Le persone non cambiano Zayn, non in un giorno.
                                                                                                 Lei mi ha cambiato, in un giorno, solo con il suo sorriso, adesso è il tuo turno Louis fallo sorridere. 

«Salva Anne, c'è Harry?» Louis esaltato all'idea di affrontare una nuova sfida in mattinata, come al solito, si presentò a casa di Harry.

«No Louis, è uscito presto questa mattina.» anche la madre era sorpresa, Harry era sempre stato svegliato da Louis, sempre.

«Oh.» Louis sospirò e senza pensarci due volte salutò Anne.

Lanciò le sue bretelle ai fianchi e prese il cellulare dalla tasca mentre si affrettò con passo svelto a scuola.

«Harry, sono Louis.» il sorriso sul viso di Louis si spense in poco tempo.

«Che diamine vuoi Tomlinson?» dall'altra parte si sentivano risate irritanti, per non parlare della voce roca di Harry.

«Forse ho sbagliato numero.»sussurrò certo che il numero fosse esatto.

'Sei una checca' si sentì dal cellulare,

lo poi tolse velocemente dall'orecchio e lo infilò in tasca.

Era sconvolto, ma non ci pensò più di due volte, sarà stata una brutta giornata per Harry, qualche problema di cui non avranno mai parlato. 

«Signorino Styles la smetta di parlare con Jason.» il riccio sbuffò ignorando completamente l'insegnante.

«Ci vediamo dopo tesoro» il riccio indicò la moretta al primo banco toccandosi tra i pantaloni, e lei eccitata accarezzò la gamba, fino ad arrivare all'estremità della gonna.

Louis vide tutta la scena dall'ultimo banco,quasi schifato. 

«Tu e quello lì non eravate amici?» un ragazzo dalla pelle olivastra schiacciò la sigaretta sul banco e si appoggiò con la schiena al muro, sbattendo violentemente la cartella nera sul banco.

«Si, lo siamo» sussurrò,non sicuro della risposta. 

«Non si direbbe»

Tomlinson alzò gli occhi al cielo e una lacrima gli rigò il viso.

«Ehi,ehi, qui non si piange.»

si asciugò le lacrime e sorrise, come se nulla fosse successo. 

«Io sono Zayn, se vuoi parlare con me sono al tavolo dei ragazzi di recitazione.» la campanella suonò e il ragazzo con passo svelto se ne andò. 

Appena il riccio si alzò dalla sedia guardò velocemente Louis e appena i loro sguardi si incrociarono si voltò e andò dalla moretta del primo banco poggiandogli le mani sul sedere e la portò in bagno, sotto gli occhi dell'amico che lo guardavano distrutto.

 

Due giorni dopo le cose non erano cambiate, Harry cambiava una ragazza al giorno, forse a lezione, quelle stronze erano tutte uguali. Louis nonostante ciò andava ogni mattina da lui, sperando di poter parlare, sperando che almeno oggi si sarebbe svegliato tardi, ma non fu fortunato.

«Ehi, sei arrivato finalmente.» il moro sembrava aspettarlo da anni, attorno a lui c'erano tantissimi ragazzi vestiti di nero, con occhiali neri e scarpe alte nere, inquietante per un tipo come lui.

Louis annuì senza dire altro.

«Allora, parlami di lui.» disse il moro mentre addentò un panino.

«Perché fai questo?» il moro poggiò il panino sul tavolo e incrociò le mani.

«Cosa?» sorrise anche se già consapevole della domanda.

«Perché vuoi ascoltarmi? Cosa ti spinge a farlo?»

«Mi piace vedere le persone innamorate, mi piace farle innamorare.» riprese il panino per poi addentarlo.

«Un attimo, io non sono innamorato.»

«Certo.»sorrise maliziosamente quando una ragazza dai lunghi capelli neri si sede' su di lui, baciandogli una guancia. 

«Davvero non capisco, perché fai questo?.»si grattò la nuca cercando una risposta. 

«Un giorno capirai, e adesso spara, sei innamorato?»  

«No.» ma una sola immagine comparì nella sua testa, Harry.