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Autore: Stiaref    14/04/2012    2 recensioni
"Dicono che l'amore faccia bene al cuore... è vero.
Solo, nel momento in cui credi che tutto sia perfetto, nel momento in cui credi di essere davvero felice, tutto scompare, lasciandoti una voragine dentro al petto; una voragine che brucia senza sosta squartando quella piccola parte di cuore che ancora ha la forza di andare avanti."
Ma quando uno spiraglio di luce si presenterà davanti ai tuoi occhi, rianimando una speranza ormai eclissata; troverai la forza di aggrapparti a questa tua unica salvezza?
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La vicenda si svolge in New Moon. Bella si affiderà ad un Jacob pronto a dare tutto sè stesso per farla tornare a vivere, a dimostrarle che è la persona più importante della sua vita; che lo sarà sempre: Con o senza imprinting. Cosa gli riserverà il destino? Ed Edward, che fine ha fatto? Quale sarà la decisione di Bella? Leggete per scoprire :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Volevo dirti che ti amo

Chapter 04:

I' don't let you alone

 

Ancora scombussolata dal vortice di emozioni provati pochi minuti prima, salii sul mio pick-up, al posto del passeggero. Non cercai di controbattere quando Jacob m disse che avrebbe guidato lui, sapevo benissimo che io non ne sarei stata capace.

Il viaggio passò in silenzio, ognuno nei propri pensieri.

Ancora non ci credevo... Davvero Jake sapeva tutto? Come l'aveva scoperto? E perché non me ne aveva mai parlato? La testa iniziò a girarmi tanta era l'ansia che mi sentivo addosso.

Chiusi gli occhi e quando li riaprii eravamo già arrivati sotto casa mia.

«Grazie per avermi accompagnata» non potei che ringraziarlo, poi però, un dubbio. «Ma Jake, adesso tu come ritorni a casa?» Non ci avevo proprio pensato, avevo la mente occupata da ben altri pensieri, che stupida, avrei dovuto guidare io e portarlo a casa sua.

«Oh non preoccuparti per me» sorrise, ma non mi convinse per niente.

«Prendilo tu il pick-up, me lo riporti domani» dl mio tono capì che non accettavo una risposta negativa. E poi, sarei dovuta andare comunque da lui, quindi non c'erano problemi.

«Sicura?»

«Sicura. Tanto non mi muovo fino a domani» sembrò essersi convinto.

«Beh, grazie» e mi regalò uno dei suoi splendidi sorrisi, come se fosse felice che mi preoccupassi per lui; che poi, non c'era niente di cui sorprendersi, lo avrebbe fatto chiunque per un amico.

«Allora... ci vediamo domani» la mia non era una domanda. Avevo bisogno di sapere cosa lo tormentava tanto.

«Certo» gli rivolsi un ultimo sguardo e feci per uscire, ma quando mi alzai per poco non caddi. Mi girava forte la testa, tanto che dovetti sorreggermi allo sportello del pick-up.

Jacob fu subito al mio fianco e mi aiutò a stare in piedi.

«Bella, va tutto bene?» chiese allarmato.

«Si... mi gira solo un po la testa. Non è niente, scusami»

«Di che ti scusi, Bella? Vieni che ti aiuto» mi passò un braccio intorno alla vita in modo che potessi sorreggermi a lui. Arrivammo davanti alla porta di casa, dove frugai nella borsa a tracolla per cercare le chiavi; Charlie non era ancora rientrato, quella mattina mi aveva avvertito che avrebbe fatto tardi la sera.

Aprii e feci per ringraziarlo, ma lui entrò insieme a me per assicurarsi che stessi davvero bene e che di lì a poco on cadessi per terra; considerando il mio scarso equilibrio quando sono in forma, non mi sorpresi che non si fidasse a lasciarmi in quelle condizioni.

«Quando torna Charlie stasera? » Mi chiese, probabilmente per sapere quando tempo sarei rimasta da sola.

«Non lo so di preciso, mi ha detto solo che farà tardi» alzai le spalle, mettendomi le mani nelle tasche dei jeans.

