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Autore: breatheme    16/04/2012    5 recensioni
Quella donna estrae il nome dalla bolla di vetro ed urla il nome chiaro e forte: "Atena Lampis, si faccia avanti", una vampata di aria calda finisce sul mio viso.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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District 12.

(parte due)


Io voglio vivere, non solo sopravvivere .



E' lui, con il suo sguardo dritto e intenso, quello che riempiva i miei occhi a scuola, un brivido scorse diretto per tutto il mio corpo. Come potrò ucciderlo nell'arena? Come sopporterò il fatto della sua morte? E soprattutto..chi mi assicura che sarò io la vincitrice? E' tutto così complicato. Non sono pronta, non sono preparata per questo, gli altri sono più forti di me. Nessuno mi salverà.
"Mellark, sali sul palco anche tu", la stessa gente che lo circonda fa come ha fatto con me, tiene gli occhi serrati verso il basso, ma spesso li alza per guardarmi, sento la sua paura circondarmi viva. Ditemi che tutto questo non è reale, perché ora su questo palco, sotto questo Partenone, voglio sicurezza, almeno qualche certezza di vita.
Potessi morire direttamente qui, che il mio cuore si fermasse tutto di un colpo, che perdere il battito grazie ad una o più pugnalate nello stomaco.
Non si è mai forti abbastanza, non si ha mai troppa fortuna o intelligenza o anche strategia.
Guardo Justin con un sguardo incerto ed insicuro, guardo tra la folla e vedo Vivienne impaurita.
"E che la fortuna sia sempre con te", chiude il suo discorso la donna in verde.
Ci prende a me e al ragazzo da sotto al braccio e ci dirigiamo verso un edificio grigio, cupo, quasi mi manca il respiro, guardo di sfuggita mia sorella sussurando: "Papà", forse qualcuno l'aveva già avvisato, forse sta già correndo da me, voglio assicurargli il mio ritorno, per quel poco di speranza che ho ancora.
Mi misero in una stanza a sedere, un Pacificatore apre la porta tenendo per il braccio mio padre, sapevo sarebbe venuto, lui non mi lascia sola.
Era sporco, nero per colpa del carbone
Corre ad abbracciarmi, lo stringo forte, poi spicca parola: "Sopravvivi, tieni gli occhi aperti, torna a casa", come potevo? Non sono abbastanza brava per certe cose: "Ci proverò", poi me lo portano via dalle mie braccia, ma nessuna lacrima riga il mio viso.
Entra mia sorella, la vedo piangere, volevo seguirla ma non potevo, dovevo resistere. Mi porge una spilla d'oro, ma non so dove l'abbia presa di preciso, noi non ci possiamo permettere certe cose: "Tieni questa è tua", sopra c'è un uccello, sembra una ghiandaia imitatrice. Ma non mi ricordo bene la sua storia. La stringo tra le mie mani e prometto che sarà il mio porta fortuna, entra un uomo e la porta via da me come ha fatto con mio padre. Sapevo che mamma non sarebbe venuta, è debole per certe cose, quindi urlo a Vivienne di salutarmela. 
Ed ecco Hektor, l'ultima persona, l'unica persona che voglio realmente vedere..in realtà, entra e si avvicina lentamente verso di me: "Sai..non so se tornerò a casa, per favore aiuta la mia famiglia, a me resta poco da vivere", mi guarda, ed io affogo nei suoi occhi azzurri, non riesco a staccarmi, lui mi prende dal collo dolcemente, si avvicina al mio viso sfiorandoci i nasi l'un l'altro, mi da un bacio, poi interviene quell'uomo che comincio ad odiare: "Tu sei brava con l'arco, sei una buona lottatrice, maneggi bene il coltello, ce la farai, torna a casa Atena", credo di amarlo.
Non voglio andare in quell'arena, non voglio morire, ce la farò. Io voglio vivere, non solo sopravvivere ad un inutile gara sottomessa da una guerra senza fine dove bambini e ragazzi innocenti ci rimettono la vita.
Viviamo tutti quanti in un mondo crudele e nessuno può scappare se non con il suicidio, togliersi quel minimo di dignità che ci invade il corpo e la mente. Siamo tutti peccatori, compresa me, io che non seguo le regole, io che mi meriterei cento colpi al cuore.
Mi fanno uscire da quella stanza, giro il mio sguardo verso sinistra e verso il corridoio intravedo gli occhi scuri di Justin, scrollo la testa e caccio ogni pensiero che riguarda a lui e di ogni persona che è entrata a far parte della mia vita sin da piccola.
Ci portano fuori e Effie, prendendoci da sotto il braccio incomincia ad incamminarsi verso una macchina luccicante, di colore bianco con i finestrini scuri dove non si intravede niente, lei ci indica di salire sopra lì. Do un'ultima occhiata al distretto 12, lo saluto e abbassando lo sguardo entro nell'auto ma non vedo il nostro mentore, l'ubriacone del villaggio, l'unico del nostro distretto che vinse per la prima volta gli hunger games oltre una che si suicidò alla fine dei suoi quarant'anni.
Uscire da quell'arena sani e salvi, per poi uscire pazzi, psicopatici e depressi.
Non so più che voglio. Ho paura di morire, ma se sopravviverò non vivrò per molto, finirei per drogarmi o ubriacarmi ogni giorno fino a stare male per dimenticare tutti quei corpi morti che vedrò.
Addio distretto 12, stringo tra le mie mani il mio portafortuna.



 






Ed ora dopo aver aperto questa parentesi vi ringrazio per le 10 recensioni.
CIOE' EGESBRGHKEBSHKGSERGH VI AMO E SPERO CONTINUIATE A SEGUIRLA çç
OK SONO ANCORA AGITATA.
COMUNQUE QUESTA E' LA SECONDA PARTE DEL CAPITOLO 'DISTRETTO 12'
qui parlo molto di come si sente in questo momento la protagonista (non in questo momento però ahahahahha)
di cosa veramente prova ed è confusa.
TUTTO E' CONCENTRATO SULLA PAURA SE AVETE NOTATO.
se non avete capito potete chiedermelo.
MA COMUNQUE RECENSITE WJRGBWJHRG MI FA SEMPRE PIACERE LEGGERE IL VOSTRO PARERE
CAPIRE SE C'è QUALCOSA DI SBAGLIATO E RIPARARE VA BENE?
addio e.e 10 recensioni minimo uu
@imcookwhores
(ho impiegato quattro giorni per scrivere e organizzare tutto questo ambaradam çç)
  
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