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Autore: HaruHaru19    19/04/2012    3 recensioni
Il viso dall'espressione birichina e il leggero rossore che andava a imporporarle le guance mentre si scusava imbarazzata per essersi persa nell'immensità del castello, avevano vinto sull'ostilità dell'arcigno sovrano il quale supponeva invece che la principessa belga si fosse fatta trovare di sua iniziativa vicina alle sue stanze con la speranza di entrarvi assieme all'imperatore. Il che era in parte vero: HyoYeon non si era persa, una come lei trovava la strada di casa anche nelle selve più impenetrabili, ma aveva seriamente intenzione di farsi invitare dal malvagio monarca a entrare nelle sue stanze. Quello che il vecchio non immaginava era che i piani di HyoYeon si sarebbero discostati di gran lunga dai suoi, una volta fatto l'ingresso nella camera.
Genere: Guerra, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Haru's blablabla: Quanto è passato dall'ultimo aggiornamento di "Per amore o per potere?" un mese? un mese e mezzo? DUE? Boh. Ormai ho perso il conto: scusatemi, ma sono stata davvero impegnata e la scuola, con gli esami che si avvicinano sempre di più, non aiuta di certo. In ogni caso, eccomi qui per i miei soliti due lettori xD con il nuovo capitolo. Spero che almeno a voi piaccia! ^^ Commenti e recensioni sono sempre ben accetti! ^^
 
 
Capitolo 4: Il ballo.

Kibum era totalmente certo che, se non fosse stato per la presenza del padre, avrebbe volentieri preso a schiaffi il cugino che fissava con aria fin troppo maliziosa la regina tedesca. Nonostante il crescente desiderio di far del male fisico al giovane duca, si affrettò a salutare la giovane nobildonna a causa dello sguardo pieno di violenza che il totalitario imperatore aveva posato su di lui.
<< Mia regina >> le baciò la mano nivea che questa gli porse << è un piacere potervi rincontrare dopo così tanto tempo e in un'occasione così lieta. >>
<< Non immaginate quanto ho atteso questo momento, mio principe. >> rispose questa con un piccolo inchino e il futuro imperatore rimase interdetto per un attimo, beandosi della voce della ragazza. Certo, nessuno dei due ricordava che il proprio partner avesse un timbro di voce così particolare, ma comunque piacevole: quello che più sconvolse i due aristocratici fu la reciproca bellezza. Kibum ricordò il giorno in cui l'aveva vista per l'ultima volta, sei anni prima, quando sua madre era ancora viva e aveva insistito affinchè il figlio, ormai quattordicenne, iniziasse a farsi il suo spazio in quel mondo crudele: la giovane regina era cresciuta ormai ma, secondo l'opinione del ragazzo, conservava lo stesso viso da bambina altezzosa di sempre, anche se nei suoi occhi adesso brillava un fuoco diverso, uno spirito risoluto di cui il principe si sentiva totalmente privo a causa del carattere oppressivo del padre.
Dall'altra parte, anche Jessica dovette ammettere almeno a se stessa che Kibum aveva completato con successo la trasformazione da ragazzino petulante ad affascinante principe. Nonostane tutto ciò però le idee di entrambi non accennavano a mutare.
<< Ah, che meravigliosa visione! >> intervenne l'imperatore prendendo la mano del figlio e quella della regina e unendole davanti a sé, tenendole strette saldamente tra le sue << Un futuro imperatore e una regina pronti a unirsi in matrimonio, così come sono pronti i nostri regni a unirsi sotto un'unica bandiera. >>
<< Felice di potervi essere utile, imperatore Kim. >> Jessica si sforzò di stirare le labbra in quello che sembrava essere più una strana smorfia, piuttosto che un sorriso.
La risata dell'uomo risuonò rumorosa nell'ampio salone, lo stesso dove Kibum aveva atteso i suoi ospiti e dove adesso faceva la conoscenza della comitiva che Jessica si era portata dietro.
<< Spero non vi dispiaccia se ho portato alcuni miei conoscenti come invitati al matrimonio anzi, a breve dovrebbe arrivare anche la principessa HyoYeon. >> la promessa sposa continuò a rivolgersi al vecchio uomo << Sapete, lei è come una sorella per me. >>
<< Non vi preoccupate per ciò, c'è spazio per tutti nella mia reggia! Anzi è un onore poter finalmente conoscere la carne più fresca della migliore nobiltà. >> rispose questo facendo scorrere lo sguardo sui giovani volti aristocratici e Kibum era certo che il padre stesse già pensando a come poter usare questa cosa a suo vantaggio << La principessa HyoYeon, dite? Quella graziosa fanciulla è sempre la benvenuta nella mia dimora! Ma ora basta parlare: ho organizzato un ballo per questa sera, per presentarvi ufficialmente alla società, ed è tempo di iniziare a prepararsi! >>
Così in un attimo l'imperatore dette l'ordine di far sistemare gli ospiti e il loro seguito nelle rispettive stanze e scomparve in chissà quale camera, strofinandosi le mani.
