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Autore: Yuls    15/04/2012    2 recensioni
Hermione fissò meravigliata l’anello d’argento e notò un piccolo serpentello inciso sulla pietra.
Glielo restituì, sorridendo lievemente, mentre il cuore le batteva all’impazzata. Gli occhi grigi la fissavano, enigmatici. La Grifondoro non riuscì a cogliere quali pensieri o emozioni gli passassero per la mente.
Improvvisamente vi notò un cambiamento, un guizzo di qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Percepì che il ragazzo si stava avvicinando a lei, molto lentamente. Chiuse gli occhi, in un gesto istintivo. Sentì il suo respiro sempre più vicino.
Attese, lievemente a disagio, ciò che stava per succedere. Attese, il cuore a mille. Attese secondi, minuti.
Ma non successe nulla. Quando aprì gli occhi, si trovò sola.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Hermione camminava in un corridoio lungo e stretto, dalle mura di pietra. Sembrava Hogwarts. Intravedeva una forte luce, ma era lontana. Camminava, camminava, camminava, ma era sempre più stanca. Sfinita, si accasciò a terra.
Ma, l’impatto non fu con la pietra dura. Sotto di sé sentiva qualcosa di morbido e caldo. Si stiracchiò, come se fosse reduce di un lungo sonno e aprì gli occhi.
Una luce accecante la costrinse a portarsi una mano sul viso. Che fosse già arrivata a destinazione?
Si rese conto di essere in un letto. Nel suo letto. E la luce proveniva da una finestra aperta. Appollaiato sul davanzale, c’era un bellissimo giovane. Tratti decisi, capelli biondissimi ed indimenticabili occhi grigi.
Un sorriso dolce comparve sul volto del ragazzo, ma quando lei lo ricambiò, quello si trasformò in un ghigno feroce. Hermione, sorpresa, si alzò da letto, avvicinandosi alla finestra, ma il giovane si lasciò andare e cadde giù.
La Grifondoro era sconvolta. Sarebbe morto cadendo da un’altezza simile. Accelerò il passo e si affacciò. Ma si protese troppo. E cadde. Sentiva la forza di gravità trascinarla giù velocemente. L’attrito con l’aria era sorprendente. Chiuse gli occhi, attendendo l’urto. L’ultima cosa che vide furono due occhi grigi. Poi, il nulla.
Semplicemente il nulla. Solo buio. Un senso di angoscia attraversò Hermione. Sentì qualcosa sfiorarla e rabbrividì. La stessa cosa che l’aveva sfiorata, ora le stringeva la mano. Poi un sussurro, “Lumos”, e la bacchetta che l’altra persona stringeva in mano sprigionò una moderata quantità di luce, necessaria per illuminare i loro volti.
Di nuovo quegli occhi grigi. E si stavano avvicinando, per poi, man mano, chiudersi. Hermione sentiva il proprio respiro affannoso mentre Draco si avvicinava, per sfiorare le labbra con le sue. Il cuore martellava furioso. Mancava poco ormai… Mancava poco e avrebbe assaporato le sue labbra…
 

