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Autore: Xenebe    16/04/2012    9 recensioni
Quella sera quando avevo accettato l'invito a cena di Edward sapevo cosa sarebbe accaduto ...
... e quando la mattina dopo ero uscita dal suo appartamento piangente ...
... ero preparata alle ripercussioni emotive che l'episodio mi avrebbe portato ...
Ciò a cui non ero preparata erano le conseguenze di tutto!
(seguito di OSSESSIONE)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'Ossessione'
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Con_ 16 Allora allora allora ... ringrazio tutti colore che seguono, preferiscono e ricordano la storia, e naturalmente chi ha recensito ...
Vi annuncio che dopo questo capitolo ce ne saà un'altro e poi l'epilogo ... eh già vi siete temporaneamente liberati di me ... Vi lascio al capitolo, a dopo...














Capitolo 17


“-Chi ha risposto al telefono?-“
-Il padre di mia figlia.-*

Silenzio assoluto … questa è l’unica risposta di mia madre.
-Mamma?- improvvisamente sento cadere la linea.
Osservo il cordless, spaesata …
Non può averlo fatto davvero … Ha … Ha riattaccato?
-Bella?-guardo Edward,-Cosa … ?-
-Ha riattaccato …-
-E … perché?-, sto per rispondere che non ne ho la più pallida idea quando squilla il mio cellulare: è arrivato un sms.
“Domani sono da te … mi devi delle spiegazioni. La donna che ti ha messo al mondo e che estrometti regolarmente dalla tua vita.”
-Ah.-
Probabilmente mentre nella mia mente passano tutte i possibili scenari per la giornata di domani passano alcuni minuti … a svegliarmi da questa specie di incubo ad occhi aperti, che irrimediabilmente finisce con me che vengo disconosciuta da Reneè, è il tocco delicato e caldo della mano di Edward sulla spalla.
-Che c’è? -, scuoto la testa,-Sai che non sto capendo nulla?-, lo guardo abbozzando quello che dovrebbe essere un sorriso.
Lui lentamente sposta la mano sulla mia guancia.
Purtroppo non ho il tempo di arrossire perché il cellulare squilla nuovamente: un altro sms di mia madre.
“Non preoccuparti di venirmi a prendere in aeroporto … ci pensa tuo padre.”
Nel momento in cui la colorita imprecazione lascia le mie labbra sono felice che Charlotte sia con Esme.
Edward mi guarda interrogativo.
Abbasso lo sguardo e sparo la notizia.
-Domani verranno i miei genitori.-
Dopo una manciata di secondi alzo gli occhi, ma l’espressione di Edward non è affatto cambiata.
-È un problema che vengano i tuoi?- chiede cauto.
-Decisamente!-, rispondo agitando le braccia, se solo potessi mi alzerei stizzita.
Io non so cosa dire e come, e lui invece mi chiede se è un problema?!
-Edward … -, espiro cercando di ricordare che abbiamo finalmente messo le cose a posto tra di noi e che quindi aggredirlo sarebbe solo deleterio,- Ok … praticamente così come non dissi nulla ai miei amici, non raccontai nemmeno a mio padre e mia madre di noi due  … e nemmeno negli ultimi tempi ho spiegato loro la nuova situazione … e prima che tu lo chieda: non l’ho fatto perché è tutto troppo complicato … speravo di riuscire a venire a capo della situazione prima di dover affrontare il discorso con mia madre … Oddio! Io già so cosa mi chiederà … e io non ho le risposte che lei vorrebbe … E mio padre … potrebbe decidere di farti fuori appena ti vede … -
Lui m guarda, stringe leggermente l’occhio sinistro come per focalizzare qualcosa, poi spalanca entrambi gli occhi …
-Lo sceriffo …- sussurra e io pianissimo annuisco.
Restiamo in silenzio per un po’, seduti uno accanto all’altra, senza guardarci.
-Beh … probabilmente non vorrà far fuori il padre di sua nipote, no?-
-Ma forse l’uomo che ha messo incinta sua figlia, sì.- gli faccio presente.
Resta ancora in silenzio, poi inspira e si alza.
-Siamo adulti Bella, e ci stiamo comportando di nuovo da adolescenti insicuri … -, mi passa la stampella e mi aiuta ad alzarmi,-Domani parleremo con i tuoi, cercheremo di spiegargli tutto, e pregheremo che a fine giornata io sia ancora tutto intero … Ma dobbiamo farlo insieme …-, mi dice mentre mi stringe la vita.
Inclino il capo leggermente verso destra e osservo i suoi splendidi occhi verdi che adesso brillano di determinazione e senza volerlo o pensare, parlo.
-Sempre … insieme ...-
-Da oggi in poi affronteremo tutto insieme.- mi fa eco, sorridendo.


