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Autore: bbacktodecember    16/04/2012    1 recensioni
Era un giorno come tanti a Wilmington, North Carolina ma non per Amanda. Non aveva idea che quel giorno la sua vita sarebbe cambiata del tutto.//
C'è sopratutto Cory in questa FF ma ci sono anche tutti gli altri.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cory Monteith
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Manca solo un capitolo. Non so se domani riesco a postarlo ma farò il possibile. 
Almeno per questi ultimi due chiedo qualche recensione. Grazie. :)
Enjoy!
***



L’estate era arrivata, a Los Angeles la temperatura si stava alzando sempre di più. In città c’era un via vai di persone alla ricerca di un posto più fresco in cui passare la giornata, quasi tutti sceglievano il mare ma altri si rinchiudevano nei centri commerciali.
Amanda e tutto il cast avevano deciso quel giorno di andare al mare, le riprese erano finite ed era il loro ultimo giorno a LA. Il giorno seguente iniziava il tour per il cast e lei, invece, tornava a casa. Voleva passare un po’ di tempo con la famiglia prima di iniziare il college.
Amanda si svegliò e posò una mano vicino a lei aspettandosi Cory, ma toccò il cuscino, lui non era a letto. Si strofinò gli occhi e alzò la testa, pensando di vederlo in stanza ma non c’era.
Qualcuno suonò ripetutamente alla porta, Amanda si alzò e andò ad aprire, capì che lui non era in casa.
“Buongiorno” dissero Lea e Darren insieme sorridendo. Cory che era dietro di loro alzò gli occhi al cielo sorridendo, ormai era abituato alla loro euforia ma ogni volta sembrava una cosa nuova.
“Dov’eri?” chiese Am al ragazzo, ignorando gli amici che ormai erano entrati in casa.
“Ero andato a prendere la colazione ed ho incontrato loro.” Disse mostrando una busta e un caffè. “Gli altri sono quasi arrivati” continuò mentre Amanda prese la busta e si andò a mettere seduta sul divano, poi prese il croissant e gli diede un morso.
“Pronta per il mare?” le chiese Darren
“Certo. Non vedo l’ora di passare una giornata con i ragazzi.” Disse Amanda
“Solo con i ragazzi?” gli chiese Cory fingendosi offeso.
Amanda lo guardò e sorrise. Lei voleva togliersi dalla testa il fatto che il giorno dopo si sarebbero trovati in differenti paesi e la loro storia come sarebbe finita? Ripensò ancora.
“Allora vi andate a mettere il costume? E’ ora di andare in spiaggia. E gli altri ci aspettano qua sotto!” disse Darren, interrompendo i pensieri di Am.
“Vado vado.” Disse Am e si diresse verso il bagno mentre Cory andava in camera.
Arrivati in spiaggia cercarono un posto poco affollato ma era complicato, soprattutto perché era domenica e c’erano molte famiglie che avevano portato al mare i figli per passare un po’ di tempo con loro, nell’unico giorno libero che avevano.
Camminando per un paio di metri trovare un posto perfetto, anche se c’erano una cinquantina di persone circa, decisero di fermarsi lì.
Il mare era poco mosso e c’era un po’ di vento che rendeva il sole sopportabile.
Dianna si avvicinò ad Amanda che intanto stava lottando con la piccola borsa che si era portata, in cui aveva messo l’asciugamano, le varie creme, la spazzola, il portafoglio.
“Meglio di Mary Poppins” aveva pensato la sera prima quando aveva finito di incastrare tutto per bene.
Di certo ora il problema stava nel tirare fuori l’asciugamano senza tirare fuori le altre cose.
“Am, guarda là” Amanda alzò lo sguardo e Dianna le indicò una parte della spiaggia dove c’era un campo di pallavolo che stranamente era disponibile.
“Maschi contro femmine ti va?” le chiese lei entusiasta
“Ma siamo sette contro sei.” Rispose Am. “Come facciamo?”
“Chris non gioca e Amber nemmeno. Vogliono prendere il sole.” Disse Dianna guardando i due amici che già si erano posizionati a pancia in su.
“Ma i maschi sono sempre in svantaggio.” Disse Am puntualizzando.
“Non fa nienteee. Dai giochi si o no?” chiese Di
“Certo che gioco.” Rispose Am felice, tirò fuori l’asciugamano e si alzò.
“Li stracciamo.” Disse a Di e batté il cinque.
“Vedremo” disse Mark che era dietro di loro ed aveva preso la palla.

Arrivati sul campo da beach volley, formarono le squadre, i ragazzi avevano la palla perché erano in cinque.
“Chi perde offre la cena.” Disse Naya.
“Ci sto.” Rispose Chord.
La partita iniziò, le ragazze erano alla battuta e Dianna aveva deciso di far iniziare Amanda.
Erano passati molti anni da quando aveva giocato seriamente una partita di pallavolo, aveva dovuto lasciare per vari problemi e quello è sempre stato il suo più gran rimpianto.
