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Autore: Querthe    13/11/2006    1 recensioni
Esseri che non dovrebbero esistere se non negli incubi, misteri e un po' di sano spargimento di sangue durante una caccia in cui i ruoli non sono mai definiti e di cui non sembra essere visibile una fine... Una quest per la salvezza di due razze, dell'umanità ignara e di un'anima marchiata da un'eredità non richiesta.
Ringrazio Alyssa85 per avermi prestato alcuni tratti del suo personaggio (Alyssa Morville) che usa in un gioco di ruolo e mi scuso per averne stravolto la psicologia, il passato e il futuro.
Alcuni riferimenti ai clan dei vampiri sono prese dalla mia poca esperienza con il gioco di ruolo "Vampiri the masquarade".
Il mondo in cui è ambientata la storia è praticamente il nostro, se non per pochi particolari che mi servivano per la trama o per l'ambientazione.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alyssa'
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I corridoi si inseguivano apparentemente infiniti al di sotto del grande cimitero, collegando il mausoleo con ogni estremo della zona, e le due donne impiegarono molto tempo per trovare la nicchia giusta, una piccola statua in pietra bianca di un uomo in toga con in mano un libro e nell’altra una piuma d’oca.
- E’ lui?
Alyssa annuì. Ruotò la statua finché non mostrò loro la schiena e un’intera sezione accanto alla nicchia scese nel pavimento, mostrando una stanza buia e angusta, quasi interamente occupata da una bara in legno scuro e pregiato con particolari in ottone lucidato a specchio.
- Ora aspettiamo. Mettiti comoda. - disse la vampira, sedendosi a gambe incrociate e chiudendo gli occhi come se volesse meditare.
Rose si sedette con le spalle al muro. Sapeva che la sua amica stava rilassandosi per recuperare le forze che lei usava per le magie. Si guardò in giro, gli occhi che si abituavano lentamente al buio dopo che la parete movibile, risalendo, aveva sigillato nuovamente la stanza. Facendo ricorso ad una minima frazione del suo potere la ladra poté vedere come se ci fosse una luce, seppure debole. Silenziosamente si mosse verso la bara, osservandone con gli occhi e con le dita la forma semplice e i particolari. Fu incuriosita da un sottile gioco di intarsi nel metallo. Iniziò ad esaminarlo con i polpastrelli, ma arrivata ad aver sfiorato un intero lato lungo dell’abbozzato prisma, un improvviso sonno la costrinse a chiudere gli occhi.
- Solo un secondo… - si disse, mentre scivolava in un torpore innaturale.
Quando tornò in sé si costrinse a sollevare le palpebre, ritrovandosi in una stanza molto grande, illuminata da potenti luci al neon. Riconobbe quasi immediatamente la sala riunioni collegata con il tunnel dove sostavano i morti risvegliati.
- Ma cosa…
- Ti sei svegliata finalmente. - Le sorrise a labbra chiuse un uomo anziano con una lunga tunica porpora con passamaneria in vero filo d’oro. - Iniziavamo a preoccuparci.
Rose scattò in piedi, accorgendosi che non era sola. Molte persone, maschi e femmine, giovani e meno giovani affollavano la stanza e le balconate. Poco lontano, seduta su una sedia accanto ad un anziano dall’aria autorevole, Alyssa era coperta da una tunica simile nella foggia a quella dell’uomo che le aveva parlato, ma di colore nero e senza passamanerie se non un piccolo ricamo rosso cupo alle maniche.
- Dove… - balbettò, la testa ancora confusa come dopo un lungo sonno seguente una sbornia. - Cosa…
- Sei stata colpita da un meccanismo di protezione della bara di Asmodeo. Ti ho portato qui mentre Alyssa si cambiava e spiegava le sue ragioni. Avete fatto davvero qualcosa di strano, che mai il Consiglio aveva visto. Credo che sia per questo che stiamo ancora discutendo se farvi vivere o morire.
- Bella prospettiva. A non state discutendo.
- Il direttorio degli Aristocratici sta decidendo. - le spiegò, ma vide dal suo volto che non aveva capito nulla. Le si avvicinò. - I capi dei Fighetti stanno parlando tra di loro. - le sussurrò all’orecchio. L’alito era freddo e spesso, vagamente profumato di vino rosso speziato.
Una porta si aprì. Tre vampiri in lugubri vesti aristocratiche, gli occhi infossati e maligni si fecero avanti, fermandosi al centro della sala. Asmodeo, accanto ad Alyssa, si alzò le li raggiunse. Annuì, si voltò, alzando le mani in aria. Immediatamente il già debole brusio nel locale si spense lasciando un silenzio innaturale. Rose poté sentire come un rimbombo il suo cuore battere e i polmoni gonfiarsi. Gli unici nella stanza.
- Giudizio favorevole. - proclamò.
Il vampiro accanto alla ladra sorrise, mostrando i lunghi canini.
