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Autore: NoemiOneDirectioner    17/04/2012    0 recensioni
Ciao, mi chiamo Noemi Andrani, ho 16 anni appena compiuti, sono una sognatrice, una ragazza quasi sempre sui suoi pensieri, ma quando sta con gli amici e soprattutto quando si diverte con la sua migliore amica Sara, è molto socievole e solare.
La mia migliore amica Sara, è fissata con un gruppo di nome ‘One Direction’, è praticamente innamorata persa, io gli faccio sempre presente che è impossibile essere innamorati di cinque ragazzi inglesi, che abitano a kilometri e kilometri di distanza da te, ma lei non se ne frega, lei li ama e continua ad amarli, d’altronde è vero, al cuore non si comanda e non saranno dicerto le mie parole a fargli cambiare idea, poi io non ho mai vissuto un ‘amore a distanza’ quindi non posso neanche capire ciò che lei prova veramente. Ogni volta che me li fa ascoltare, sono molto bravi, ogni volta che mi fa vedere le loro foto, sono tutti bellissimi, e grazie alle sue descrizioni DETTAGLIATE li conosco benissimo, il ragazzo che mi attira di più è Niall Horan, il biondino, dolce, bello, bravissimo vocalmente e solare.
Ma la scuola ha organizzato una vacanza-studio a Londra e..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*arriva il giorno della partenza* Il raduno con la scuola era alle 6:oo davanti all’aeroporto, quindi la sveglia suona alle 5:oo, in un certo senso però mi alzo felice, forse perché già so che in questi giorni mi divertirò? Cavolo, a pensarci bene, LONDRA, wow, chi l’avrebbe mai immaginato di avere l’opportunità di andare a LONDRA! Immersa nei miei pensieri, mi preparo velocemente con le cose che avevo preparato la sera prima sulla scrivania, sistemo le ultime cose da mettere in valigia, già quasi interamente pronta dal giorno prima; ad un certo punto squilla il telefono, era Sara. Io: ‘Pronto?’ Sara:’Noè, sei pronta?’ Io:’Quasi, sistemo due cose e sono pronta.’ Sara: ‘Ok, passo a casa tua, ci porta mia madre all’aereoporto.’ Io:’ok, dammi il tempo di salutare mia madre.’ Sara:’Si, a dopo.’ Stacco il cellulare e corro da mamma, non l’avrei rivista per tre mesi, arrivi in cucina la trovo immersa nei pensieri. Restammo a guardarci, come se nessuna delle due non sapesse cosa dire, ma a rompere il silenzio fu il clacson della macchina di Sara. Io:’Mà, è Sara, ha detto che mi porta la mamma all’aereoporto.’-Dissi per rompere il silenzio, e per non fare tardi. Tua madre:’Ok..’-rispose quasi in lacrime. Io:’Mà, ma stai piangendo.’ –Dissi notando gli occhi lucidi. Ma mia madre, non rispose, anzi, rispose un suo abbraccio e le parole ‘Sono fiera di te, piccola mia’. Quelle mi bastarono per prendere le mie cose e salutandola di nuovo, mi avviai verso la macchina di Sara. Tre mesi, tre mesi, da sola con le amiche, divertimento assicurato, ma la mancanza di casa si sentirà.-Pensai. Aprii il portone della macchina e entrai. Sara:’Ciao bella, si parte baby!’ Io:’I’m here baby, LET’S GO! A quelle mie parole la macchina partì, destinazione l’aereoporto. Mi appoggiai al sedile della macchina e aspettai la frenata della macchina, segno dell’arrivo, dopo un’ora, eccoci, in punto in punto, per l’appello delle presenze, Sara saluto la madre per bene, scendemmo dalla macchina e la vedemmo andare via, ora era il nostro momento, LA NOSTRA VACANZA. Le prof fecero l’appello, e controllati gli assenti ci avviamo per le diverse fasi prima dell’imbarco, tutto procedette bene, ogni volta che passavo per quei ‘metal detector’ o come cavolo si chiamavano, avevo paura che suonassero, e avrei fatto un GRANDE FIGURA DI MERDA, davanti tutta la scuola. (scusate la parola) Eccoci, il tunnel prima dell’entrata in aereo, prima di una nuova piccola vita, che sarebbe durata tre mesi. Entrammo in aereo , io e Sara, cercammo e ci sedemmo dai posti predefiniti nel biglietto, aspettammo circa una mezz’oretta, e ci fu il decollo, Sara che si stava cagando sotto(?) io che mi divertivo vedendola strizzare paura.