Anime & Manga > Full Metal Panic
Segui la storia  |       
Autore: Darik    14/11/2006    1 recensioni
Arriva il momento della tempesta: mentre un gigante dei mari scompare, vecchi e nuovi nemici attaccano la Mithril. E Sousuke sarà costretto ad avere come unico alleato una persona che difficilmente avrebbe voluto come tale. Nota: questo racconto si colloca dopo la serie FMP The Second Raid.
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Operazione Hunting'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

4° CAPITOLO

Nella stanza di un prefabbricato in abbandono, Sousuke stava controllando una piantina che si era procurato Tien della villa di Jonathan Shaw, un edificio enorme circondato da un parco altrettanto enorme.

Le informazioni della piantine venivano unite a quelle fornite da un satellite della Mithril.

“Non sarà facile entrare. Il parco è circondato da un alto muro di cinta provvisto di cancellate elettrificate, sensori a infrarossi che coprono un aria di cinque metri oltre il muro, telecamere e guardie armate.

E anche se si riesce a superare queste difese, c’è troppo spazio scoperto fino alla villa, impossibile avvicinarsi senza essere visti” illustrò Sousuke.

“Ma un modo lo dobbiamo trovare comunque. Potremmo usare gli M9” propose il tenente.

“No, nessuna azione plateale, rischierebbe di far scoppiare una guerra civile in Cina” replicò Sousuke.

“Mi chiedo comunque se le informazioni di quel tipo fossero affidabili, sergente Sagara. Lei si fida?”

“Al 50%. Sono consapevole dei rischi, ma ci ha comunque fornito un indizio, l’unico che abbiamo, e dobbiamo seguirlo per forza”.

Arrivò di corsa uno dei soldati della Mithril: “Sergente Sagara, la vogliono al telefono, risponda subito”.

“Chi è? Il quartier generale?”

“Si. E sembra che si tratti di una ottima notizia!”

Sousuke andò subito al telefono satellitare in un’altra stanza.

“Sagara”.

“Sergente Sagara, rientri subito alla base. Abbiamo appena ricevuto una telefonata da una cabina telefonica. Era il sergente maggiore Melissa Mao!”

“Mao!? Siete sicuri?!”

“L’identificazione vocale è positiva. Abbiamo mandato qualcuno a prenderla”.

“Va bene, rientro subito”.


In Giappone ormai stava facendo sera.

Kaname Chidori stava ritornando a casa insieme a Kyouko.

“Ehi Kanachan, perché sei cosi pensierosa?”

“Stavo pensando a Sousuke”.

“Che cosa?! Sagara non ti avrà mica fatto qualcosa come due mesi fa?!”

Kaname si rimproverò per aver risposto sinceramente.

Non le piaceva mentire ai suoi amici, ma nel caso di Sousuke era quasi sempre necessario farlo, per coprire le sue missioni.

“No, niente del genere” rispose sorridendo Kaname “E’ partito per visitare una parente, ma non ci metterà molto a tornare. Solo che essendo abituata a tornare sempre a casa insieme a lui, sento la sua mancanza, tutto qui”.

“Accidenti, Sagara è diventato cosi importante per te?” replicò maliziosa Kyouko.

“Assolutamente no!” esclamò Kaname imbarazzata “E’ solo una questione di abitudini, niente di più!”

“Si, si, d’accordo. Beh, qui ci separiamo, arrivederci a domani. Ah, se proprio ti manca cosi tanto, perché non gli telefoni come quando stava per mancare agli esami?”

“Non lavorare troppo di fantasia col tuo romanticismo!”

Kaname fece per lanciare la sua cartella addosso a Kyouko, che però si era già allontanata facendole l’occhiolino.

Rimasta sola, Kaname rientrò a casa.

“Ma perché mi arrabbio cosi tanto se qualcuno dice che tra me e Sousuke c’è qualcosa? Dopo tutto quello che è successo finora, l’avranno capito anche i sassi.

