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Autore: Christelle    19/04/2012    2 recensioni
Anita è una ragazza. Anita è una ragazza come tutte le altre. Anita non è una barbie: non è molto alta, ha un aspetto ordinario, una famiglia ordinaria, una vita ordinaria ... Ma qualcosa sta per cambiare. Morti inspiegabili, cittadini nel panico ... cosa sta succedendo nella nostra Milano? Chi è il responsabile? Fu così che Anita si ritrovò coinvolta in una storia più grande di lei, in un gioco sadico dove non ci sono in paio premi ma vite. Un passato sconosciuto, un presente incasinato e un futuro appeso a un filo ... ma Anita giocherà, lo farà per amore.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Com'è possibile?

Non saprei descrivere quello che accadde negli attimi seguenti a quella telefonata.

È tutto confuso, come se il mio cervello si fosse scollegato per un paio di minuti, come se d’un tratto avessi smesso di pensare.

L’unica cosa della quale sono certa è che ero seduta a terra, schiena contro il muro e testa fra le mani.

I capelli erano tutti scompigliati e incollati alla testa per il sudore.

Si, stavo sudando.

Sudavo freddo.

Il mondo intorno a me pian piano scomparve, inghiottito dal nero più profondo e tetro che avessi mai visto.

Fu come entrare in trance.

I miei occhi vagavano senza meta in quella oscurità apparente, confusi e disorientati mentre le parole di Serena, le sue ultime parole, riecheggiavano con un eco sinistro nella mia testa.

C’era qualcuno, ma non se n’è andata.

Era corsa via, ma l’aveva raggiunta.

Si, l’aveva raggiunta … e se fosse troppo tardi?

No! Non dovevo nemmeno pensarci!

Serena non poteva … lei non … non può.

Stavo tremando, tremavo molto forte.

Avevo paura … ero stata un’idiota.

Perché sono venuta qui? Perché ho portato Serena?

Perché?!

Perché?!

PERCHE’?!

“Perché?!” urlai, scoppiando in un pianto disperato.

Da sola, in quel corridoio deserto, senza la mia migliore amica.

Io non piango mai, precisiamolo.

Non ho pianto quando a sei anni è morto Pablo, il mio cagnolino; quando a dieci anni nonna ci ha lasciato; quando papà e la mamma si sono separati …

Io ero forte, lo ero sempre stata … dovevo esserlo.

Perché quando gli altri sono tristi hanno bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, di una spalla su cui piangere, e quella spalla sono io … se anche io piangessi loro non si sentirebbero più al sicuro, protetti; non capirebbero che tutto andrà bene.

Io non avevo mai avuto qualcuno con cui piangere, non mi ero mai lasciata andare così tanto con una persona.

Neanche con mia madre, con la mia sorellina, con Serena … con nessuno.

Non che non mi fidassi di loro, che non volessi loro molto bene, solo … non potevo, non potevo e basta.

Io non potevo permettermi il lusso di essere debole.

Soprattutto non in questo momento!

Serena aveva bisogno di me, cavolo!

Serena poteva essere in pericolo!

Serena contava su di me!

Lei … per lei dovevo farcela!

“Sto arrivando Sere”

 

 

Mi alzai con uno scatto improvviso e cominciai a correre.

Fu come se il mio corpo si muovesse da solo, come se cervello e gambe fossero due cose separate.

Non sentivo niente: fatica, stanchezza … solo il bisogno di correre.

Di correre da lei.

Scivolai un paio di volte sul pavimento bagnato per poi rialzarmi senza fatica, per poco non mi schiantai su una parete appena riverniciata e caddi perfino giù dalle scale.

Non so come, ma riuscii ad arrivare viva davanti al bagno da cui Serena mi aveva chiamato illesa.

Personalmente lo considero una specie di traguardo personale (e ovviamente quando serve il prof di educazione fisica non c’è mai).

Sulla porta vecchia e malandata, di un rosso spendo e sbiadito, si intravedeva a malapena la scritta “WC”, un tempo probabilmente d’orata.

La porta si aprii provocando un sinistro cigolio, che mi fece venire la pelle d’oca.

Le piastrelle grigiastre erano increpite in più punti, alcune erano perfino rotte.

Molti pezzi erano sparsi ai bordi della stanzetta, per non essere d’intralcio.

Era praticamente spoglia: due lavandini, tre bagni e uno specchio.

Tutto rigorosamente grigio.

Tranne le porte del bagno, no.

Ovviamente quelle erano verde acceso.

Mi sono sempre chiesta: perché verde?

Cosa diamine c’entra con tutto il resto?

Ma questo non è rilevate, discuteremo del pessimo gusto estetico della preside un’altra volta …

Entrai, guardandomi intorno con fare circospetto, quasi come un ladro; mi spostavo con passi piccoli e silenziosi, come se strisciassi sul pavimento.

