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Autore: Giulia23    18/04/2012    3 recensioni
Apocalisse, angeli, profezie, segreti inviolabili e un amore messo costantemente alla prova, non solo dal fato ma dai loro stessi cuori.
Un altro crossover sulla mia coppia preferita di sempre. Ci saranno davvero molti colpi di scena, è un racconto studiato per lasciarvi a bocca aperta ma per fare questo avrà una lunga durata. Spero che vi piaccia!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Si portò una mano alla testa. Le faceva un male cane, dannazione …
Dov’era? Tentò di aprire gli occhi, ma la luce del giorno le dava fastidio. Era stesa su quello che sembrava un materasso malandato, a pancia in sotto. Cercò di ricordare l’ultima cosa che aveva visto.
Le stavano sparando addosso … ricordò il bruciore alla gamba. Si chinò per osservarla e notò che i suoi pantaloni erano stati strappati per fermare della garza. Sfiorò la ferita e notò che le sue vene stavano diventando nere, come se una specie di veleno l’avesse infettata. Sicuramente era sangue pesto, ma faceva comunque schifo.
Ricordò il dolore alla spalla e cercò di muovere il braccio, ma la fitta di dolore che avvertì la convinse a fermarsi.
< Merda …> sussurrò. La luce che prima l’aveva infastidita proveniva dall’unica finestra presente nella stanza, era socchiusa.
Indirizzò lo sguardo verso la parte in ombra e notò che la camera dove si trovava era ridotta davvero male, era quasi completamente spoglia, le pareti dovevano essere state bianche, una volta. Ora segni di fuliggine e sporcizia avevano annerito ogni superficie, c’erano vecchi quadri appesi alle pareti e i pochi mobili in legno erano sicuramente marci.
Decise che era venuto il momento di alzarsi e capire dove diavolo quell’idiota di Dean l’avesse portata.
< Ehi, non pensarci nemmeno dolcezza. Devi riposare.>
Una mano le accarezzò il braccio destro e la posò delicatamente sul cuscino. Buffy sollevò lo sguardo per capire chi fosse l’imbecille che non voleva farla alzare da quel maledetto materasso.
Era una donna, una bella donna, bionda, sicuramente sulla quarantina. Il suo volto era dolce, ma nei suoi occhi Buffy riuscì a leggere qualcosa che la spaventava, anzi che la metteva in soggezione. Sembrava un leader, sembrava imbronciata e arrabbiata. Forse preoccupata.
< Dove mi trovo?> gracchiò, sorprendendosi da sola del suono rauco della sua voce.
< Sei al sicuro dolcezza, ma hai delle brutte ferite, devi riposare.> La donna le posò un panno bagnato sulla fronte.
< Hai avuto la febbre molto alta. Dean ha fatto tutto il possibile, ma qui non abbiamo molto. È appena uscito per andare a prenderti degli antibiotici in farmacia.>
C’era un certo tono di rimprovero nella sua voce.
< Guerra … dov’è Guerra?> fissò quella donna negli occhi. Per un attimo rivide il volto di sua madre.
< Non lo so. Quel bastardo non si farà di certo vedere in giro.>
Buffy rabbrividì. < Siamo ancora a Phoenix?> chiese.
< Certo …> la guardò preoccupata e le passò una mano sulla fronte.
Febbre … in effetti si sentiva strana, debole. Le ferite le bruciavano, ma sapeva che la sua capacità di super guarigione l’avrebbe rimessa in sesto in fretta.
< Devo andarmene da qui.> Fece leva sul suo braccio, ma dopo aver urlato per il dolore ricadde sul letto, stordita. Come era possibile?
< Ehi, sei cocciuta lo sai. Dean mi ucciderebbe se ti lasciassi mettere un piede per terra, non ti ha mai lasciato sola in questi due giorni, vedi di non fare casini proprio quando quell’idiota è lì fuori a rischiare la pelle per te. A proposito, io sono Ellen.> Non sembrava averla in simpatia.
< Due giorni? … > sussurrò. Perché non era ancora guarita?
< Già. Devo ammetterlo Buffy, io non mi fido di te. Non mi piace il modo in cui hai ammaliato quei due poveri ragazzi, e non mi piace il fatto che tu dubiti di loro dopo tutto quello che stanno facendo per te.>
Ellen prese un po’ di ovatta e di disinfettante dal comodino.
< Dov’è Sam?> chiese Buffy preoccupata. Non le piaceva che quella donna desse dei giudizi su lei, ma preferì sorvolare l’argomento per ora. Ricordava che quell’idiota aveva fatto da esca per permetterle la fuga.