È l’alba quando decido finalmente di alzarmi … inutile dire che nel momento in cui mi sono allontanata da Edward tutti i miei dubbi e le mie paure si sono ripresentate, con nuovi interrogativi, riguardanti le sue frasi enigmatiche.
Cosa vuol dire con quei “noi” con quei “insieme” … io so perfettamente che cosa intendo, io so che vorrei averlo al mio fianco, perché in realtà non ha mai smesso di essere la mia ossessione … non ho mai smesso di amarlo.
Ma lui?
E mi terrorizza anche poterlo scoprire oggi, di fronte ai miei genitori … o forse mi terrorizza sempre perché in realtà ho paura che lui ci veda insieme solo come i genitori di Charlotte.
Lentamente mi metto in piedi aiutandomi con la stampella, notando che ormai sono quasi le sette, e mi avvio in cucina, dove un assonnato Edward sta sorseggiando il suo caffè …
-Cosa ci fai già alzato?-, gli chiedo.
-Quello che ci fai tu immagino …-, semplicemente annuisco e mi siedo accanto a lui, che mi versa il caffè.
-Ieri sera ho chiamato Rose: tra mezz’ora viene a prendere Charlotte e Adam, porta lui a scuola e lei a casa sua … andrà poi lei a prenderlo.-
-Ok ... Chiamerò lei per avvisarla che non andrai tu … Ma perché?-
-Semplicemente non voglio lasciarti sola … E comunque ho controllato i voli, quello da Jacksonville sarà qui per le 7:45 … Non credo che i bambini debbano assistere alla … discussione.-, ancora una volta annuisco (sembra che io non possa fare altro ultimamente) stupita dalla sua premura, ha praticamente pensato a tutto, e questo mi risolleva … in fondo avrò il suo solido braccio a sorreggermi oggi.

