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Autore: HaveANiceDay    16/04/2012    1 recensioni
"Non spogliare il mio amore,
potresti trovare un manichino.
Non spogliare il manichino,
potresti trovare il mio amore" In trappola, Charles Bukowsi.
L'amore è una scala, un percorso a ostacoli.
Questa è la nostra staffetta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Il traguardo estremo della vira umana è vivere la propria vita.
Rainer W. Fassbinder
 

Vi presento il frutto di tante noiose lezioni di fisica, latino e chimica passate a fantasticare, sognare, scrivere e persino sperare.
Buona lettura :D


 
Primo traguardo: Coraggio.
 

-Maratona di Star Wars, eh?-dico, entrando in casa di Dianna.
-Li ho affittati stamattina!-sorride. Mi porge una birra, e scoppio a ridere.
-Sono le undici di mattina!-protesto, senza molta convinzione.
-Tanto dormi qui, mica devi guidare-si giustifica.
Tolgo la giacca rimanendo con i miei soliti jeans e la mia camicia preferita, e mi blocco per un secondo a guardarla, con quel maglione nero a collo alto che è il suo indumento che preferisco.
E' bellissima, non c'è nulla da fare.
Mi accendo una sigaretta mentre lei sistema con aria assente il televisore davanti al divano.
-Chi aspettiamo?-chiedo, togliendomi le scarpe e sedendomi, e aspiro una boccata di fumo dalla mia Marlboro rossa.
-Nicola, Alessia e Roberto-risponde-ma Alessia e Roberto non danno segni di vita, saranno sicuramente troppo occupati a darsi da fare da qualche parte-allude ridacchiando.
-Ok-rido-chiamo Nicola e cerco di capire che fine ha fatto.
Compongo a memoria il numero del mio migliore amico, come la sottoscritta membro del "Dianna Fans Club", il club delle malcapitate vittime di quella donna meravigliosa che mi sta davanti.
-Nico, dove sei, brutto bastardo?-esclamo quando si degna di rispondere al cellulare, che a mio parere possiede solo per giocare a Fruit Ninja.
-La brutta bastarda sei tu-risponde, con un tono esasperato-comunque non posso venire... Divertitevi-stacca la chiamata.
Mi rimetto il cellulare in tasca e guardo Dianna con un'espressione che dall'esterno non esiterei a definire a dir poco cinematografica.
-Che succede?-chiede lei.
-Non può venire, ma... Era parecchio strano-mormoro, e lei si volta scrollando le spalle.
-Bo', starà male-dice. Sospiro. Chissà in che casino si sarà cacciato questa volta...
-Iniziamo la maratona?-chiedo-Alessia e Roberto prima o poi arriveranno-ridacchio.
-Prima o poi-sottolinea, ridendo e sedendosi accanto a me.
 


I primi due film passano senza intoppi e senza che i due ritardatari si facciano vedere, ma ci siamo abituate: succede sempre così. La trama non mi appassiona, ma sarà che sono totalmente assorbita dal profumo leggero e persistente di Dianna... Chissà se a casa, domani, continuerò a sentirlo sui miei vestiti.
Beviamo un altro paio di birre, di quelle pesanti e a poco prezzo che beviamo solo a casa sua, e a quel punto iniziamo a ridere senza motivo, solo per il gusto di farlo. Per arginare l'effetto dell'alcohol mangiamo un po' di patatine e altro cibo salutare, anche perché siamo a stomaco vuoto e di questo passo non ci reggeremo in piedi... Abbiamo ancora un bel po' di film da vedere. 
Mi avvicino ancora un po' a lei per sentire di più questo suo profumo che mi inebria, e chissà come perdo l'equilibrio e finisco sulla sua spalla coperta dal cotone pesante del suo maglione.
Scoppiamo a ridere, e per la prima volta non la sento irrigidirsi a un semplice contatto umano come questo, così non accenno a muovermi... Sto così bene immersa nel suo profumo, quasi coperta dalla sua cascata di capelli biondi e morbidi.
La sento respirare piano, e immagino di passare così tutta la mia vita: la Domenica a guardare un film con lei, magari abbracciate sotto una coperta con una ciotola gigante di pop corn.. Non c'è più bel sogno per me che, da anni ormai, la amo.
Dianna si accende una sigaretta, e mi incanto a guardarla mentre aspira e butta fuori il fumo con quelle movenze eleganti che sono solo sue. Mi porge la sigaretta e faccio un tiro, sprofondando anche solo per un attimo nell'estasi di immaginare un'intera vita così. Peccato che sia così vicina e così irraggiungibile, come al di là del vetro di una sala di registrazione simile a quelle in cui da anni canto per lei.
Accenno a cantare un pezzo ed è qui che mi rendo conto di essere brilla: solitamente faccio di tutto per non cantare in sua presenza, anche se il mio lavoro a volte lo richiede.
 
