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Autore: _BlueLady_    19/04/2012    4 recensioni
[ Dal Prologo]
Tutti lo chiamavano Eclipse, perché proprio come un’eclissi era in grado di nascondersi alla luce del sole, per poi fare la sua ricomparsa di notte, nelle vie buie delle città più conosciute, alla ricerca di non si sa quali preziosi tesori.
Le prime pagine dei giornali erano piene delle sue immagini, i gendarmi di ogni città gli davano la caccia, nella speranza di catturarlo e finalmente infliggergli la punizione che meritava per tutti i furti commessi in passato.
Non c’era traccia di scovarlo, tuttavia.
Così come appariva, altrettanto misteriosamente scompariva, lasciando dietro di sé solo un cumulo di mormorii perplessi ed impauriti.
Attenzione: leggermente OOC, la lettura potrebbe risultare un pò pesante.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 15~
 
Il Ballo di Primavera era una ricorrenza particolarmente importante, nella contea Dewdrop.
Si celebrava in onore dell’avvento della bella stagione il 22 marzo di ogni anno, ed erano chiamati a parteciparvi tutte le più importanti famiglie aristocratiche del luogo.
Il ballo era un’occasione unica per le giovani donne in età da marito di trovare quello che sarebbe potuto diventare il loro futuro compagno di vita.
A nessuna dama, infatti, era concesso presentarsi senza essere accompagnata da un cavaliere poiché, come si diceva allora, “La primavera è la stagione degli amori”, e ciò bastava a giustificare quell’inconsueta regola che nessuno aveva mai osato contraddire.
Le gemelle Sunrise trovavano tutto ciò molto frivolo: per loro era ingiusto, infatti, che a una giovane ragazza della loro età fosse impedito di divertirsi solamente perché non aveva ancora trovato l’uomo della sua vita.
Sebbene la cosa non riguardasse affatto Fine quell’anno, poiché aveva già ricevuto un invito da parte del duca di Tinselpearl in persona a partecipare con lui alle danze, la giovane era ugualmente preoccupata per le sorti della sorella, bella quasi quanto lei se non di più, eppure ancora in cerca dell’uomo di cui innamorarsi.
O, almeno, era quello che credeva lei.
- Fine, Rein, sbrigatevi a scendere!- le chiamò la madre dal piano di sotto, percorrendo qualche scalino dell’immensa gradinata che si affacciava all’ingresso – Tio Mera è già arrivato, e vi sta aspettando in carrozza!-
- Scendiamo subito!- avvisarono quelle, dandosi gli ultimi ritocchi prima di presentarsi al loro accompagnatore.
Fine era seduta di fronte alla specchiera e si lasciava pettinare i morbidi capelli rossi dalla sorella, che tentava di dare gli ultimi ritocchi a quegli splendidi boccoli fiammeggianti.
Le ciocche di capelli si stiravano un poco, prima di arricciarsi nuovamente in maniera perfettamente elastica sotto le setole della spazzola.
- Dimmi una cosa, Rein - le domandò a un tratto, fissando con insistenza il portagioielli posto davanti allo specchio - Tio lo hai mai considerato più di un amico?-
- Perché mi fai quest’assurda domanda?- ridacchiò l’altra mentre continuava a pettinarla.
- Beh, il fatto che tu abbia deciso di andare al Ballo di Primavera con lui mi lascia pensare che ci sia dell’interesse da parte di entrambi…- suppose la rossa, senza cessare di osservare la scatola in legno posta di fronte a lei.
- Tio è semplicemente un caro amico che si è offerto di accompagnarmi, e al quale non ho saputo dire di no - rispose Rein pacatamente, aggiustando le punte dei capelli dell’altra di modo che le ricadessero elegantemente sulle spalle.
- E’ stato lui a regalarti quel famoso gioiello, ho ragione?- domandò a un tratto Fine, voltandosi verso di lei per scrutarla negli occhi.
Rein ebbe un sussulto.
La spazzola che teneva in mano le scivolò distrattamente dalle mani.
Si affrettò a raccoglierla, sotto lo sguardo indagatore della sorella.
- Q-Quale gioiello?- chiese poi, nel tentativo di sembrare il più disinvolta possibile.
Fine sbuffò.
- Sto parlando di quel gioiello dalle sfumature oltremare che porti sempre al collo quando sei in casa da sola. E’ un pegno d’amore da parte sua, non è così?- chiese di nuovo, e questa volta il suo sguardo si fece più serio e attento.
Dopo un breve momento di silenzio, Rein scoppiò in una sonora risata alla quale non seppe proprio trattenersi.