Un ora dopo sono fremente in attesa che il campanello suoni … sobbalzo ad ogni minimo rumore, sperando e temendo che Charlie, Reneè e Phil arrivino presto.
Quando finalmente qualcuno bussa alla porta mi alzo per andare ad aprile, ma Edward mi guarda in tralice, obbligando mia sedermi di nuovo.
La porta gira sui cardini …
-Salve, lei deve essere la signora  Dwyer, lieto di conoscerla sono Edward Cullen … Sceriffo Swan, è un piacere rivederla. So che è strano , visto che questa è casa di vostra figlia, ma … prego accomodatevi.-
Un attimo dopo di fronte a me ho Charlie e Reneè … ahi, male! Phil non c’è, avrei potuto aperare nel suo supporto per blandire mia madre.
I loro volti sono tesi, tentando di non far trasparire la curiosità di mio padre, che sicuramente non ricorda che Edward è stato un mio compagno di scuola, e la compiaciuta sorpresa di mia madre di fronte al benvenuto di quello che, nelle prossime venti ore, sarà il mio compagno di battaglia.
Le loro espressioni mutano radicalmente quando notano il mio gesso.
Il viso di Reneè ora è preoccupato, disperato quasi e lei mi corre incontro ansiosa di stringermi. Mio padre invece adesso è sospettoso e si avvicina cauto non staccando gli occhi da Edward che ci osserva un po’ divertito per la reazione di mia madre.
Appena riesco a divincolarmi dalla soffocante stretta di Reneè mi sbrigo a puntualizzare, prima che mio padre apra un fascicolo su Edward con presunto capo d’imputazione “violenza domestica”.
-Mamma lasciami … mi sono solo rotta una gamba cadendo dallo scalotto … non ho mica scalato l’Everest! E … papà Edward è un medico, non un criminale.-
-Non ho mai detto che lo fosse.- risponde mentre l’imputato soffoca una risata.
-Ma tu ieri mi hai detto …-, inizia debolmente Reneè mentre si accomoda accanto a me.
Edward si avvicina e lo stesso fa mio padre afferrando una sedia e sedendosi di fronte a noi.
-Signora io sono un medico, ma sono anche il padre di Charlotte … una cosa non esclude l’altra …- il modo son cui semplicemente tira fuori l’argomento lascia i miei genitori imbarazzati e me senza fiato.
In questo momento francamente mi sembra il mio principe azzurro … solo molto più sexy e molto più complicato.
Ora oltre i miei altri due paia di occhi lo scrutano, in modo molto meno adorante di me.
-Io e Bella ci conoscevano dal tempo del liceo … e ci attraevamo già d’allora …-, inizia e poi continua a spiegare la sua situazione con Jane al tempo, e la mia scoperta dell’esistenza di Adam, il processo e come abbiamo cercato abituarci l’uno all’altra …
Mi padre lo osserva e, quando lui finisce il racconto con la mia caduta che l’ha portato a vivere qui, gli chiede:
-Hai detto che il tuo cognome è Cullen?-
-Sì, ora lo è, capo Swan … sono stato adottato dopo la morte dei miei genitori, è stato allora che ho cambiato scuola…-
-Tu sei Edward Antony Masen?-
-Vedo che ora si ricorda di me …-
-Sì, conoscevo e stimavo tuo padre … e tua madre spesso mi raccontava che credeva che tra te e Bells ci fosse del tenero.-
Arrossisco … mentre Edward sorride.
-Già mia madre era molto perspicace … ci aveva visto interagire qualche volta all’uscita da scuola.-, dopo questo commento tutti ci zittiamo, mentre Edward in piedi dietro di me mi poggia una mano sulla spalla.
Il silenzio riflessivo di mio padre è interrotto da Reneè.
-Quindi avevo ragione … non era una storiella … Hai fatto proprio bene a non sposare James, allora!-
Oddio! Guardo Edward e noto i suoi lineamenti contrarsi in una smorfia di fastidio, ma è solo un attimo.
-Quindi ora che intendete fare?- mio padre porta fragorosamente la mano alla fronte, io e Edward la guardiamo senza capire.
-Reneè …-
-No, Charlie, devono rispondermi … Ok, hanno intenzione di essere dei buoni genitori per Charlotte … ma poi? Come va tra voi?-, sbarro gli occhi,-Non guardarmi così, signorina, tenendomi fuori dalla tua vita hai già incasinato troppo le cose … E lo vedo il rossore sulle tue guancie quando ti tocca, proprio come un’adolescente, e Edward … ho notato il tuo volto quando ho nominato James … Dovete mettere a posto tutta la vostra vita … non solo mantenere un’apparenza serena, credi che i bambini non se ne accorgano?  Dovete essere sinceri l’uno con l’altra … se non provate nulla va bene, ma se provate ancora qualcosa di forte è il momento di buttarvi … prima che tutto diventi troppo difficile, per le complicazioni, i bambini che crescono, i sentimenti che mutano, l’imbarazzo che cala …-
-Reneè …- prova mio padre ma fortunatamente squilla il telefono di mia madre.
Dal tono di voce e dalle paroline d’affetto con cui risponde posso dire che è Phil, sono sposati da quasi vent’anni e sembrano due quindicenni alla prima cotta.
Charlie intanto ci assicura che proverà a rimetterla sull’aereo entro un’ora: di certo i suoi consigli non sono quello che ci serve per capire come tirare avanti.
Quando due ore dopo Edward li accompagna alla porta lo sento sussurrare a mio padre:
-Sceriffo … io non ho risposto alle domande della sua ex moglie solo perché credo sia più giusto parlarne prima con Bella …- la sua voce è incerta e se lo conosco bene ha la mano affondata nei capelli sopra la nuca.
-Lo capisco ragazzo … E chiamami Charlie.-
E la porta si chiude.
 Quando Edward è davanti a me fingo di controllare il cellulare.
-Ora, visto che hai ascoltato tutto … vuoi sentire cosa ho da dirti?-
Nella mia mente una domanda: posso dire di no?

* capitolo 16






Che ne dite? Siete d'accordo con Reneè? siete curiosi di sentire cos'abbia da dire Eddino?
Dopo questa storia mi prenderò un po' di tempo per terminare "Scriviamo una canzone ..." eh già ... qualcuno la ricorda? E' ora di continuare e concludere anche quella storia, intanto per chiunque fosse interessato ho pubblicato una nuova storia sul fandom de "Il diario del Vampiro" si chiama Il Legame.
Un bacio,

Serena.
   
 
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