- Andiamo. Dovete nascondervi. Tra meno di mezz’ora Igor sarà chiamato a testimoniare la morte di Alyssa. Vedremo cosa succederà.
- Ma per tutto il resto?
- Siamo vive. E’ già un fatto straordinario. Ora lasciamo che lo stronzo si costruisca il patibolo con le sue parole. - le rispose Alyssa, sorridendo.
I tre si spostarono in una piccola stanza e aspettarono in silenzio, un silenzio tangibile, pesante.
- E’ arrivato. - disse ad un certo punto il vampiro, senza riaprire gli occhi che aveva chiuso poco dopo aver chiuso la porta. - Sta presentandosi.
- Come fa a sentirlo? - sussurrò Rose.
- Arcano Spia. Un gioco che solo alcuni sanno rea… - si bloccò. - Ecco come è stato tradito Markus. Il Magos aveva un Arcano Spia… Cretina, cretina a non averci pensato prima!
- Ecco, ha mostrato i resti della vampira. Dice che sono i tuoi. Ti sta chiamando Sanguemarcio, sta urlando contro i Pulciosi e contro Markus. - Si bloccò, sgranando gli occhi. - Impossibile. E’ impazzito.
- Cosa sta succedendo?
- Sta sfidando il Consiglio. E’ pazzo!
- Li sta sfidando?
- Sì Alyssa. Ha lanciato una sorta di scommessa. Si sta elogiando, citando la sua accortezza nell’aver fatto pedinare la Cacciatrice, nel non crederle, nell’averla scoperta mentre tentava un tradimento che lui ha sventato.
- Che coraggio…
- Chiede di avere un posto nel Circolo Interno, di diventare uno dei Dieci degli Aristocratici. Stanno obbiettando che il suo sangue non è puro a dovere. Sta rinfacciando loro che potrebbe anche essere vero, ma che lui ha dimostrato intelligenza, controllo e iniziativa. Pone delle condizioni.
- Sempre più temerario. Deve aver capito che il suo alleato lo avrebbe fatto fuori alla prima occasione, se ancora fosse vivo. - borbottò la vampira
- La testa di Marcus per il posto.
- Cosa sta tramando? - chiese Rose. - Ha aiutato un membro di una casta a voi nemica, sta tradendo la sua razza e chiede anche di essere ringraziato. Ha molto coraggio e una faccia tosta senza pari.
- Vuole potere, e questa è l’occasione giusta. Sa che, con un po’ di fatica magari, riuscirà a recuperare il cranio di Markus quando non servirà più al Magos. Quello che non sa che il suo alleato lo ha abbandonato, in tutti i sensi. Lui è ancora preoccupato per i possibili tentativi del Magos di eliminarlo, e allora vuole la protezione dei suoi stessi compagni. Essere nel Circolo Interno equivale a decuplicare il suo potere attuale.
- Molto di più - la corresse il vampiro. - Un posto del Circolo Interno vuol dire avere un Dominio ed entrare in lotta per altro. Il tutto vicino al raduno che si terrà tra qualche giorno, tanto che alcuni membri sono già arrivati. Se i suoi piani fossero stati attuati, sarebbe stato il vampiro più in luce di tutta l’Europa, e lo sarebbe stato per vari anni a venire. Solo ora inizio a capire la brama di potere che spinge i Fighetti nel loro perdurare nel mondo.
- Ma anche noi ci metteremo in luce, no? Intendo, aver sconfitto un vostro nemico e aver sventato un complotto…
- Può essere. A me interessa mettere Igor in luce. Quella del Sole. Ora poi che posso anche guardarlo morire…
- Cosa intendi, Alyssa?
- Non vi ho raccontato esattamente tutto, Maestro. - rispose lei evasiva. - Ma certe spiegazioni possono attendere. Cosa sta succedendo di là?
- La scommessa è stata presa in considerazione. Igor sta gongolando. Gli offrono una coppa di sangue fresca. La sta trangugiando. E’ il tuo momento. Esci.
La vampira sorrise maligna e si diresse alla porta. Prima di aprirla si voltò e osservo l’umana.
- Victor. Devi farmi una promessa.
Lui annuì serio.
- Non ti preoccupare. Uscirà viva da qui. Ne rispondo direttamente.
- Grazie. - sembrò rassicurata lei, aprendo la porta.
Si diresse con passo deciso nella grande sala, puntando direttamente al centro della stessa.
- Per essere morta non mi sento poi così a pezzi. - esclamò ad alta voce, per essere sicura che tutti nella stanza la potessero udire.
Igor trasalì nel sentire la sua voce, iniziando a tossire mentre il sangue gli andava di traverso e la coppa di metallo cadeva a terra, una macchia di liquido rosso ad allargarsi lenta e densa sul pavimento. Si voltò a guardarla e indietreggiò di un passo.