Lui annuì, ma continuai per fargli capire che non doveva preoccuparsi inutilmente «Jake non preoccuparti per me, torna pure a casa» tentai, ma non era convinto, si vedeva lontano un miglio.

«Sicura di riuscire a sopravvivere finché non arriva Charlie?» Sorrise scherzoso, feci la finta offesa, ma poi sorrisi anch'io.

Quel ragazzo riusciva sempre a tirarmi su di morale in qualsiasi situazione.

«Si, Jake. Al peggio, inciamperò su una pantofola. Tranquillo, non mi ucciderò per questo» Scherzai, lui ridacchiò, ma non ne voleva sapere di lasciarmi sola.

«E non ceni? Se ti venisse fame, chi mi assicura che non ruzzolerai giù dalle scale nel tentativo di arrivare in cucina?» Dio mio!

«Jake!» Esclamai sconvolta. Lui si mise a ridere, poi continuò.

«Niente da fare. Non mi muoverò da qui finché non sarai al sicuro. Sai, con tutti i pericoli in agguato...» Spalancai gli occhi, mi stava forse prendendo per i fondelli?

«Ma quali pericoli Jake? Non sono un caso così disper-» non finii la frase che nel voltarmi ad accendere la luce, persi quel poco equilibrio rimastomi e per poco non caddi se due braccia forti non mi avessero sorretta in tempo.

«Dicevi?» Disse con il viso a pochi centimetri dal mio. Mi guardava con un sorrisetto divertito, come a farmi notare che aveva perfettamente ragione sul mio conto.

Arrossii immediatamente e non solo per la sua vicinanza, ma anche per aver fatto l'ennesima figura da idiota.

Okay, ero davvero un caso disperato, il contrario di quello che pochi secondi fa stavo cercando di dire.

Vedevo tutto intorno a me girare velocemente e d'istinto chiusi gli occhi; mi aggrappai a Jake e poggiai la testa nell'incavo del suo collo.

Sentivo il suo cuore battere veloce come il mio, ed il suo respiro caldo sfiorarmi le guance.

Nel giro di pochi istanti sentii il pavimento mancare sotto i miei piedi e mi ritrovai completamente fra le braccia del mio salvatore – sorrisi all'idea – ma non ci feci molto caso, non riuscivo a pensare a niente se non a quel tremendo capogiro.

Mi sentii adagiare sul mio letto, delicatamente, lui si sedette vicino a me sfiorandomi la fronte con una mano e facendovi delle leggere circonferenze con il pollice.

Quel semplicissimo tocco riusciva a rilassarmi, chissà, forse era una qualche tecnica dei Quileute.

«Gira ancora molto?» Mi domandò premuroso.

«No, ora da distesa va un po meglio... grazie Jake, di tutto» Era stato davvero carino a preoccuparsi per me. Mi riferii anche al fatto che lui c'è sempre stato, specialmente in quel periodo buio che mi attanagliava l'esistenza, in cui lui era la mia unica ancora di salvezza , la mia luce... il mio sole.

«Figurati. Hai bisogno di qualcosa? Vuoi un bicchiere d'acqua?»

«No, Jake. Va bene così» ora poteva tornare a casa, ero davvero un disastro; se avesse avuto qualche impegno, io glie lo avevo praticamente stroncato. «Adesso puoi andare se vuoi» Sì, avrei dovuto aspettare solo l'arrivo di Charlie, qui, sul letto. Niente di così “pericoloso”. Dovevo solo sperare di non pensare a niente, o non ne sarei uscita viva.

«E' incredibile il tuo senso d'ospitalità» ridacchiò «Vuoi proprio mandarmi via» fece il finto scandalizzato.

Roba da pazzi, veramente.

«No, scemo! Solo, avrai altro da fare che stare dietro ad una frana come me. E poi, adesso sono al sicuro come vedi» Si mise a ridere di gusto, non la smetteva più.

Cercai di trattenermi ma era proprio impossibile resistere; dire che la sua risata era contagiosa era niente, perciò mi lasciai andare anch'io.