< L’hanno preso e Dean non vuole muoversi da qui fin quando non sarai guarita. Non vuole sentire ragioni.> Ellen liberò lentamente la gamba di Buffy dalle bende.
< Preso? Come preso? Perché Dean non è ancora andato a liberarlo? Se ci tiene tanto a me può tornare a prendermi appena finito!> Ok, si era solo illusa di non avere più a cuore quei due imbecilli …
Ellen sembrò spiazzata dalla sua reazione e le sorrise per la prima volta. Forse quella ragazzina teneva a loro come i fratelli Winchester tenevano a lei …
< Teme che qualcuno dei nostri possa ucciderti, e non ha tutti i torti.>
Buffy la guardò impaurita, cosa voleva dire? Perché avrebbero voluto ucciderla?
Ellen risposte alle sue domande guidando il suo sguardo sulla ferita che aveva alla gamba.
Sembrava davvero infetta. Una specie di ustione profonda segnava l’entrata del foro e una chiazza nera e viola si estendeva quasi per tutta la lunghezza della coscia, le sue vene erano gonfie e livide, l’aspetto totale era davvero raccapricciante.
< Che diavolo …?>
< Le pallottole … crediamo fossero consacrate. Sicuramente hanno rubato le nostre munizioni …> il suo sguardo si perse per un attimo all’orizzonte, poi proseguì. < le uniche persone ancora non infette rinchiuse qui volevano ucciderti, ma Dean ha preso a pugni molti di loro e ti ha tenuta al sicuro. Anche io ero a favore devo dire la verità, ma mi fido di Dean e lui si fida cecamente di te … non l’ho mai visto guardare nessuno nel modo in cui ti guarda. Dice che i tuoi poteri provengono dal male, ma sai perfettamente come usarli.>
Buffy cercò di non piangere. Dean … l’aveva protetta e custodita a costo della vita, a costo della vita di Sam, era un idiota … dopo che lei gli aveva voltato le spalle. Ma se stava facendo tutto quello per il suo sangue?
Scrollò la testa ed osservò la sua ferita.
< I poteri di un demone mi rendono quella che sono, credo che queste pallottole non facciano alcuna differenziazione però.> tossì. Diavolo stava davvero uno schifo.
< Come puoi trarre la tua forza dal male, avere in te l’anima di un demone e non essere malvagia, o cedere al tuo lato oscuro a volte?> Chiese Ellen mentre disinfettava la sua ferita.
Buffy morse le sue labbra per trattenere un gemito e decise che parlare sarebbe stato il modo migliore per pensare ad altro.
 < Io sono umana, questi poteri mi sono stati donati per fare del bene. Certo ammetto che ci sono delle controindicazioni, ma …>
< Quali controindicazioni?> Chiese Ellen curiosa, forse solo preoccupata pensò Buffy.
< Non tendiamo a fidarci molto della gente, lavoriamo meglio da sole, nonostante tutti i nostri sforzi la solitudine è una specie di ombra che ci segue sempre e ci rende il cuore troppo duro per aprirci al mondo, persino alle persone che ci vogliono bene. Rischiamo di perdere la nostra umanità, ma non la nostra coscienza.> Si stupì del tono triste della sua voce e della verità delle sue parole e capì che voleva che tutto questo cambiasse.
< Però mi piace pensare che io sia una sottospecie di eccezione alla regola.> sorrise.
Ellen non riuscì a non contraccambiare il gesto, nonostante si fosse imposta di non affezionarsi a lei a tutti i costi.
< Comunque sarebbe meglio trovare una cura al più presto, mi dispiace dirtelo, ma non stai migliorando affatto.> Ellen cominciò a bendare di nuovo la gamba della cacciatrice.
< Grazie … insomma riesco a vedere di non esserti molto simpatica, ma grazie, ti stai prendendo cura di me anche se per via di un ordine di Dean …> Buffy tentò di voltarsi.
< Ti do una mano.> sussurrò Ellen, cercando di non guardare gli occhi sinceri di quella ragazzina. Quanti anni poteva avere? Come poteva parlare già come una donna?
Buffy tentò di non urlare, ma il dolore era indescrivibile, era come se stesse bruciando dall’interno. Riusciva a sentire tutti i suoi muscoli fischiare e stridere l’uno contro l’altro mentre si consumavano lasciando solo fuoco.
Riuscì finalmente a sedersi e si gettò sfinita contro i cuscini.
< Sono davvero uno schifo.>
Ellen rise, Buffy non sembrava sconfitta, solo … umiliata, come una bambina testarda che odia stare a letto.
