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Autore: babykit87l    19/04/2012    2 recensioni
La storia si svolge dopo la fine del manga, quando Hanamichi approda al secondo anno e come dice il titolo, sarà tutto diverso.. nuove sensazioni, nuove scoperte... la vita cambia e Hanamichi dovrà fare i conti con tutto ciò! Spero vi piaccia ^__^
ps. ho cambiato nome alla storia perché ho deciso di fare una serie: quest'ultima si chiamerà "Living" mentre questa storia in particolare sarà appunto "Nuovo anno... Nuova vita"... Buona lettura ^^
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Living'
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Capitolo 5 – Cambiamento (parte seconda)

POV HANAMICHI
Mitsui mi ha mollato qui con la Kitsune. Non ci ha dato neanche il tempo di dire “ok” oppure “no”. Pazienza. Mi disturba solo il fatto che così sarà lui a darmi una mano, a dirmi cosa sbaglio e cosa no. Dopo l'episodio di ieri mi sembra abbia cercato di evitarmi tutto il giorno, solo adesso che siamo soli in palestra pare voglia starmi vicino. Certo, mi dice soltanto come devo mettere mani e gambe ma è già qualcosa. Mi metto come suggerisce lui e tiro. Purtroppo ne sbaglio uno ogni due o tre e lui ogni volta mi corregge. Anche perché siamo al buio. Prendo la palla e tiro di nuovo: entra nel cerchio e mentre lo fa sento un rumore strano venire dalla porta, ma non ci faccio molto caso. Cavoli non vedo granché.. lui e le sue idee assurde. Certo è che se è così bravo perché usa questi metodi, io non sono da meno. Però mi sembra non stia molto bene. Ha il respiro affannoso come se fossero ore che lavora e in più è pallidissimo. Eppure dice che è tutto ok. Non mi convince, ma non dico nulla e faccio ciò che dice. Non voglio irritarlo, dovesse poi farmela pagare con allenamento triplo. Sto tirando a canestro e appena la palla entra nel cerchio sento un tonfo alle mie spalle. Mi giro e lo vedo lì steso a terra. Mi avvicino chiamandolo ma sembra svenuto. Trema e respira a fatica. Accidenti e ora che faccio. Gli metto una mano sulla fronte e mi accorgo che è bollente. Deve avere la febbre almeno a 39. Cerco di scuoterlo ma non dà segni di vita.
- Rukawa... dai svegliati... cerca di riprenderti- Oh Kami non risponde. E ora che faccio??? Forse dovrei chiedere aiuto. Cerco di aprire la porta ma mi accorgo che è chiusa. Oh no ci hanno chiuso dentro, ecco cos'era quel rumore di prima. Ma come è possibile?? Mi avvicino di nuovo a Rukawa che ancora trema. Cerco di scaldarlo ma è tutto inutile. Devo coprirlo con qualche cosa. Lo prendo in braccio e lo appoggio su uno dei materassini. Dove posso trovare qualcosa per coprirlo? Ah, lampo di genio: il club di teatro. Così lo lascio qui in palestra e mi avvio verso il club. Ovviamente c'è il lucchetto ma questo non mi ferma. In fondo è per una buona causa. Scardino la porta ed entro. Mi guardo in giro in cerca di qualcosa e finalmente trovo una coperta. Penso proprio che andrà benissimo. Così torno indietro e noto che la situazione non è migliorata per niente. E meno male che era tutto a posto. La prossima volta che fa finta di niente e scopro che in realtà sta malissimo, gli do un pugno in faccia.
Lo copro come meglio posso e gli resto vicino finché non riprende i sensi.
- Mh- Finalmente apre gli occhi.
- Ehi ti sei ripreso. Come ti senti?-
- Ma dove siamo?-
- In palestra. Ci hanno chiuso dentro-
- Ah... Ho freddo-
- Certo, hai la febbre-
- Ma cosa è successo?-
- Come? Non te lo ricordi? Ci stavamo allenando e sei svenuto. Tremavi ed eri bollente. Così sono andato al club di teatro a prendere un qualcosa per coprirti. Perché non me l'hai detto che stavi male?-
- Pensavo di farcela-
Rimaniamo un po' in silenzio, ma poi è lui a parlare di nuovo.
- Hai detto che siamo chiusi dentro??-
- Si. Volevo chiedere aiuto prima ma la porta è chiusa-
- Come hanno fatto a non accorgersi che eravamo qui?-
- Non lo so. Forse hanno visto la luce spenta e avranno pensato che non ci fosse nessuno... Ma non possiamo rimanere qui tutta la notte. Fa freddo e tu hai la febbre-
- Non fa niente davvero. Me ne sto qui tranquillo con la coperta e vedrai che domattina starò di nuovo bene-
- Dai vieni qui- Mi avvicino a lui e gli passo una mano sulle braccia e sulle gambe. Lui mi guarda con una faccia stupita e mi chiede che cosa sto facendo
- Cosa credi stia facendo? Ti sto riscaldando, così la febbre passa più in fretta-
- Grazie- Gli sorrido.