Adoravo i momenti di spensieratezza come quelli, quei momenti in cui la mente si libera da tutto e da tutti, quei momenti in cui pensi solo ad essere te stessa ed a divertirti... quei momenti di pura gioia e pace interiore.

Quei momenti da Jacob.

Quando ci calmammo – dopo cinque minuti buoni – rispose alla mia constatazione di poco fa.

«Bella, non ho niente da fare. E poi, è decisamente più divertente stare qui con te che annoiarsi in un salotto davanti ad una partita di football» scherzò lui.

«Wow, devo dire che nessuno mi aveva mai paragonato ad una partita di football» rise «... dovrei offendermi?» a quel punto sorrisi anch'io.

«Nah, Bella Swan è una partita molto più interessante» Disse semplicemente, con occhi luminosi.

«Oh, quale onore» dissi a fatica, sentii le guance andarmi a fuoco. Era incredibile come riuscisse a cambiare totalmente atmosfera in una frazione di secondo.

Distolsi lo sguardo dal suo, trovando improvvisamente interessante l'abatjour sul comodino al lato del letto.

Lo sentii soffocare una risata, mi voltai abbastanza da poter scorgere sul suo volto un'aria pensierosa; poi si portò un dito sotto al mento e mi guardò sorridendo.

«E così... non vuoi che me ne vada» a quel punto sfoderò il suo sorrisetto sghembo e compiaciuto.

Ecco a cosa stava pensando! Era incredibile quel ragazzo.

«Non ho detto ch-»

«Oh si che lo hai detto» mi interruppe. Lo guardai storto.

«Beh, non volevo essere scortese» incrociai le braccia al petto come una bambina.

Ormai mi ero dimenticata persino del mal di testa.

«Che c'è? Stai tentando di ribaltare la situazione? Tanto è inutile, quel che è detto è detto; non puoi lanciare il sasso e poi ritirare la mano» Mi imitò, incrociando le braccia. Gli posai un dito sulle labbra.

«Va bene Jake, hai vinto tu. Mi rendo conto che questa è una battaglia persa in partenza, ripongo le armi»

Sorrise lui.

«Bella, mi spieghi com'è che stiamo parlando di guerra?»

«Ah non chiedermelo, credo di aver perso il filo del discorso»

Ci mettemmo a ridere ancora una volta, con Jake era tutto così spontaneo, naturale. Era praticamente impossibile non essere di buon umore.

«Comunque, stavamo discutendo sul fatto che hai detto di non volere che me ne vada»

«Davvero l'ho detto? Non ricordo...» scherzai, ormai esasperata.

«Quindi, in realtà non vuoi che sia qui»

«Jake, per favore!» Sbottai, portandomi un cuscino sulla faccia. Non sapevo cosa dire, troppo era l'imbarazzo.

Ma perché diamine il discorso si era spostato su quelle sciocchezze?!

«Che c'è? La scelta è tua: vuoi che me ne vada oppure no?» Non la smetteva di sorridere. Dio, quanto gli piaceva mettermi alle strette!

Non dissi niente, incapace di spiccicare parola, tanto ero sconvolta.

Fu lui a rompere quel silenzio.

«Okay. Allora, per favore di sua maestà, mi congedo» Fece per alzarsi teatralmente da letto ridendo sotto i baffi, ma lo trattenni per un braccio.

«Aspetta» mi guardò interrogativo, ma come se sapesse già che lo avrei fermato.

Stetti al gioco e risposi a tono.

«Sua maestà desidera che tu resti»

Vidi i suoi occhi illuminarsi, io distolsi lo sguardo.

Ma che mi era saltato in mente? Forse, semplicemente non volevo restare sola.

Tornò a sedersi vicino a me, il sorriso a trentadue denti.

«A cosa devo questo cambio d'idea?»

Decisi di essere sincera.

«Beh... non mi va di restare sola» ammisi abbassando lo sguardo imbarazzata «ma se vuoi andare, va» mi affrettai a dire; non doveva sentirsi per nessuna ragione obbligato a restare con me.

Mi accarezzò una guancia, era così caldo.