Perché non riesco ad ammetterlo?

E’ cosi difficile per me dire che lo amo?”

La ragazza buttò la cartella per terra e si sdraiò sul divano.

Da una tasca prese il suo cellulare e cominciò a guardarlo.

Kyouko le aveva proposto di chiamare Sousuke, e stavolta poteva farlo, perché il ragazzo le aveva fornito un numero speciale a prova di intercettazione.

Ma Kaname era titubante, temeva di chiamarlo durante lo svolgimento di qualche azione.

E quell’idiota sarebbe stato capace di parlarle al telefono anche nel bel mezzo di una battaglia, come era incredibilmente riuscito a fare in Sicilia due mesi prima.

“Meglio lasciar perdere” disse infine, dedicandosi alla cena.


Sousuke rientrò al quartier generale della Mithril a Hong Kong, e si diresse subito verso la stanza dove stava Melissa.

La trovò seduta mentre sorseggiava del caffé, con indosso il suo solito abbigliamento militare.

La donna appariva un po’ sciupata.

“Sousuke, felice di rivederti!” lo salutò Mao.

“Mao, stai bene?”

“Un po’ sottosopra, ma ho passato di peggio”.

“Come sei arrivata qui? E cosa è successo sul De Danaan?”

“Sapevo che l’interrogatorio sarebbe cominciato con te” rispose Melissa sorridendo.

“Scusa, non volevo essere precipitoso. Se prima vuoi riposarti, fai pure”.

“No, nessun problema, davvero. Prima parlo, prima potremo agire e prima quest’incubo finirà. C’è stata una talpa sul De Danaan. Non so di chi si tratti, so solo che una sera ho cominciato a sentirmi male, mi sembrava di bruciare dentro. E a giudicare dalle grida, la stessa cosa stava accadendo al resto dell’equipaggio. La talpa doveva aver avvelenato le risorse idriche del sommergibile. Ho cercato di uscire dalla cabina, ma il dolore era insopportabile. Anche Kurz era stato colpito. Devo essere svenuta, e quando mi sono ripresa, ero chiusa in una cella stretta e buia”.

“Non sai cosa ne è stato del colonnello e degli altri?”

“Purtroppo no. Penso che fossero prigionieri nello stesso luogo, ma le pareti di quella cella erano troppo spesse, quante volte ho provato a bussare sul muro e a chiamarli, senza risultato”.

“E come sei scappata?”

“Sono venuti quattro uomini armati, che mi hanno prelevata e portata in una stanza con uno sgabello, mi sa per interrogarmi. Uscita dalla cella, ho visto che ce ne erano altre, ma senza inferriate, non posso dire se e chi c’era dentro.

Mi hanno ammanettata, ma mentre preparavano i loro strumenti per ottenere la mia ‘collaborazione’, mi sono sfilata le manette e ho ucciso i miei carcerieri.

Ho provato a cercare gli altri, ma la mia fuga è stata scoperta prima del previsto. Mi sono ritrovata alle strette, per caso ho trovato un condotto di scarico e mi ci sono buttata. Non sapevo dove sarei finita, magari sarei morta annegata, ma ero in un vicolo cieco e non ho avuto scelta.

La fortuna però mi ha arriso di nuovo, quando i polmoni stavano per scoppiarmi sono riuscita ad uscire, ritrovandomi in mare vicino ad una scogliera. Ho visto in lontananza Hong Kong, ho nuotato finché non sono stata raccolta da una barca e mi sono messa subito alla ricerca di un telefono. Ed eccomi qui”.

“Un mix notevole di fortuna e abilità” commentò Sousuke “Non hai idea di dove fosse la base del nemico?”

“Un isola. Non molto grande e a circa tre ore di navigazione dalla città, direi. Date le ridotte dimensioni, penso che la base nemica sia posta sottoterra. E se si tratta di questo, magari lì è custodito anche il De Danaan. Quando verranno a interrogarmi, vedrò di rintracciarla, cosi potremo organizzare un attacco”.