Pian piano si rilassa e chiude gli occhi. Poco dopo mi accorgo che si è addormentato. Certo che ha proprio un bel viso, soprattutto quando è così rilassato. Senza nemmeno accorgermene la mia mano passa dalle braccia alla guancia. Con il dito disegno il suo profilo e arrivo alla bocca. La disegno con la punta. Mi sento come ipnotizzato. Quasi mi viene voglia di baciarla.
Aspettate un attimo... ma che ho detto?? Baciarlo?? NO NO NO. Primo: lui è Rukawa. Secondo: è un maschio. Terzo: io non sono gay. No dev'essere la fame, che mi fa parlare così. Si, la fame e la stanchezza. E poi a me piace Haruko. O almeno credo. Ma cosa dico?? Certo che mi piace Haruko. O forse no. Perché sono così confuso adesso? Che mi sta succedendo?? Ho il cuore che mi va a mille. Il fatto è che sono spaventato perché mi sto accorgendo che provo sensazioni nuove
Non devo pensarci. Avrò tempo domani o anche più avanti. Ora devo solo pensare al fatto che sono rinchiuso qui senza riscaldamento ne cibo.
Mi sdraio accanto a lui e guardo sul soffitto, cercando di addormentarmi. Ma non ci riesco. Ho troppi pensieri in testa. Poi mi volto di nuovo a guardarlo. Mi attira come una calamita accidenti. Rimango così a pochi centimetri dal suo viso non so nemmeno per quanto tempo. Lentamente lo vedo aprire gli occhi. Mi guarda fisso senza parlare e annulla la distanza fra noi. Ci stiamo baciando. Beh forse non è un vero e proprio bacio. È più uno sfioramento di labbra. Una leggera carezza. Ed è un'esplosione di emozioni. Non mi sono mai sentito così prima d'ora. Nemmeno con Haruko. Il cuore sembra scoppiarmi in petto. Le gambe mi tremano. Sento caldo. Poi mi rendo conto di quello che sta succedendo e forse anche lui. Mi ritraggo subito e lui fa altrettanto. Velocemente mi alzo in piedi e raggiungo la porta che dà verso l'interno della scuola. Mi giro verso di lui e lo vedo ancora lì sdraiato, ma la sua espressione è un po' strana, non riesco a capire cosa stia pensando. Devo sbloccare questa situazione. Devo dire qualcosa.
- Ehm vado a farmi una doccia- Mi giro e vado via dalla palestra.
Appena la pelle tocca l'acqua calda, sento tutta la stanchezza scivolarmi via. Nel frattempo ripenso al bacio. Oh Kami che strana sensazione. È questo ciò che si prova quando le proprie labbra toccano quelle dell'altra persona? Il mio primo bacio. Pian piano mi rendo conto che ho sprecato il mio primo bacio con lui. Io volevo darlo ad Haruko. No, è tutto sbagliato. Non dovrei provare queste sensazioni. Non avrei dovuto stare qui bloccato. E soprattutto non avrei dovuto dare il mio primo bacio a Rukawa.
- Beh tecnicamente non è un vero bacio- Mi sento dire alle mie spalle.
Mi volto di scatto e me lo ritrovo davanti. Da quanto tempo è qui? E soprattutto come fa a sapere a cosa stavo pensando? Forse ho parlato ad alta voce.
- È uguale... è comunque la prima volta per me-  Gli rispondo con fare saccente. Devo pur difendere la mia posizione – E poi che fai ascolti le conversazioni degli altri?-
- Mph primo stavi parlando da solo, perciò non è una conversazione. Secondo ho aperto la porta sbattendola, se sei sordo non è colpa mia-
Mi ha preso in contropiede. Effettivamente ero talmente assorto nei miei pensieri che non l'ho proprio sentito.
- Che sei venuto a fare qui?- Chiedo mentre mi asciugo e mi rivesto.
- Sono venti minuti che sei qua dentro pensavo fossi cascato nella doccia-
- Ah-ah-ah divertente-
Finisco di vestirmi sentendomi costantemente il suo sguardo addosso. Ma perché si comporta così? Si può sapere che gli prende?
Poi mi accorgo di avere fame. Probabilmente anche lui. Così glielo chiedo.
- Un po'. Qui però non c'è niente da mangiare. Come facciamo?-
- Proviamo ad andare in mensa magari riusciamo a trovare qualcosa di commestibile lasciato da oggi-
- Vuoi dire avanzi? Vuoi farmi mangiare degli avanzi?-
- Beh direi che in questa situazione non puoi fare lo schizzinoso e prendere quello che c'è. Sempre meglio di niente no?- 
- Mh. Se lo dici tu-
Con fare calmo ci addentriamo verso l'interno della scuola e arriviamo davanti alla mensa. Chiusa.
