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Autore: _Lou    14/04/2012    5 recensioni
-Hei principessina,mi dispiace per i tuoi papà.
So che stai cercando casa,e la mia è libera.
-Cos'è successo tua madre e tua sorella ti hanno abbandonato?
-No sono partite in Spagna.
-E perché?
-Lunga storia!Allora vieni da me?
-Sai che se tutta la scuola non mi avrebbe detto di no,io non avrei mai accettato,vero?
-E perché?
-Finn,penso sia geloso.
-E allora?Vieni a vivere da me,mica a far altro!
-Grazie
------
-Noah!
-Cosa c'è?
-Rimani con me finché non mi addormento.
-Cosa?
-Ho paura del buio.
-Tranquilla ci sono io.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel, Puck/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ritorna da me.

 


V
ivere sotto lo stesso tetto a volte era più straziante che bello, ormai io e Noah non eravamo più come i primi giorni dove ci mancava poco e ci saremmo saltati addosso. Già forse sono stupida, ma
qualcosa in quei occhi d’uno strano verde scuro, un verde pineta, un qualcosa in quelle labbra
rosee che non permettevano pensieri casti, e quel suo stupido ghigno che faceva cadere tutto
il mondo femminile ai suoi piedi; già forse era per quel ghigno, forse per gli occhi, ma a furia
di litigarci, di piangere, d’abbracci io Rachel Berry mi ero quasi innamorata di lui. Quasi perché proprio quando sarei rimanere fra le sue braccia per sempre, lui era corso via, lontano da me, da Quinn facendomi rimanere a bocca asciutta e col cuore a pezzi. Fortunatamente però siccome il mio cuore è allenato alle delusione, ho saputo rialzarmi, cambiare e anche se ho rischiato d’esser violentata ora ero una nuova persona. Più forte, più acida, forse anche più stronza; ma almeno così nessuno mi avrebbe più fatto soffrire. Nessuno. Poiché nessuno sarebbe più entrato a far parte del mio cuore.
“Principessa..” Sussurrò Noah cercando di afferrarmi la mano, non ci riuscì. Stavolta io ero troppo distante per lui.
“Prendo il bus.” Risposi distaccata, guardandolo con aria gelida. Volevo che soffrisse almeno la metà di quanto io ho sofferto.
“Vestita così?” Era incredulo, alludeva al mio pantaloncino di jeans o forse alla canotta semitrasparente. Feci spallucce e mi avviai alla porta. In realtà odiavo quei pantaloncini, e anche quella maglia; sembravo una puttana e poi non sapevo neanche camminare sui quei trampoli che mi ostinavo a mettermi solo per sembrare un po’ più alta, e sexy. In un’altra vita non sarebbero bastati mille bicchieri di vodka per farmi mettere quegli straccetti, ma forse era proprio vero che l’amore cambiava tutto.
“Rachel, ti prego.” Continuò lui guardandomi con aria supplichevole, perché prima era andato con Quinn e ora sembravo importagli così tanto?!
“Solo perché fuori piove.”Brontolai salendo in macchina, senza lasciargli il tempo di finire il suo caffè. Corse in macchina con me, oggi niente moto. Non accendemmo la radio siccome il nostro silenzio era colmo di parole non dette come un ti amo caduto nel vento, come qualche lacrima di troppo, come un amore stroncato sul nascere.
“Ciao.” Conclusi scendendo in fretta e furia dalla macchina senza neanche guardarlo, camminavo sicura senza voltarmi indietro seppur ad ogni passo rischiavo di cadere e di rompermi qualche ossa.

Le lezioni passarono veloci, volevo nascondermi nel mio banco sotto i libri per non farmi riconoscere da nessuno, ma ormai era tropo tardi avevo su di me tutti gli occhi dell’istituto,
soprattutto i ragazzi  che ormai erano diventati insopportabili. Purtroppo era già ora del glee club seppur non ne avevo affatto voglia, lì tutti mi giudicavano sembravano che stessero guardando un telefilm horror dove io ero la protagonista ed aspettavano che il mostro di turno mi ammazzasse.
Il mostro non aveva ammazzato me, ma il cuore. Purtroppo non avevo difese contro lo sguardo di Puckzilla.
“Rachel, vuoi cantarci una canzone oggi?” Chiese Shue sorridendo sicuro di una risposta affermativa, ma feci segno di no.
“Rach cosa ti succede?” Bisbigliò Kurt prendendomi la mano, gli sorrisi un sorriso triste. Mimai un ‘dopo’ e lui si allontanò non riuscendo però a distogliere il suo sguardo preoccupato da me.
“Vorrei cantare io.” Esclamò Noah prendendo la chitarra e posizionandosi nel mezzo dell’aula, doveva essere una canzone senza ballo.
“Ma certo Noah, accomodati.” Scherzò Shue guardandolo incredulo.

