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Autore: Lulu_Herm    15/04/2012    4 recensioni
dal pomeriggio dopo i G.U.F.O. al 31 ottobre 1980, tredici storie sui pensieri di Lily Evans, James Potter e Severus Piton in altrettante occasioni:
-Dopo i G.U.F.O
-A casa, d'estate
-Banchetto d'inizio
-Lezione di Pozioni
-Hogsmeade
-Binario 9 3/4, per la settima volta
-Ronda dei Capiscuola
-Quidditch
-Studiando in biblioteca
-Addio, Hogwarts
-Il matrimonio
-Harry
-31 Ottobre 1980
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'inizio'
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Hogsmeade era quella di sempre. L e viuzze affollate, i monti che la circondavano, i Tre Manici di Scopa, Zonko e Mielandia. i Malandrini aspettavano sempre con ansia le gite ad Hogsmeade. Remus, metodico come sempre, stilava un programma di visita da seguire, a cui poi ovviamente nessuno si atteneva. Se fosse stato per Sirius, sarebbero stati solo da Zonko, mentre se avessero dato retta a Peter sarebbero finiti da Madama Piediburro (il ragazzo adorava quel posto, ma nessuno sapeva spiegarsi il perché) .
James amava tutto di Hogsmeade. Amava la strada lastricata sotto le sue scarpe, le vetrine colorate dei negozi, il paesaggio di cui si godeva dalla Stamberga Strillante. Amava le risate dei suoi Malandrini intorno a lui, e gli occhi verdi che lo fissavano felici. Lily e le ragazze avevano accettato di uscire con loro e Frank. Tutti i Grifondoro del loro anno insieme, per la prima volta. Era sempre andato d’accordo con Mary e Alice, ma gli pareva quasi un miracolo di essere così amico di Lily. Ovviamente c’erano ancora momenti in cui le sue guance si tingevano di rosa scuro, momenti in cui un’ombra calava sui suoi splendidi occhi di smeraldo, ma si stavano facendo sempre più rari, dopo tante serate passate a ridere, tanti pomeriggi sui libri insieme.
Quell’uscita per James era una prova. Se fosse andata bene, avrebbe provato a conquistare Lily, ma sul serio. Non facendo lo scemo come aveva sempre fatto, era chiaro che lei non lo apprezzava. Era sicuro di essere completamente innamorato di lei. E ora che le cose si erano messe meglio doveva muoversi con cautela, sfruttare ogni occasione, esserci sempre, per lei.
Mentre era immerso in questi pensieri, Sirius si avvicinò facendo il solletico a Mary, e gli ricordò: “Ramoso, abbiamo bisogno di Pallottole Puzzole e Caccabombe. Abbiamo quasi finito le scorte. Dobbiamo fare un salto dal caro, vecchio Zonko” “Pallottole Puzzole? Ancora? Quante ne abbiamo comprate l’ultima volta che siamo venuti qui? Almeno una decina di pacchetti. Che fine hanno fatto?” si sentiva come una madre che rimproverava il figlio. E come un bambino, Sirius si lamentò: “Ma uffa Jamie! Non vuoi mai fare niente. È come stare sempre con Kreacher” James non poteva tollerare di essere paragonato a Kreacher. Suo malgrado si allontanò da Lily bofonchiando.
Zonko era incredibile come sempre, ogni volta diversa. I proprietari ridecoravano il negozio ogni mese, e per le uscite a Hogsmeade dei ragazzi davano il meglio di sé. Quando Linda Zonko vide spuntare dalla porta i suoi due migliori clienti, gli corse incontro sventolando dei libri.
“Libri? Andiamo, Linda, andiamo contro la tradizione? Da quando Zonko è diventato un posto serio?” lei rise sotto i baffi, e ne porse uno ciascuno. “Apriteli, coraggio”. James e Sirius li aprirono, e si ritrovarono coperti di melma verde. “Ma che Morgana succede? Cos’è questa roba?” ululò James. “Tomi Melmosi. L’ultimo ritrovato della scienza scherzosa. Per fare scherzi ai secchioni. Assolutamente geniale” Spiegò Emore Zonko, appena entrato dalla porta sul retro. James, seccato, cominciò a ripulirsi aspirando melma con la bacchetta, mentre Sirius saltellava entusiasta per il negozio.
“Ne prendo cinque! Pensa alla faccia di Remmie e della Evans quando.. Oh oh!” James lo guardò furibondo. “Scusa, Ramoso, non volevo! Pensi davvero che farei uno scherzo alla Evans?” non si credeva nemmeno da solo. “In tutta onestà? Si. Cresci una buona volta, Sirius” Sirius era incredulo. James Potter che gli diceva di crescere? Era finito in un universo parallelo?
