Aveva il respiro affannoso,correva da più di mezz’ora per il castello,cercando di non farsi sviare dalle
scale magiche,che,quasi volerlo prendere in giro,cambiavano posizione più del solito. Tre volte si era
ritrovato sul corridoio che conduceva alla torre di astronomia,mentre l’infermeria si trovava ben cinque
piani più sotto.
La fronte era imperlata di sudore e il suo corpo faticava a sostenere quella corsa sfrenata,cosa alquanto
comprensibile dato che le trasformazioni durante la luna piena di solito lo costringevano a letto per un
giorno intero. Era la rabbia,quella furia cieca che lo aveva pervaso al suo risveglio in infermeria,quando
era venuto a conoscenza del tradimento di Sirius, e che ora lo spingeva a trovare quel bastardo e a
riempirlo di botte.
-Moony!-
-Non provarci James,non provare neanche a trattenermi-sibilò Lupin.
Potter lo trattenne per il braccio:rabbrividì quando sentì gli occhi inferociti dell’altro posarsi su di sé.
Deglutì a stento,poi,trovata la forza di reagire da qualche parte del suo cuore,ricambiò lo sguardo:
-Anche tu hai intenzione di spaccargli la faccia,di urlargli tutto il tuo disprezzo nei suoi confronti?-
Remus lo guardò sorpreso ma annuì.
-Bene,allora siamo in due-
Giunsero di fronte all’infermeria pochi minuti dopo. Si scambiarono uno sguardo d’intesa,poi James
aprì la porta con forza. Erano pronti ad essere sgridati dall’infermiera,cacciati nel dormitorio di nuovo
dal preside….ma non accadde nulla di tutto ciò.
-Se pensi che te lo lascerò fare,te lo scordi,Sirius-
-Andromeda,per favore…-
-No,non intendo abbandonarti al tuo destino,ti ammazzeranno,questo lo sai vero?-
Al centro della stanza c’erano Sirius e una giovane donna:sembravano non essersi accorti della loro
presenza ed avevano un aspetto stravolto,come quello di qualcuno che ha passato la notte in bianco.
D’un tratto la donna abbracciò di slancio il ragazzo e cominciò a piangere sulla sua spalla.
-Sir,ho paura per te lo capisci. Ti faranno del male,te ne hanno sempre fatto e io non voglio che
infieriscano ancora di più-
Il giovane sospirò e cominciò ad accarezzare i capelli della donna:-Andy,era inevitabile,prima o poi
sarei arrivato a questo punto:non posso più tirarmi indietro-disse guardandola negli occhi.
James e Remus erano rimasti senza parole,era la prima volta che vedevano Sirius così….vulnerabile.
In tutti quegli anni non si era mai mostrato a loro sotto quel aspetto:Padfoot era sempre stato il ragazzo
bonario,avvenente e malizioso che aveva saputo creare assieme a James la leggenda dei Maradeurs,
quello che prendeva tutto alla leggera ed era capace di far ridere chiunque,anche l’algida professoressa
McGonagall. Remus sembrava sul punto di ritornare sui propri passi,quando si ricordò del motivo che
lo aveva condotto fin lì,della disperazione che aveva provato nel momento in cui Peter lo aveva
informato del rischio di espulsione che correvano,del dolore che aveva provato di fronte al tradimento
di uno dei suoi più cari amici. Strinse i pugni.
-A quale punto sei arrivato,Black?-
A quella voce,Sirius sobbalzò:-Remus….James…-sussurrò,sentendo lo stomaco attorcigliarsi per la
paura:non sarebbe stato in grado di sopportare tutto insieme:il disprezzo dei suoi genitori e dei suoi più
cari amici.
Lupin con sguardo indecifrabile gli si avvicinò:-Su,Black,dimmi a che punto sei arrivato-
Andromeda osservava la situazione senza capire che cosa stesse accadendo:-Scusa,ma tu chi diav…-
-Allora Sirius,a che cazzo di punto sei arrivato,eh?!-esclamo di nuovo Remus,prendendo l’amico per il
Bavero della camicia.
-Rem,io non penso sia il caso…-
-Sta zitto James- urlò Lupin.