"Hey love, where ya goin' to?
You're not sleeping, you're just tryin' to"

Continuo a cantare, sentendo la testa leggera, chiudendomi gli occhi e godendomi un momento che non si ripeterà spesso.
-Hey love, Jason Mraz-osserva lei, quando finisco-me l'hai fatta ascoltare una Domenica al bar.
Sorrido, stupita del fatto che si ricordi di un dettaglio di almeno due anni fa, e mi abbandono ancora di più contro di lei, con gli occhi chiusi, concentrandomi sul dolce ritmo del suo respiro... Non siamo mai state così vicine, sono fortunata.
Continuiamo a vedere Star Wars, ma la trama e le battute dei personaggi sfuggono, corrono via come l'acqua: non m'importa di nulla tranne che di lei.


 
Mi sveglio, e sullo schermo scorrono i titoli di coda: il film è finito e lei non si è mossa di un centimetro mentre dormivo. Sollevo la testa a malincuore per osservarla un po': ha uno sguardo concentrato, e le sue labbra sono contratte in un'espressione tesa.
-Mi sono addormentata... Scusa-farfuglio, tirandomi su completamente.
-Oh, fa niente, tanto non ti sei persa nulla-scrolla le spalle e mi sorride.
-Vuoi continuare oppure facciamo una pausa?-chiedo, sbadigliando e sperando che lei propenda per la seconda opzione.
-Tu hai un gran bisogno di caffé-scoppia a ridere e si alza, porgendomi una mano per aiutarmi a fare lo stesso. Afferro la sua mano fresca e la stringo per un breve istante prima di lasciarla.
Ci prepariamo un caffè, mentre lei mi racconta distrattamente cosa mi sono persa del film.
-Ok, ho capito l'antifona: non è il nostro genere-sospiro, mentre mi accendo una sigaretta dopo aver bevuto in silenzio il mio caffè.
-Decisamente, è palloso-concorda, posando la sua tazzina sul tavolo.
-Dobbiamo continuare a vederlo per forza?-mi lamento-chiamiamo gli altri e mangiamo qualcosa tutti insieme-propongo, ma Dianna scuote la testa, sedendosi accanto a me per bere il suo caffè.
-No, va bene così-mi guarda, e come sempre riesce a incantarmi.
E' inevitabile per me sognare, ma è davvero la mia immaginazione a dirmi che il suo sguardo non è quello di sempre? In un'altra occasione direi che è stata la birra a parlare, ma non con lei che è sempre così composta e corretta, che fa tutto tranne farsi condizionare dall'alcohol.
Siamo state da sole centinaia di volte, ma questa volta c'è qualcosa di diverso: Nicola non è venuto, Alessia e Roberto sono scomparsi, e io non credo nelle coincidenze, sebbene tutto questo mi sembri un gigantesco viaggio mentale. No, non lo è, lo sento e questa volta non ne ho dubbi, nonostante la paura mi blocchi quasi il respiro.
Dopo milioni di sguardi, parole e situazioni simili a questa, non mi trattengo e lentamente mi avvicino alle sue labbra, a occhi aperti, perché voglio osservare la sua reazione e tirarmi indietro in tempo.
Sembra impossibile, ma sfioro le sue labbra con una carezza, un bacio quasi impercettibile, ed è lei a chiudere gli occhi e quindi abbandonarsi, dandomi così il permesso di andare avanti.
La bacio, questa volta a occhi chiusi, e mi perdo nelle sue labbra, baciandole lentamente mentre le mie mani corrono ad affondare nei suoi capelli come centinaia di volte ho sognato, solo sognato.
Quando le nostre lingue si intrecciano è come se il mio corpo si tendesse all'improvviso, e mi stringo a lei, stravolta da queste sensazioni esattamente come lo è lei, lo sento.
Si lascia baciare, mi sfiora le spalle con una carezza romantica, poi sale a cavalcioni su di me e mi cinge il collo con le braccia.
Non è possibile.
Mi stacco di pochi centimetri da lei, completamente senza fiato.
-Sto ancora sognando?-chiedo, a resistendo alla tentazione di fregarmene e continuare a baciarla per sempre.
-No-sussurra, con una nota di paura nella voce. Le accarezzo i capelli e sorrido per darmi una parvenza di sicurezza, sebbene anch'io abbia bisogno di essere rassicurata.
Il cuore mi va a mille, esattamente come il suo, ora lo sento bene, premuto sul mio petto a fare da eco col mio.
-Ecco perché sono tutti spariti-ridacchio.
-Contavo sulla birra-confessa, con un mezzo sorriso.
-Non è la birra, sei tu-dico, e la bacio ancora-sei sempre tu.
Riprendiamo a baciarci, a sfiorarci per la prima volta, a scoprirci man mano. Non mi sono mai sentita più felice di adesso.
Sento le sue labbra calde e umide sul mio collo, in un bacio lascivo e al contempo pieno d'intensità e delicatezza, e realizzo che mi sta marchiando inconsapevolmente e probabilmente anche alla fine della mia vita riuscirò a sentire la traccia di questo suo bacio sulla mia pelle.
Titubante con una mano vado ad accarezzare la sua pelle accaldata sotto il maglione, la sento rabbrividire e poi si stacca da me.
-Io...-ansima, senza finire la frase. Capisco al volo, e sento un vuoto allo stomaco, un'impazienza che mi divora come non mi è mai sembrato possibile.
-Sì, sì, decisamente-farfuglio, e lei si alza velocemente. Ci baciamo ancora, stringendoci l'una all'altra, ed è lei a trascinarmi nella sua camera da letto. 
Ci chiudiamo la porta alle spalle e Dianna, l'irraggiungibile Dianna, inizia a spogliarmi, slacciando uno a uno i bottoni della mia camicia con mani tremanti.
In pochi secondi la mia mente entra in un'altra dimensione, e tutto si riduce a lei. Il suo sguardo. La sua bocca. Le sue mani. Il suo corpo, che si scopre lentamente alle mie carezze.
Il mio intero mondo si riduce a lei, la mia intera vita si riduce a questo momento immortale.
Sul suo letto, adesso, stiamo sdraiate e nude, e non riesco ad allontanare il mio sguardo da lei, ad ammirare quel corpo che adesso posso fare mio. La ricopro di baci e carezze, venerando ogni parte di lei, della sua pelle che è cera nelle mie mani.
-Sei bellissima-le dico, spezzando il silenzio che è calato su di noi come una coperta.
-Non è vero-ride.
La bacio ancora, le accarezzo il viso, commossa.
-Se me ne darai l'occasione te lo dimostrerò-prometto, e una lacrima scorre solitaria sul mio viso, lacrima che le sue dita asciugano con una carezza intensa e carica di tutto quello che volevo dirle da tempo e che sicuramente sapeva già.
Non parliamo più, da questo momento in poi, e tutto si fa ansiti, gemiti, carezze.
Quando finalmente entro in lei il mio mondo esplode, e mai come adesso capisco davvero che è questo il posto al quale appartengo, senza dubbio: lei. Io sono sua, assolutamente ed eternamente sua.
Facciamo l'amore come non l'ho fatto mai, e vorrei che il tempo si fermasse nell'esatto momento in cui lei, in preda al piacere, si aggrappa a me sussurrando il mio nome.


