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Autore: bbacktodecember    15/04/2012    1 recensioni
Era un giorno come tanti a Wilmington, North Carolina ma non per Amanda. Non aveva idea che quel giorno la sua vita sarebbe cambiata del tutto.//
C'è sopratutto Cory in questa FF ma ci sono anche tutti gli altri.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cory Monteith
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era passata un’ora da quando erano chiusi lì e Amanda era stata zitta per tutto il tempo, anche se Cory aveva provato a parlare con lei.
Amanda era in piedi, appoggiata al muro vicino alla porta aspettando che qualcuno aprisse prima o poi.
Cory era rimasto seduto tutto il tempo mentre scarabocchiava qualcosa su un foglio, Amanda si era accorta che ogni tanto lui la guardava.
Quando si girò per l’ennesima volta per guardarla, Amanda si girò e lo guardò. Cory rise.
“Ora cosa c’è di così divertente?”
“Nulla.” Rispose lui continuando a ridere.
Amanda lo guardò male senza dire niente, Cory si alzò e si avvicinò a lei. Erano a pochi centimetri di distanza. Amanda cercò di guardare da un’altra parte perché in quel momento gli avrebbe perdonato tutto.  Perché doveva fargli quell’effetto?
“Perché non mi riesci a guardare?” disse lui ridendo “Lo so io. Perché in realtà non sei così tanto arrabbiata.” E la guardò, lei si girò e lo spinse via e andò a mettersi seduta.
Cory si girò e andò a mettersi vicino a lei seduto sulla scrivania.
“Ho capito. Non mi vuoi parlare. Ma non vuoi sapere cosa è successo davvero?”
“Se voglio sapere la verità? Vediamo. Tu che dici?” disse Amanda sarcastica.
“Okay ti dico esattamente cosa è successo. Ma tu non devi parlare, devi farmi raccontare tutto. Okay?”
“Va bene.” Disse Amanda.
“Allora, Ryan mi aveva chiamato presto quella mattina, voleva parlarmi prima di tutti. Ci siamo visti nel suo ufficio e mi ha detto cosa era successo. Quando gli ho chiesto perché mi aveva chiamato, lui mi ha detto che la colpevole eri tu. Così mi sono arrabbiato, gli ho urlato contro, gli ho detto che non aveva nessun diritto di incolpare te. Tu che eri stata sempre perfetta come assistente.
Anche lui mi aveva urlato contro e mi aveva detto che io non ero obiettivo, perché stiamo insieme e perché ti amo.” Cory fece una pausa e la guardò dolcemente, Amanda sorrise timidamente e aspettò che lui continuasse.
“Comunque quando sono arrivato sul set, Ryan aveva appena detto a tutti quello che era successo, poi era entrata Mary e io sapevo che era stata lei. Ma ero ancora scioccato perché Ryan, Ian e Brad pensavano che tu fossi la colpevole. Mi sono messo seduto vicino a Lea e lei continuava a chiedermi se gli credevo, ma era scontato che non gli credevo, ero davvero troppo sconvolto per rispondere anche a lei. Poi, sei entrata tu con Darren e sapevo che stavi cercando me e non so cosa mi è preso, avrei voluto alzarmi e dare un pugno a tutti e tre. Ma sapevo che avrei peggiorato le cose, e l’unica cosa che riuscivo a fare era fissare le mie scarpe da perfetto codardo, quando mi ero deciso a venire ad aiutarti sapevo che era troppo tardi.”
“Perché non ti sei fatto sentire per tutto il giorno?”
“Perché sapevo che tu eri delusa dal mio comportamento. E anche io lo ero di me stesso. Così il giorno dopo quando sono arrivato sul set sono andato direttamente da Mary e l’ho minacciata o qualcosa del genere.” Cory rise. “Le ho detto che sapevo che era stata lei e che aveva commesso l’errore più grande della sua vita.”
Amanda lo guardò confuso “Ha tradito la tua fiducia. Le ho detto che tu sei una di quelle persone che anche se non lo dai a vedere, ti affezioni alle persone e ti fidi di loro subito. Così lei sentendosi in colpa è andata da Ryan e ha ammesso tutto.”
“Ma Lea e Dianna non mi hanno detto niente di tutto questo. In più quando mi hai guardato quel giorno sembravi deluso, mi aveva guardato così solo quel weekend a Wilmington, quando ti avevo detto che credevo di amare David.”
“Volevo dirlo a te, non volevo che lo venissi a sapere da qualcun altro. E hai ragione.” Disse Cory, poi si mise in ginocchio e le prese le mani “Quello sguardo non era rivolto a te. Non so cosa mi sia preso ma non ho mai pensato, nemmeno per un secondo che tu fossi la colpevole.” Amanda lo guardò senza dire nulla.
“Senti, lo capisco se non riesci a perdonarmi ma, non pensi che ne abbiamo passate abbastanza? O forse per farmi perdonare devo organizzare un ballo in maschera e farti un discorso davanti a tutti?”
Amanda rise e gli diede un pugno.
“Non prendermi in giro. Stavo malissimo in quel periodo.” Disse lei ricordando quella sera.
“Lo so. Anche io. E non pensi che sia ora di essere felici?”
Si guardarono per un secondo poi Am lo abbracciò.
“Ti credo.” Gli sussurrò. Cory le prese il viso e la baciò dolcemente.
“Come pensi che usciremo da qui?” chiese lei ridendo.
“Perché vuoi uscire?” disse lui guardandola.
“Cory Allan Monteith!” rispose Amanda ridendo.
Dopo qualche minuto la porta si aprì e Lea chiese ai due di provarle che tutto era risolto.
“Non ti dobbiamo provare proprio niente.” Disse Amanda mentre cercava di uscire da quella stanza. Iniziava ad odiare il suo ufficio.
“Se non vedo non credo.” Ribattè Lea.
Amanda prese Cory e lo baciò poi guardò Lea “Contenta?” le chiese ridendo mentre Cory l’abbracciava da dietro.
“Si contenta di vedere che avete risolto. Ora uscite prima che Ryan ci licenzia tutti.” Disse Lea sorridendo
“Ora è colpa nostra se ci avete chiuso qua dentro” rispose Amanda mentre usciva mano nella mano con Cory da quell’ufficio.
  
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