Cercò di ricordarsi le cose basilari mentre guardava nell’altra parte del campo i ragazzi, c’era uno spazio tra Mark e Chord decise di provare a mandare la palla lì.
La lanciò in aria e schiacciò, Mark riuscì a prenderla e dopo tre passaggi Chord schiacciò su Lea che riuscì a ricevere. Continuarono così per mezz’ora, i ragazzi erano in vantaggio 12 – 9, avevano deciso di arrivare a 15.
Dopo un’ora e mezza, le ragazze avevano vinto per tre set a zero.
“Vi abbiamo distrutti.” Urlavano Dianna e Lea che furono subito inseguite da Chord e Mark.
E tutti gli altri li guardavano ridendo mentre si rincorrevano, Naya, Heather e Amanda erano da una parte del campo a parlare.
“Allora, vieni al concerto a New York?” chiese Naya mentre abbracciava Am.
“Non me lo perdo quest’anno per niente al mondo. Vengo anche con la febbre a 40.” Rispose convinta, le altre risero.
“Perché ridete?” chiese Dianna con il fiatone.
“Niente.” Rispose Heather.
Le ragazze continuarono a parlare mentre Amanda era presa di nuovo dai suoi pensieri, in più si sentiva osservata e notò che i ragazzi erano tutti raggruppati e che guardavano le ragazze e ridevano.
“Secondo me hanno in mente qualcosa” pensò Am ad alta voce.
“Chi?” chiese Lea e lei gli indicò i ragazzi, tutte le ragazze si girarono e in quel momento i ragazzi si avvicinarono.
“Che dite ce lo facciamo un bagno?” chiese Kevin e guardò gli altri.
“Perché no? Voi ragazze?” chiese Chord guardandole.
“Io starei attento!” disse Chris e in quel momento i ragazzi presero, sulle spalle, ognuno una ragazza e le portarono dritte in acqua.
“Mettimi giùù Bee.” urlò Naya a Kevin.
Mentre, Chris e Amber, camminavano naturalmente e raggiunsero gli altri in acqua.
Amanda non si ribellò nemmeno a Cory, come faceva? Era il doppio di lei o quasi.
“Contento?” gli chiese dopo che riuscì dall’acqua
“Si abbastanza.” Rispose lui con una faccia soddisfatta.
Amanda iniziò a schizzare l’acqua contro di lui.
“Mi stai sfidando?” gli chiese lui scherzando
“Forse.” Rispose lei e iniziò a nuotare il più velocemente possibile.
“Eh no Monteith.” Gli disse Naya “Sei troppo grosso, non vale.”
Amanda si riparò dietro a Naya e fece una linguaccia a Cory.
“Attento che ti dà tutto il Lima Heights di Santana.” Disse Am e iniziò a ridere, seguita dai due.
La giornata proseguì così, tra una risata e l’altra. Mentre i maschi giocavano a pallone sulla riva, le ragazze erano tutte insieme a parlare, con Chris naturalmente.
Quando il sole se ne andò, raccolsero tutti le proprie cose e si avviarono verso le macchine diretti al ristorante.
Erano passati mesi ma ogni volta che Amanda entrava in quel piccolo e accogliente locale si ricordava della prima volta in cui era arrivata lì. Si sentiva in imbarazzo perché ancora non conosceva quei ragazzi che ormai erano diventati la sua seconda famiglia. Sorrise al pensiero di come si era sentita quella prima sera e di come Cory l’aveva fatta sentire.
Seguì gli altri e si andarono a mettere seduti al solito tavolo, i due signori si avvicinarono sorridenti e presero subito le ordinazioni.
Dianna iniziò a fare le sue solite domande tipo “il momento più imbarazzante” o “quello più divertente”, e uscirono fuori gli aneddoti più esilaranti.
La serata passò così tra una risata e un’altra, quando però arrivò il momento di andare via, un po’ di maliconia si diffuse in ognuno.
“Domani vengo all’aeroporto con voi.” Stava spiegando Am a Darren che le aveva messo un braccio sulle spalle.
“Lo so. Ma tutta l’estate senza vederci. Come farò?” chiese lui
“Noi stai andando in guerra Dar, vai in tour e tornerai e mi verrai a trovare al college” rispose Am mentre uscivano dal locale.
“Contaci!” disse lui deciso e l’abbracciò.

Rimasero tutti fuori ancora per un’ora circa, poi si salutarono e si diedero appuntamento per il giorno seguente all’aeroporto. Cory e Amanda si diressero verso la macchina, mano per mano.
“Allora, hai passato una bella giornata?” gli chiese lui sorridendo.
“Si, perfetta. Ne avevo bisogno.” Rispose Amanda stringendogli la mano con tutte e due le sue, e poggiò la sua testa al braccio di Cory. “Tu? Sei stato bene?” chiese lei.
“Si, benissimo.” Disse guardandola “Ma la giornata non è ancora finita” continuò.
“Oh, ti stai proponendo signor Monteith” disse lei guardandolo e ridendo.
“Non in quel senso.” Disse lui e sorrise “Sei la solita.”