“Dovremo fare in fretta comunque. Visto che sei scappata, per non correre rischi potrebbero abbandonare quella base”.

In quel momento arrivarono tre funzionari della Mithril, che dovevano fare le loro domande a Melissa.

Sousuke allora si congedò.

Andando in una stanza, pensò a Chidori.

Chissà cosa stava facendo in quel momento.

Era molto probabile che si stesse preoccupando per lui e gli scomparsi del De Danaan.

Quindi sarebbe stato meglio chiamarla per comunicarle la buona notizia.

Tirò fuori il suo cellulare e usò la speciale linea criptata per chiamare la ragazza.

Mentre componeva il numero, rimase sorpreso della sua idea di contattare Kaname per tranquillizzarla.

Lui infatti le aveva dato un numero speciale per essere chiamato, non per chiamare, perché non era sua abitudine telefonare per tranquillizzare chicchessia.

Evidentemente fino ad allora non c’era mai stato qualcuno preoccupato a livello personale per la sua incolumità e che doveva essere tranquillizzato.

Ma ora tante cose stavano cambiando, lui compreso, e la cosa non gli dispiaceva affatto.

Dopo qualche squillo, Kaname rispose.

“Sousuke, sei tu?”

“Affermativo, Chidori”.

“Che sorpresa!” esclamò la ragazza.

Si notava una certa euforia nella sua voce.

Sousuke le comunicò la notizia del ritrovamento di Melissa, che fece molto felice Kaname, e poi parlarono del più e del meno.

Era soprattutto Kaname, chiamata mentre stava per andare a letto, a parlare, mentre Sousuke si limitava a rispondere si o no.

Alla fine della telefonata, Kaname lo salutò con la raccomandazione di stare molto attento.

La telefonata non era durata molto, comunque tutti e due si sentivano ora più sereni.


Il sole era ormai tramontato.

Due uomini stavano pattugliando il tetto della base della Mithril a Hong Kong.

La sede dell’organizzazione segreta da fuori sembrava semplicemente una succursale di qualche ditta commerciale.

Una delle guardie sentì un cigolio proveniente da dietro una canna fumaria.

Prudentemente si avvicinò alla canna, e con un scatto puntò la sua arma in direzione del rumore.

Non c’era niente.

Poi sentì un tonfo, e si voltò in tempo per vedere il corpo del suo collega a terra, prima che qualcuno sbucasse dietro di lui e gli spezzasse il collo in un attimo.

Cinque persone, vestite con tute e passamontagna neri, uscirono dalle ombre del tetto.

E usando delle corde fissate al tetto, si calarono lungo le pareti dell’edificio.

Altri cinque invece, si calarono sempre con delle corde nei condotti d’aerazione.


Sousuke stava leggendo un giornale di Hong Kong procuratogli da Tien, che riportava una notizia molto interessante, ovvero la morte di un boss delle triadi e della sua neosposa.

L’articolo era degno di attenzione perché qualcuno aveva fatto a pezzi la testa dell’uomo lanciandogli contro un oggetto contundente con una forza straordinaria, inumana.

Leggendo di questo dettaglio, Sousuke pensò subito a Jonathan Shaw e alla speciale squadra di killer messagli a disposizione da Amalgam.

Si chiese chi fossero questi killer, quanti fossero e cosa aveva fatto loro Amalgam per renderli cosi letali.


All’ingresso dell’edificio, il custode stava leggendo il giornale dietro il suo bancone, munito di vetri antiproiettili.

L’uomo era arrivato alla notizia riguardante il prossimo meeting della Nazioni Unite, che si sarebbe svolto in una località segreta in un giorno imprecisato della settimana prossima, quando qualcuno gli abbassò il giornale, e l’ultima cosa che l’uomo vide fu un pugnale in rotta di collisione con la sua faccia.

