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Autore: FairLady    18/04/2012    2 recensioni
Roxie e la sua vita. Tanto soddisfacente nel lato professionale, quanto incasinata e sconnessa in quello privato. Chissà se certi muri, eretti con tanta volontà e determinazione, riusciranno un giorno ad essere abbattuti?!
Revisione in corso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ian pov
 
Aprii gli occhi che la sveglia non aveva ancora suonato. Rimasi sdraiato a fissare il soffitto per qualche istante, indeciso sul da farsi. L’unica cosa del tutto certa per me era una: a breve avrei rivisto Roxanne.
Mi passò davanti una sua immagine sorridente e il cuore iniziò a palpitare più forte. Sentivo costantemente la sua assenza e immaginarla non mi aiutava affatto. 
Mi voltai su un fianco, fissando il lato vuoto del letto. Ero abituato a svegliarmi da solo. Certo dividevo spesso le lenzuola con qualche donna, ma mai tanto a lungo da trovarmici insieme la mattina. 
In quel momento, invece, sentii forte il bisogno di averla li con me. Di aprire gli occhi e trovarmela stretta addosso dopo aver fatto l’amore tutta la notte ed esserci addormentati abbracciati. 
Era ufficiale ormai: in poco tempo mi ero completamente rincitrullito. 
Continuare a fare certi pensieri non fece che acutizzare il senso di vuoto che sentivo.
Dovevo assolutamente prepararmi e dare inizio alla mia giornata!
Scesi dal letto e mi guardai allo specchio. Infilai una mano nei capelli spettinati, cercando di domarli, cosa che come al solito non mi riuscì. Andai in bagno e aprii il rubinetto della doccia. In quel momento il telefonino si accese, la sveglia mi avvertiva che era ora di alzarsi.
“Si, amico. Sei arrivato in ritardo…” soffiai mentre mi spogliavo. 
Presi in mano l’apparecchio per spegnere la suoneria. Poi, senza averlo deciso, iniziai un nuovo sms.
“Arrivo un po’ prima. Non si comincia la giornata senza una colazione sostanziosa! xoxo. I.”
Baci e Abbracci. Eravamo già così in confidenza da scambiarci messaggi del genere?
Si, decisi immediatamente. Da qualche parte si doveva pur iniziare.
M’infilai sotto al getto caldo e mi lasciai cullare per qualche istante. La mia mente ballerina vagava attraverso immagini che sicuramente non avrei dovuto evocare. Mi eccitai al pensiero delle mani minute e candide di Rox sulla mia pelle bagnata. 
Dannazione, Ian! Datti una regolata!
Posizionai il miscelatore sull’acqua fredda. Dovevo raffreddare gli spiriti che si stavano eccessivamente surriscaldando o non sarei stato in grado di affrontare nemmeno un minuto nello stesso luogo con lei. Figuriamoci tutto il giorno!
Pochi minuti dopo ero già in auto, diretto a casa sua. 
“Dottoressa, sono quasi arrivato.” 
Avevo ormai capito che Roxie non era come le altre donne. Era chiaro. Sperai che anche in quel caso fosse così e non mi facesse attendere troppo. Il suo profumo che aveva impregnato l’abitacolo la sera prima, minacciava di dissolversi completamente. 
Avevo bisogno di fare scorta.
Se c’era un’altra cosa che avevo inteso di lei, inoltre, era che non era facile a lasciarsi andare, perciò quando lessi il suo successivo sms rimasi un po’ sorpreso:
“Ho preparato la colazione sostanziosa di cui abbiamo bisogno. Sali. Terzo piano. ”
Parcheggiai l’auto e con poche falcate mi ritrovai di fronte alla sua porta. 
Bussai piano per evitare di svegliare tutto il palazzo e poco dopo venne ad aprirmi. 
“Buongiorno, dottoressa…” ero lo stesso di sempre, giusto? 
Non si riusciva a capire quanto quei capelli rossi raccolti casualmente in una crocchia e tenuti fermi da una semplice matita, mi scombussolassero? Anche in tuta era l’essere più adorabile ed attraente su cui avessi mai posato gli occhi. Deglutii un paio di volte in più del necessario mentre entravo nell’appartamento.
 