“Ma ti senti? Sei ridicolo! Cresci tu, che ti ostini a cambiare te stesso quando non c’è assolutamente nulla che non va in te per piacere a quella…quella…” “Quella cosa? Cosa Sirius? Dillo, avanti. È assurdo che tu non riesca ancora a capire. Sono anni che sono innamorato di Lily, sono sicuro, sicurissimo, che ne vale la pena. E ora che finalmente sto riuscendo in qualcosa, tu vuoi smontare tutto. Ma ti senti? Pretendi di continuare a fare scherzi idioti, nonostante fuori ci sia una guerra. Cosa farai quando saremo all’ Accademia Auror? Pensi che potrai continuare come qui? Tra pochi giorni compio diciassette anni, è il momento che mi dia una regolata. Mi sono divertito abbastanza”
“è assurdo che proprio tu mi parli così! Sei sempre stato il primo a comportarsi da idiota. Noi siamo i Malandrini, ricordi? cosa pensi di ottenere?” Urlò Sirius, sdegnato. Non ci poteva credere, stava urlando contro suo fratello.                                                                                                                                                                                    “Cosa penso di ottenere? Cosa penso di ottenere? Lei! Spero di ottenere lei. È così difficile?
-Beh, in fondo, lo sai che lui la ama. E probabilmente lei amerà lui, molto presto. Lo sapevi che prima o poi qualcuno te lo avrebbe rubato. E poi… c’è Mary. L’amicizia tra te e tuo fratello               continuerà, sarà solo un po’ diversa. Non potevi aspettarti altro dal tempo che passa-
Sirius odiava i rari momenti in cui l’Albus Silente che c’era in lui emergeva, perché era sempre costretto a dargli ragione. Anche in questo caso, naturalmente, si vide obbligato a farlo. Perché quel barbuto saccente alloggiava nella sua testa a tempo perso? Non poteva, per esempio, infilarsi nella testa di Peter, che ne aveva tanto bisogno? Niente da fare. e ora doveva umiliarsi e scusarsi con James.
James che ora lo stava fissando in cagnesco, mentre lui era preda del proprio monologo interiore, aspettando una risposta. “Beh? Che cosa hai da dire? Vuoi dirmi che tu non faresti lo stesso per Mary?” Sirius borbottò: “Beh, ma certo che lo farei. Aspetta, come hai fatto a sapere che mi piaceva Mary? Cioè no, non è vero, ovviamente non mi piace affatto Mary, cosa te lo fa pensare?” James ridacchiò, vedendo come si contraddiceva. “Migliore amico, ricordi?” “Ancora? V-vuoi dire…anche se ci siamo appena insultati come un Goblin e una Banshee?” “Ovviamente. Tu sei la Banshee, non è vero?” Sirius si sedette sul bancone, mentre un Emore Zonko piuttosto sconvolto si allontanava lentamente. “Mmm…Credo che la Evans abbia una segreta passione per i Goblin, Jimmino mio” James lo guardò terrorizzato: “No, Jimmino no. Altrimenti torno a Sissy, come la mettiamo?” “No, ok, James, Ramoso, o Potente Capitano, tutto ma non Sissy” James rise. Gli era appena venuta un’idea riguardante Mary, Sirius e il suo soprannome.
Salutarono Linda e Emore e se ne andarono. Raggiunsero gli altri dai Tre Manici di Scopa e, mentre Sirius cercava di convincere Rosmerta a dargli un Whisky Incendiario, minacciandola di convertirsi alla “Testa di Porco”,  James vide che Mary trascinava una Lily decisamente contrariata alle toilette. Chissà perché le ragazze andavano sempre in bagno insieme?
~
Erano passati un po’ di giorni dalla gita a Hogsmeade. James era tutto preso dall’organizzazione del suo compleanno (Come ogni anno l’avrebbe trascorso nella Stanza delle Necessità con i Malandrini) e siccome aveva una montagna di compiti non aveva molto tempo per concentrarsi su qualcos’altro. Ma un pensiero a Lily lo dedicava sempre. Non riusciva a capacitarsi di quanto era fortunato. Ora poteva godere dei suoi sorrisi, degli occhi smeraldini che s’illuminavano nella luce della Sala Comune, dei capelli rossi spesso scompigliati perché lei ci si passava una mano quando era nervosa.