Poi senza preavviso,senza che potesse più controllarsi, tirò un pugno in faccia a Sirius,facendolo cadere
a terra;non riuscì più a trattenersi e guidato da una furia cieca si sedette cavalcioni su quello che un tempo
era stato uno dei suoi più cari amici e cominciò a picchiarlo ferocemente. Lacrime cominciarono a
scendere sulle sue guance,mentre con tutto il fiato che aveva in gola gli urlava in faccia tutto il suo
disprezzo.
Non sentiva più nulla,solo il rumore sordo dei suoi pugni che si infrangevano sul volto di quel bastardo
che li aveva traditi,che lo aveva tradito;le urla si trasformarono in singhiozzi convulsi che gli fecero
mancare il respiro. Esanime,sconvolto si accasciò sul corpo inerme dell’altro ragazzo:annusò l’odore
acre del suo dopobarba e ricordò tutte le volte che alla mattina si erano presi a cucinate. Niente sarebbe
tornato più come prima. Quando James lo prese per le spalle e lo sollevò in piedi,facendosi passare un
suo braccio sulle spalle,sentì tutto il corpo
dolergli ma non si lasciò sfuggire neanche un lamento. Si voltò indietro e vide come quella giovane
donna dai capelli neri lo stesse aiutando ad alzarsi:incrociò i suoi occhi e sentì la sua bocca riempirsi
di veleno:-Con me hai chiuso,lurido bastardo. Se provi anche solo ad avvicinarti a me,ne subirai le
conseguenze,sappilo-
Poi,con passo malfermo,uscì dalla stanza.
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Quando Orion e Walburga Black si materializzarono nei pressi di Hogwarts,trovarono il giovane Regulus
ad attenderli. Il ragazzo stava ancora dormendo placidamente quando il reale gufo d’ordinanza di casa
Black era entrato nella sua stanza,recando una lettera dei propri genitori che gli ordinavano di trovarsi in
quel luogo alle otto esatte.
Si era lavato in fretta e furia,aveva tirato fuori dal lussuoso armadio di ciliegio i preziosi abiti da
cerimonia che sua madre gli aveva comprato nel più esclusivo negozio della Londra magica e li aveva
indossati,facendo attenzione che non ci fosse la minima piega;si pettinò accuratamente i capelli e si
cosparse del profumo che suo padre e,prima di lui,suo nonno avevano sempre utilizzato per le occasioni
importanti.
Nell’allacciarsi i polsini della camicia immacolata aveva osservato con orgoglio il punto dove il suo
Signore aveva impresso il suo marchio l’estate scorsa,facendolo entrare a far parte della cerchia ristretta
dei suoi eletti. Quando era tornato a scuola tutti i suoi compagni di casa avevano provato invidia e
ammirazione nei suoi confronti: era ormai motivo di prestigio l’essere in stretti rapporti con il Signore
Oscuro,specie se si ha solo quindici anni. I suoi genitori non avevano detto nulla riguardo questa sua
scelta,ma sapeva che in fondo,in fondo lo appoggiavano;sua cugina Bellatrix era stata entusiasta della
sua decisione e l’aveva subito messo in contatto con alcuni dei maghi più potenti e importanti tra i
Death Eater.
-Buongiorno madre-sussurrò con voce reverenziale.
Walburga lo osservò soddisfatta,l’educazione che aveva impartito Regulus era stata impeccabile.
Si avviarono in completo silenzio verso Hogwarts;i mantelli dei coniugi Black ondeggiavano leggermente
a causa della gelida brezza mattutina che soffiava usualmente a quel ora del mattino.
Orion guardò davanti a se e constatò con disprezzo quanto il figlio minore assomigliasse ancora di più a
lui,non lo sopportava. Quelle membra così sottili,il naso pronunciato,gli occhi vitrei, l’espressione
untuosa e lasciva che ingannava i suoi coetanei e gli stessi professori. Sua moglie lo adorava per la completa
sottomissione nei loro confronti,lui lo odiava perché in quel ragazzino amorale languido vedeva se stesso
e la sua stessa rovina.