«Hermione, dannazione, svegliati!», esclamò Ginny Weasley, quel sabato mattina del 13 ottobre.
La Prefetta sbatté le palpebre un paio di volte, per scacciare le immagini del sogno e tornare alla realtà. Continuava a vedere quegli occhi grigi avvicinarsi…continuava a vedere Draco nell’attimo prima di baciarla. Un bacio che nel sogno non era mai arrivato, tantomeno l'avrebbe ricevuto nella realtà. Hermione ripensò a due giorni prima, quando si era trovata con il Serpeverde nei sotterranei e lui era stato sul punto di sfiorarle le labbra. Un brivido le percorse la schiena, mentre si alzava e andava a vestirsi, più che altro trascinata da Ginny.
Prese un maglioncino color crema a collo alto, che si sposava con la sua carnagione, dei jeans blu e un giubbino di pelle marrone, e infilò un paio di stivaletti dello stesso colore della giacca. Mise la bacchetta e i soldi in una borsetta a tracolla e uscì con l’amica, già pronta da un pezzo, dal dormitorio. Mentre attraversavano la Sala Comune, Hermione si sistemava i boccoli castani, che le incorniciavano il volto a cuore, con la mano libera.
«Harry e Ron ci aspettano giù?», chiese Hermione. La giovane Weasley scosse la testa.
«Credi davvero che porterei anche loro a fare compere?», ridacchiò. La Prefetta la imitò.
«Dannazione, Herm. Siamo veramente in ritardo. Ti avevo detto di svegliarti. Hai scombussolato i miei piani.», si lamentò poco dopo Ginny. «Cosa diamine hai sognato che non ti ha permesso di destarti?».
Hermione fu scossa da un brivido. Si sentì a disagio e si limitò a fissare il pavimento di pietra.
L’amica la guardò interrogativa.
«Hermione…», la chiamò, ma la persona alla quale si stava rivolgendo era assente, con la mente da tutt’altra parte, rivivendo il sogno della notte precedente.
Ginny le prese la mano. «A me puoi dirlo.».
E così, fino a quando non furono giunte dal custode Gazza, Hermione le raccontò l’incubo.
Mentre si lasciavano il castello alle spalle, iniziò a cadere una pioggerellina fitta.
Le due Grifondoro si strinsero nelle giacche, rimpiangendo di non essersi messe qualcosa di più pesante addosso.
 Il tragitto sembrò più lungo del solito, mentre un gelido vento sferzava i loro volti.
Dopo una ventina di minuti giunsero davanti a “I Tre Manici di Scopa”, dove si rifugiarono per ripararsi dal freddo.
Quando si furono finalmente sedute, con un boccale di calda Burrobirra davanti, Ginny parlò.
«Che cosa credi che significhi?».
Hermione capì al volo e sospirò. «Non saprei…la mia…come potrei chiamarla…ossessione? verso Draco Malfoy.».
«Dire che ti sei preso una cotta per lui mi sembra un eufemismo, Hermione.», rise Ginny. L’amica si unì a lei.
Più tardi, dopo essersi assicurate che la pioggia fosse cessata, uscirono dal pub, in cerca di qualche negozio di abbigliamento.
«
Se solo Madama McClan fosse anche qui…», esclamò la giovane Weasley, guardando una vetrina.
«
Aspetta…devo comprarmi una piuma nuova!» disse la Prefetta, indicandole Scrivenshaft.
«
Non oggi, Hermione.», ribatté Ginny, con l’aria di non voler sentire proteste, e la trascinò dentro Stratchy & Sons.
«
Ginny, guarda. Ti piace questo?», le chiese la Prefetta, una dozzina di minuti dopo, mostrandole un abito rosa, molto settecentesco. L’amica scosse la testa, con decisione.
«
Ho trovato l’abito per te.», disse, poi, tirando fuori un abito blu scuro che ricordava il ‘700 francese, vestito che all’epoca era chiamato andrienne.
Hermione ne rimase estasiata. Ginny sorrise, soddisfatta, mentre tornava alla ricerca del suo.
Poco dopo, esibiva un abito nero di seta, senza spalline, con il corpetto drappeggiato impreziosito da perline dorate e una lunga gonna dalla linea morbida e fluida. Le stava d’incanto.
Comprarono anche due maschere per la festa che s’intonavano perfettamente con i vestiti.
Soddisfatte degli acquisti, uscirono dal negozio.
«
Ginny, per favore. Devo comprare una piuma.», esclamò la Prefetta, che non si era ancora arresa.
«
Ti accompagno fino a lì, ma ti aspetto fuori.», sbuffò l’amica.
«
Torniamo al castello?», le chiese Hermione poco più tardi, mentre sistemava la piuma d’aquila nella borsetta.
«
Veramente volevo fermarmi da Mielandia.», rispose la rossa.
A metà strada tra Scrivenshaft e Mielandia, incontrarono Harry e Ron che uscivano da Zonko, carichi di pacchetti.
Hermione li scrutò interrogativa.
«
Non stavamo facendo nulla di male!», borbottarono in coro. Poco dopo due bambini uscirono correndo dal negozio, andando quasi a sbattere contro la Prefetta.
«
Thomas! Zacharias! Venite qua!», ordinò la madre, trafelata,  mentre usciva con buste colme di scatoline.
«
Mi scusi.», aggiunse rivolta a Hermione, e se ne andò.

