Ed arriva anche il quarto. Ultimamente non sto lavorando molto su questa ff, mi sono bloccata all'inizio di un capitolo e non riesco ad andare avanti ç_ç Ma sicuramente presto mi piazzerò davanti alla scrivania e ce la farò :power:! Grazie per chi continua a recensirmi, mi fate davvero piacere **! E scusatemi se i capitoli sono corti, ma sono anche solo scioccata dal fatto di essere riuscita a iniziare una ff a capitoli (prediligo le one shot xD), e non scrivo molto °°. Spero che questo capitoli vi piaccia ^.^!
Dedicata a una delle mie migliori amiche, Amy, che mi ha dato l'idea, e alla Lollo, che me l'ha sempre betata e che ormai è diventata per me un'amica indispensabile per la condivisione dello sclero ( e che mi ha aiutato a decidere il titolo, decisamente campato in aria XDDD). Vi adoro *_*!!!
CAPITOLO QUARTO
- Amici. Quindi tu credi che possiamo considerarci amici. - dissi per l'ennesima volta, passeggiando su e giù per la stanza di Ginny. Avevo in mano un piccolo blocknotes e stavo apputtando disattentamente la lezione che avevo appena finito di ripassare. Sentii Ginny mugolare, in segno di assenso. Si stava riposando sul suo letto dopo la sua giornata di lavoro.
- Già - ripresi io, sforzandomi di farla parlare - ma davvero credi che due persone che hanno preso appena un caffè insieme siano amiche?-
- Hermione - disse lei con evidente fatica, mentre si girava verso di me - lui ti ha fatto praticamente capire che vuole rivederti...ti ha dato praticamente appuntamento a domani!...- e si lasciò nuovamente cadere sul cuscino.
- Mmm. Sì, hai ragione - commentai, girando pagina al mio blocchetto. Da quando mi aveva detto quell' A venerdì era diventato molto difficile concentrarmi su qualsiasi cosa. Non vedevo davvero l'ora di rivederlo.
Mi avviai con passi strascicati verso la porta, intenzionata a lasciare Ginny da sola. Prima di uscire, però, mi fermai e mi voltai di nuovo verso il letto, guardando il pavimento.
- Credi che riuscirò a non soffrire, quando me ne dovrò andare di qua? - chiesi, gesticolando appena.
Ginny non mi rispose; sentii il suo respiro regolare diventare sempre più pesante, mentre si rigirava goffamente nel letto.
Sorridendo, tornai nella mia camera.
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Il giorno dopo, mi feci prestare un bel paio di scarpe da una stupita Ginny, che sembrava non poter credere ai suoi occhi.
- Herm, la cosa è grave - disse con una nota divertita nella voce, prendendo un altro paio dal suo immenso armadio - la cosa sta davvero degenerando - ripetè.
Sbuffai, mentre tentavo di infilarmene. - Oh, andiamo, Ginny - dissi con tono un po' irritato - sono solo delle scarpe. -
- Non sono solo delle scarpe, se chi le vuole in prestito è Hermione Granger - disse con un lieve affanno, gettandosi a sedere sul suo letto. - Sai, stavo pensando di non venire, oggi. Non vorrei essere di troppo...- Si fermò, non appena la colpii con uno sguardo furioso.
- Non ci pensare neanche per scherzo - dissi io scandendo bene le parole, cercando di avere un tono autoritario. - lui sa che io accompagno te lì, e che non lo faccio per piacere personale...-
- Be', almeno fino a poche settimane fa - mi interruppe lei, stavolta. Mi lanciò uno sguardo sarcastico, che io evitai con molta cura.
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Quando superai l'entrata del centro per l'ennesima volta, mi sentivo stranamente nervosa. Mentre torcevo continuamente le mani, dissi velocemente:
- Ginny, sono stranamente molto molto nervosa -
Ginny mi afferrò un braccio e mi tirò più vicina a sè, facendomi sobbalzare. - Hermione, non preoccuparti. Fa' come se fosse una di quelle noiose giornate dove sei obbligata a portarmi in giro, dài. -
- S-sì, certo - dissi io, provando a respirare profondamente, mentre lasciavo che il mio sguardo vagasse da un lato all'altro dell'enorme ingresso.
