Fanfic su artisti musicali > Arctic Monkeys
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Autore: JosephineGreen    19/04/2012    0 recensioni
Mi sono sempre chiesta come facesse a nascere un gruppo. Stavolta, invece di domandarmelo, ho deciso di crearlo io stessa :)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo alle nove esatte l’uomo si ritrovò fuori dal bar, speranzoso che tutto andasse bene, perchè se così non fosse stato, probabilmente sarebbe tornato in quel posto ogni giorno, e la sola idea lo terrorizzava. Quando entrò trovò il vuoto che aveva trovato il giorno prima, anche se stavolta al posto del barista, al bancone c’era Maddie, che si praparava un succo d’arancia ascoltando la musica dagli auricolari: non si accorse dell’arrivo dell’uomo fino a che quest’ultimo non battè dei colpi sul bancone stesso.
La ragazza alzò gli occhi, spalancandoli dalla sorpresa. Stevenson rimase allibito. “Cielo, sono talmente grandi che mi ci potrei specchiare interamente”.
La ragazza si tolse gli auricolari e lo guardò storto.
-Beh, buongiorno.-
-E’ possibile che riesci ad essere scontrosa anche dando il buongiorno?!-
-Riuscirebbe ad essere scontrosa anche dicendo ‘ti amo’!- esclamò una voce femminile proveniente dal bagno, da cui emerse la terza e ultima componente del gruppo: la bassista nonchè co-cantante.
Come le altre due, era molto carina: più alta di Candy, un poco più in carne di Maddie e se non si fosse truccata così marcatamente e non si fosse messa una maglietta attillata e volgare, forse, sarebbe stata anche più bella. Si avvicinò all’uomo con una camminata sensuale e gli porse la mano, usando l’altra per scansarsi una ciocca di capelli biondi, palesemente tinti, dagli occhi nocciola.
-Charlie, piacere di conoscerla Stevenson.-
L’uomo sorrise come un ebete.
-Eccone un alto che si lascia imbambolare da un bel paio di tette. Ti dico una cosa, bello,- sussurrò Maddie avvicinandosi di più all’uomo,-questa, è una mantide religiosa: ti seduce, ti porta a letto, e se ha voglia, ti mangia anche, ma la maggior parte delle volte, ti lascia li a piangere al buio.-
Stevenson rise nervoso, ma la ragazza sembrava serissima.
-Cielo, non sarai mica cattiva come ti descrivono, tesoro, vero?-
Charlie sorrise complice all’amica.
-No, non lascerei mai un uomo a piangere da solo, mi sentirei troppo in colpa!-
Mentre Stevenson guardava terrorizzato le due, scese Candy, indossando un vestitino bianco che la faceva sembrare un angelo.
-Oh, tesoro, sei bellissima!- esclamò l’uomo incantato.
-Oh, signor Stevenson, lei è troppo gentile.-
Maddie e Charlie si guardarono disgustate, cominciando una parodia della scenetta.
-Cielo, piccola muosse al cioccolato,- escamò Maddie gonfiando la voce- sei una favola, una chicca, un souffle!-
-Ooooh, -sospirò Cherlie mettendosi sulle punte,- mio caro cucciolotto, vedrai come sembrerò aggrazziata suonando la batteria con quel vestitino da dodicienne!-
-Stronze..- sussurrò la ragazza passando loro accanto e andando verso il bar a prendere del succo.
L’uomo si ricompose, imbarazzato dalla scena appena svoltasi e invitò tutte a sedersi al tavolo dove si erano già seduti il giorno prima.
-Bene, come già detto, aprirete il concerto degli Arctic Monkeys..-
Le loro facce divennero in contemporanea il ritratto della felicità. Stevenson si rilassò e riprese il discorso più sicuro.
-Ci sono delle piccole formalità da decidere. Punto primo: quanto sarete pagate. Vi avverto subito che non possiamo pagarvi molto, perchè sono già stati investiti un sacco di soldi in questo progetto, inoltre siete una band meno che emergente, nessuno vi conosce, non avete fatto dischi..-
-Hey, amico, basta con i complimenti, ci metti in imbarazzo!- bisbigliò Maddie sorridendo, ma Candy le diede una gomitata per zittirla. La ragazza la fulminò con lo sguardo, per poi riposarlo sull’uomo che parlava, detestandolo ogni secondo di più.
-Comunque pensavo che potessimo darvi una piccola percentuale che avanzerà dalla nosta caparra e da quella che dovremo dare agli Arctic Monkeys, che ne pensate?-
-Senti, non suoniamo per soldi, suoniamo per passione, quindi qualsiasi cifra andrà bene.- esclamò Charlie appongiandosi allo schienale del divano.
-Si, per te va bene, che stai sempre con mamma e papa, noi cara abbiamo un appartamente da pagare!- esclamò Candy alterata.
-Vi assicuro che se farete un bel lavoro sarete pienamente ricompensate.-
-Ok, vai avanti.-
-Secondo punto, e fondamentale: che cosa suonerete. Visto che aprirete il loro concerto, trovo stupido fare delle cover degli Arctic Monkeys. Avete delle canzoni vostre?-
Le tre guardarono Maddie, che a sua volta stava guardando il tavolino, giocherellando con il bicchiere del succo d’arancia.
-Quando vi ho sentito suonare avete fatto un pezzo che avete detto essere vostro, era un balla?-
-No,- sospirò Maddie,- non era una balla, il problema è che abbiamo soltanto quello.-
L’uomo sospirò.
-Ok... Una soluzione c’è, ma dovete mettervi sotto.-
Le tre lo guardarono perplesso.
-Dovrete scrivere almeno altre tre canzoni entro il 3 Luglio.-
Charlie scoppiò in una sonora risata.
-Tre canzoni, ma sentilo! Amico, hai idea di quanto ci voglia a scrivere e comporre una canzone? Noi in sei mesi siamo riuscite a metterne su soltanto una, e se Mads non avesse scritto il testo probabilmente saremmo sempre li a fare cover! Anche mettendocela tutta, potremmo arrivare a una, al massimo!-
L’uomo spostò lo sguardo serie su Maddie.
-C’è qualcosa che bolle in pentola, Mads?-
La ragazza sbuffò mettendo su un atteggiamento scostante.
-Poche cose, qualche strofa qua e la, ma davvero, niente di buono.-
Le due la guardarono incredula.
-Perchè non ce l’hai detto?!-
-Per evitare reazioni di questo tipo! Non voglio essere sotto pressione.-
-Purtroppo, Maddie, adesso la pressione è l’unico mezzo per riuscire in quest’impresa. Mi prometti che ce le metterai tutta?-
La ragazza alzò lo sguardo spavalda e annuì.
-Bene, adesso fatemi sentire quella che già avete. Come si chiama?-
-‘Write it down’-
Le ragazze salirono sul palchetto poco illuminato in fondo al bar. Gli strumenti erano già accordati, quindi dopo poche note scoordinate, cominciatono.
Era una ballata lenta, che riempì il cuore dell’uomo.
Nonostante a cantare fosse spesso Charlie, stavolta fu la voce di Maddie a riempire le orecchie di Stevenson: era una voce roca, probabilmente resa tale dal fumo, non acuta, nè profonda, una buona via di mezzo, nonostante a volte stonasse un po’. Gli ricordata un po’ la voce di Pete Doherty, anche se meno lamentevole.
 