Come back to me,
please come to me.
I can’t live without you,
without your words,
without your hugs,
without your stupid ego,
without you.
Come back to me, please.”


La prima strofa sembrò distruggere la maschera di falsità che avevo creato intorno a me, sembrò distruggere la mia messa in scena, sembrò esser stata scritta apposta per me. Cercava il mio sguardo lo sentivo, sentivo i suoi occhi sulla mia pelle. Solo un secondo mi dissi, e in un attimo i miei occhi furono rapiti dai suoi.

“I did not have suffer,
I do not fuck with that,
I must not betray you.
But now I did, please forgive me
and come back to me.”


Non dovevo scopare con quella, già Noah solo ora te ne accorgi. Solo ora ti accorgi del male che mi hai fatto? Solo ora vero ti accorgi di tutto il doloro che mi hai fatto provare. Ma ormai ero certa che la canzone era per me, che fosse sua? No, questo non avrebbe cambiato le cose. I suoi occhi verdi che cercavano un contato con i miei,  non avrebbero cambiato le cose. Forse però le sue labbra rosee che pronunciavano quelle dolci parole. Oh, dannato Noah.

“Please come back to me, i love you.”

Lui  si alzò mi guardò negli occhi, mi alzai anch’io incoscientemente senza poter staccare gli occhi da lei, senza poter staccare gli occhi dalle sue labbra. Eravamo vicinissimi e tutto il glee sembrava essersi ammutolito, ma non me resi subito conto. Era come se io e Noah fossimo in un mondo parallelo dove le parole “please come back to me, i love you.” Risuonavano piene d’amore, dove lui non era mai stato con Quinn, e io non mi ero mai trasformata in una prostituta. Lo guardai ora ero al centro vicino a lui, sentivo il suo profumo invadermi i polmoni stordendomi. Ci mancava così poco ad un bacio, ad avere quelle labbra così perfette, ma no! No. Non avrei dimenticato tutto solo per una stupida canzone, solo per quegli occhi. Non avrebbero cancellato il passato. Corsi via, lontano da tutti e da tutto, non volevo più saperne di Noah, Quinn, Finn, Santana e tutto quello stupido glee club. Sarei diventata comunque una star internazionale con o senza quella cacca.
“Rachel,  aspetta!” Gridò Noah prendendomi un braccio, per poi rinchiudermi in un suo abbraccio, volevo andare via, picchiarlo, ma rimasi stretta fra le sue braccia in preda a una crisi di pianto.
“Cos’ha lei che io non ho?” Bofonchiai, sentendolo stringermi sempre di più al suo petto,
“Rachel tu sei la ragazza più bella, più pazza, forse logorroica, sicuramente una tappa. Ma se la ragazza più perfettamente meravigliosa che io abbia mai conosciuto, e sai principessa credo d’essermi innamorato di te.” Mi allontanai da lui per poterlo guardare meglio, prima che lui unì la distanza tra le nostre labbra in un bacio perdifiato, le gambe mi tremavano sembravano esser di marmellata, la testa non faceva altro  che girarmi e il mio cervello era in black out. Ma ora cosa gli avrei risposto?
Io non potevo amarlo.

 

Me: Rachel, ma che cacchio. Lui ti dimostra i  suoi sentimenti? E tu non puoi amarlo?!
Perché? Cosa c’è che non va? Sei forse incita? Ò.ò Di Finn?
Oh, my God. Questo si che è inaspettato.
Ah no, e allora cosa?
*Solo a me fa piangere la pubblicità di glee3?*
Ah, la canzone l’ho scritta io al volo perciò please non criticate T.T
Bah, lo scopriremo tutti nel prossimo capito di
A TUTO REALITY L’ISOLAAAAAAAAH.

  
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