Dopo pochi minuti di camminate silenzione, Ginny disse : - Ehm...vuoi andare a vedere in qualche negozio di abbigliamento maschile? - Aveva un po' di timore nella voce...a volte mi stupivo di quanto potessi mettere in soggezione.
- Già, se avessi anche solo un motivo per andare in quei negozi, proverei - risposi io con ironia - e poi chissà quanti ce ne sono.-
- Hermione, ma tu ce l'hai, un motivo - disse Ginny sbuffando. Stavolta sembrava stufa.
- Sì, direi di sì - risposi io, mentre continuavo a camminare fissando il pavimento - ma non posso certo espormi troppo. -
- Fa' come vuoi - tagliò corto Ginny, lasciandomi il braccio e avvicinandosi ad osservare una vetrina di gioielleria, incuriosita. Io la seguii, più per fare qualcosa che per guardare le cianfrusaglie esposte, ma rimasi colpita da qualche orecchino dorato davvero orrido, e mi divertii a cercare le cose più inguardabili che potessi vedere. Mi potei considerare soddisfatta solo quando notai un ciondolo enorme di una forma che ricordava la cozza, fatto di un materiale a me sconosciuto.
- Francamente, credevo tu avessi dei gusti migliori - sentii dire improvvisamente da una voce appena dietro di me. Non c'era bisogno che mi girassi per capire di chi fosse, e no, non perchè era riflesso nella vetrina. Guardai Ron negli occhi attraverso il vetro per pochi secondi, solo per darmi il tempo di riprendermi, poi mi girai.
- Oh! - gracchiai. Cercai nella mia mente qualcosa da dire, al più presto.
- Okay, farò finta che tu abbia detto : oh, ciao, Ron, come va? Ciao anche a te, Hermione, va molto bene, grazie! - fece, tutto da solo.
Lo guardai stupefatta. Non sapevo se trattenermi dallo scoppiare a ridere.
- Accidenti, devo avere un umorismo davvero pessimo...non riesco neanche a farti sorridere - disse scrutandomi, con un'aria fintamente secca.
Ecco, avrei dovuto ridere.
- In effetti, stavo decidendo se ridere o trattenermi - dissi sinceramente, sorridendo.
- Oddio, non ti sentire così sotto pressione! Puoi fare tutto quello che ti passa per la testa, compresi calci negli stinchi...- esclamò lui, sembrando sorpreso.
Finalmente mi sciolsi nella mia risata, portando la schiena lievemente indietro.
- Oh, ce l'ho fatta - disse Ron soddisfatto, strofinandosi le mani - ehm...che fine ha fatto la tua amica? Era qui un attimo fa - continuò, guardandosi intorno. Mi girai a rimirare lo spazio vicino alla vetrina, affacciandomi poi dentro il negozio con la testa, ma di Ginny neanche l'ombra.
Stupidascemacretinaidiota. Era sparita per lasciarci soli. A parte l'intero centro commerciale, ovvio.
- Oh...ehm...è vero - deglutii. - Sarà meglio che la cerchi... - dissi, per poi maledirmi da sola. Era praticamente come mandarlo via.
- Credo che sia abbastanza grande da stare un po' per conto suo - disse lui sorridendo, mettendosi le mani in tasca.
Dio, era così inevitabilmente perfetto. I suoi capelli mi sembravano più lunghi della prima volta in cui l'avevo incontrato, e anche se non perfettamente pettinati, gli donavano tantissimo. Tutto gli donava tantissimo, anche quelle scarpe sportive che di solito non potevo vedere.
- Hai ragione - dissi io, toccandomi appena i capelli e distogliendo lo sguardo. Mi sentivo in imbarazzo, non ero capace di aprire un argomento, di fare una battuta stupida, niente. Amavo i momenti che passavo con lui, ma allo stesso tempo non vedevo l'ora che finissero, per non provare più questo imbarazzo perenne.
- Be'...mi hai visto al lavoro o ti sono sfuggito? - mi chiese lui dopo pochissimi secondi, spezzando il silenzio.