Dovevo prestare attenzione.

Nella mano destra impugnavo con stretta ferrea il coltellino svizzero di mamma, rubato prima di intraprendere la nostra “missione”.

Tremavo.

D’un tratto, la porta del gabinetto numero due, quella alle mie spalle, si spalancò.

Puntai istintivamente il coltello contro l’ignota figura, seminascosta dall’oscurità.

“Sono armata! Attento a te!”

Urlai, terrorizzata.

“Anita ma sei scema?! Abbassa quel coso per favore!”

“… Serena?”

 

 

Fu come riemergere in superficie dopo essere rimasta in apnea per ore.

Era lì, Serena, davanti a me: era viva.

Le saltai addosso, stritolandola, mentre un’ultima lacrima, stavolta di gioia, solcava il mio viso.

“Serena stai bene! Grazie al cielo …”

“Ok, senti Anita non che mi dispiaccia questa improvvisa dimostrazione d’affetto ma … cosa ci fai qui?”

Rimasi sbigottita.

Non era possibile vero? Era di sicuro uno scherzo, e anche di pessimo gusto …

“Come? In che senso Serena?”

“Intendevo …” proseguì lei “ … cosa ci fai GIÀ qui, stavo per chiamarti … Ah, ho capito! Hai finito di controllare le altre aule e, visto che non c’era niente sei venuta a darmi una mano! Comunque guarda che il corpo è di là, però è una scena orrenda! La ragazza è …”

“Serena si può sapere cosa stai dicendo??”

Smise immediatamente di parlare, questa volta era lei quella confusa.

“Come?”
“Sei stata tu a chiamarmi, dieci minuti fa circa …”

Scoppiò a ridere.

“Ahahahahah! Ma che stai dicendo Anita? … Anita stai bene?”

Avevo ripreso a tremare, se possibile ancora più forte di prima.

Mi accasciai a terra per la seconda volta, con le braccia strette al petto, mentre Serena farfugliava qualcosa con tono preoccupato.

No, non sentii quello che mi diceva.

Ero confusa, disorientata … lei mi aveva chiamato! Ne ero certa!

Non sono mica pazza io!

Eppure, com’è possibile?

La mia mente era un groviglio di pensieri disordinati, senza capo né coda.

Fu come cadere di nuovo in un baratro.

Le mie domande, i miei dubbi, mi stavano soffocando.

“Serena?”

“Anita finalmente rispondi! Stai bene? Che ti è successo?”

“Vuoi che stia bene? Ti prego, dimmi che mi stai prendendo in giro, che ti ricordi cos’è successo vero? La telefonata, la persona che era qui … te lo ricordi vero?”

“ …”

“VERO?!”

Urlai disperata.

“Anita cosa stai dicendo … qui non è successo niente …”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: *Si avvicina portandosi dietro Alex come scudo umano" A: "Puoi, gentilmente, spiegarmi COSA CI FACCIO QUI?!"   C: "Shhh! Tu sei il diversivo! Se tentano di picchiarmi, e credimi hanno tutti i motivi per farlo, ti lancio sulla folla e mi rintano nel bunker!"   A: "Perchè io?! E poi scusa, non lo avevi demolito quel bunker?"    C:" Taci! Ne ho uno di riserva, per situazioni come questa, ma è un segreto ... Ora sii carino e coccoloso e lascia parlare l'autrice!"   A: "Autrice, insomma ... "    C: "Sfotti poco, non hai idea di quello che potrei farti fare.... Muahahahah (risata malvagia con tanto di lampi e tuoni)".

Ehm, allora, eccoci qua. Parto con l'implorare il vostro perdono! Non pensavo di metterci così tanto ad aggiornare, cercherò di essere più regolare ma la scuola mi sta soffocando! (Ho preso 7 e mezzo in matematica! Sono un fottuto genio!). Comunque, capitolo leggermente più corto degli altri, lo so, ma non volevo farvi aspettare oltre. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito i capitolo precedenti, in particolare lady_blacK_Rose e Cassandra Nox che lasciano sempre un segno del loro passaggio, grazie di cuore ^^ ... Ovviamente ringrazio anche tixy che ha aggiunto la storia alle preferite, mi piacerebbe tanto leggere una tua recensione, e Maya99 che l'ha aggiunta alle ricordate :).

Poi ci sarebbero anche tutti gli altri che hanno messo la storia tra le segiute ma a scrivere tutti i nomi ci metto troppo tempo! Ringrazio anche voi di cuore <3

Alla prossima!! Mi raccomando, se siete arrabbiati ... Prendete lui! *scaglia Alex contro la folla e si rintana nel bunker di riserva

Xoxo

Christelle*

 

 

 

 

  
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