 

***

«Ho un dubbio.», esclamò Ron quando arrivarono al castello.
Ginny aggrottò le sopracciglia. «Beh?».
«
A che vi servono quegli abiti?», chiese. Le due amiche si scambiarono uno sguardo.
«
Fatevi gli affari vostri.», rispose la rossa, in tono spiccio. Il fratello la guardò male.
«
Ma che bel quartetto.», biascicò Draco Malfoy, seguito da Zabini e dalla Parkinson, evitando accuratamente lo sguardo di Hermione. Non si erano più incontrati, da quel giovedì sera, durante la ronda e nessuno dei due aveva più cercato altri contatti.  
«
Cos’hai comprato, Weasley? Altri stracci?», ridacchiò la Serpeverde, perfida. I Serpeverde ghignarono.
«Zabini! Parkinson! Nel mio ufficio!», esclamò una stizzita Minerva McGranitt, con una pergamena in mano.
«I vostri voti di Trasfigurazione sono pessimi. Venite con me.», ordinò. Pansy e Blaise la seguirono di malavoglia.
«
Harry, Ron! Mi sono appena ricordata una cosa!», esclamò Ginny, trascinandoli per una manica. «Avevo promesso agli altri membri della squadra che ci saremmo messi d’accordo per il prossimo allenamento.».
I due ragazzi annuirono, ma poi guardarono Hermione. Lei fece un cenno d’approvazione e li salutò.
«
Vedo che siamo rimasti soli.», disse Draco, avvicinandosi spavaldo a lei.
Gli occhi grigi catturarono quelli di lei. Un brivido le percorse la schiena.
Stava ricordando il sogno. E stava ricordando la situazione in cui lei aveva visto quei pozzi d’argento. Lui stava per baciarla.
«Te ne sei andato.», disse, in un sussurro.  L’espressione del Serpeverde mutò. Aveva gettato via la maschera di arroganza e ora Hermione, a malincuore, vi lesse solo distacco.
Dal canto suo, Draco, era turbato, ma sperava di risolvere le cose mostrandosi indifferente. Perché non voleva permettere (non poteva!), che trapelasse la minima emozione.
«Lo so.», rispose infine, lo sguardo che incatenato a quello della ragazza.
«Perché?», domandò Hermione, mentre sentiva gli occhi pizzicare. Le lacrime sarebbero uscite a momenti.
Il Serpeverde si rese conto che non sopportava vederla così. Eppure, per sei lunghi anni, quella era stata la sua soddisfazione. Ma non ora. No, adesso qualcosa era cambiato.
Sentì l’urgente bisogno di consolarla e quasi si meravigliò di se stesso.
E lì, in mezzo al corridoio che portava alla Sala Grande, che sarebbe stato riempito di lì a pochi momenti da studenti desiderosi di pranzare, si avvicinò a lei, catturandole le labbra in un breve, dolce bacio.

 

 

.:: Note ::.

 
Posso pure dire di aver chiuso il capitolo col botto!
Forse sono stata un po’ affrettata, ma dubito che rivedrete una scena simile troppo presto!
Mancano ancora due settimane al ballo e credo che passeranno lentamente. :P
Spero vi sia piaciuto il pezzo iniziale, quello del sogno. Perché quando dormiamo non riusciamo a controllare sempre i sogni, e Hermione ne è la prova. Passa da un sogno all’altro, come credo capiti a tutti.
La parte centrale non è proprio un granchè, ma son certa che l’ultimo pezzo vi sia piaciuto.
Ma passiamo ai saluti: come al solito ringrazio chi recensisce questa fanfic, chi la segue e chi la ha tra i preferiti! C:
Oddio, si è fatto tardi!
Kisses,

Yuls.

  
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