Ritorna
da me.
Vivere
sotto lo stesso
tetto a volte era più straziante che bello, ormai io e Noah
non eravamo più
come i primi giorni dove ci mancava poco e ci saremmo saltati addosso.
Già
forse sono stupida, ma
qualcosa in quei occhi d’uno strano verde scuro, un verde
pineta, un qualcosa
in quelle labbra
rosee che non permettevano pensieri casti, e quel suo stupido ghigno
che faceva
cadere tutto
il mondo femminile ai suoi piedi; già forse era per quel
ghigno, forse per gli
occhi, ma a furia
di litigarci, di piangere, d’abbracci io Rachel Berry mi ero
quasi innamorata
di lui. Quasi perché proprio quando sarei rimanere fra le
sue braccia per
sempre, lui era corso via, lontano da me, da Quinn facendomi rimanere a
bocca
asciutta e col cuore a pezzi. Fortunatamente però siccome il
mio cuore è
allenato alle delusione, ho saputo rialzarmi, cambiare e anche se ho
rischiato
d’esser violentata ora ero una nuova persona. Più
forte, più acida, forse anche
più stronza; ma almeno così nessuno mi avrebbe
più fatto soffrire. Nessuno.
Poiché nessuno sarebbe più entrato a far parte
del mio cuore.
“Principessa..” Sussurrò Noah cercando
di afferrarmi la mano, non ci riuscì.
Stavolta io ero troppo distante per lui.
“Prendo il bus.” Risposi distaccata, guardandolo
con aria gelida. Volevo che
soffrisse almeno la metà di quanto io ho sofferto.
“Vestita così?” Era incredulo, alludeva
al mio pantaloncino di jeans o forse
alla canotta semitrasparente. Feci spallucce e mi avviai alla porta. In
realtà
odiavo quei pantaloncini, e anche quella maglia; sembravo una puttana e
poi non
sapevo neanche camminare sui quei trampoli che mi ostinavo a mettermi
solo per
sembrare un po’ più alta, e sexy. In
un’altra vita non sarebbero bastati mille
bicchieri di vodka per farmi mettere quegli straccetti, ma forse era
proprio
vero che l’amore cambiava tutto.
“Rachel, ti prego.” Continuò lui
guardandomi con aria supplichevole, perché
prima era andato con Quinn e ora sembravo importagli così
tanto?!
“Solo perché fuori piove.”Brontolai
salendo in macchina, senza lasciargli il
tempo di finire il suo caffè. Corse in macchina con me, oggi
niente moto. Non
accendemmo la radio siccome il nostro silenzio era colmo di parole non
dette
come un ti amo caduto nel vento, come qualche lacrima di troppo, come
un amore stroncato
sul nascere.
“Ciao.” Conclusi scendendo in fretta e furia dalla
macchina senza neanche
guardarlo, camminavo sicura senza voltarmi indietro seppur ad ogni
passo
rischiavo di cadere e di rompermi qualche ossa.
Le lezioni passarono veloci, volevo nascondermi nel mio banco sotto i
libri per
non farmi riconoscere da nessuno, ma ormai era tropo tardi avevo su di
me tutti
gli occhi dell’istituto,
soprattutto i ragazzi che
ormai erano
diventati insopportabili. Purtroppo era già ora del glee
club seppur non ne
avevo affatto voglia, lì tutti mi giudicavano sembravano che
stessero guardando
un telefilm horror dove io ero la protagonista ed aspettavano che il
mostro di
turno mi ammazzasse.
Il mostro non aveva ammazzato me, ma il cuore. Purtroppo non avevo
difese
contro lo sguardo di Puckzilla.
“Rachel, vuoi cantarci una canzone oggi?” Chiese
Shue sorridendo sicuro di una
risposta affermativa, ma feci segno di no.
“Rach cosa ti succede?” Bisbigliò Kurt
prendendomi la mano, gli sorrisi un
sorriso triste. Mimai un ‘dopo’ e lui si
allontanò non riuscendo però a
distogliere il suo sguardo preoccupato da me.