Gli ospiti iniziarono a disperdersi entrando nelle rispettive stanze seguendo la servitù che faceva loro strada, ben attenti a non mescolare i due schieramenti, e ben presto i due giovani promessi sposi si ritrovarono da soli. Kibum offrì allora il braccio a Jessica, al fine di cercare un qualsiasi tipo di contatto con lei: se dovevano finire con lo sposarsi, che almeno iniziassero a conoscersi!
Questa però lo guardò disgustata, come se in quel gesto ella vedesse tutta la disumanità e l'innaturalezza dell'unione che era costretta a compiere e, seria in volto, rifiutò quel contatto.
<< Per ora sono accondiscendente al volere di vostro padre solo perchè non ho ancora trovato una via di uscita, ma sappiate che non sono d'accordo con tutto ciò ! Questo non è il mio volere. >> disse la giovane nobildonna con tono duro, per quanto potesse risultare duro il suo tono di voce delicato e leggero come la brezza del mattino << Vi odierò, se mi sarà possibile; altrimenti vi amerò contro voglia. >>
Kibum la osservò colpito e sconvolto allo stesso tempo. Così anche lei era contraria a queste nozze? Per un attimo la luce della speranza balenò negli occhi del giovane, ma poi si rese conto di quanto folle e assurda fosse la sua idea: cosa aveva intenzione di fare? Allearsi con degli sconosciuti per far saltare il piano di suo padre? Non ce l'avrebbe mai fatta, non lui, non un reietto come il principe considerava se stesso. E poi la regina aveva detto che non riusciva a trovare un modo per uscire da quella situazione: probabilmente anche lei aveva le mani legate.
Il moro sospirò avvilito guardando la schiena della giovane donna, ormai rassegnato al triste destino a cui era obbligato.
<< Non sprecate il vostro amore con un inetto come mio cugino, mia signora. >> il duca viennese si esibì in un perfetto baciamano e Kibum si chiese esterrefatto da dove fosse scivolato fuori << Duca Kim JongHyun, al vostro servizio. E' un piacere avervi qui, le mura di questo palazzo non hanno mai visto tanta bellezza. >>
Jessica sorrise, divertita da quella melensa parlantina. La ragazza ricordava benissimo i due cugini: quanto più Kibum appariva pallido e fragile, sempre attaccato alla madre, tanto più il maggiore dei due passava abilmente da una conversazione all'altra. Ora quel ragazzino espansivo era cresciuto e, secondo l'opinione di Jessica, Kim JongHyun faceva la sua più che decente figura: nonostante fosse palesemente più basso del giovane cugino, i lineamenti marcati, i muscoli evidenti anche da sotto gli elaborati vestiti e l'atteggiamento spavaldo gli conferivano un'aria decisamente più virile, forse anche troppo.
Ecco, Kim JongHyun era troppo per i canoni di Jessica Jung: la sua forte personalità era ingestibile per l'animo stanco della regina.
Accettò comunque l'invito adagiando una mano guantata sul braccio piegato che le veniva offerto, cercando di sembrare il più cordiale possibile: HyoYeon tardava ad arrivare, ma aveva fatto consegnare una lettera dove suggeriva a Jessica di avviarsi verso Vienna anche senza di lei e di mantenere le apparenze finchè non fosse arrivata, perciò la giovane regnante seguiva i consigli alla lettera e già si pentiva di quello che aveva confessato a Kibum.
JongHyun interpretò quel gesto come un segno positivo e le sorrise di rimando, facendole strada nel vasto castello.
Kibum li osservò sconvolto mentre si allontanavano. Il salone era ormai completamente vuoto e lui vi stava nel mezzo, solo e con l'amaro in bocca. Si passò le mani tra i capelli, sconvolgendo l'eccentrica pettinatura, e si lamentò sbuffando tra sé e sé. Constatò una volta ancora quanto vuota fosse l'ampia stanza, esclusion fatta per le guardie immobili come statue, e si sentì uno stupido. Borbottando qualcosa contro il molesto cugino, corse su per la raffinata scalinata, diretto a cercare qualcuno da mandare nelle cucine. Tutta quella situazione gli aveva messo fame.

