Hinata si portò le mani alla bocca, soffiando sulla pelle gelida e spaccata
dal freddo.
I fiocchi di neve cadevano al suolo pigramente. L’aria era rarefatta e
satura di odori e suoni, provenienti dalle numerose pasticcerie e negozi aperti.
Novembre non era ancora finito, ma l’imminente arrivo delle feste la gettava
in uno stato di profonda inquietudine. La formalità con la quale venivano
onorate le ricorrenze nella sua famiglia la faceva sentire inutile e fuori posto.
Gli occhi taglienti di Neji le ricordavano la sua inadeguatezza, le parole affettate
di suo padre e i gesti di stizza della sorella le ricordavano che era solo un
peso.
Stava aspettando esattamente da trentadue minuti. A quel punto, lo realizzò
con dolorosa chiarezza: non sarebbe arrivato. Eppure, lei era ancora lì.
Tipico, avrebbe detto suo padre, delle ragazze deboli e prive di
determinazione. Esattamente come lei. Ma chi era lei, poi?
No, Naruto, non sarebbe arrivato, constatò guardando nuovamente l’orologio
da polso. Così, a passi lenti, quasi speranzosi, si allontanò
dal Ramen shop, pur restando con le orecchie tese a cogliere qualsiasi richiamo,
gli occhi che vagavano da un lato all’altro della strada nel disperato
tentativo di riconoscere un volto conosciuto. Nessuno sarebbe venuto, lo sapeva,
eppure…
<< Non credo che le cose potrebbero funzionare fra voi due. Siete
troppo diversi, Hinata-sama. >>
Si era illusa, ed era giusto soffrisse così. Come monito per il futuro.
<< C-Come? Oh… Ma, ma certo che mi piaci, Hinata! >>
E non stava piangendo. Non sono debole, padre.
<< Dovresti comportati più come una degna Hyuuga. Non disonorare
la casata principale. >>
Aveva voluto crederci. A ogni costo, aveva voluto crederci.
No, non stava piangendo…
<< Perché stai piangendo? >>
Quella voce, non poteva essere reale.
<< C-come… Tu, cosa…? >>
Sì, certamente era tutto frutto della sua sciocca mente.
<< Ehi, ehi, non ma è solo per il ritardo? Mi dispiace, davvero, ma in fondo sono solo le… OH DIAMINE, sono già le quattro e un quarto? Scusa scusa scusa scusa! >>
Il flusso continuo e concitato delle parole di Naruto le impedirono di fare
anche solo un pensiero coerente, mentre le tracce bagnate sulle sue guance evaporavano
a causa del rossore.
E anche se era stupido, anche se avrebbe dovuto essere arrabbiata, con lui e
con sé stessa, Hinata non poté farne a meno, e buttandogli le
braccia al collo, sorrise.
<< Grazie… >>
* * *
Questa è per chi diceva che le mie fic sono tutte corrente di pensieri,
non si vede che è AU, e non succede nulla :p
Più lunga del solito, anche.
A dire la verità, c'erano due possibilità per questa drabble:
infatti avevo pensato a un finale alternativo, dove Naruto non arrivava, e la
storia si evolveva in Hinata/QualcunAltro. Solo che questo
avrebbe fatto risultare Naruto un *&%"x, e la cosa non mi piaceva molto.
è____é
/me adora Naruto^^ E' così tenero!
Lasciamo stare le divagazioni: rullo di tamburi, perché il prossimo capitolo
è...
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dalla prima volta in cui li aveva incrociati, in quegli occhi aveva letto una
sorta di inquietante e tacita premonizione..."