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Autore: _hangover    16/04/2012    2 recensioni
«Come mai sei qui tutta sola? E' Carnevale ragazza, animo!» fece una piccola giravolta su se stesso.
«Ero con una mia amica ma mi ha abbandonato, e poi non mi piace tanto, sono qui a Doncaster da un anno e non ci sono abituata» abbassai lo sguardo.
Lui mi prese una mano e mi trascinò di nuovo dentro, iniziando a ballare.
«Che stai facendo?» gli chiesi, strizzando gli occhi.
«Ballo, no?» scoppiò in una risata che contagiò anche me.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
 
Next time I'll see you
I'm giving you a high five
It's not too over rated, just FYI 

 
«Maya! Hai toccato qualche presa in cucina?» scesi di corsa le scale, stando attenta a non inciampare nel tappeto che era posto in fondo ad esse e corsi verso quella che doveva essere la mia cucina, ma dato che la casa era totalmente buia mi fidavo dei miei ricordi.
«No mamma, hai chiesto ad Adam?» mi appoggiai a qualcosa che non seppi di preciso cos'era e aspettai la risposta di mia madre «Sono qui accanto a te cretina» sobbalzai, accorgendomi che effettivamente la 'cosa' sulla quale mi ero appoggiata era il braccio di mio fratello «Scusami, non vedo nemmeno il mio naso» sospirai, avvinghiandomi attorno al suo braccio strusciandoci la guancia e aspettando che succedesse qualcosa.
Era saltata la luce da un momento all'altro, e nessuno aveva toccato le prese.
«Magari è saltata in tutto il quartiere e non è colpa nostra» intimai, stringendo ancora di più il braccio caldo di mio fratello.
Niente luce uguale niente riscaldamento, e non era proprio la cosa migliore in pieno dicembre a inverno inoltrato.
«Giusto, usciamo e vediamo se manca a tutto il quartiere, o per lo meno alla nostra via» Adam mi trascinò fino a fuori casa, infilandosi una giaccia non troppo pesante e uscendo di fretta. Con mia grande gioia scoprii che la corrente non mancava soltanto a noi ma a tutta la nostra via.
Vidi anche altra gente per strada che cercava di capire cosa fosse successo alla luce. In effetti questo era un punto che non avevamo ancora chiarito. Come mai era saltata la luce all'improvviso?
Una voce urlò verso di noi qualcosa, e si fece sempre più vicina, il che mi lasciò ben poca immaginazione su chi poteva essere. Una sola persona aveva quella voce e quel tono anche in pieno inverno, anche in una situazione come questa.
Louis Tomlinson.
Il nostro simpatico, montato, stra famoso e stra pagato vicino di casa.
«Adam, Maya! Sapete perchè è saltata la luce in tutto il quartiere?» benchè fossero le sei e mezza di pomeriggio e non ci fosse molta luce, il suo sorriso sempre dipinto in volto si notava anche lontano un miglio.
«No Tommo, e immagino che nemmeno tu lo sappia» Adam si staccò dal mio braccio e si avvicinò a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.
«Mi fareste un grande favore?» presunsi che Louis lo stesse chiedendo a noi, dato che eravamo le uniche persone nel raggio di 10 metri da lui. Non feci in tempo a rispondere che mio fratello parlò come se fossi totalmente d'accordo con lui «Certo!» lo fulminai con lo sguardo maledicendolo mentalmente. 
«Potreste venire da me? Le mie sorelline sono spaventate e i miei non sono in casa, non riesco a gestirle» disse Louis, abbassando lo sguardo e alzandolo due secondi dopo, scrutandoci con i suoi occhioni azzurri.
«No» mi affrettai a rispondere, prima che potesse farlo mio fratello. Entrambi mi guardarono sorpresi, e Adam sembrava quasi che si stesse cavando gli occhi da quando li sporgeva in fuori verso di me. «Cioè, voglio dire..Dobbiamo fare delle cose a casa e poi io non le conosco e..» «Ma Maya! Ti prego, Daisy e Phoebe già le conosci e ti trovano molto simpatica, Fizz ti adorerà di sicuro!» piegai leggermente il capo «Scusami, ma non hai anche un altra sorella?» chiesi. Da quel che mi ricordavo dei precedenti discorsi con Fae, di sorelle ne aveva quattro, non tre.
Mi sorrise malizioso, prima di scoppiare in una risata leggera «Allora almeno un po' ti sei informata sul mio conto» sentii le gote diventarmi rosse «Me l'ha detto la mia migliore amica, io non c'entro!» strinsi le mani a pugno. «Lottie è in gita con la scuola; comunque, vi prego vi prego non vi chiederò più favori in tutta la mia vita!» Louis piegò il labbro inferiore all'ingiù, assumendo così una faccia da cane bastonato. Adam mi si avvicinò lentamente «Andiamo Maya, stiamo lì fin quando non tornerà la luce per calmare le sue sorelline e poi basta, su ti sono sempre piaciuti i bambini!» mi sussurrò. Sbuffai «Si, i bambini, ma di certo non quelli con un fratello famoso e arrogante» mi pizzicò un braccio «Dai Maya, Louis non è arrogante, cosa ti costa?» sospirai «E va bene, avete vinto, ma staremo solo fino a che non tornerà la luce. Non un minuto in più» Louis sorrise felice, correndo ad abbracciarmi «Grazie Maya!» gli battei una mano sulla schiena riluttante, prima di allontanarlo da me. «Posso trovarti un soprannome?» mi disse poi lui, mentre entravamo in casa loro. «No» ribattei secca.
 