All’improvviso si sentì sparare. Troppi colpi per uno scontro a due.
< Dean!> la cacciatrice tentò di mettersi in piedi ignorando il dolore, ma Ellen la fermò. L’avrebbe scaraventata anche contro il muro se Dean era coinvolto in quello scontro perché era voluto andare a rubare delle maledette medicine!
< Non puoi andare! Non sarai di nessun aiuto Buffy, Dean sa cavarsela!> Urlò Ellen afferrandola per le braccia. Si, si trattava di Dean.
L’urlo disumano di Sam le impedì di gettare Ellen sul letto e correre fuori. Rimase pietrificata.

< Nooo! Dean vattene!>
I demoni lo stavano sorreggendo per le braccia, Sam sembrava non avere nemmeno le forze per reggersi in piedi.
< Lasciatelo andare brutti figli di puttana!> Dean sparò ai demoni più lontani e cercò di raggiungere il fratello al quale nel frattempo avevano spezzato il braccio.
Altri demoni li raggiunsero e cominciarono a sparare contro Dean che corse dietro una macchina.
< Consegnateci la biondina e non gli faremo del male!> Urlò Jo.
Dean non poteva credere ai suoi occhi, quei bastardi l’avevano presa e infettata. Non poteva ucciderla ed era per quello che non aveva ancora sparato ai due demoni che stavano sorreggendo Sammy, uno dei due era lei. Inoltre era troppo distante per non rischiare di colpire anche Sam, certo non in una zona vitale, ma meglio non tentare.
< No, Dean non far …> Il demone che indossava il corpo di un uomo di colore colpì Sam allo stomaco facendogli vomitare sangue.
Dean decise che il rischio era il suo mestiere e accecato dalla rabbia sparò in piena fronte a quel bastardo che aveva picchiato suo fratello.
< Potete anche scordarvelo stronzi!> Urlò Dean.
Doveva rientrare, e al più presto.
< Merda.> le medicine che aveva appena rubato dalla farmacia abbandonata lì vicino gli erano cadute dall’altra parte della strada.
Sam non poté fare ameno di notarlo e decifrò lo sguardo del fratello. Poggiò il suo peso sulla gamba destra, la sinistra ormai era fuori gioco e scaraventò Jo contro il marciapiede, catturando l’attenzione degli altri demoni che gli furono sopra poco dopo. Dean ebbe il tempo necessario per recuperare i farmaci ed avvicinarsi all’entrata,  si voltò per guardare il fratello. Non poteva lasciarlo lì.
< Va Dean! Vai!> Urlò Sam mentre lottava contro quei bastardi, ma ben presto si piegò sotto i loro colpi.
Dean entrò nella casa adibita a bunker da Ellen, deciso a radunare tutti gli uomini per andare a liberare Sam quella sera stessa. Se fosse servito avrebbe portato lui stesso quel pomeriggio Buffy fuori da Phoenix o l’avrebbe rinchiusa da qualche parte, così che quei bastardi non l’avrebbero mai potuta raggiungere.

< Devo andare da Sam!> Buffy tentò di alzarsi un’altra volta, ma dovette premere il suo braccio contro lo stomaco per trovare un po’ di sollievo dal dolore e non fare forza sulla spalla.
< Tu non vai proprio da nessuna parte principessa.>
La cacciatrice alzò lo sguardo e sul ciglio della porta, Dean era in piedi con in mano un sacchetto.
< Dov’è Sam?> urlò Buffy ormai quasi in piedi. Non poteva permettere che gli fosse fatto del male.
< Sta bene, andrò a prenderlo stasera.> Dean si avvicinò a lei calmo, quando la luce illuminò il suo volto, Buffy poté notare una profonda ferita sulla fronte del cacciatore.
Sussultò mentre veniva aiutata da Ellen a ristendersi a letto.
Il cacciatore ringraziò Ellen e prima che la donna uscisse dalla stanza la fermò. < Di’ agli altri che stasera andremo nella tana di quei bastardi. Arrivo tra poco.>
Ellen annuì, concentrata e accarezzò amorevolmente il viso di Dean.
< Dean … non sta affatto bene, io non credo che …>
Il cacciatore si irrigidì e la guardò come se lo stesse pugnalando al cuore. < Lei ce la farà.> sussurrò in risposta.
I suoi sensi sviluppati le permisero di sentire i loro sussurri. Buffy rabbrividì. Sapeva di non essere in forma, ma …
Dean si sedette sul letto, attento a non farle del male e in silenzio estrasse una garza sulla quale dispose una strana polverina bianca.