Le parve quasi che un peso opprimente che prima avvertiva in petto avesse improvvisamente sciolto la sua presa sul cuore, liberandolo dalle sue solide catene.
- Ma che diamine vai a pensare, Fine! Io e Tio insieme? E’ più giovane di me di tre anni!-
La risata della sorella sconcertò alquanto Fine.
Era convinta che le sue supposizioni fossero esatte, e invece pareva proprio che si fosse sbagliata.
- Non… Non è un regalo da parte di Tio, dunque?- domandò, arrossendo per l’imbarazzo.
La turchina le rivolse un sorriso fiducioso e colmo di apprensione, intenerita dalla preoccupazione che aveva mostrato di avere per lei.
- Ti ho già detto che è stata Lione a regalarmelo, non hai motivo di preoccuparti.-
Fine lanciò un sospiro di sollievo, rincuorata da quelle ultime parole.
Certo, non poteva negare che Tio fosse un giovane assolutamente educato e simpatico, ma per sua sorella ambiva a qualcuno di più… intrigante.
Forse era perché conosceva il carattere di Rein alla perfezione, e sapeva benissimo che un ragazzo semplice come lo era Tio Mera non sarebbe mai riuscito a tenerle testa.
Sorrise, contenta che per la sorella ci fosse ancora la possibilità di innamorarsi di qualcuno per il quale valesse veramente la pena donare tutta sé stessa.
…Eppure c’era qualcosa negli occhi della sorella che tradiva ciò che aveva appena affermato con la più assoluta certezza.
C’era una sorta di luce che brillava nel fondo delle sue pupille, una luce che aveva riconosciuto anche nei suoi stessi occhi la sera dopo il famoso ballo durante il quale aveva conosciuto per la prima volta il duca di Tinselpearl.
- Rein, posso farti un’ultima domanda?- mormorò titubante, osservando la sorella riporre con la più estrema accuratezza nel portagioielli il gioiello blu che era stato l’oggetto della conversazione di poco fa.
- Certo, dimmi pure- le sorrise quella, lanciando un’ultima occhiata al monile, come per accertarsi che non avesse subito graffi dagli altri gioielli che gli stavano attorno durante quella frazione di secondo che era servita per riporlo al proprio posto.
Deglutì un bolo di saliva amaro, prima di riprendere a parlare.
- Non è che, per caso, il tuo cuore arde per qualcuno in questo momento?-
Quelle parole le piovvero addosso come una secchiata di acqua gelida in viso.
Lasciò che la voragine in prossimità della bocca dello stomaco si richiudesse di nuovo, prima di rispondere.
- Perché me lo chiedi?- domandò.
Fine abbassò lo sguardo, osservandosi le dita delle mani.
- La luce…- mormorò, quasi sottovoce.
- Cosa?-
La rossa deglutì:- Mi è sembrato di notare una certa luce nei tuoi occhi. Una luce simile alla mia quando rivolgo i miei pensieri a Bright- rispose.
Rein si osservò allo specchio, sbattendo per due volte le palpebre nel tentativo di sopprimere quel fuoco che le ardeva dentro e che, a detta della sorella, si rispecchiava sulla superficie dell’occhio, come il riflesso del sole sul mare al tramonto.
- No - disse infine quasi in un sussurro - il mio cuore non è riservato a nessuno - concluse, posandosi una mano sul petto, proprio nel punto in cui sentiva il cuore lacerarsi in due metà completamente uguali tra loro.
 

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- Non devi riferire a nessuno ciò che hai sentito l’altro giorno tra me e Bright, hai capito?-
Le aveva soffiato quelle parole all’orecchio all’improvviso, mentre si stavano dirigendo a Villa Aqua in occasione del Ballo di Primavera.
Non appena le udì, volse istintivamente i suoi occhi in quelli del visconte, senza nascondere un velo di sconcertamento misto a paura in volto.
- Di cosa stai parlando?- domandò, apparentemente spaventata dall’espressione severa che il giovane aveva dipinta in viso.
Lui la penetrò con lo sguardo, affondando le sue nere pupille in quelle di lei, e provocandole un grave malessere interiore.
- Sai benissimo a cosa mi riferisco.- rispose soltanto, con il più cupo dei toni.
Era furioso, lo sapeva bene.
Solamente quando era di cattivo umore cominciava a darle del tu.
Non gli rispose, limitandosi a dirigere lo sguardo in basso in segno di pentimento, una rabbia implacabile che le bruciava in petto.
Perché mai avrebbe dovuto prendere ordini da lui?
Da lui, che tante cose le aveva nascosto e continuava a nasconderle.
Volse un’occhiata furtiva in direzione di Bright, di fronte a lei, apparentemente ignaro di tutto.
