.
- Beh finora nessuno se n'è mai accorto.Pensavo che l'unico vantaggio di questo stupido ammasso di ferraglia fosse questo,ma a quanto pare mi sbagliavo-
- Beh chi non ti ha visto, evidentemente non VOLEVA farlo-
Posai la mia mano sul suo viso e le asciugai le lacrime con il pollice.
-Non ti conviene stare qui con me, potrebbero vederti e di certo questo non gioverebbe alla tua reputazione-
Risi.
-Oddio hai ragione!-Mi guardai intorno fingendo un'aria preoccupata e ansiosa.
Freneticamente presi un libro, lo aprii e lo appoggiai sulla testa. Sembravo un deficiente, ma non mi importava, volevo vedere un sorriso su quel viso.
-Credi che ora mi possano riconoscere lo stesso??-
Scoppiò a ridere e subito dopo iniziai anche io, la sua risata era terribilmente contagiosa.
-Oh beh di certo ora non corri alcun rischio– disse tra le risate.
-SHHH! Se ridi troppo potrebbero vedermi!-

Continuammo a ridere per tutta la ricreazione passando da un argomento all'altro senza accorgercene. Non sembrava la classica “secchiona” anzi, non capivo il motivo per cui tutti l'allontanassero. La verità è che la società di oggi fa sembrare normale emarginare chi non veste firmato o segue la massa, adottando dei comportamenti di diffidenza forse per convincere se stessi e gli altri che tutto ciò che non sia come loro sia sbagliato. Ma in realtà questi sono i primi a sbagliare , una persona senza personalità può davvero essere definita tale?! A parer mio, no. Il bello di fare nuove amicizie è appunto scoprire il carattere delle persone con ogni pregio, difetto o stranezza.
E poi... chi dice che “diverso” è sinonimo di “sbagliato?!

-Piacere, Liam- dissi porgendole la mano con un sorriso a 32 denti.
Esitò un attimo, poi mi strinse la mano. -Madison-

Sapevo che quello sarebbe stato l'inizio di una grande amicizia.

 

 

 

 

Angolo autore:

SALVEE! Perdonatemi per il graaande ritardo, ma la scuola mi ha impegnato davvero tantissimo. Comunque questo capitolo è abbastanza lungo, ma spero davvero che vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate ;) Ah! Un enorme grazie a tutti quelli che hanno letto o recensito, un abbraccio :D

  
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