L’assassino si era calato verso il basso da un condotto d’aerazione, senza fare il benché minimo rumore.

Spogliò il custode indossando la sua uniforme e nascondendo il cadavere dietro il bancone.

Poi bloccò la porta elettronica che permetteva di entrare e uscire dall’edificio.

Gli stessi attacchi erano appena avvenuti all’ingresso dell’armeria dell’edificio, del centralino che regolava le chiamate telefoniche e della sezione di alimentazione elettrica.


Gridando e piangendo, Tessa sparò un colpo.

Che l’assassino evitò senza alcun problema.

Con passi rapidissimi raggiunse il terrorizzato colonnello, le strappò di mano la pistola e l’afferrò per il collo sollevandola.

“Ti… ti prego… non mi riconosci?! Sono Tessa!”

L’aggressore le colpì un nervo dietro il collo facendola svenire.


Kaname con un sussulto si svegliò, come se avesse avuto un incubo.

Si mise a sedere sul letto, tenendo una mano sul volto mentre cercava di schiarirsi le idee.

E rammentò cosa aveva visto, anzi rivisto.

“Mio Dio… no! Non…. Non è possibile!!”

Col cuore in gola, e un espressione piena di stupore, orrore e ansia, chiamò subito Sousuke.


Sousuke stava cercando Tien, per parlargli dei problemi inerenti un eventuale attacco alla villa di Shaw.

Incontrò il giovane tenente che era appena uscito dalla stanza dove gli uomini del dipartimento informazioni stavano ascoltando Melissa.

“Tien, devo parlarti”.

“Dica pure, sergente Sagara”.

“Volevo chiederti se questa sezione della Mithril ha abbastanza uomini per organizzare una sortita alla villa di Shaw”.

“Certo che li ha. Perché non dovrebbe averli?”

“Be, immagino che la maggior parte degli uomini verrà impiegata per l’attacco all’isola con i prigionieri, quindi…”

“Scusi, di quale isola sta parlando?”

“Dell’isola da dove il sergente maggior Mao è scappata, no?”

“Non capisco cosa stia dicendo, sergente. Ho assistito a parte dell’interrogatorio al sergente maggiore, e lei ha asserito di essere scappata da una nave prigione buttandosi a mare, non da un isola. E’ sicuro di ricordare bene?”

“Certo che ne sono sicuro”.

In quel momento squillò il cellulare di Sousuke.

“Pronto? Kaname?! Cosa c’è? E’ successo qualcosa?”

La voce della ragazza era estremamente agitata.

“Sousuke, mi sono ricordata. La mia visione… ho ricordato chi ha aggredito Tessa!”

“Chi, Kaname, chi è stato?”

“Sousuke, è stata Melissa! Melissa ha aggredito Tessa!”

Sousuke rimase pietrificato e senza parole, e proprio allora le luci si spensero e scattò l’illuminazione di emergenza.

“Ma che succede?” domandò Tien mettendo mano alla pistola.

La notizia aveva sconvolto Sousuke, ma il suo smarrimento fu breve.

Stava accadendo qualcosa di molto pericoloso nella base della Mithril, lo sentiva, e non c’era tempo per farsi dominare dall’incredulità.

Estrasse la sua pistola.

“Sousuke? Sousuke che succede?”

“Kaname, ora devo chiudere. Grazie per l’informazione. Ti richiamerò io, e non preoccuparti, manterrò la promessa che ti ho fatto”.

Sousuke chiuse il cellulare e con Tien si diresse verso la stanza di Melissa.

In quel momento decine di piccole granate con un limitato raggio d’azione, che erano state posizionate davanti alle prese d’aria di tutte le stanze con personale, liberarono un letale gas nervino.

Solo in una stanza il gas non venne diffuso.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Panic / Vai alla pagina dell'autore: Darik