- E ora?- Chiede lui.
Mi viene da ridere. Si vede proprio che è uno calmo e tranquillo, figlio di un ricco. Si atteggia tanto, ma alla fine si vede che non ha l'anima del teppista.
- Scardiniamo il lucchetto ed entriamo-
- Ma è illegale... non lo possiamo mica fare. E se ci beccano?-
- Ah volpe volpe... ascolta: prima di tutto non sanno che siamo qui. Seconda cosa dobbiamo mangiare. Terzo l'ho fatto anche prima, per la coperta. E comunque se rompiamo qualche vetro penseranno che siano stati i ladri-
lui mi guarda con gli occhi un po' sbarrati, per quanto la sua faccia inespressiva glielo permetta ma mi lascia fare e in due minuti netti siamo dentro a cercare qualcosa da mettere nello stomaco.
- Ti è successo altre volte di rimanere bloccato da qualche parte?- Mi chiede, girato di spalle.
- No però so come ci si comporta in situazioni del genere: senza luce e in un posto chiuso- Nemmeno mi risponde e continua a cercare. Poi mi viene in mente che lui ha ancora la febbre.
- Come ti senti? Stai meglio rispetto a prima?-
- Un po'... Riesco a stare in piedi e non tremo più perciò... Si, sto meglio. Ma credo che la febbre non mi sia ancora passata- Mi metto davanti a lui e gli poggio una mano sulla fronte. È ancora molto caldo ma in effetti la temperatura deve essere scesa almeno un po'.
Non riusciamo a trovare niente così ce ne torniamo in palestra sdraiati sul materassino. L'uno accanto all'altro. Con la coperta presa dal club sopra di noi. Io mi lascio andare, mi rilasso finalmente, e alla fine crollo nel sonno.
 
***
Un raggio di sole mi illumina il viso e gli occhi, svegliandomi. Ho la schiena a pezzi dopo la nottata di ieri. Mi sento ancora un po' stordito da ciò che è successo. Non capisco le sensazioni che sto provando, sempre più forti, e solo in sua presenza. Mi volto e lo vedo affianco a me. Esattamente nella posizione in cui ci siamo addormentati ieri. Mi avvicino e gli controllo la febbre. Si è sfiammata, ma sicuramente sarà ancora debole, visto che non abbiamo toccato cibo. Non so nemmeno che ore siano, ma dobbiamo alzarci e cercare di uscire di qui. Piano lo scuoto evitando un suo pugno.
- Ehi Kitsune svegliati, forza dobbiamo uscire da qui-
Lui apre piano gli occhi, mi guarda e si alza. Senza dire una parola ci muoviamo in direzione dell'uscita e quando vediamo il custode aprire le porte sgattaioliamo fuori. Davanti al cancello insisto per accompagnarlo a casa. Vedo che non si sente ancora bene e mi sentirei in colpa se dovesse svenire di nuovo per strada. Ovviamente il tragitto è nel silenzio più totale, fino che lui non parla e si stavolta mi sorprende sul serio
- Ti va di fermarci da qualche parte a mangiare? Mi sento un po' debole e ho bisogno di cibo-
Ci penso un secondo ma so già che la mia risposta è si: anche io sto morendo di fame.
- Ok. Dai conosco un posto dove cucinano benissimo- E lo trascino in questo chiosco dove ordiniamo del ramen. Il cuoco ci guarda con tanto d'occhi ma a noi non interessa. Mangiamo finalmente un pasto, da ieri all'ora di pranzo, e tranquillamente riprendiamo il tragitto verso casa sua. Rimaniamo zitti fino a davanti casa sua.
- Io abito qui- È proprio una bella casa. E soprattutto è enorme, rispetto alla mia.
- Wow che bella casa che hai-
- È dei miei. Per me è anche troppo grande-
- È proprio vero: chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane. Beato te che hai una casa così. Tutta la mia è praticamente solo il tuo ingresso-
- Esagerato-
- Beh ora devo andare. Ho bisogno di un po' di relax prima di tornare a scuola. Tu pensi di andarci oggi?-
- Non credo... Penso che un giorno di riposo totale non possa farmi male. Ci vediamo domani-
- Ok allora riposati. E la prossima volta che fingi che vada tutto bene quando palesemente non è così, ti prendo a pugni ok? Anche se stai malissimo e non ti reggi dritto in piedi-
- Hai ragione.-
Piano mi incammino verso casa quando mi sento richiamare. Mi volto e lui è davanti il cancello.
- Grazie per stanotte-
- Ma figurati. Mi hai fatto spaventare sai?-
Ci guardiamo per qualche secondo. Poi lo saluto e stavolta torno a casa. Che nottata.

   
 
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