Il gusto viennese per le cose raffinate e sproporzionatamente esagerate non dava certo cenno di cedere e in quella serata, nel palazzo principale dell'imperatore austriaco, il lusso faceva da padrone. Il grasso bruciava nei grandi lampadari che, appesi al soffitto, brillavano luminosi, inondando di luce e calore le decine di invitati che animavano la grande sala da ballo, tirata a lucido per l'occasione. Gli invitati indossavano i loro abiti migliori e le giovani dame speravano di poter resistere agli opprimenti corsetti che attanagliavano i loro petti: nonostante l'intera giornata che era servita per entrare in quei vestiti, esse sapevano che la vera tortura era appena cominciata. Dopo aver goduto di un vero banchetto imperiale, gli ospiti si erano spostati in questa raffinata stanza, pronti per ballare: l'orchestra iniziò a suonare e i due schieramenti si mossero l'uno verso l'altro. Arrivati a fronteggiarsi, la fila degli uomini s'inchinò e quella delle donne restituì il saluto prima di iniziare a girare attorno al partner. Come da programma, Kibum e Jessica facevano da modello per tutti gli altri invitati, sorridendo e danzando con un portamento ineccepibile.
Le danze andarono avanti festosamente, ma una coppia in particolare stava avendo una conversazione davvero fuori dal comune. Il duca Choi MinHo l'aveva notata non appena era arrivata, con la sua pelle scandalosamente abbronzata e gli occhi che brillavano come firmamenti. Niente e nessuno aveva mai intaccato la sua indole serafica e l'apparente noncuranza nei confronti degli aspetti più frivoli della società che lui riteneva inutili e ridicoli, ma lei era diversa e anche quella sera lo attirava così come un fiore profumato attira un'ape bisognosa di nettare. La granduchessa Yuri era uno spettacolo col suo vestito sfarzoso e la pelle adornata dai gioielli più appariscenti che avesse mai visto e che ben si associavano al lusso di quella festa. Quella stravagante ragazza aveva completamente distrutto la facciata rude di MinHo e aveva risvegliato in lui la curiosità di un mondo che egli si era autoprecluso ormai da molto tempo.

<< Non dare troppa confidenza a quella gente >> gli aveva consigliato un Kibum fin troppo stressato mentre una ragazzina appartenente alla servitù gli sistemava timida le maniche della giacca che il principe continuava a maltrattare a causa dell'ansia << Temo che siano qui per... Voglio dire, hai visto che anche i due... >>
<< Sì, ho visto chi era presente. >> lo interruppe MinHo portandosi una mano al mento, pensieroso  << Effettivamente mi chiedo anch'io come mai sia qui. Ho sentito dire che perfino i fantasmi si mostrano ai mortali con più facilità di quanto non faccia lui. >>
<< E non ti sembra strano? >> il principe squadrò preoccupato la sua immagine riflessa << Ho un brutto presentimento... >>
<< Non agitarti troppo, Kibum. Ho buon motivo di credere che debba prima confrontarsi con un'altra persona e, se mai toccherà anche a te, allora vorrà dire che ci sarà una testa vuota in meno a giro per il nostro regno! >>
<< Su questo concordo! >> s'intromise il duca appartenente alla casata imperiale, sollevando il calice pieno di liquore che stava bevendo.
<< Taci, JongHyun! Me la devi ancora pagare per stamane! >> Kibum si alterò, guardando con astio il maggiore dei tre presenti. La servitù era stata fatta uscire dalla stanza durante la conversazione.
<< Avanti, Kibummie...Se non la vuoi tu, me la prendo io! >>
<< Diamine! Perchè nessuno mi rispetta? >> sbuffò il futuro imperatore << E cosa intendevi dicendo "su questo"? >>
<< Oh, niente di che. Intendevo solo dire che, se fossi in te, starei ben attento a tenere la testa attaccata al collo, mio caro cuginetto! >> rispose con nochalance JongHyun rasentandosi la gola con la propria mano, mimando con fare minaccioso una gola che veniva squartata.
Kibum deglutì rumorosamente aggrottando le sopracciglia preoccupato, mentre con la mano tentava di allentarsi il colletto che gli stava attanagliando la gola e si augurò di essere in grado di percepire la pelle sottile del collo sotto i proprio polpastrelli per molti altri anni a venire.


Kibum aveva cercato di metterlo in guardia, ma anche MinHo sapeva di doversi guardare le spalle. Eppure qualcosa gli diceva che Yuri non era quella pericolosa. Eccentrica e fuori dal comune, sicuramente, ma di certo la sua vita non poteva essere in pericolo se stava con lei. La parte più razionale del suo cervello gli urlava che il proprio giudizio sulla ragazza era largamente influenzato dai dolci sorrisi e dagli sguardi che questa gli lanciava da sotto le lunghe ciglia nere, ma MinHo rimaneva comunque fermamente convinto che la granduchessa non rappresentasse un problema.
