Ciao bellissime\i!!!! Eccovi l'ottavo capitolo...Vale, An e Marti sono finalmente riuscite ad entrare nel backstage, chissà chi ci sarà ad aspettarle...
In ogni caso mi sembra doveroso ringraziare i miei lettori: siete mitici!!! Spero che andando avanti la storia vi piaccia sempre di più!! Vi chiedo nuovamente di recensire, per dirmi cosa vi piace e cosa vi fa schifo, in modo che la ff migliori!!!
Buona lettura!!!
baci
tonight
Finalmente entrai nel backstage. Mancava veramente poco all'inizio del concerto e noi dovevamo ancora trovare i nostri posti. Ero agitatissima. Avevo la strana sensazione che le farfalle nel mio stomaco si stessero moltiplicando, per non parlare del senso di nausea che, grazie a Bob e alla sua delicatezza, era aumentato.
<< Vale, stai bene? Sembri un lenzuolo! >>. Marti mi scrutava accigliata.
<< Sì, sì, tutto okay >>. E cosa avrei potuto dirle? Che ero agitata per l'esibizione di una band che praticamente non conoscevo? Sì, forse sì...
Tuttavia non riuscii ad aprire bocca.Qualche metro più avanti infatti, poco lontano dall'entrata del palco, cinque ragazzi chiacchieravano allegri.
Noi rimanemmo immobili per qualche secondo, indecise sul da farsi, poi ci avvicinammo caute. Avevamo intenzione di non dare troppo nell'occhio ma, come sempre, finimmo per fare esattamente il contrario: mentre avanzavamo con passo felpato, An inciampò in un cavo e volò distesa per terra. Io e Marti non riuscimmo a trattenerci e scoppiammo a ridere. I ragazzi interruppero la loro conversazione e si voltarono verso di noi. An riuscì a rialzarsi con estrema rapidità, ma ormai era troppo tardi. Tutti si erano accorti della nostra presenza.
Quando i ragazzi capirono chi eravamo, ci salutarono con un gran sorriso e ci fecero segno di raggiungerli.
OH.
PORCA.
MISERIA.
Sentii le gambe che stavano per cedere.
Stavano salutando noi. NOI!! E' vero, io non ero una loro grande fan però... Accidenti, si trattava pur sempre di star internazionali che stavano sorridendo a me!
Il mio viso da bianchiccio qual'era, diventò rosso pomodoro.
Marti, l'unica ad essere rimasta quasi calma, si avvicinò leggermente più veloce di me ed An.
<< Ciao! >>, dissero loro quando fummo abbastanza vicine.
<< Ciao...>>. Io e An stavamo dando l'idea di essere socievoli quanto due cactus.
Per fortuna Marti prese la parola: << Io sono Martina, queste sono Anna e Valeria >>
<< Piacere! Noi siamo...bhe, immagino che sappiate già chi siamo >>. Sorrisero. Feci automaticamente un segno affermativo con la testa. In realtà però, da quando mi trovavo a meno di cinque metri da loro, avevo completamente rimosso ogni informazione sull'argomento "One Direction". Cercavo di concentrarmi principalmente sul restare in piedi.
Iniziammo così un'impacciata e, dal mio punto di vista, terribilmente imbarazzante conversazione.
<< Tu sei la ragazza che Harry ha investito, vero? >>, mi chiese il biondo.
<< Già...>>. Accennai un sorriso. Non oso immaginare quale orribile smorfia sia comparsa, in realtà, sul mio volto.
I ragazzi sembravano fin troppo a loro agio mentre, per noi, era quasi impossibile comporre una frase di senso compiuto. Per di più in inglese.
Proprio quando la situazione stava diventando meno tesa e la mia voce tornava ad essere più alta di un sussurro, Mike arrivò correndo.
<< Ragazzi, preparatevi! Stiamo per iniziare >>, poi parlò con noi: << Voi dovete salire quella rampa di scale. I vostri posti sono i numeri sette, otto e nove della prima fila >>
<< Perfetto >>.
Stavamo per mettere piede sul primo scalino, quando il riccio si voltò e urlò: << Dopo il concerto ci aspettiamo che ci portiate a conoscere Roma! >>.
In risposta ricevette un sonoro schiaffo in testa dal ragazzo con la maglietta a righe vicino a lui.
Rimanemmo ancora per qualche secondo ferme in mezzo alla sala. Poi ci trascinammo fino ai nostri posti. Mi lasciai cadere sulla poltrona con il numero otto. Avevo la testa vuota. An e Marti si accomodarono accanto a me.
Presto si spensero le luci. Eravamo esattamente sopra al palco. Riuscivo a vedere la folla in delirio che aspettava solamente che i ragazzi entrassero in scena.
Sentivo l'emozione di tutte quelle persone tanto forte da avere l'impressione che a provarla fossi io. Forse, in parte, era proprio così.
Poi iniziò la musica.
Le urla aumentarono.
Le note si infrangevano le une sulle altre, si allontanavano, si univano e si mescolavano in composizioni sempre nuove e sorprendenti. Il ritmo era trascinante.
Il momento migliore però, fu quando, alla base musicale, si aggiunsero le voci. I One Direction fecero il loro ingresso in scena e cominciarono a cantare, dando a tutto qualcosa in più. Vedevo i loro volti rilassati e allegri. Un susseguirsi di sorrisi mozzafiato.
Piano, piano, riuscivano a far entrare il pubblico in quell'universo di perfezione che è la Musica.
Io mi ci feci accompagnare molto volentieri, trasportata da note e voci unite in un'incredibile armonia.