Il fratello era distratto ad osservare il paesaggio di fuori, e non aveva minimamente prestato attenzione alla conversazione che si erano scambiati lei e Shade.
Osservò il visconte al suo fianco, anch’egli distratto dai suoi mille pensieri.
Come avesse fatto a scoprirla non riusciva proprio a spiegarselo; quello di cui era certa era che mai, prima di allora, si era sentita così in soggezione di fronte a lui.
Forse era dovuto al fatto che, finalmente, era venuta a conoscenza della verità riguardo il suo conto.
Strinse i pugni, ingoiando un bolo di saliva che faticava a mandar giù.
Shade le aveva mentito, come le aveva mentito suo fratello Bright.
Perché dare ancora ascolto alle loro parole, allora?
La carrozza frenò in prossimità dell’entrata della villa.
Il duca e il visconte la aiutarono a scendere dalla vettura con la più assoluta disinvoltura.
Quando osservò Shade negli occhi non notò alcuna traccia della rabbia che gli aveva infiammato le iridi poco prima. Pareva quasi aver soppresso del tutto la triste conversazione avuta poco fa con lei.
Distolse lo sguardo contrariata e ancora profondamente in collera con il giovane per l’atteggiamento poco educato che aveva avuto nei suoi confronti.
- Se volete incamminarvi fintanto che vi raggiungo, per me non c’è alcun problema. Fine dovrebbe arrivare qui a momenti - esclamò il duca d’un tratto, interrompendo quel silenzioso scambio di sguardi che i suoi due compagni continuavano a lanciarsi.
Il visconte annuì inespressivo, riportando le sue gemme blu a contatto con gli occhi ambrati dell’amico.
- Ci rincontriamo dentro, allora – proferì soltanto, afferrando la mano della duchessa e portandosela delicatamente a fianco nel tentativo di sembrare una coppia allegra, in armonia, e soprattutto innamorata.
Altezza lanciò un’occhiata fulminante al suo accompagnatore, rimproverandolo ti tanta falsità.
Fecero per dirigersi all’interno della villa raccolti in un religioso silenzio lasciando Bright solo con le sue fantasticherie romantiche, quando l’arrivo di una carrozza alle loro spalle e la violenta frenata che emisero le ruote sfregando sul sentiero dissestato li fecero voltare tempestivamente in quella direzione.
Altezza vide il volto del fratello illuminarsi di contentezza non appena riconobbe la fisionomia della sua dama dai capelli fiammeggianti scendere, con movimenti un po’ impacciati a causa del leggero imbarazzo, dal cocchio che era appena giunto.
Il duca sorrise afferrandole delicatamente la mano e tirandola a sé nel tentativo di non farle perdere l’equilibrio durante la discesa.
Non appena si trovarono involontariamente attaccati l’uno all’altra, le gote di entrambi si imporporarono, mentre gli sguardi volgevano altrove imbarazzati.
- Bene.- esordì il visconte senza scomporsi minimamente di fronte a quella tenera scena – Ora che la comitiva è al completo, possiamo anche fare il nostro ingresso.-
Fece per voltarsi verso l’entrata della villa, quando improvvisamente una voce altamente familiare alle sue spalle lo arrestò all’istante.
- Fine, aspettaci!- aveva gridato in direzione della rossa che si stava già inoltrando all’interno del sontuoso palazzo.
Infastidito per tutti quei contrattempi e per quell’insolita agitazione che si era improvvisamente impossessata delle sue membra senza neanche capirne il motivo, si voltò al suono di quelle parole, quasi come se colei che le aveva pronunciate stesse chiamando lui invece della sorella.
Fu allora che la vide.
Rein Sunrise, con il suo caratteristico portamento elegante ma allo stesso tempo impacciato, rivestita del suo abito oltremare che si confondeva con lo sfondo del cielo notturno, i capelli raccolti in uno chignon tempestato di fiordaliso, gli occhi color del cielo che ridevano contenti alla vista di tanta magnificenza che la villa sembrava imporre, era davvero uno dei più bei fiori in boccio che tutta la contea Dewdrop avesse mai avuto l’onore di ammirare.
Non si era nemmeno reso conto che era rimasto ad osservarla a bocca aperta per minuti interi, mentre lei avanzava verso di loro con quel suo sorriso che riusciva a ravvivare anche la più cupa delle atmosfere.
Nel notare le sottili labbra di lei incresparsi all’insù, non poté fare a meno di fare lo stesso, quasi mosso da un crudele incantesimo che quelle labbra tanto invitanti quanto ingannatrici parevano avergli lanciato in un momento di imperdonabile distrazione.