E ora stavano danzando palmo a palmo, occhi negli occhi, risucchiati nel vortice di una strana alchimia che era andata a nascere proprio tra loro due. Il moro sentì il bisogno di iniziare una conversazione: la conosceva da neanche un giorno, ma quegli attimi fatti di sorrisi e occhiate fugaci non gli bastavano più. Adesso necessitava di qualcosa di più, ma non sapeva decidersi a parlare. Il suo dilemma gravava attorno a quale lingua usare: come si conviene a ogni buon gentiluomo, anche a Choi MinHo erano state insegnate già da piccolo diverse lingue, ma aveva sempre ritenuto il suo accento terribilmente ridicolo quando parlava in italiano e, di certo, non voleva fare la figura dell'incapace di fronte a lei. Al tempo stesso però non si azzardava a parlare in tedesco: temeva di mettere in imbarazzo Yuri, nel caso in cui questa non avesse saputo destrarsi abbastanza bene con la lingua madre del giovanotto.
Fortunatamente ci pensò la ragazza a porre fine al dilemma del giovane nobile.
<< E' un'incantevole serata, non trovate? >> disse questa in un tedesco pressoché perfetto, macchiato solo da un lieve accento che MinHo trovò adorabile.
<< Meravigliosa. >> rispose questo << E avere una visione celestiale come voi qui con me la rende decisamente perfetta. >>
<< Oh, ma quanti complimenti. Non vi facevo così...audace. >>
MinHo scoppiò in una risata onesta e poi posò di nuovo lo sguardo dolcemente sulla piccola donna che aveva a fianco << Ci siamo appena conosciuti, è naturale che sappiate poco o niente su di me... >>
<< Allora narratemi tutto ciò che debbo sapere su di voi! >> esclamò dapprima emozionata Yuri, per poi abbassare gli occhi quasi timidamente << Sempre se vi fa piacere... >>
<< Ogni cosa che aggrada voi, porta piacere a me. > rispose l'alto giovane uomo cercando di farle capire che non si era offeso << Cosa desiderate sapere? Non saprei proprio che cosa dirvi... >>
<< Ditemi in che cosa siete bravo! >>
<< Beh... >> MinHo sembrò pensarci un po' su << Sono un ottimo spadaccino, sapete? >>
<< Oh, sono certa che queste mani siano più che capaci a maneggiare le spade... >> disse Yuri, e il tono malizioso con cui parlò non sfuggì di certo al viennese.
<< Queste mani sono capaci di fare magie, credetemi. >> rispose di rimando lui.
<< Allora aspetterò con impazienza fino al giorno in cui mi mostrerete un paio di trucchi. >>
<< Volentieri, signorina. Anche subito. >>
<< Adesso? Durante il ballo? Ma allora i vostri si chiamano miracoli, non magie! >> l'italiana scoppiò in una lieve risata.
<< Oh, no. Per fare miracoli bisogna avere un posto assicurato in paradiso. >> MinHo cercò di aggiungere del finto perbenismo alla conversazione, parlando con tono basso, quasi a voler aumentare la solennità delle sue parole.
<< Se è tutto quello che serve, posso sempre mostrarvi io la via più breve per il paradiso. >>
I due si fissarono per un lungo istante, Yuri leggermente timorosa di aver superato il limite, MinHo completamente basito, le labbra piene appena dischiuse e poi, improvvisamente, scoppiarono entrambi a ridere.
La sala sembrava trasudare allegria e tutti, chi più e chi meno, si stavano godendo la festa e il ballo quando il portone in cima alla scalinata di marmo si spalancò facendo sobbalzare gli ospiti a causa del forte rumore. Gli archetti dell'orchestra suonarono ancora un paio di note scompagnate, incerti se dover interrompere la musica o meno, e infine anche quelli tacquero. Il silenzio piombò nella sala, gli occhi di tutti i presenti erano fissi sull'entrata. Trepidanti, tutti attendevano che qualcuno dicesse qualcosa.
<< HyoYeonnie! >> fu il bisbiglio sollevato di Jessica ad infrangere l'assordante silenzio.
Kibum osservò esterrefatto la regina che sorrideva compiaciuta al suo fianco per poi risollevare lo sguardo sulla nuova arrivata.
Una figura minuta, coperta da un pesante mantello verde smeraldo e da un cappuccio ancora bagnato da gocce di pioggia gelida che le nascondeva quasi interamente il volto, avanzò di un paio di passi. Una delle guardie viennesi tentò di bloccarla, ma questa venne a sua volta schiacciata contro il muro da una delle guardie che seguivano la ragazza e che portavano, ben visibile sulle loro divise, lo stemma ricamato della casata reale tedesca.
Incurante di ciò che accadeva a pochi centimetri dietro le sue spalle, la principessa belga fece scivolare il cappuccio svelando il volto e squadrò la massa che la sottostava, fermandosi infine sullo sguardo carico di aspettativa di Jessica.
<< Perdonate il ritardo. >> disse sollevando le sopracciglia, con un mezzo sorriso sarcastico che le illuminava il volto << Ho forse interrotto qualcosa d'importante? >>
  
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