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Autore: Val Styles    17/04/2012    1 recensioni
Per Megan è arrivata l'ora di ricominciare a vivere.
Erano passati mesi da quando Louis l'aveva abbandonata, ma lei non era riuscita ancora a riprendersi, gli voleva troppo bene. Così sua madre aveva deciso che era arrivata l'ora di trasferirsi, di dare a sua figlia la possibilità di ricominciare a vivere.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Svoltiamo e mi ritrovo davanti una casa enorme, a due piani, tutta bianca eco il tetto rosso, come quelle che disegnavo io quando ero piccola.
"Papà è bellissima!" dissi.
"E non avete ancora visto tutto!"
"Ecco, appunto, quindi, cara Megan, sbrigati o io mi prendo tutte e due le camere!" intervenne mia sorella.
Decisi di seguirla: non vedevo l'ora di esplorare la casa e di vedere la mia camera..
La casa era bellissima, ed era già piena di quadri e souvenir provenienti da tutto il mondo. Io e la mia famiglia abbiamo sempre amato viaggiare, ed è per questo che abbiamo così tanti oggetti decorativi provenienti da tutto il mondo. Eccola li, la mia camera: i muri sono rossi e al centro c'è un letto enorme, pieno di cuscini, con di fronte un armadio. Le pareti sono tappezzate di foto e, accanto alla finestra che si trova di fronte a me, c'è una libreria con tutti i miei libri,anche quelli che leggevo da piccola.
"Allora,vi piacciono le vostre stanze?" chiese mia mamma che si trovava in corridoio.
"Si mamma, sono bellissime." risposi.

Il resto della giornata lo passai ad aprire scatoloni e a sistemare la mia stanza, fino a quando non arrivò l'ora di cena.

"Ragazze la cena è quasi pronta!" disse mio padre dalla cucina.
"Arriviamo subito! Cosa c'è da mangiare?" chiese Madison dalla sua stanza.
"Spaghetti al ragù!"
"Buoni!"
Andai a lavarmi le mani e corsi in cucina. Stranamente avevo fame: dopo quello che era successo a Louis avevo incominciato a mangiare e a dormire pochissimo. Era come se questa nuova città mi stesse già dando molta più vitalità, anche se, nonostante tutto, quella notte non riuscì a dormire.
Ero preoccupata per il primo giorno di scuola. Odio essere la "novellina"! Tutti ti guardano, ti squadrano dalla testa ai piedi, cercano di fare amicizia con te e così avanti per una settimana o, ancora peggio, per due e poi si dimenticano tutti della tua esistenza, così rimani da sola, e questa sarà la mia fine: da sola, in un angolino, a guardare la vita che va avanti, senza reagire, lasciando che il silenzio diventi il mio migliore amico, e tutto questo perché? Perché ho paura, paura dei cambiamenti, delle delusioni, della vita.
  
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