Maybe you should write it down,
 Maybe you should feel the sound,
 Don’t know if it’s late for love,
 I just know it’s 5 o’clock
 
 Standin’ here and wait for you
 late and stupids tv shows.
 Someone knocking at my door,
 Always feeling fucking locked
 
 I will help you understand,
 I’m not like your creepy friends.
 Don’t wanna play this stupid game anymore.
 
Maybe you should write it down,
 Maybe you shold feel the sound,
 Don’t know if it’s late for love,
 I just know it’s 5 o’clock
 
 Now the phone is ringing
 Running to reply
 Now you’re probably drinking,
 Something else to hide
 Somethng else tooo hiiiide.”
 
La ragazza sospirò quasi l’ultimo verso, come se le uscisse dal cuore. Dutante il corso della canzone aveva tenuto gli occhi chiusi, credendo di smorzare la tensione, e quando finalmente li aprì si trovò davanti Stevenson, in piedi di fronte al piccolo palchetto: sorrideva.
-Allora?- chiese Maddie a mezza voce.
-Allora non sei così dura come vorresti dimostrare cara mia!-
La ragazza sbuffò e scese dal palco con un salto, cosa di certo non difficoltosa, visto che era molto basso.
-Intendo la canzone! Ti è piaciuta?-
-Dire che mi è piaciuta è riduttivo! E’ profonda, moltissimo.-
-Quindi possiamo suonarla?- chiese Candy entusiasta.
-Dovete, visto che è l’unica che avete. Per adesso.- aggiunse rivolto a Maddie, che sbuffò.
-Non puntate tutto su di me, non vi garantisco niente, e in più dovete darmi una mano!-
Charlie le venne incontro abbracciandola.
-Oh, tesoro, se vuoi ti do anche un orecchio!-
  
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