Quel pomeriggio, James entrò in biblioteca pensando all’allenamento di Quidditch che lo aspettava la sera stessa. La vide seduta al suo posto, al suo tavolo preferito, e il cuore gli si allargò. Senza rendersi conto di ciò che stava facendo, si sedette sulla sedia accanto alla sua. Lei si girò irata, ma vide che era lui e arrossì. Euforico, James prese coraggio. Aveva fatto arrossire Lily Evans.
Era splendido stare lì, seduto a studiare, con la presenza di lei che lo entusiasmava e lo calmava insieme. Non c’era bisogno di parole. Erano lì, semplicemente felici. Ma James era consapevole che il suo tempo stava finendo. Il sesto anno si avviava verso la fine, e sapeva che il settimo, con tutto il caos che ci sarebbe stato, sarebbe letteralmente volato via. Si ripromise ancora una volta che ce l’avrebbe fatta. Lei sarebbe stata sua.
La accompagnò al dormitorio. Ogni secondo con lei era meraviglioso. Non avrebbe sprecato un attimo. E quando arrivarono sulla porta del dormitorio, lei gli schioccò un bacio sulla guancia. James andò in fiamme. Letteralmente. Non si sarebbe mai più lavato la guancia. Ci avrebbe messo un’etichetta sopra: “Guancia baciata da Lily Evans”. Avrebbe segnato sul calendario quella data, e l’anno dopo le avrebbe portato dei fiori per celebrare l’evento. Anzi, ogni anno.
Rimase lì impalato per una decina di minuti, poi udì un urlo proveniente dalla porta del dormitorio e si scosse. Scese in Sala Comune, si abbandonò su una poltrona e iniziò a pensare. “Peter passami quel libro. No, non Pozioni Avanzate, per carità! Ecco, vedi? Quello” berciò Sirius all’indirizzo di Peter. Il ragazzo, spaventato, si affrettò a prendere “Storia della Motocicletta” e a porgerlo a Sirius, sotto lo sguardo  esasperato di Remus, nascosto dietro un libriccino di novecento pagine. Sirius prese il libro e vi s’immerse, mentre Peter cominciava a fissare insistentemente James, nella speranza che lui facesse qualcosa di figo da imitare (o meglio, tentare pateticamente di imitare).
James si stiracchiò e propose: “Ci facciamo una partita a Scacchi Magici?” non ottenendo nessuna risposta da Sirius e Remus. Peter invece schizzò in piedi e si precipitò nel dormitorio, inciampando. Qualche minuto dopo era di ritorno con la scacchiera di James. Cominciarono a giocare, con Peter che lanciava gridolini a ogni mossa di James.
In quel modo trascorse un’ora, e Remus suggerì di scendere in Sala Grande, visto che era quasi ora di cena. James lesse negli occhi di Sirius la sua stessa voglia di rimanere ad aspettare Mary e Lily. Ma visto che nessuno dei due aveva intenzione di dirlo a Remus, lo seguirono in Sala Grande. La cena cominciò, ma non si videro né Lily né Mary, con grande preoccupazione dei due Malandrini. Dov’erano finite? Mentre Sirius si guardava intorno perplesso, non aveva idea di ciò che lo aspettava.
L’indomani mattina, era sabato, dormirono fino a tardi. James si alzò verso le undici e, essendo incapace di stare da solo, svegliò anche Sirius. “Sirius! Sirius svegliati è tardi” Naturalmente non ottenne nessuna risposta. “Oh ciao Mary, come stai?” Sirius si alzò all’istante. “Sei una preda troppo facile, Sissy” Sirius diventò paonazzo all’udire il suo abominevole soprannome, e cercò di tornare a letto. Impresa non facile, perché James pensò bene di cominciare a saltarci sopra. Cominciò una breve lotta di cuscini. “Va bene, va bene, mi arrendo. Cosa volete fare, Madama?” “Madama a chi?” s’innervosì James.
Mezz’ora dopo erano in Sala Comune, intenti a giocare a Scacchi mangiando Cioccorane .“Sirius?” “Si?” “Tu…Come l’hai capito che…” “Che mi piaceva Mary? Credo sia stato l’anno scorso. Non so di preciso perché. Una sera eravamo su alla Torre di Astronomia. Le è sempre piaciuto guardare i pianeti. All’improvviso mi sono girato verso di lei e l’ho vista con le gambe penzoloni nel vuoto, gli occhi che brillavano, il viso illuminato dalla luna. Sembrava piccola, fragile. Da quel momento l’ho trovata più femminile di tutte le ragazze con cui sono uscito” James lo fissò pensieroso. Credeva di essere l’unico stupido che era caduto in una trappola del genere, e invece era successo anche al suo migliore amico. Non sapeva se sentirsi sollevato o preoccupato.
