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Autore: overthinkgeo    17/04/2012    1 recensioni
Osservo il suo profilo immobile che si nasconde tra le ombre della stanza. La sua espressione è indecifrabile. Ora pacifica, ora turbata. La contrazione della sua bocca non trasmette altro che tensione e irritazione, mentre i suoi occhi serrati lo presentano come una persona senza pensieri.. o meglio, disinteressata.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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*no ok, avevo pubblicato questo capitolo ieri notte, ma prima da brava sdonda l'ho cancellato senza volere. Mh. Stavo cercando di modificarlo e ho sbagliato a schiacciare. Non so ancora usare questo sito. Mi scuso.*


Stringo le labbra e muovo a rilento la testa verso l'alto, come se stessi osservando qualcosa...
come se fossi disinvolto e pensassi così intensamente da non accorgermi di nulla.
Perfino Sherlock fa fatica a notare cosa sta divampando dentro me, ne sono sicuro.

Se si osserva con più attenzione, però, si potrebbe vedere che il mio petto si muove più velocemente e che le mie sopracciglia non riescono a snodarsi dall'agitazione che le ha avvinghiate con forza.

In questi momenti non mi accorgo nemmeno di aver sollevato lievemente il piede per la tensione, di bagnarmi ininterrottamente le labbra e di trasportare lo sguardo ovunque, tranne che alla mia destra.
L'immagine della mia disinvoltura che mi feci inizialmente comincia a guastarsi.. il mio corpo non risponde più ai comandi, cerco di rilassarmi, respirare lentamente ma le emozioni hanno ormai preso le redini. Poco fa pensavo che nessuno si sarebbe potuto immaginare cosa stessi provando, ora mi viene da considerare il fatto che anche un albero potrebbe notarlo con facilità.


Queste mie preoccupazioni cominciano a svanire.. ricordo che, giusto ieri notte, ho fatto notare a Sherlock questi miei sentimenti con un gesto alquanto esplicito.. che problema c'è ormai? sa tutto.. sa tutto e per di più sta qui a sfiorarmi la mano. Per l'amor di dio John, un po' di coraggio! Hai combattuto in Afghanistan e ora ti fai fregare da una mano che ti sfiora! Odio il mio essere così paranoico..



Mi volto a destra e osservo le nostre mani, sono in quella posizione da pochissimo tempo ma a me sembra un gesto eterno.
Volto con delicatezza la mia verso l'alto e afferro dolcemente le sottili dita del mio amico. Guardo solo le nostre mani.. non c'è altra cosa che vorrei contemplare in questo momento. Non il viso di Sherlock, non i suoi capelli, le sue labbra, i suoi occhi.. solo le sue mani, le nostre mani.. c'è tutto di noi in questa tiepida immagine che sembra prendere vita sullo schermo di un cinema dal gran che è singolare. Pare non appartenere a ciò che sto vivendo, a ciò che sto provando..è quasi come se la vedessi da lontano ma allo stesso tempo la osservo con tale profondità che posso quasi percepirne la fragranza.

Stringo più forte la mano del mio amico che ricambia il gesto accarezzandomi il palmo, il dorso della mano e insinuando le sue dita tra le mie.
Non ci sono più confini tra noi. Sfioro la morbidezza della sua pelle, che ora percepisco ovunque grazie all'intensità del suo tocco.
Qualcosa di possente mi spinge ad avvicinarmi al viso di Sherlock, sembra il momento giusto.. è il momento giusto.
Afferro il suo collo ma la sua espressione non è quella che mi aspettavo. Il mio amico rimane distante e ancorato al suo sedile.
Non si vergogna, mi guarda negli occhi..
-Non.. credo- Deglutisce e si sfiora le labbra col dorso della mano -Non credo sia il momento giusto- guarda verso il basso con sguardo serio e pensoso.

La reazione di Sherlock non mi meraviglia. Sta accadendo tutto così velocemente, a me.. a lui. Tante cose sono cambiate in una notte,
tante cose cambieranno e Sherlock sta avanzando nelle tenebre. Non sa niente dell'amore, dei sentimenti e non pensavo che un giorno se ne sarebbe mai interessato.

Nello stesso tempo in cui mi volto per tornare a guardare fuori dalla macchina, vedo una donna bionda che indossa una tuta bianca con le rifiniture rosa che esce dalla casa del signor Munro.
Socchiudo gli occhi per vedere meglio e assicurarmi di non essermi sbagliato, mi giro verso Sherlock per farglielo notare..
ma appena sposto lo sguardo su di lui mi accorgo che ha già gli occhi fissi sulla donna.. la sta esaminando e probabilmente l'ha vista prima di me.
E' tornato Sherlock, lo Sherlock di tutti i giorni. Ha attivato il suo cervello da investigatore e adesso sono solo "il suo amico John che lo aiuta nei casi"..
Non mi rattrista la cosa, sto cominciando a colmare quei vuoti che prima comparivano in certe situazioni.. sto cominciando a scoprire il mio amico e a conoscerlo più intensamente.

La donna esce di casa con solamente una borsa con se, di pelle e piuttosto sciupata. Con tranquillità apre la macchina e la mette in moto.
Appena gira l'angolo Sherlock accende il motore e comincia ad inseguirla.
Sono sicuro che anche solo avendola vista uscire di casa, entrare in macchina e metterla in moto Sherlock saprebbe già dirmi una marea di dettagli che il signor Munro non ci aveva confidato.

La donna non va molto veloce e noi riusciamo a stargli dietro senza dover fare una grande corsa.
Avevamo deciso di seguirla fino a che non si sarebbe fermata, per vedere dove si rifugiava di nascosto dal marito.

Attraversiamo Reading e prendiamo la strada che porta a Londra.


...
...

Siamo ancora in macchina, seguiamo la donna.. io e Sherlock abbiamo parlato per parecchio tempo durante il viaggio, o meglio, Sherlock ha parlato.
Mi ha illustrato la sua soluzione, ma continuava a ripetermi che era troppo banale, ma doveva per forza essere così.
Era eccitato, non vedeva l'ora che la donna prendesse una strada diversa e andasse in un luogo interessante.
Ora siamo a Londra e probabilmente stiamo per fermarci. La donna parcheggia nelle vicinanze di Talgarth Road, più precisamente lungo Gliddon Road. Scesa dalla macchina suona al campanello di una casa e non appena le aprono la porta sfoggia un sorriso compiaciuto.

Io e Sherlock abbiamo parcheggiato in un'altra strada e ora stiamo tenendo d'occhio la situazione seduti al bar "C'est ici" che ci offre una visuale perfetta sulla porta dell'abitazione. Aspettiamo con pazienza che esca dalla casa (sempre se ha intenzione di uscire). E' una bella mattinata, nuvolosa ma non fredda.
Mi sono preso un caffè e me lo sto gustando con tranquillità, mentre il mio amico rimane perennemente voltato verso l'abitazione.
Statico, come un cane da caccia.
La donna esce dopo pochi minuti, era chiaramente solo di passaggio. Ma ha una borsa più grande con se, sono quasi sicuro del fatto che contenga una chitarra.
Sherlock esulta: -Lo sapevo!-
E senza nemmeno accorgermene, mi afferra per un braccio e mi obbliga a correre verso la fermata della metropolitana di Barons Court.
Dove si sta dirigendo la donna a larghi passi.


Vedo l'alta sagoma di Sherlock che corre davanti a me, sento più l'aria in faccia che i piedi che si muovono.
Sono frastornato e più lento del solito.
Ho le gambe pesanti.

Tuttavia, non sono mai stato così vivo.
  
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