Roxie pov
 
Era difficile, praticamente impossibile, fingere indifferenza di fronte ad un uomo che ti si presentava la mattina alle sette e mezzo bello come se avesse dovuto posare per un servizio fotografico. Se poi ti guardava come lui stava guardando me… Addio, Roxie!
“Buongiorno, dottoressa…” mi disse con fare casuale ma terribilmente sensuale. 
Senza parlare lo invitai ad entrare con un lieve gesto della mano. Se avessi aperto la bocca probabilmente la mia voce tremante mi avrebbe tradita. Mentre chiudevo la porta presi un bel respiro. 
“Spero non ti dispiaccia se ho preferito stare a casa… La mattina presto il chiacchiericcio  dei luoghi pubblici mi disturba un po’.”
Si voltò verso di me e sorrise, rischiarando lo spazio intorno a noi. 
Anne aveva maledettamente ragione. Cosa stavo aspettando a  seguire un po’ quello che mi dicevano il mio cuore ed il mio corpo??
“Non preoccuparti… - mi disse quasi in un sussurro – E’ perfetto.”
Mi ero alzata prestissimo per preparare una colazione degna di essere ricordata e così sul tavolo apparecchiato, troneggiavano pancakes e sciroppo d’acero che mi aveva portato in regalo una famiglia dal Vermont, yogurt e cereali integrali, succo d’arancia, frutta fresca e caffè nero. 
“Stai aspettando qualcun altro?” mi chiese, sorridendo ironico, indicando tutto il ben Dio pronto per essere mangiato.
Iniziai a versare caffè nelle tazze e succo nei bicchieri, giusto per avere qualcosa da fare e gli feci segno di sederci. Poi mi obbligai a guardarlo negli occhi.
“Non avevi parlato di colazione sostanziosa? Oggi sarà una giornata intensa…” gli risposi, ovvia.  
 
“Quindi, quali sono i programmi per la giornata?…” mi chiese mentre addentava il secondo pancake. “…mmm sono davvero ottimi…” biascicò mentre lo fissavo soddisfatta.
“Grazie…” gli versai un altro po’ di caffè e continua a mangiare.. 
“In realtà oggi non c’è un granchè da fare – gli dissi, finendo di spelare la frutta  - allora, stamattina verranno i manutentori a smantellare le pareti dello studio quindi dovremo portare via la mia roba. Per il momento il primario mi ha dato il permesso di portarla da lui, poi si vedrà…” gli dissi, incapace di distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
“Poi? Dopo?” mi chiese ancora. 
“Beh, c’è da iniziare a preparare la stanza dei giochi per i lavori e il murale, in vista di sabato.” Mi bloccai un istante ricordandomi ciò che mi aveva detto. “A proposito, chi verrà nel week-end per darci una mano?”
“Dei miei amici…” rispose subito. “Vedrai, ti piaceranno!”
Se erano tutti come lui, di sicuro mi sarebbero piaciuti, pensai sorridendo impercettibilmente.
“Perché quell’espressione?” Ad Ian non sfuggiva nulla, l’avevo capito ormai. Avrei dovuto fare più attenzione, in futuro.
“”Niente… comunque, pensavo che per le tre potresti essere libero…” lo dissi semplicemente per fuorviarlo e cambiare discorso ma lui mi sembrò cambiare espressione a quella notizia. 
“E perché?” il suo tono rasentava l’indispettito, poi però cambiò registro… “nel senso, cioè – era chiaramente imbarazzato e la cosa mi fece sperare che in cuor suo volesse passare con me quanto più tempo possibile – come mai?” 
“Ho un impegno con la mia migliore amica… una cosa – non sapevo cosa dirgli… in realtà stavo ancora accarezzando la prospettiva di chiedergli di accompagnarmi – beh… devo provare il mio abito da damigella d’onore.” Soffiai fuori prima di poter cambiare idea. “Si sposa fra un mese…”
Lui s’illuminò. “Che cosa meravigliosa!” 
No, Roxie. Non puoi chiedergli di accompagnarti! Chissà cosa potrebbe dire o, peggio ancora, fare quella pazzoide di Anne!
“Già… si. Beh, lei è l’unica famiglia che ho…” non seppi perché lo dissi. Non ero il tipo che cercava pietà o commiserazione.
Per recuperare, sorrisi, speranzosa che non chiedesse niente di più preciso. 
Per fortuna non lo fece e gliene fui immensamente grata. 
 
