Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: musicaddict    14/11/2006    0 recensioni
Derek è un protettore, ma non un protettore comune: lui è un protettore di demoni. Psyche invece è una ninfa infernale, che sente qualcosa cambiare dentro di lei, qualcosa che la spinge a tradire il suo signore. [NB: Questa storia non è ispirata all'omonima canzone degli Helloween, il titolo è stato scelto per attinenza di elementi]
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 15

 

«Perché ascolti canzoni che dicono “l’inferno non è un cattivo posto dove stare”? Sono orribili.» sentenziò Psyche rivolta a Derek il quale alzò ulteriormente il volume del lettore CD della sua macchina.

«Non sono orribili! E poi lo fanno per darsi un’immagine, non perché lo pensino.» rispose.

«Io rimango del parere che sono orribili, e tu, in quanto protettore di demoni, dovresti essere il primo a odiarli.» replicò lei.

«E invece mi piacciono, qualcosa in contrario?» domandò Derek voltandosi per un momento a guardarla.

Psyche non rispose e si voltò a guardare fuori dal suo finestrino. Stavano in viaggio da circa un’ora, ma Derek si era rifiutato di dirle dove la stava portando, sperava solo che fosse un posto tranquillo e che non incappassero in altri cacciatori. Aveva ancora addosso la paura di due settimane prima e probabilmente era quello il motivo per cui Derek la stava portando lontana dalla città: per farla rilassare e per dimenticare l’accaduto.

«A che stai pensando?» le domandò lui dopo parecchi minuti di silenzio.

«A niente.» rispose lei cercando una posizione più comoda sul sedile; la cintura di sicurezza le dava una tremenda sensazione di trappola e si dimenava come una bambina piccola.

«Ti ho detto che non devi più pensarci.» replicò Derek leggendo tra le righe.

Psyche gli rivolse uno sguardo viola e penetrante «A volte mi chiedo se sai leggere nella mente come Subconscio…» disse.

«Non serve essere una ninfa infernale per capire che il tuo niente significa cacciatori. E comunque speravo che l’avventura ti avesse dimostrato la mia abilità di protettore: speravo non avessi più paura quando sei con me.» disse Derek con un mezzo sorriso stampato in faccia. Psyche sorrise, fu il suo primo sorriso. Derek fu felice di essere riuscito a scioglierla un po’.

«Fra quanto arriviamo?» chiese lei tornando a guardare fuori dal finestrino.

«Ci siamo quasi. Ancora dieci minuti e poi potrai toglierti la cintura.» rispose lui ridendo. In realtà sapeva che l’unica cosa che manteneva Psyche nella macchina era proprio quel pezzo di stoffa duro che l’appiccicava al sedile: era una fortuna che non sapesse come si mettesse e si sfilasse.

«Come fate a rimanere legati con questa cosa senza impazzire?!» chiese Psyche che non riusciva a mettersi comoda.

«Pensiamo che se non resistiamo a tenerci la cintura ci arriva una bella multa. I soldi sono un ottimo deterrente.» rispose Derek con semplicità. Psyche non sembrò soddisfatta della risposta, forse sperava in qualche trucco per non sentirsi intrappolata dietro la fascia e che le impedisse di sclerare.

«Rilassati…è l’unico modo per non sentirla.» le disse lui mentre svoltava in una stradina laterale. Psyche cercò di distendere i nervi, ma i suoi occhi stavano diventando di un giallo sempre più arancio.

«Arrivati!».

«Era ora…» commentò Psyche schiarendo gli occhi «Toglimi quest’affare di dosso!».

«La gentilezza che non hai mai avuto…» decretò Derek «Ecco fatto: sei libera.».

Psyche non se lo fece ripetere due volte e in men che non si dica balzò fuori dall’auto. Erano in un paesino marittimo, si sentiva l’odore di mare a miglia dalla riva e i gabbiani che starnazzavano in cielo lasciavano pochi dubbi. Psyche si voltò verso Derek «Perché siamo qui?».