 
La abbraccio sotto le coperte, riscaldata dalla sua pelle. Vorrei dormire, ma sento che non è ancora il momento: dobbiamo chiarire, spezzare questo meraviglioso silenzio almeno per un po'.
-Perché?-le chiedo solamente, senza aggiungere altro. Adesso che il momento è fuggito, è la paura a fare ritorno: magari è stato solo uno sfizio, un favore che lei intende reciproco. Forse è stata la prima e ultima volta, e allora, penso, dovevo fare di più per godermi questa sfuggente felicità.
-Perché ho capito-mormora, scegliendo le parole lentamente e con cautela-ti ricordi di quel racconto che ho scritto, in cui il mio alter ego aveva paura di scendere dal treno insieme al ragazzo che le offriva la possibilità di provare reali sentimenti? Sono riuscita a scendere.
Non dico nulla, totalmente paralizzata dalla consapevolezza: io l'ho sempre e solo aspettata nonostante abbia passato anni a dirmi che no, non ci speravo più, che sapevo di non avere speranze.
La stringo più forte, chiudendo stretti gli occhi per impedirmi di piangere e respirando il suo profumo mischiato all'odore di sesso che impregna le coperte e questa intera casa.
-Io ho sempre e solo aspettato che tu scendessi da quel treno...

 
*****


 
Grazie per aver letto, al prossimo capitolo!
HaveANiceDay
  
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