“Vorrei cantare io.” Esclamò Noah
prendendo la chitarra e posizionandosi nel
mezzo dell’aula, doveva essere una canzone senza ballo.
“Ma certo Noah, accomodati.” Scherzò
Shue guardandolo incredulo.
“Come back to me,
please come to me.
I can’t live without you,
without your words,
without your hugs,
without your stupid ego,
without you.
Come back to me, please.”
La prima strofa sembrò
distruggere la maschera di falsità che avevo creato intorno
a me, sembrò
distruggere la mia messa in scena, sembrò esser stata
scritta apposta per me. Cercava
il mio sguardo lo sentivo, sentivo i suoi occhi sulla mia pelle. Solo
un
secondo mi dissi, e in un attimo i miei occhi furono rapiti dai suoi.
“I
did not have suffer,
I do not fuck with that,
I must not betray you.
But now I did, please forgive me
and come back to me.”
Non dovevo scopare con quella, già Noah solo ora te ne
accorgi. Solo ora ti
accorgi del male che mi hai fatto? Solo ora vero ti accorgi di tutto il
doloro
che mi hai fatto provare. Ma ormai ero certa che la canzone era per me,
che
fosse sua? No, questo non avrebbe cambiato le cose. I suoi occhi verdi
che
cercavano un contato con i miei, non
avrebbero cambiato le cose. Forse però le sue labbra rosee
che pronunciavano
quelle dolci parole. Oh, dannato Noah.
“Please come back to me, i love
you.”
Lui si
alzò mi guardò negli occhi, mi
alzai anch’io incoscientemente senza poter staccare gli occhi
da lei, senza
poter staccare gli occhi dalle sue labbra. Eravamo vicinissimi e tutto
il glee
sembrava essersi ammutolito, ma non me resi subito conto. Era come se
io e Noah
fossimo in un mondo parallelo dove le parole “please
come back to me, i love you.” Risuonavano piene
d’amore,
dove lui non era mai stato con Quinn, e io non mi ero mai trasformata
in una
prostituta. Lo guardai ora ero al centro vicino a lui, sentivo il suo
profumo
invadermi i polmoni stordendomi. Ci mancava così poco ad un
bacio, ad avere
quelle labbra così perfette, ma no! No. Non avrei
dimenticato tutto solo per
una stupida canzone, solo per quegli occhi. Non avrebbero cancellato il
passato. Corsi via, lontano da tutti e da tutto, non volevo
più saperne di
Noah, Quinn, Finn, Santana e tutto quello stupido glee club. Sarei
diventata
comunque una star internazionale con o senza quella cacca.
“Rachel, aspetta!”
Gridò Noah prendendomi un braccio, per poi
rinchiudermi in un suo abbraccio, volevo andare via, picchiarlo, ma
rimasi
stretta fra le sue braccia in preda a una crisi di pianto.
“Cos’ha lei che io non ho?” Bofonchiai,
sentendolo stringermi sempre di più al
suo petto,
“Rachel tu sei la ragazza più bella,
più pazza, forse logorroica, sicuramente
una tappa. Ma se la ragazza più perfettamente meravigliosa
che io abbia mai
conosciuto, e sai principessa credo d’essermi innamorato di
te.” Mi allontanai
da lui per poterlo guardare meglio, prima che lui unì la
distanza tra le nostre
labbra in un bacio perdifiato, le gambe mi tremavano sembravano esser
di
marmellata, la testa non faceva altro
che girarmi e il mio cervello era in black out. Ma ora
cosa gli avrei
risposto? Io
non potevo amarlo.
Me:
Rachel, ma che cacchio. Lui ti dimostra i
suoi sentimenti? E tu non puoi amarlo?!
Perché? Cosa c’è che non va? Sei forse
incita? Ò.ò Di Finn?
Oh, my God. Questo si che è inaspettato.
Ah no, e allora cosa?
*Solo a me fa piangere la
pubblicità di
glee3?*
Ah, la canzone l’ho scritta io al volo
perciò please non criticate T.T
Bah, lo scopriremo tutti nel prossimo capito di
A TUTO REALITY
L’ISOLAAAAAAAAH.