-Come va la scuola,Regulus?-chiese la donna,evitando che le costose scarpe firmate fossero rovinate o
sporcate dalle pozze di fango che erano sparse qua e la per il sentiero.
-Bene,madre. Ho appena ottenuto un Eccellente in Trasfigurazione e un Oltre Ogni Previsione in Storia
della Magia- rispose con tono sussiegoso il ragazzo,osservando soddisfatto lo sguardo pieno di approvazione
che la madre gli rivolse. Suo padre non disse nulla,ma d’altronde a Regulus poco importava di lui: sapeva
benissimo chi fosse più importante in casa Black e sua madre,emblema di perfezione e di onore per la casata
dei Black ,era certamente la persona più autorevole della sua famiglia. Aveva sempre guardato a suo padre
con indifferenza e,a volte, con disprezzo: era un uomo privo di passioni,sempre chiuso in un mutismo che
spesso rasentava il ridicolo e incapace di intrattenere rapporti anche con un elfo domestico. I suoi modelli
di ispirazione erano ben altri; Regulus ambiva alla gloria,ambiva di riportare la nobile casata dei Black agli
antichi fasti che un tempo le erano stati propri. Voleva riuscire in quello scopo che prima era stato affidato
a suo fratello Sirius,con la semplice differenza che lui non avrebbe fallito.
Un sorriso compiaciuto si dipinse sulle sue labbra,mentre assieme ai genitori varcava l’ingresso del castello
dove una rigida McGonagall li stava attendendo.
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-Andromeda sta bene,non è vero?-
Dumbledore lo guardò sorridendo:-Non preoccuparti Ted,appena i genitori di Sirius arriveranno qui,ti
farò raggiungere da tua moglie-
L’uomo sospirò sollevato e rivolse la sua attenzione alla figlia che,dopo essersi svegliata,si era fatta
crescere dei lunghi capelli verdi e cercava con scarso successo di strappare una piuma a Fanny.
-Ninpha,non si fa:potresti farle male-borbottò l’uomo prendendola tra le braccia.
La bambina strillò con disappunto e si divincolò rapidamente dalla presa del padre.
-Ha lo stesso carattere indomabile della madre-disse il preside ridacchiando,osservando come la bimba
tornava a tormentare la sua povera fenice.
-Non me lo dica,non oso immaginare cosa saranno quelle due assieme quando Ninphadora sarà cresciuta,
sto pensando seriamente di fuggire in Alabama- rispose Ted sconsolato.
Un trillo acuto fece trasalire l’uomo e spaventò la bambina che corse dal padre,aggrappandosi alle sue gambe.
-Scusa per il frastuono,Ted,non mi sono ancora deciso a cambiare il suono del campanello-disse
sorridendo il preside mentre faceva un lieve movimento con la bacchetta in direzione della porta d’ingresso
- Sarà di sicuro qualche Slytherin che si viene a lamentare del freddo che ha dovuto sopportare stanotte;
d’altronde vivendo nei sotterranei è comprensibile che quei poveracci facciano fatica a dormire
quando hanno delle stalattiti che pendono dal soffitto,devo escogitare degli incantesimi di
riscaldamento più efficienti-
Ted non seppe se ridere o rimanere in silenzio:per un “essere umano normale” come lui a volte era difficile
gestire e accettare situazioni così stravaganti. Fortuna che Andromeda aveva deciso che,a beneficio di entrambi,
avrebbe usato la magia solo per le situazioni di emergenza.
Dopo qualche istante dalle scale fece capolino la figura di un ragazzo che sembrava tremendamente
impaurito all’idea di trovarsi in quel luogo:non era molto alto,aveva capelli color paglia e occhi acquosi che
guizzavano di qua e di là.
Sebbene Ted non l’avesse mai visto in vita propria,sentì qualcosa che si attorcigliava alla base dello stomaco:
decise che quel ragazzo non gli piaceva e,anche se spesso in seguito si trovò in disaccordo con la moglie,
quella sensazione sgradevole gli rimase impressa per sempre.
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Note:
essendo cosciente del fatto che il capitolo precedente non sia stato il massimo,ho cercato di rimediare.
Spero che apprezzerete.
Baci,Anna Mellory