«No, non ti lascio sola» sussurrò improvvisamente dolce. Sentii un tonfo al cuore, quelle cinque parole mi diedero un piacevole senso di protezione, di sicurezza.

Jake era davvero un angelo.

Mi spostai di lato, per fargli spazio vicino a me. Sprofondai nel cuscino e mi poggia una mano sulla fronte; la testa stava tornando a farsi sentire. Soffocai un gemito e feci un respiro profondo, come a calmare il dolore. Probabilmente Jacob se ne accorse perché sparì dietro la porta, tornando pochi minuti dopo con un fazzoletto bagnato che mi posò delicatamente sulla fronte. Al contatto con esso sussultai, non abituata a quel freddo improvviso.

Il mio medico personale si stese vicino a me per poi circondarmi la vita in un abbraccio. Mi accoccolai meglio al suo petto, sentendomi improvvisamente in pace con il mondo.

«Va meglio adesso?» sussurrò.

«Sì... grazie, Jake»

«Di niente»

Iniziò ad accarezzarmi lentamente in un tocco morbido e delicato; era davvero rilassante. Mi lasciai cullare da quei movimenti leggeri, mi sentivo al sicuro da tutto e da tutti, dalla sofferenza, dal dolore... e ne avevo dannatamente bisogno. Bisogno di sicurezza, di calore, ma soprattutto bisogno di Jake.

Pensai seriamente che Jacob fosse un dono del cielo. Un angelo sceso a terra per alleviare il dolore di un cuore in frantumi; per regalare un po di pace ad una anima condannata all'eterna disgrazia come la mia.

Gli volevo un bene dell'anima.

Non so quanto tempo restammo in quella posizione, sentii gli occhi farsi pesanti, ero consapevole che di lì a poco sarei caduta fra le braccia di Morfeo – anche se preferivo di gran lunga quelle fra cui ero adesso – Un momento, stop. Ma che... Dio mio. Il mal di testa doveva proprio darmi i numeri se mi ritrovavo a pensare cose simili.

Ma dopotutto, si stava così bene...

Ancora in bilico tra la realtà ed il mondo dei sogni, sentii il materasso muoversi; Jake stava scivolando silenzioso dalle mie braccia, mettendosi poi a sedere.

Probabilmente stava rientrando Charlie da lavoro.

Fui percossa da un brivido, il calore che poco fa avvolgeva il mio corpo non c'era più; venne poi sostituito dal piumone del mio letto che sentii coprirmi fino al mento.

Jake si sporse sul mio viso .

«Buonanotte stella. Vedrai che starai meglio... tornerai ad essere felice, te lo prometto»

Dopo quelle parole sussurrate dolcemente – di cui non ero del tutto sicura se avessi sentito veramente o se stessi solo sognando – sentii due labbra calde posarsi delicatamente sulla mia guancia destra, per poi sparire.

Istintivamente allungai una mano, come a trattenerlo con me ancora un po, ma non lo sfiorai neanche. Mugolai qualcosa di apparentemente incomprensibile, ma non ci feci troppo caso.

Dopo pochi secondi, i sensi mi abbandonarono completamente, cullandomi in un sonno – per la prima volta dopo tanto, troppo tempo – senza incubi.

Di Jake potevo fidarmi, era il solo in grado di capirmi davvero, e forse, per questa volta mi sarei lasciata aiutare.

 

 

 

 

 

Angoletto mio

Salve a tutti!

Ecco finalmente l'altra parte, ovvero il finale, del capitolo precedente. Come vi sembra?

Ho voluto ritagliare ai nostri quasi-piccioncini un momento di svago e “divertimento” pre tempesta. Come vi è sembrato il lupacchiotto? Sinceramente mi sono divertita a scrivere dei loro battibecchi tenerosi :3

Bella si avvicinerà sempre di più alla verità... ma il fatto è: come la prenderà? Bene? Male?

Chissà!

Spero vi sia piaciuto e sarei molto felice se mi lasciaste un commentino, anche piccino picciò... tanto per sapere cosa ne pensate :)

Adesso vi lascio.

Bacioni :*

   
 
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