Shade Moonville sorrise alla vista di Rein Sunrise che si avvicinava a loro con passo affrettato, ed un lieve rossore che le imporporava le gote.
- Perdonate il ritardo, ma la carrozza ha avuto qualche difficoltà a procedere lungo il tragitto.- esclamò non appena fu di fronte a loro, accennando un rapido inchino.
- Non sapevo sareste venuta, signorina Sunrise! È un piacere vedere che avete partecipato anche voi al lieto evento assieme a vostra sorella!- la salutò calorosamente il duca, dedicandole uno dei suoi più radiosi sorrisi.
La turchina ricambiò allegra il caloroso benvenuto: - Non mi sarei persa il Ballo di Primavera per nessun motivo al mondo.- rispose pacatamente, volgendo i suoi occhi limpidi a tutta la comitiva.
Shade aveva visto benissimo come lo sguardo della fanciulla si era soffermato sul suo più a lungo, concentrandosi poi sulla sua mano che ancora teneva saldamente intrecciata a quella della duchessa al suo fianco.
Temette fosse solamente una sua impressione, ma gli sembrò che la giovane sussultasse per un istante alla vista di così tanto affetto, e il suo sguardo gli parve rabbuiarsi un poco non appena distolse gli occhi dalla propria figura.
- Chi è il fortunato cavaliere che vi accompagnerà nelle danze?- le domandò a un tratto la Dea, volgendo i suoi smeraldi negli occhi cristallini di Rein, con un’espressione indagatrice in volto.
Al suono di quelle parole, l’udito del visconte si fece più attento ed i suoi nervi più tesi.
Sbuffò contrariato non capendo ancora per quale motivo tendeva a comportarsi così.
La turchina volse un caloroso sorriso in direzione della duchessa, rispondendo cortesemente alla sua domanda:- Oh, è un mio caro amico che credo conosciate anche voi, e…- ma non fece a tempo a terminare la frase, che il suo misterioso accompagnatore le si era velocemente materializzato alle spalle, come se aspettasse solamente quell’occasione per fare la sua entrata trionfale all’interno del gruppo.
- Rein, ecco dov’eri finita!- aveva esclamato, senza far caso agli altri ospiti – Perdona il ritardo, ma ho dovuto riferire degli ordini precisi al cocchiere prima che ripartisse verso la strada di casa. Spero di non averti fatto aspettare a lungo!- e detto questo, posò un casto bacio sulla mano di lei, intrecciando successivamente le proprie dita alle sue.
Shade osservò disgustato ed infastidito quella scena sdolcinata che era stato costretto a sorbirsi, poi irruppe prepotentemente nella conversazione, irritato da quell’inutile attesa che si era protratta fin troppo a lungo.
- Ritengo che il tempo delle presentazioni sia giunto al termine. Sbrighiamoci ad entrare, altrimenti arriveremo che la festa sarà già terminata.- e, detto questo, strinse ancora di più la mano della duchessa al suo fianco, conducendola all’interno della villa dove si teneva il gran ballo.
Il resto della comitiva lo osservò andarsene piuttosto sorpresa ed incredula per quell’uscita alquanto insolita, per essere stata pronunciata da un tipo burbero e scontroso come lui.
Aveva lasciato tutti decisamente di stucco.
- Non credevo che il visconte possedesse uno spirito così amante delle feste!- osservò Rein alquanto colpita, prima di dirigersi anch’ella all’interno della sontuosa villa nella quale si sarebbe tenuto il ballo più straordinario al quale avrebbe avuto l’onore di partecipare.



Angolo Autrice:

Si, lo so, sono in un ritardo pazzesco, ma è già un miracolo che sia riuscita ad accendere il computer e starci cinque minuti per postare il capitolo, quindi non biasimatemi troppo.
Sono disperata perchè la fic procede a rilento e non ho mai tempo di continuarla. L'università mi sfianca e lo studio anche, quindi chiedo perdono per questo ritardo e per quelli futuri.
Farò il possibile per continuare quando posso questa interminabile storia.
Parlando del capitolo, so che vi avevo promesso la soluzione di qualche mistero, ma stava diventando decisamente troppo lungo, così ho deciso di dividerlo in più parti (tre, a dirla tutta).
Ci sono così tante cose da far accadere, ma non voglio che la lettura risulti toppo pesante, quindi ho pensato fosse meglio darvi un assaggio di quello che accadrà in seguito.
Vi prego di non uccidermi.
Spero che il capitolo sia stato gradito. Mi impegnerò al massimo per postare il prossimo il prima possibile.
Nel frattempo, ringrazio tutti i miei lettori (se ancora ce ne sono) di avermi seguita fin qui.
Alla prossima

_BlueLady_

  
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