(?) Fase del decollo superata, ora mancavano le ore di viaggio, praticamente ferme, ma comunque passarono quasi subito, con le tante risate che ci siamo fatte io e Sara che prendevamo in giro le Hostess dell’aereo quando facevano ‘la dimostrazione in caso di vomito’(?) Dopo 12 ore di volo, compreso il ritardo, sbarcammo a Londra, uscimmo dall’aeroporto londinese, respirando aria nuova, aria di divertimento. Le prof si avviarono verso l’omino che teneva in mano il cartello ‘School L. De Rossi, here’ con la freccia che indicava il basso, era ridicolo! (nome della scuola, puramente inventato) Ci ragruppammo vicino all’uomo che ci scrutò per un istante, poi ci guidò ad un grandissimo pullman, ci fece salire ed accomodare, quell’omino si mise alla guida e le professoresse gli diedero ‘l’ok’ per partire verso il college, dove avremmo abitato. Il viaggio prima dell’arrivo non fu molto lungo, scendemmo davanti a un palazzo bellissimo e grandissimo con su scritto ‘college’, a quella meravigliosa vista mi girai verso Sara e gli feci un gran sorriso, cenno dello stupore provocato dalla bellezza dell’edificio. Io: ‘Cazzo Sà, ma dovremmo abitare qui noi?’ –Dissi stupita. Sara: ‘Noè, mi sa proprio di sì, stiamo entrando dentro, forse sarà il nostro alloggio per tre mesi.’ –Disse meravigliata e incredula, mentre avanzavamo all’interno. Prendemmo le chiavi delle stanze doppie, ovviamente io e Sara eravamo insieme, la stanza n°234, terzo piano, girammo per tutto il college quando la trovammo, la nostra ‘mini casetta’, ansiose aprimmo la porta, era bellissima, rimanemmo a bocca aperta tutte e due. Due letti con abbellimenti i ferro, televisione, computer per studiare, bagno gigantesco, doccia vasca da bagno e il resto, balconata che dava su Londra, a qual punto io lanciai un urlo di gioia e Sara mi segui a ruota, ci abbracciamo per la felicità, era un sogno. Poco dopo squillò il telefono, era la prof che ci avvisava che il pomeriggio e la sera saremmo state libere, ma alle 21:00 dovevamo stare in camera. Dopo quella notizia saltammo ancora di più dalla gioia, sistemammo le cose nell’armadio e nel bagno e subito uscimmo per visitare Londra. Nelle strade di Londra, con la mia migliore amica, mi ero praticamente dimenticata della bellissima figura di quel ragazzo accostato alla porta della scuola, bhè meglio così, sennò sarei diventata pensierosa, e non volevo. Io: ‘Quanto è bella sta città cavolo!’ –Dissi guardandomi intorno. Sara: ‘Già, troppo..’ –Rispose del tutto incantata. Io: ‘Sara?’-La chiamai. *nessuna risposta* Io: ‘SARAAAA.’-La richiamai. Sara: ‘Eh- ehh- è NANDO’SSSSSSS.’ –Urlo per tutta Londra. Io: ‘Cos’è Nando’s?’-Domadai. Sara: ‘è la ragione di vita di Niall.’-Rispose convinta. La guardai sbalordita e spaventata, consapevole che quella che stava urlando per tutta Londra il nome ‘Nando’s’ era la mia migliore amica. Sara: ‘dimmi, dimmi, hai fame?’-Domandò, contenta e saltellante. Io: ‘Bhè, in realtà un certo appetito ce l’avr…’-Risposi con calma, ma non mi fece finire di parlare.. Sara: ‘Hai fame? C’è Nando’s a tua disposizione, ANDIAMOOO.’-Urlò, e trascinandomi per una manica del giacchetto. Entrammo da Nando’s e.. CONTINUAAAA. *trallalleeeeero* Eccomi, nel primo capitolo non ho fatto uno ‘spazio scrittore’ però mi piace l’idea(?). Bhè, che dire.. ecco il secondo capitolo, spero che la storia incominci a intrigarvi in qualche modo(?), ancora siamo agli inizi, la storia deve appena incominciare.. *Muahahah, mi sento cattiva perché vi faccio morire di curiosità, muahhhaa* RECENSITE E FATEMI SAPERE CHE VE NE PARE, non so quando continuerò, spero presto, ovviamente, dipende anche dal numero delle recensioni! ;)
  
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