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Autore: All my Darkness    19/04/2012    11 recensioni
Parte dalla 3x18.
In quel momento si voltò verso di me. - Parlo del fatto che ti sei innamorata di Damon.-
E così, vidi il suo vero volto: una maschera di dolore e senso di colpa. Rimasi completamente spiazzata: non era una domanda, non era un'ipotesi. Lo aveva detto senza esitazioni. Quella verità che incombeva da sempre tra noi era stata finalmente svelata.
Abbassai lo sguardo, per poi ripuntarlo nel suo.
- Come l'hai capito?- domandai, infine, dopo un silenzio che sembrò durare un'eternità.
Rise, senza gioia, dandomi le spalle e rigirandosi tra le mani il paletto di legno.
- Andiamo, Elena! Ho vissuto per quasi due secoli in questo mondo, e credi che non sappia riconoscere lo sguardo di una ragazza innamorata?
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Cap 12 Ciao a tutti, vi presento l'ultimo capitolo di questa fan-fic. Domani posterò l' epilogo chilometrico ;)
Comunque, non so più come ringraziare chi legge/ricorda/segue/preferisce e chi recensisce, veramente, vi amo!
- lasciatemi perdere, stasera sono strana-.

Un bacione, e buona lettura!


Quattro mesi dopo.


Pov Katherine

- Benvenuti a Mystic Falls, la città con il più alto numero di casi di omicidi irrisolti del mondo. Vi auguriamo una piacevole permanenza e di avere abbastanza verbena in circolo.- recitai, mentre dal finestrino leggevo il cartello all'uscita dell'autostrada.
Stefan rise, mentre svoltava verso quelle stradine conosciute, anche fin troppo familiari ad entrambi. In quegli ultimi mesi lo avevo sentito ridere molte volte, insieme a me, mentre camminavamo mano nella mano per Chicago, come una comunissima coppia di adolescenti, divertendoci a comportarci come tali. Vogliamo provare a ricostruire ciò che il tempo e la lontananza hanno distrutto, aveva detto, lanciandomi uno sguardo carico di speranza, per poi accorgerci che il tempo non aveva distrutto niente, solo portato un po' più in profondità quell'amore, e quell'impazienza secolare di tornare insieme.
- Chissà cosa staranno combinando.- si domandò, pensieroso. Non ebbi bisogno di chiedere a chi si riferisse.

Alzai le spalle. - Damon si sarà dato alla pazza gioia, come al solito, e Elena sarà tornata alla sua vita, almeno spero.-
Cambiò la marcia, sempre più dubbioso. - Forse avremmo dovuto mantenerci più in contatto. Non ho veramente idea di cosa troveremo. Speriamo solo che non sia successo niente di preoccupante.-
- Elena ha un paletto di quercia bianca a disposizione, Stefan. Il peggio che le possa capitare è che Damon la rapisca per andare al cinema.- commentai, con un sorrisetto.

Lui mi lanciò una breve occhiata. - Non credo che abbia bisogno di rapirla per convincerla ad uscire con lui.
Sorrisi. - In effetti. Mi auguro che abbiano chiarito, in qualche modo. Le Petrova non riescono a nascondere i sentimenti forti troppo a lungo.
- Neanche me e mio fratello ci riusciamo, se è per questo.- rispose, prendendomi la mano e stringendo piano le dita fredde. Accostò in quel momento davanti casa Salvatore: scesi dalla macchina, aguzzando l'udito e la vista, mentre ci avvicinavamo.

- Damon!
- la voce di Elena risultò concitata, mentre percepii che stava attraversando il corridoio, forse per sbirciare dalla vetrata.
- Sì, Becky?- rispose lui, un velo di sarcasmo nella voce. Sentimmo il rumore di qualcosa di pesante essere lanciato e afferrato di colpo. - Questa cosa che mi tiri i libri in testa deve finire, potrei anche non riuscire a prenderli al volo, e in quel caso addio fidanzato! -

Elena rise. - Prima o poi dovrà capitarmi tra le mani un paletto, invece che un libro!- in quel momento bussai. Stefan mi fissava, allibito da quello che aveva appena ascoltato.
La mia doppelganger umana spalancò la porta, riservandoci un sorriso radioso che non avevo mai visto sul suo volto.
- Ciao!- salutò, amichevole. - Come...

- Non far entrare gli sconosciuti, soprattutto se sono vampiri e si tengono per mano!- la voce di Damon la interruppe. Scosse la testa, rassegnata, spostandosi per lasciarci passare, mentre sorridevo di quella accoglienza: complice quel clima allegro e forse il mio essere innamorata, mi sentii subito a mio agio e quasi contenta di vederla. La prima differenza che notai fu la luminosità inattesa della casa: abituata a vederla in penombra a causa delle tende perennamente socchiuse, mi sembrò subito più accogliente ed umana.
Trovammo Damon in soggiorno, mentre guardava la CNN sulla grande tv a schermo piatto che troneggiava sul camino, sgranocchiando degli M&M's. - Ma tu guarda chi si vede!- esclamò, a mo' di benvenuto.