Sentirono dei rumori provenire dalle scale, e si voltarono incuriositi. C’erano Lily, Alice e una ragazza sconosciuta, con lunghi capelli neri e setosi e occhi celesti pesantemente truccati. James sorrise alle amiche (va bene, sorrise a Lily) e guardò perplesso la ragazza che era con lei. Non l’aveva mai vista, ma ora che guardava bene…Ma si, l’aveva già vista quella voglia a forma di cuore sulla gamba di… “MARY!” gridò Sirius sconvolto.
James intuì il dramma interiore di Sirius. Perché Mary si era conciata così? Lui sapeva che a Sirius piaceva esattamente com’era prima. Ma ora? E Sirius, lui lo sapeva meglio di tutti, non era certo il genere di mago che si tiene le cose per sé. “Come ti sei conciata? Sembri Bertha Jorkins” Bertha Jorkins era una delle ragazze più popolari della scuola, per quanto fosse una svampita di prima categoria. Fissata con la moda, riteneva che nulla fosse più importante di una buona manicure. E per Sirius Black era un insulto molto pesante insinuare che qualcuno sembrasse Bertha Jorkins. James si mise le mani tra i capelli, e vide che anche Lily aveva avuto la stessa reazione. “Come prego? Bertha Jorkins? Perché?” “Sei…diversa”- questo è l’eufemismo del secolo-pensò James. “E allora? Non mi pare una cosa così terribile. Magari così piacerò a qualcuno” –Mary Mac Donald, sei riuscita a tirare fuori la peggior frase possibile- si disse James. La faccia di Sirius era tutto un programma. James riconobbe gelosia, rabbia e incredulità. “Se per te era così importante piacere a qualcuno avresti potuto dirlo! Credevo di essere il tuo migliore amico” e qui, come nella peggiore delle telenovele argentine, Mary se ne uscì con un “Tu non puoi capire” che non risolse nulla, girò i tacchi e tornò in dormitorio. James poteva giurare di aver udito un singhiozzo.
Grazie a Godric, Lily mantenne il suo sangue freddo, e James aggiunse questo alla sua lista dei motivi per sposarla. Si sedette con Sirius (che era abbandonato sulla poltrona con il volto tra le mani) e sussurrò: “Sai perché lo fa? Le piace una persona. E le persone fanno cose pazze quando sono innamorate” “Ma perché non me l’ha detto? Perché?” Lily e James si scambiarono uno sguardo d’intesa. “Un motivo c’è. Ma tu vorresti farmi credere che sei così sconvolto dalla cosa perché la tua migliore amica ti ha nascosto un segreto?” “No, non sono così sensibile, non sono mica James” “Ehi tu, brutto cagnaccio!” s’intromise il cervide. Lily gli tirò un’occhiataccia. Quello era un discorso serio! “Evans, sei la più intelligente del nostro anno. Non impormi la tortura di ammettere ciò che tu sai benissimo” “Cioè che lei ti piace?” calò un silenzio di tomba. Sirius assunse un color violetto molto simile alla miglior veste di Silente.
“Si, per Morgana, si”  Lily sorrise. “è bello sentirlo dire” e prima che Sirius potesse replicare se n’era già andata. Alice, che era rimasta sulle scale, esibì un sorrisetto e la seguì. Sirius rimise il volto tra le mani e cominciò a mugolare. Per James quella vista era semplicemente terribile. “Ramoso, è troppo per la Evans informarmi del perché le fa piacere vedermi soffrire come un…ehi aspetta un momento, non posso dire che soffro come un cane, io sono un cane” James alzò gli occhi al cielo. “Se la conosco almeno un po’, credo di aver capito cosa intendeva dire” “Io credo che a me sia sfuggito, quindi per piacere, illuminami” “Tu le piaci. Tu piaci a Mary Mac Donald”
Sirius cadde dalla poltrona. Il pavimento tremò e si udì un lamento provenire da sotto il tavolo. James si trattenne dallo scoppiare a ridere. Era un momento tragicamente serio, malgrado tutto. “Tu-tu credi davvero che io p-piaccia a lei?” “Si, Sirius” quella era l’ombra del Sirius che conosceva, e la cosa non gli piaceva affatto.