«Perché voglio che ti distrai e che ti rilassi – come pensava – e perché è estate e d’estate si va al mare.» disse lui chiudendo la macchina e avviandosi per una stradina.

Psyche sorrise felice seguendo Derek che la stava scortando alla spiaggia e che canticchiava canzoni da vecchio marinaio per darsi un tono.

«Sei stonato.» disse lei per il puro gusto di farlo arrabbiare.

«Comcomecossa??» esclamò lui avvicinandosi a lei come per riuscire a sentire meglio «Come sarei io??».

«Stonato.» disse lei allontanandosi da lui temendo vendetta.

«Ti do 10 secondi per ritrattare tutto o è meglio che ti metti a correre.» l’avvisò Derek.

«Sei stonato!» ribadì Psyche cominciando ad aumentare il passo e finendo con il correre per scappare da Derek che aveva cominciato a rincorrerla assetato di vendetta.

 

L’acqua era piacevolissimamente calda e le onde che si infrangevano sulla spiaggia le bagnavano dolcemente le caviglie. Era rilassante e il rumore dell’acqua contribuiva a distenderle i nervi. Derek la osservava seduto su uno scoglio, stando ben attento a non perderla di vista: essendo lontani da casa la sua aura era rintracciabile dai cacciatori che sarebbero potuti apparire in ogni momento e questa era l’ultima cosa che desiderava, portare Psyche a rilassarsi per trovare la fonte delle sue paure non sarebbe stato il massimo. Ma poteva succedere. Meglio stare attenti.

«Perché mi fissi?» gli chiese la ninfa voltandosi a guardarlo. Per un momento ebbe un tuffo allo stomaco per il colpo, era così concentrato nei suoi pensieri che la voce di Psyche lo aveva totalmente preso alla sprovvista.

«Non ti fisso, ti tengo d’occhio. Non si sa mai…» rispose.

«Se hai paura che scappi ancora perché mi porti in giro?» domandò ancora lei.

«Perché spero vivamente che tu non lo faccia, ma non mi fido al 100%: sei sempre un demone.» disse Derek facendole posto sullo scoglio.

«Se hai paura che scappi allora starò qui, così mi terrai d’occhio senza fissarmi.» sentenziò Psyche sedendosi accanto a lui.

«Ti piace il posto?» le chiese speranzoso di essere riuscito nel suo intento.

«Molto. E’ rilassante…e poi mi piace l’acqua.» rispose lei facendo dondolare i piedi, quasi si sentisse in imbarazzo.

«Strano…pensavo che ai demoni piacesse il fuoco…o forse è vero che gli opposti si attraggono?».

«Credo sia per quello: l’acqua completa il fuoco. Forse mi sento completata dall’acqua.».

«E a che stai pensando, ora?» domandò ancora Derek.

«Al mare.» rispose Psyche alzando lo sguardo verso di lui per vedere se ci credeva o meno.  Un arcobaleno di colori invase le iridi della ninfa facendole sembrare di vetro.

«Facciamo progressi, da niente a al mare…vuol dire che ho avuto l’idea giusta.» commentò Derek sforzandosi di distogliere gli occhi da quelli di Psyche che gli avevano fatto contorcere stranamente lo stomaco.

«Grazie.» bisbigliò la ninfa vergognandosi di quella parola che aveva appena pronunciata.

Per la seconda volta Derek si voltò a guardarla e suo malgrado sentì di nuovo il suo stomaco contorcersi nel fissare gli occhi multicolori di Psyche che lo fissava silenziosa e non seppe come, ma un secondo dopo la stava baciando. Un bacio lungo e dolce, senza motivo. Quando si staccarono Psyche lo guardava interrogativa. Voltò il viso dall’altra parte carico di imbarazzo e sensi di colpa. «Scusa…non so che mi è preso.» disse rifiutandosi di tornare a guardarla in faccia.

«Non è successo niente.» decretò lei calma togliendosi la sabbia dai piedi e rimettendosi le scarpe «Torniamo a casa.».

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: musicaddict