Non potei evitare di ridere, mentre io e Elena ci sedevamo accanto a lui: Stefan si appoggiò allo stipite della porta, anche lui sorridente.
- A quanto pare avete fatto pace.- disse il mio vampiro, ammiccando ai due.

- Più che altro è un armistizio, avere la pace con lui è impossibile.- rispose Elena, facendo per prendere un M&M's: Damon però li allontanò dalla sua mano, offeso.

- E' arrabbiata con me perchè l'ho appena battuta alla Wii. Per la tredicesima volta. Lasciatela stare.- commentò, porgendoli invece a me. Ne presi uno rosso, mentre Stefan sembrava non credere a ciò che vedeva, anche se sembrava divertito.

Elena sbuffò, prima di ripuntare lo sguardo su di noi. - Come va? Siete stati via un bel po'.
- Chicago è sempre bellissima, anche se l'ultima volta che ci sono andata stavano inaugurando la prima lampadina!- risposi, lanciandole un' occhiata complice che ricambiò con un sorriso. Parlare con lei era proprio facile! Forse ero io che partivo troppo prevenuta nei suoi confronti, e non me ne ero mai accorta.

- Soprattutto se si alloggia in un hotel a cinque stelle, con suite e piscina coperta. In quel modo sì che ci si gode la vacanza!- intervenne il mio Stefan, strappando un sorriso a tutti.
- Voi, invece?- domandai, curiosa.

- Si ha molto più tempo a disposizione quando non si deve progettare di uccidere vampiri millenari o spezzare maledizioni. - commentò Damon, porgendo finalmente ad Elena gli M&M's, con un' espressione angelica.

- Quindi... voi due...- iniziai, incerta.

- Stiamo insieme.- continuò Damon, senza esitazioni. - Già.- aggiunse Elena, mentre puntava lo sguardo sullo schermo della tv, in imbarazzo.

- Dobbiamo ammettere che un po' ce lo aspettavamo.- commentò Stefan, abbandonando la sua postazione per sedersi accanto a me. - Di certo meglio questo che puntarvi paletti alla gola a causa dell'odio.- aggiunse.

- Oh, i paletti glieli punto lo stesso. Solo che non ho il coraggio di affondarli.- scherzò Elena, mentre Damon alzava gli occhi al cielo.

- Più che altro è la sesta volta che mi tiri addosso Guerra e pace, che c'è, non ti piace Tolstoj?- la punzecchiò lui.

- La prossima volta ti tiro
Twilight, così magari capisci com'è fatto un vero vampiro gentiluomo! - sibilò Elena, mentre Damon le lanciava uno sguardo offeso.
In quel momento vidi la loro vera essenza: un Damon e un' Elena allegri, spensierati e complici, e soprattutto palesemente innamorati l'uno dell'altro. Loro si erano trovati, scontrati, odiati, conosciuti e salvati, avevano imparato ad innamorarsi, o semplicemente a scoprire di esserlo da sempre, nonostante fantasmi, creature sovrannaturali, maledizioni e morte. E Stefan. Perchè mi era impossibile credere che, già da quando stesse con lui, Elena non provasse niente per il fratello, anche se la situazione era stata sicuramente molto più complicata di come poteva sembrare. Ma bastava guardarli, vedere i loro occhi incrociarsi per capirlo, che ciò che provavano aveva radici molto più profonde di qualche mese: perchè se Stefan si era innamorato della doppelganger di Katherine, Damon si era innamorato di Elena. E anche se con Stefan lei si era sentita protetta e non più sola, il suo cuore batteva per Damon, che le aveva insegnato a ridere di nuovo, e l'aveva sostenuta nonostante tutto, mentre lei aveva fatto riemergere la sua umanità, la più grande debolezza e allo stesso tempo forza di un vampiro. Mi chiesi se anche io e Stefan potessimo sembrare così, agli occhi degli altri: solo che entrambi eravamo vampiri, potevamo vivere la nostra eternità costruendo ricordi, non avevamo più segreti.
Io e Stefan ci guardammo: era giunta l'ora di andare.
- Di già?- domandò Elena, dispiaciuta.

- Sì. Ma non pensate di esservi liberati di noi!- scherzai. Lei mi sorrise.

- Dove andrete, adesso?- chiese Damon, accarezzandole piano il braccio.

- New York, Boston. Forse faremo un salto a Londra, o in Bulgaria. Abbiamo così tanto tempo davanti, che abbiamo l'imbarazzo della scelta.- rispose Stefan, guardandomi.

- Mi hai promesso che andremo a Parigi.- gli ricordai.
Alzò gli occhi al cielo. Non riuscivo a spiegarmi il suo odio per quella città così romantica, che io trovavo meravigliosa. - Vedremo.- mi accontentò. Mi prese per mano, lanciando un ultimo sguardo al fratello. - Non combinate guai.- li ammonì, prima che sparissimo, sentendo l'eco delle loro risate.


  
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