«Louis, hai portato loro per farci compagnia?» chiese Daisy. Lui si sedette su una poltrona del salotto, prendendola in braccio e mettendola seduta sulle sue gambe. «Si, e per farvi compagnia mentre manca la luce» sorrise alla sorellina, che annuì insicura prima di riscendere dalle gambe del fratello e iniziare a camminare - totalmente a caso, dato che la luce mancava ancora - in cerca della sorella gemella. «Phoebe, dove sei?» vedevo due ombre muoversi nel buio, segno che le gemelle si stessero cercando a vicenda, con scarsi risultati però.
Mi feci avanti e, strizzando gli occhi per cercare di vedere meglio, presi per mano le bambine e le avvicinai, in modo che si ritrovassero l'una di fianco all'altra.
«Grazie Maya» mi disse flebilmente Phoebe, stringendosi nel maglioncino e prendendo per mano la sorella, portandola fino ai piedi di Louis e sedendocisi accanto.
Quella che doveva essere Fizz, fece qualche passo verso di me, tentando di incrociare il mio sguardo nel buio «Piacere, Louis, Daisy e Phoebe mi hanno parlato di te - tentò di stringermi la mano, poi si voltò verso mio fratello - Ciao Adam, come vanno le partite ultimamente?» un momento, anche la piccola Tomlinson conosceva mio fratello? Ero un emarginata sociale, era chiaro.
«Abbastanza bene, tu il nuoto sincronizzato?» rispose tranquillo mio fratello, avvicinando quella che doveva essere una sedia e sedendocisi su, tanto per essere alla stessa altezza della bambina. «Se ogni tanto Louis si ricordasse di portarmi a fare gli allenamenti, o magari di venire a vedermi andrebbe meglio» ribattè secca lei, scrollando poi le spalle indifferente.
Una voce mi fece voltare «Maya, Maya vieni qui» evidentemente doveva essere una delle gemelline Tomlinson, data la vocina flebile e acuta. Tentai di raggiungerle e, non appena arrivai a loro, mi sedetti anch'io ai piedi di Louis. «Visto che io e Daisy abbiamo paura del buio e che Louis ha esaurito le storie da raccontarci, non è che ce ne racconteresti una tu?» alzai lo sguardo, cercando quello di Louis, che mi sorrise come al solito. «Va bene, ma prima volevo chiedervi: non avete una maledetta torcia in questa casa?» sbuffai, tentando di sistemarmi i capelli in una crocchia veloce.
Louis schioccò le dita, quasi gli fosse venuto un lampo di genio, e si alzò di scatto, sparendo ancora di più nel buio.
Tornò poco dopo, e diede a me e a mio fratello un oggetto, che appresi con gioia era una torcia. La accesi e illuminai prima i volti della famiglia Tomlinson, poi la stanza.
Non ero mai stata a casa loro - e come potevo, se nemmeno mio fratello mi aveva parlato della sua 'amicizia' con i Tomlinson - ma sembrava davvero una gran bella casa. Certo, proprio poveri non erano.
«Posso prima andare in bagno?» esordii, alzandomi goffamente e aspettando indicazioni «Certo, sali le scale, percorri il corridoio e poi giri subito a destra. La prima porta che trovi è il bagno» annuii incerta, tentando di ricordarmi ciò che mi aveva appena detto Louis.
Salii le scale e percorsi il corridoio, ma non appena mi trovai a quella specie di incrocio che c'era tra i corridoi, andai nel panico e non mi ricordai più se era destra o sinistra. 
Illuminai con la torcia tutti e due i lati e girai a sinistra, pregando che il mio sesto senso non avesse fatto cilecca. Aprii la prima porta che mi capitò davanti e ci entrai dentro, puntando la torcia dappertutto e capendo amaramente che non era il bagno, ma solo una camera da letto.