Quella sera, Lily e James avvertivano la tensione in Sala Comune. Mary aveva promesso che sarebbe scesa dopo cena quando avesse finito di studiare, e Sirius stava preparando il discorso da farle. “è tutto così surreale, non trovi? Voglio dire…Sirius sdolcinato e Mary femminile? Ti pare possibile?” Sorrise James a Lily. Lei rise a crepapelle, venendo quindi colpita da un pezzo di pergamena appallottolato da un nervosissimo Sirius.
All’improvviso, James capì che era il momento. In futuro avrebbe dichiarato che il mondo si era fermato e che l’intera Sala Comune si era voltata verso le scale. Ad ogni modo, in cima alle scale apparve Mary Mac Donald nella sua nuova versione femminile, linda e ordinata. Mentre discendeva, sarebbe dovuto calare il silenzio, invece tutti continuarono a chiacchierare come al solito. Quando Sirius la vide, cadde di nuovo dalla poltrona. James lo aiutò a rialzarsi, pensando che stava diventando una fastidiosa abitudine.
“Buonasera ragazzi, ciao Black” Sirius rischiò di cadere di nuovo, ma riuscì a controllarsi. “Black? Ti sei bevuta il cervello? O forse ti sei pettinata troppo e hai subito dei danni alla testa” lei incassò il colpo con una certa classe. “Ma perché ti dà così tanto fastidio il mio aspetto fisico? Sono affari miei, e si dà il caso che io sia comunque la stessa persona” “Si ma Merlino! A me piacevi prima”.
Questa volta il silenzio calò davvero nella Sala Comune. Il Sirius Black Fan Club non si perdeva una parola del dialogo. “Cosa? Ridillo, lentamente” “A me piacevi prima” “E che cosa vorrebbe dire?” “devo farti un disegno? Mi piacevano i tuoi occhi al naturale, e i tuoi capelli mossi e spettinati. Mi piacevi quando ridevi spontaneamente e per Godric, mi piaceva essere chiamato Sirius” se prima c’era silenzio, ora era calato il gelo. L’unico rumore erano le pagine del libro di Remus che venivano sfogliate. “E perché non me l’hai detto, di grazia?” “Non lo so! Forse aspettavo l’occasione giusta. E tu perché ti sei conciata così?” “Perché…perché…” ma Mary non finì quella frase. Forse capì che parole ne avevano già dette troppe, tutti quanti. Ma c’era ancora una sola cosa da dire, e Mary la disse senza parole.
Chissà, magari voleva lanciarsi in una corsa lungo la scala, chi può dirlo? Resta il fatto che ehi, era Mary Mac Donald, e non si smentiva mai! Sul settimo gradino inciampò e cadde. Ma questo forse fu un bene. Si, perché se no, quanto tempo avrebbe potuto metterci Sirius Black a capire cosa aveva voluto dire Mary Mac Donald? Invece, le circostanze imposero una certa rapidità, e fortunatamente il suddetto Sirius Black balzò sotto la scala e riuscì a prendere al volo la suddetta Mary Mac Donald, che poté finalmente fare ciò che tutti stavano aspettando.
Prima che Sirius se ne accorgesse, Mary posò le labbra sulle sue, e lo baciò appassionatamente. Lui perdette l’equilibrio e cadde per terra, con lei al seguito, ma nessuno ci fece caso, a parte il gatto di Alice, Snowy, che balzò sul divano impaurito e si rifiutò di scendere per il resto della serata. Quando si staccarono, le reazioni furono molteplici. Il Sirius Black Fan Club prese a urlare disperatamente, Remus posò addirittura il suo libro, James abbracciò Lily (per poi arrossire come uno stendardo di Grifondoro) Peter cominciò a squittire eccitato. Alice sollevò Snowy in segno di vittoria. Ma Sirius e Mary non  ci badarono. Erano solo loro due, e nient’altro. Solo Sirius e Mary.


In questo capitolo, come in quello su Lily, ho cercato di evidenziare l’amicizia, facendo passare un po’ in secondo piano James e Lily, ma non preoccupatevi perché nel prossimo episodio torneranno alla carica! Questo capitolo è piuttosto lungo e inquadra vari momenti, infatti per me è stato insolitamente difficile scriverlo. Comunque mi soddisfa abbastanza, spero che piaccia anche a voi. Nel prossimo ho una sorpresa in serbo per voi (visto che Severus non è stato proprio citato nei precedenti capitoli, avrà una scena tutta per sé) e non sarà molto positiva purtroppo…Ma non svelo altro :) 

   
 
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