Ian Pov
 
Avrei voluto farle le mille domande che avevo in testa ma la paura di correre e uscire di strada mi attorcigliò la lingua. 
Non era la solita donna con cui uscivo. 
Lei non mi vedeva come mi vedevano le altre. 
Più la guardavo, più mi sentivo come un adolescente nei panni di un trentenne. 
Forse era solo quello che mi frenava dal farle una corte spietata. 
Era quello che mi frenava dal baciarla teneramente, subito, per cancellare quel velo di tristezza che gli aveva coperto lo sguardo ma che voleva disperatamente nascondere.
 
Roxie pov
 
Sentivo dentro la spasmodica, quasi dolorosa, voglia di aprirmi e raccontargli del perché Anne fosse ormai l’unica persona cara al mondo che mi fosse rimasta. 
Sentivo dentro il desiderio cocente di prendere le sue mani e farmi accarezzare per lenire il dolore di ferite inferte, colpi accusati senza ciglio battere, ingiustizie sopportate e mai del tutto elaborate. 
Sentivo la necessità di farmi curare finalmente. E nessuno mi aveva mai ispirato tanto. 
L’ospedale e i miei bambini erano un ottimo balsamo per aiutarmi ad ammorbidire quella corazza che con tanto impegno mi ero costruita. Ma fuori di lì rischiavo di trasformarmi in un muro di cemento.
Ian era l’ariete in grado di crepare quel muro. Forse abbatterlo.
Eppure avevo paura. Anzi no, era terrore vero e proprio.
Mi sentivo come un adolescente nel corpo di una trentenne. 
L’adolescente può permettersi delle scivolate. 
Può permettersi di correre come un treno, col rischio di schiantarsi contro la cruda verità che l’amore eterno non esiste.
Lo può accettare per poi il giorno dopo ritrovarsi a credere di essersi sbagliato. E ricominciare daccapo. 
Sorridere, amare, piangere, amare ancora e poi odiare. E amare di nuovo. 
Io non ero un adolescente e avevo misurato più volte il dolore della sconfitta. Della disillusione. Dell’abbandono. 
Se mi fossi lasciata andare alle mie sensazioni con un uomo di cui in realtà non sapevo nulla, se non che mi faceva sentire come una ragazzina, cosa sarebbe successo?
Ero sicura di volerlo scoprire?
 
Nulla è difficile per chi ama. (Cicerone)


Angolo dell'autrice:

Salve a tutti!!!
Sotto consiglio della mia fedele Sweet Fairy ho spostato il mio angolino qui sotto.... :)
Spero che siate riuscite ad arrivare fino a qui perchè vorrebbe dire che non siete morte di noia leggendo il capitolo! 
Bene..cosa dire? Anzitutto ringrazio come sempre chi legge e chi commenta... e chi ha messo la mia storia tra le ricordate/preferite/seguite :) grazie di cuore...
Come avete potuto leggere i due ragazzi sono un pò per aria. Certe emozioni sono difficili da gestire a volte e ci si ritrova magari a non fare ciò che vorremmo per paura di rovinare tutto o per paura di stare male, come nel caso nella nostra Roxie.
Scusate se risulta un pò in stallo il loro rapporto ma non mi è mai piaciuto correre... dal prossimo capitolo qualcosa si muoverà davvero! 
Bene..sono stata abbastanza prolissa...hihih...vi lascio con la promessa di postare almeno due volte a settimana, lavoro permettendo.
Un abbraccio....
ENJOY!



 
   
 
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