Aveva le pareti blu, mentre i mobili erano bianchi. C'era un computer sulla scrivania, un letto, e un paio di poster appesi al muro. Mi incamminai verso quella che doveva essere la scrivania ma fui bloccata quando andai fragorosamente a sbattere contro qualcosa. Caddi a terra come un sacco di patate, ringraziando il cielo che fosse tutto buio e che non ci fosse nessuno. Illuminai con la torcia la cosa contro la quale ero andata a sbattere e capii che era un armadio.
Strano, prima non l'avevo notato.
Vidi che un anta nello sbattere contro di me si era leggermente aperta, lasciando cadere qualcosa. La illuminai con la torcia. Era una maschera, una da festa, tipo quelle di carnevale.
Oh, un attimo.
Era identica a quella del ragazzo della sera della festa. Stessi colori, stessa forma, stessi accessori e disegni.
No, non poteva essere lui quel ragazzo, non poteva.
«Tutto okay Maya?» mi voltai di scatto, sussultando e illuminando la faccia di Louis che strizzò gli occhi per l'improvvisa luce che aveva addosso.
«Oh, ehm, si, ho solo sbagliato direzione e sbattuto contro l'armadio» fissai la maschera nelle mie mani «Questa è tua?» lui mi prese per mano, aiutandomi a rialzarmi. «Questa è camera mia» sorrise «E quella è..» si bloccò, quando la luce della camera magicamente tornò a funzionare, così come in tutto il quartiere.
«Alleluia!» sospirai, passandomi una mano nei capelli e sistemandomi i jeans ormai scoloriti. Mi voltai, riposando la maschera nell'armadio e dirigendomi verso la porta della camera, dirigendo verso il bagno e - quando lo ebbi trovato - chiudendomici dentro.
Quando ne uscii, notai Louis appoggiato allo spigolo del corridoio, fissarmi. «Che c'è Tomlinson?» gli chiesi, roteando gli occhi. «Sai, amo il colore dei tuoi capelli» mi disse, sorridendomi. Mi contorsi le mani «Oh già, mi hanno parlato della tua ossessione per le carote. Immagino che i miei capelli te le ricordino, o sbaglio?» «No, non sbagli affatto. Ma a parte questo, è un colore molto bello» «Grazie» dissi, superandolo con nonchalance. Lui mi afferrò per un polso, facendomi voltare verso di lui. «Che vuoi ancora?» notai troppo tardi che la distanza tra i nostri visi era ben poca, molto meno di quella che avrei desiderato «Volevo ringraziarti» lo guardai interrogativa «Di cosa?» «Del fatto che sei così gentile con le mie sorelle, e che non te ne sei ancora andata via, mandandomi a quel paese» disse, guardando la sua mano ancora ferma sul mio polso.
Liberai il braccio, scendendo velocemente le scale ignorandolo completamente. Quando arrivai in salotto, notai che le gemelle stavano giocando con delle bambole, mentre Fizz guardava senza troppo entusiasmo la televisione.
Presi il cappotto e mi rivolsi a mio fratello «Io vado a casa, se vuoi vieni con me, altrimenti affari tuoi» dissi scettica, uscendo da casa Tomlinson.
 

 
Hello popolo!
So che forse sono in ritardo ma ho avuto un enormità di impegni che voi non potete capire! (?)
In questi giorni penserò a fare la scaletta per i prossimi capitoli, tanto per essere in ordine.
Mmmm, questo è un capitolo totalmente di passaggio e io odio i capitoli di passaggio.
Mi scuso in anticipo se fa schifo o se ci sono errori ma non ho avuto il tempo di rileggerlo cwc.
Su twitter sono @niallsmonkey e se mi date i vostri nick vi avviso quando aggiorno :3
Vado a vedermi la fine del Titanic e poi me ne vado a nanna.

Un bacione, allh :)
   
 
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