- Tu? Come puoi…
- Come posso essere fuggita dal tuo amico Masticaformule? Ho fortuna. Molta di più di quanta ne hai tu, sembrerebbe…
- Sei riuscita a plagiare i miei Servitori! Hai convinto il consiglio ad ascoltarti, ma la tua follia non durerà a lungo. - sbottò il vampiro riprendendo il controllo di sé. - Ho ancora le prove della tua alleanza con i Pulciosi. Di come hai ucciso uno dei miei Servitori. Sei una traditrice.
Alyssa rise. Tutti i presenti erano immobili, statue di carne fredda, sfuggita alla morte. Il silenzio attorno ai due avversari costruiva una sorta di arena invisibile in cui stavano combattendo.
- Non nego di aver stretto un patto con la mia Preda, ma non citerò gli esempi passati vergati negli Annali Cupi riguardo accordi tra le nostre razze. Le motivazioni sono chiare a tutti.
- E’ la seconda volta che nomini i Magoi, Sanguemarcio. Cosa ti spinge a difenderti utilizzando i nostri passati ed ormai estinti nemici?
- Estinti? Mi sembrava parecchio in carne quello a cui mi hai venduta per un tozzo di potere. Sfortunatamente per te sono stata più dura da uccidere rispetto a Markus Nordvirk. Il cranio che tu hai promesso al Consiglio dovrebbe al momento riposare tranquillo nella tana dei Cani di Attila, come dovrebbe fare qualsiasi cadavere di un grande guerriero caduto in battaglia. Riposare tra amici.
Igor accusò bene il colpo, aggrottando solo un istante le sopracciglia, intuendo che il Magos non era più in una posizione per nuocergli, ma sfortunatamente nemmeno per aiutarlo.
- Un Pulcioso elogiato da un vampiro in questa sede? Quale oltraggio! - sbraitò il vampiro, voltandosi verso Asmodeo e i tre Aristocratici presenti. - Le nostre orecchie dovranno ascoltare ancora a lungo tali cose? Avete le prove per considerarla una traditrice. Concedetemi l’onore di eseguire la sua condanna. Qui. Ora.
- No. - risposero all’unisono i tre Aristocratici. - Abbiamo preso in esame quello che tu ci hai portato, e quello che questa Studiosa ci ha raccontato, chiedendoci di fare dei controlli per appurare chi avesse detto la verità.
- Controlli?
Asmodeo annuì, facendo cenno a un vampiro che si trovava in una posizione defilata di aprire la porta accanto a lui. Due personaggi intabarrati in lunghi stelli neri e pesanti si fece avanti, fermandosi silenziosi di fronte a lui. Si inchinarono, ripetendo poi il gesto in direzione dei tre vampiri.
- Degli Scrutatori? - chiese leggermente ansioso Igor.
- Questa è bella. Con loro sono in una botte di ferro. - ridacchiò Alyssa, sapendo che gli Scrutatori erano speciali vampiri della sua casta che avevano dedicato, o erano stati costretti a dedicare, la loro non vita allo studio di una disciplina ben specifica, la psicometria, sacrificando la vista e buona parte della loro già debole umanità allo scopo. - Quanto sono andati indietro nel tempo?
- Quasi un mese. Oltre non hanno potuto spingersi a causa dei residui di magia presenti. - rispose Asmodeo ad occhi chiusi, come intento ad ascoltare contemporaneamente un’altra conversazione. Aggrottò le ciglia, un sottile rivolo di sudore sanguinolento gli rigò il volto mentre i due Scrutatori gli riferivano telepaticamente tutto quello da loro appreso.
- Non deve essere un’esperienza piacevole, direi. Pochi sarebbero in grado di resistere senza impazzire a quello che sta facendo Asmodeo. Ha tutte le ragioni di essere il Burocrate principale di questa zona d’Europa. - pensò la vampira, osservando come l’essere mascherava il dolore del passaggio di informazioni.
Finalmente aprì gli occhi e congedò con un gesto pacato della mano i due non morti, che si allontanarono.
- Le cose sono ora chiare come il Sole che mai potremo rivedere. - disse.
Igor indietreggiò lentamente, cercando disperatamente con gli occhi la più vicina uscita.
- Chi dovrà vivere? - chiesero i tre Aristocratici senza nessun sentimento nella voce. Per loro entrambi non erano della loro razza, per cui non avevano nessun rimorso o pentimento. - Chi ha detto la verità a questo Consiglio?
- Fatemi passare! - gridò Igor, correndo come un pazzo verso l’uscita.
I vampiri presenti si fecero da parte come se fosse un appestato, guardandolo con aria schifata.
- Fermatelo! - disse Asmodeo.
Immediatamente i ghoul che si trovavano all’esterno della porta la aprirono e vi si piantarono davanti, bloccando il vampiro sebbene dotato di una forza non indifferente anche per la sua razza. Alyssa sorrise.
   
 
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