Amanda gli fece una linguaccia ed entrò in macchina.
***
Erano tutti all’aeroporto, Ryan aveva preso un aereo privato solo per loro per quell’estate.
Cory teneva stretta la mano di Am, non avevano detto niente fin da quando erano entrati in macchina. Non volevano dirsi addio, perchè non è facile dire addio ad una persona che ti ha cambiato totalmente la vita, in meglio.
La sera prima Amanda si era ripromessa di non essere triste, di non piangere ma come poteva non farlo? Il loro futuro era buio, lei non sapeva cosa aspettarsi.
L’hostess che si occupava del cast, li portò vicino all’entrata del loro aereo, passarono per un tunnel bianco in cui tutte le voci riecheggiavano.
Arrivati davanti a quella porta bianca, tutti iniziarono a salutare Am, mentre Cory si fece da parte. Voleva salutarla per ultimo, voleva avere un paio di minuti da solo con lei.
“Non iniziare a farmi piangere” disse Am a Dianna che si stava facendo spazio tra Darren e Lea.
“Voglio che mi prometti, ci prometti, una cosa” disse Di guardando anche i due amici vicino a lei, Amanda annuì “Vai lì fuori e diventa quello che vuoi diventare. Noi crediamo in te e tu devi credere in te stessa, sei capace di fare qualsiasi cosa e non avere mai paura di sbagliare, di commettere degli errori perché è da quelli che impari di più.”
“Voglio sapere tutto quello che ti succede, voglio sapere ogni minimo dettaglio.” Continuò Darren “Devi sapere che ci sarò sempre per te. Sei la mia migliore amica e l’unica che capisce la mia pazzia!”
“Non è vero, anche noi capiamo la tua pazzia! Semplicemente non la alimentiamo.” Si intromise Lea e tutti e tre iniziarono a ridere.
“Sei una parte importante della nostra famiglia.” Le disse semplicemente Lea.
Amanda guardò i tre amici e cercò di trattenere le lacrime ma non era facile “Dai abbraccio di gruppo prima che scoppio a piangere!” Dianna, Darren e Lea risero e l’abbracciarono, poi sparirono come gli altri dietro quella porta bianca.
Am li salutò e fece un bel respiro, sapeva che lui era lì, dietro di lei ad aspettare il suo turno che da una parte, sperava non arrivasse mai.
Cory si avvicinò e si mise di fronte a lei e le sorrise mentre le prendeva entrambe le mani. Rimasero in silenzio per un po’.
“Ho la sensazione che qualsiasi cosa dirò sembrerà un addio. Ma io non ti sto dicendo addio.” Disse all’improvviso Cory, interrompendo quel silenzio che stava distruggendo Amanda.
“Ci vediamo a New York e appena tornerò dal tour, verrò a trovarti al college no?” chiese lui preoccupato dal silenzio di Am che annuì.
“Ti prego, dimmi qualcosa.” La implorò, lei rise nervosamente.
“Come dice la canzone? Ho sentito dire che le persone entrano nella tua vita per un motivo, bhè, qualunque sia il nostro motivo, ne sono contenta.” Disse sorridendo mentre cercava di mandare già il groppo in gola che le si era formato per l’emozione “Non ti sto dicendo addio e chissà se mai riuscirò a farlo, sicuramente non sarà facile. Ma quando la vita è facile? Ci saranno sempre prove che ci faranno credere che è arrivata la fine, ma se non ci fosse il dolore non ci sarebbe nemmeno la felicità.” Amanda rise “Quindi, quello che voglio dire è che anche se sarà difficile, io ci sarò sempre.”
“Ce la faremo!” gli disse Cory e l’abbracciò, la strinse forte a sé. Amanda poggiò la testa sul suo petto e sentiva il battito del cuore che accellerava sempre più, sapeva che fra pochi minuti l’hostess li avrebbe interrotti.
Amanda alzò la testa per guardarlo, lui ricambiò lo sguardo e avvicinò le labbra alle sue.
Lei le mise le mani dietro la testa cercando di tenerlo il più possibile vicino a lei, Cory le mise una mano sulla guancia e l’avvicinò di più a sé.
Qualcuno tossì e li interuppe, entrambi guardarono verso la porta e c’era l’hostess mora che indossava un tailleur nero con un foulard blu al collo.
“Scusate ma il comandante ha detto che bisogna partire fra cinque minuti.” Disse imbarazzata e dispiaciuta per averli interrotti.
“Grazie” rispose Cory gentilmente e tornò a guardare Amanda che stava cercando di sorridere.
“Ti chiamo appena atterro a Las Vegas.” Gli disse lui per poi baciarla di nuovo, dolcemente.
Poi la salutò e Amanda lo vide sparire dietro quella porta bianca, lei rimase a fissarla per un paio di minuti fino a quando un’assistente la chiamò e la riportò in aeroporto.
Cory si mise seduto vicino al finestrino e guardò fuori, nella sua testa gli rimbombava il discorso di Amanda e in quel momento lui tornò alla realtà pensando che non sarebbe stato facile come pensava.
  
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