Buffy rimase immobile, senza parlare. Dean sciolse il bendaggio appena fatto da Ellen e prima di posare la garza sulla ferita sussultò alla vista della gamba di quella cocciuta biondina. Cercò di nascondere il suo spavento e la sua preoccupazione e accarezzò sovrappensiero la coscia di Buffy che rabbrividì al suo tocco caldo.
< Questo brucerà. Puoi afferrarti alla mia mano se vuoi … o alle lenzuola.> Si corresse immediatamente. Buffy non si fidava di lui. Buffy stava morendo … cercò di scrollarsi quel pensiero di dosso. Non lo avrebbe mai permesso.
La cacciatrice gemette di dolore. Sentiva la gamba andare a fuoco, come se Dean stesse mettendo altra benzina per alimentare le fiamme. Cercò la sua mano, ma con quel poco di lucidità che le era rimasta capì che avrebbe potuto spezzargliela. Così si afferrò al bordo del materasso e chiuse gli occhi.
Dean non riusciva a vederla in quello stato, le sue urla erano peggio di …. Non riusciva a trovare termini di paragoni. Pensò che l’inferno sarebbe stato cento mila volte migliore.
E si sentiva impotente. Accarezzò il viso di Buffy, la sua Buffy. Quando lei aprì gli occhi, per incatenarli ai suoi Dean rimase senza fiato. C’era dolore, ma anche tanta compassione e … poteva essere ancora amore?
Dean accarezzò dolcemente la sua spalla, per confortarla.
La cacciatrice poggiò la sua mano su quella di Dean e la strinse con delicatezza mentre il cacciatore spazzava via le sue lacrime di dolore con un dito. Si sentiva tremendamente in colpa, lei era ridotta in quello stato per causa sua. Perché non si fidava di lui.
< Dean dovete prendere il mio sangue finché sarò in vita. Sono riuscita a percepire l’energia di cui parlava Cass, può funzionare.> disse quasi rassegnata la ragazza.
Dean la guardò sconvolto e quasi disgustato.
< Cosa? No! … No! Buffy tu sopravvivrai e  troveremo un altro modo per aprire quella maledetta gabbia!> Dean non poteva vederla arrendersi, non poteva. Gli avrebbe spezzato il cuore.
< E quale? Quale Dean? È quello che avete sempre voluto, bene ora prendetelo! Ve lo sto offrendo!> Buffy tentò di sollevarsi, ma cadde di nuovo sul letto, senza forze e con il fiatone.
Dean la sorresse immediatamente e la guardò negli occhi. < Credi davvero che io possa aver mai pensato di ucciderti?>
Buffy rimase pietrificata da quello sguardo così profondo ed intenso. Non sembrava mentire, il suo cuore le diceva che Dean non stava mentendo. Stava per morire e voleva credere con tutta se stessa che l’uomo che amava non l’avesse mai tradita. Cosa aveva da perdere? Morire con una bugia … ma almeno felice.
< No …> sussurrò.
Dean la strinse forte contro di lui, tra le lacrime.
Buffy cercò di trattenere il gemito che le sfuggì dalle labbra per via del dolore procuratogli dalla sua presa, ma non ci riuscì granché bene.
Dean lasciò la presa. < Scusami!>
Controllò i danni che le aveva procurato come un padre apprensivo, facendola mettere a ridere.
< Non sei tu quello che mi ha ridotta così!> tossì.
< Tu dici? … sei scappata da me. Eri qui, sola.> Dean abbassò lo sguardo.
< Ehi, sono stata io a mettermi nei guai e comunque non credo che sia stato tu a dare dei proiettili consacrati a quei demoni quindi …> Non sopportava vederlo triste. Avrebbe donato la sua anima al diavolo piuttosto che saperlo infelice.
Dean accarezzò il suo viso, le portò i capelli dietro l’orecchio e disegnò i contorni delle sue labbra. Non poteva perderla, quel viso era la fonte di ogni sua gioia, era la ragione per la quale continuava a combattere … a respirare.
< Troverò un modo per guarirti, te lo giuro.> Buffy asciugò le sue lacrime, sorridendogli. Forse quello era davvero amore, forse Dean non aveva mai saputo nulla della Profezia.
< Dean! C’è un tizio di là, mezzo morto, dice di chiamarsi Castiel vuole parlare con te!> Ellen entrò nella stanza di corsa.
< Castiel?> chiese Dean, si voltò verso Buffy per chiederle con lo sguardo congedo. La cacciatrice annuì, preoccupata. 

  
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