- C-cosa? - chiesi io, volgendo di nuovo lo sguardo verso di lui.
- Io lavoro qui - disse, togliendo una mano dalla tasca e indicandomi un negozio lì accanto, che era vicino a quella gioielleria tanto trash. Si chiamava Simple Man, ed aveva un aspetto piuttosto curato, anche se l'abbigliamento era decisamente casual.
- Oh! - esclamai, continuando a guardare il negozietto - è davvero carino! -
- Non ce bisogno di complimentarsi, io ci lavoro e basta - disse lui, sorridendo. Sentii un brivido lungo la schiena, mentre guardavo il suo ghigno.
- Be', è carino lo stesso - continuai io con un sorriso, osservando senza apparente motivo la gente che passava davanti a noi. Più di una volta notai sguardi femminili decisamente non disgustati dalla persona che avevo accanto, e come biasimarli.
- Se ti piace perchè non ci passi più tempo? - chiese lui fingendo indifferenza, grattandosi disattentemente una guancia.
- In che senso? - chiesi io confusa, mordendomi un labbro.
- Stanno cercando personale - disse lui semplicemente, facendo spallucce. Poi mi lanciò un'occhiata sorridende.
Capii dove voleva andare a parare, e mi sentii fin troppo lusingata dalla sua proposta, ma mi sforzai di rispondere:
- Ron, lo sai che non ho molto tempo, studio continuamente - strinsi la mano intorno ad una cortissima matita che avevo in tasca.
- Lo so, ma potresti venire anche solo un paio di ore al giorno - disse, gesticolando un po' - avrei davvero bisogno di qualcuno che mi aiuti, credo saresti perfetta. Poi qualche soldo extra non fa mai male - mi fece l'occhiolino.
A quel punto non potei resistere. Potevo dire di no a quel sorriso?
- Ehm...se è solo per un paio d'ore, va bene - sorrisi. - a chi devo chiedere?...-
- Non preoccuparti, penso a tutto io - mi bloccò lui, sembrando improvvisamente più pimpante - tu vieni qui domani alle sedici. Ti spiegherò tutto meglio, allora - Mi fece un sorriso stupefacente.
- D'accordo - riuscii a balbettare, mentre sentivo che le mie gambe cominciavano a cedere, e non per la stanchezza.
- Devo andare - disse velocemente, lanciando un'occhiata al suo orologio da polso. - A domani, allora - continuò, dandomi una pacca sulla spalle e superandomi, per poi entrare nel negozio dove lavorava. Dove io avrei lavorato.
Presi a camminare per l'enorme corridoio, ancora un po' confusa. Mi accarezzai la fronte e sospirai forte, quando all'improvviso qualcuno mi afferrò per le spalle da dietro, rischiando quasi di farmi cadere. Mi voltai allarmata, sperando che non fosse un malintenzionato, ma mi calmai subito.
- Cosa ti ha detto cosa ti ha detto cosa ti ha detto - disse Ginny velocemente, finalmente mollando la presa.
Le scoccai uno sguardo di rimprovero, ma tornai subito a sorridere. Mi sentivo stranamente felice.
- Niente di che, Ginny. Mi ha solo invitato a lavorare con lui. Tu, piuttosto, che fine avevi fatto? - dissi.
- Aspetta, frena - balbettò, gesticolando pesantemente con un braccio. - tu lavorerai con lui? Ah, perchè ti conosco troppo bene, Hermione. Non puoi avergli detto di no -
- Ehm - iniziai io - per te è un problema? -
- Certo che no, Herm - disse sospirando. Sembrava essersi ripresa. - Ma tu non puoi permetterti un lavoro, ora come ora, e lo sai. Credo...credo non dovresti fare questo -. Mi guardò timorosa, aveva paura della mia risposta.
- Sì, lo so - le risposi tranquillamente, facendo sparire il timore dal suo volto - ma è solo per un paio d'ore al giorno, cosa vuoi che sia. Ho bisogno di staccare un po', ogni tanto -
- Solo tu puoi staccare un po' lavorando - mi rimbeccò lei, prendendomi di nuovo sottobraccio e trascinandomi dietro di lei.
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